La vedova scaltra per L’Altro Teatro
Teatro Camploy di Verona
Mercoledì 11 febbraio 2015, ore 20.45
Con La vedova scaltra di Carlo Goldoni prosegue, mercoledì 11 febbraio alle 20.45 al Teatro Camploy, la rassegna L’altro teatro organizzata dal Comune di Verona in collaborazione con Arteven (Circuito Teatrale Regionale) e con il sostegno della Regione del Veneto e del MIBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’allestimento è del Teatro Scientifico – Teatro / Laboratorio con la regia di Jana Balkan e di Isabella Caserta. Ne sono interpreti Isabella Caserta, Andrea De Manincor, Francesco Laruffa, Maurizio Perugini, Elisa Bertato, Martina Colli e Stefano Soprana. Le musiche dal vivo sono eseguite da Mattia Cominacini (batteria), Matteo Lonardi (basso), Niccolò Sorgato (chitarra), Oscar Vallisari (voce), Davide Veronese (tromba) e Willi Veronese (sax baritono). I costumi sono di Mariana Berdeaga, le scene del Laboratorio Teatrale, le maschere di Donato Sartori e della Fucina dei Miracoli.
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La vedova scaltra, scritta nel 1748, testo di passaggio tra la commedia delle maschere e la commedia di carattere, costituì una novità per il pubblico, non solo perché interamente scritta, ma anche per il nuovo modo di concepire i personaggi. Vi convivono le maschere della Commedia dell’Arte e i personaggi presi dalla realtà di tutti i giorni. La commedia è giocata sull’astuzia di Rosaura che, indecisa tra quattro pretendenti che la coprono di attenzioni per avere la sua mano, escogita un piano per scoprire se i loro sentimenti nei suoi confronti sono sinceri. Donna forte e di carattere, Rosaura sa gestire con arguzia la situazione e riesce a capire con scaltrezza la verità segnando il trionfo della femminilità. È una figura, quella di Rosaura, nella quale ci si può rispecchiare ancora oggi perché presenta quella sensibilità e quell’intuizione che appartengono all’universo femminile. Sa ribellarsi al padre e si oppone alle nozze della sorella con un vecchio (lei ne aveva sposato uno del quale è rimasta vedova) e, ora che può, sospesa e in bilico per prendere la decisione giusta, ponte tra la commedia “vecchia” e il mondo nuovo, per sé “sceglie di scegliere” il suo uomo. Scaltra nello svelamento della menzogna, Rosaura scopre la mancanza di sincerità dei pretendenti per individuare alla fine l’unico che non le ha mentito e sceglie la verità e la sincerità che ogni donna vorrebbe avere dal suo uomo.
L’allestimento, mantenendo inalterato il testo goldoniano, sottolinea il femminismo ante litteram (“è troppo barbara quella legge che vuol disporre del cuore delle donne a costo della loro sventura”) e la modernità di Rosaura che si prende gioco dei “vizi” dei suoi pretendenti e attraversa i ponti delle varie epoche in un gioco teatrale che arriva ai nostri giorni per suggerire l’evoluzione della donna e lo smascheramento sia della menzogna che della macchina teatrale.
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L’ALTRO TEATRO. Al Camploy alle 20,45
«La Vedova scaltra»
Rosaura si rivela
un personaggio rock
Simone Azzoni
Un testo ponte tra la Commedia dell’arte e quella di carattere
Sulla locandina c’è un disegno dell’artista Maurizio Zanolli: una donna angelica, distratta dal suo divismo, forse consapevole di una femminilità ambigua. A volte l’essenza di uno spettacolo è nell’immagine che la compagnia sceglie per presentarlo. Quello spettacolo che vedemmo qualche anno fa nell’estate del Cortile Mercato Vecchio ritorna al Camploy questa sera nella rassegna L’Altro Teatro (alle 20,45). La compagnia è il Teatro Scientifico, con la sua storia di ricerca e sperimentazione nella Commedia dell’arte, il titolo è La Vedova scaltra. Gli interpreti sono Isabella Caserta, Andrea De Manincor, Francesco Laruffa, Maurizio Perugini, Elisa Bertato, Martina Colli e Stefano Soprana.
La regia di Jana Balkan e Isabella Caserta e le musiche di Mattia Cominacini (batteria), Matteo Lonardi (basso), Niccolò Sorgato (chitarra), Oscar Vallisari (voce), Davide Veronese (tromba) e Willi Veronese (sax baritono). Importanti in quest’occasione le musiche, primo perché saranno eseguite dal vivo amplificando quelle atmosfere «da corte» care al Teatro Scientifico; secondo perché, come direbbe Adriano Celentano, Rosaura è personaggio goldoniano assolutamente rock. Rock il suo essere femminista ante litterm, rock il suo saper cogliere il presente e gestirlo a suo uso e consumo.
Testo ponte tra la Commedia dell’arte e quella di carattere, La Vedova scaltra di Carlo Goldoni già nel 1748, anno in cui fu scritta, metteva in luce il nocciolo indipendentista ed emancipato di una nuova Mirandolina indecisa tra quattro pretendenti che la coprono di attenzioni per avere la sua mano. Arguzia e determinazione saranno il motore di un piano per prendere la giusta decisione e far transitare il personaggio (e il ruolo) dal passato alla modernità. Come ben spiega il programma di sala, Rosaura «scaltra nello svelamento della menzogna, scopre la mancanza di sincerità dei pretendenti per individuare alla fine l’unico che non le ha mentito e sceglie la verità e la sincerità che ogni donna vorrebbe avere dal suo uomo». Che detto in altri termini, è lo svelamento stesso della macchina della finzione, di quella grande magia che è il teatro.
«La vedova scaltra»:
Rosaura donna moderna
Con La vedova scaltra di Carlo Goldoni proseguirà domani alle 20,45 al Camploy, la rassegna L’altro teatro. L’allestimento è del Teatro Scientifico- Teatro Laboratorio con la regia di Jana Balkan e di Isabella Caserta che sarà in scena con Isabella Caserta, Andrea De Manincor, Francesco Laruffa, Maurizio Perugini, Elisa Bertato, Martina Colli e Stefano Soprana. Le musiche dal vivo sono eseguite da Mattia Cominacini (batteria), Matteo Lonardi (basso), Niccolò Sorgato (chitarra), Oscar Vallisari (voce), Davide Veronese (tromba) e Willi Veronese (sax baritono). I costumi sono di Mariana Berdeaga, le scene del Laboratorio Teatrale, le maschere di Donato Sartori e della Fucina dei Miracoli. La vedova scaltra, scritta nel 1748, testo di passaggio tra la commedia delle maschere e la commedia di carattere, costituì una novità per il pubblico, non solo perché interamente scritta, ma anche per il nuovo modo di concepire i personaggi. Vi convivono le maschere della Commedia dell’arte e i personaggi presi dalla realtà di tutti i giorni. La commedia è giocata sull’astuzia di Rosaura che, indecisa tra quattro pretendenti che la coprono di attenzioni per avere la sua mano, escogita un piano per scoprire se i loro sentimenti nei suoi confronti sono sinceri. Donna forte e di carattere, sa gestire con arguzia la situazione e riesce a capire con scaltrezza la verità segnando il trionfo della femminilità. Una figura, Rosaura, nella quale ci si può rispecchiare ancora oggi perché presenta quella sensibilità e quell’intuizione proprie dell’universo femminile. Sa ribellarsi al padre e si oppone alle nozze della sorella con un vecchio (lei ne aveva sposato uno del quale è rimasta vedova) e, ora che può, sospesa e in bilico per prendere la decisione giusta, per sé «sceglie di scegliere» il suo uomo. L’allestimento, mantenendo inalterato il testo goldoniano, sottolinea il femminismo ante litteram («è troppo barbara quella legge che vuol disporre del cuore delle donne a costo della loro sventura») e la modernità di Rosaura che si prende gioco dei «vizi» dei suoi pretendenti e attraversa i ponti delle varie epoche in un gioco teatrale che arriva ai nostri giorni per suggerire l’evoluzione della donna e lo smascheramento sia della menzogna che della macchina teatrale.
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Teatro Camploy di Verona
Telefono: 045 800 9549
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