Ofelia 4e48 con Elisa Lolli e Stefano Cenci
Il 6 febbraio alle 20.45 il Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio, per la rassegna L’altro teatro al Teatro Camploy, presenta Ofelia 4e48, spettacolo liberamente tratto da 4:48 Psychosis della scrittrice e drammaturga inglese Sarah Kane (1971-1999).
Di Stefano Cenci la regia di questa “commedia romantica con suicidio”, “opera sinfonica a una sola voce sul filo dell’inesprimibile” che è interpretata da Elisa Lolli.
In un impazzito gioco di ruoli, diversi mondi paralleli s’incontrano come in uno zapping televisivo: sulla scena Ofelia e Amleto, Sarah e il suo medico, l’attrice e il regista, la follia, il raziocinio, la pesantezza conservatrice, cinica e onnisciente, del pragmatismo umano.
Il macello dell’anima
Ascendo! Dalla vita all’arte. Non dalla vita alla morte. Non dalla vita ad altra vita. Dalla vita all’arte. Povera me. Ofelia da 2 soldi. Ofelia senza pretese.
Ofelia in quattro e quattr’otto.
Ofelia da rigattiere. Ofelia antiquariato. Illustre suicida di carta stampata.
Povera me, con me, senza me… Brucio!
tanto di vita / che mi faccio cenere / alla cenere / alla cenere […]
fumare, respirare, vivere, sfumare, lenta eutanasia /
io, portatore sano di cibo per vermi /
pago l’affitto / l’assicurazione dell’auto / saluto la camera da letto
/ mi specchio e vado /
sottoterra vado / sotto il mare vado / come polline da vento portato / vado. Povera me.
Povera Ofelia da vita tradita. Illusione non ti credo più. Non ti vedo più. E più non parlo.
Con Ofelia 4e48 tratto da 4:48 Psychosis di Sarah Kane prosegue il 6 febbraio al Camploy la rassegna L’ALTRO TEATRO giunta quest’anno alla sua decima edizione. Lo spettacolo è fuori abbonamento. Costo dei biglietti: 12 e 10 euro.
Nell’ambito dell’Altro teatro (rassegna organizzata dal Comune di Verona in collaborazione con Arteven) il 6 febbraio al Camploy alle 20.45 va in scena Ofelia 4e48, spettacolo di Stefano Cenci liberamente tratto da 4:48 Psychosis di Sarah Kane, ultima opera teatrale della drammaturga britannica morta suicida nel 1999. Ofelia 4e48 è uno spettacolo in cui diversi mondi paralleli s’incontrano come in uno zapping televisivo repentino, così repentino che il programma sembra sempre lo stesso e lo spettatore ha l’impressione di assistere a un impazzito gioco di ruoli, inquietante quanto divertente. Sulla scena si alternano Ofelia e Amleto, Sarah e il suo medico, l’attrice e il regista, la follia e il raziocinio, l’arte e il sociale, l’inafferrabile delicata violenza della poesia e la pesantezza conservatrice, cinica e onnisciente del pragmatismo umano. Ofelia 4e48 è una corsa sul filo dell’inesprimibile. E sulla scena attrice e regista sono i corpi attraversati dall’impeto della forza auto-distruttrice di Sarah. «Tutto ciò che si può dire di questo spettacolo – si legge nelle note di regia – è che è nato per caso, che ci è scoppiato tra le mani come un petardo che doveva fare una sola innocua scintilla e che invece ha ustionato i nostri palmi. L’opera non ha personaggi o indicazioni di scena espliciti e ciò le conferisce un aspetto inconsueto per un testo destinato alla rappresentazione. Il dramma è scritto dal punto di vista di qualcuno con gravi problemi di depressione, un disordine mentale di cui Sarah Kane stessa soffriva, ed è organizzato come un lungo monologo. Dopo aver completato questo testo, Sarah Kane tentò il suicidio, ma fu salvata in extremis e ricoverata in ospedale. Dopo poco tempo fu ritrovata morta, impiccata coi lacci delle sue stesse scarpe. Il conflitto che Sarah aveva con se stessa è esploso, frammentando lo spettacolo in un caleidoscopio di personaggi e presenze, schegge della propria complessa personalità, testimonianza di una vita d’artista così complicata da risultare incomprensibile a questo mondo e distante dall’attitudine profondamente umana a semplificare il tutto per rendere il tutto comprensibile».
Stefano Cenci, in questi giorni impegnato al Teatro Valle di Roma dopo diverse esperienze lavorative (Teatro Comunale e Arena del Sole di Bologna, Teatro Due – Teatro Stabile di Parma), dal 2002 collabora stabilmente con Armando Punzo, regista della Compagnia della Fortezza di Volterra. Oltre a partecipare alla creazione degli spettacoli della Fortezza, è attore e assistente alla regia di diversi spettacoli (tra cui I Pescecani, ovvero quel che resta di Bertolt Brecht e Hamlice – Saggio sulla fine di una civiltà, premio Ubu 2010). In scena Elisa Lolli e Stefano Cenci. Produzione Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio e Arti Vive Habitat Info 045/8031321 – 3466319280 www.teatroscientifico.com, www.laltroteatro.comune.verona.it
Teatro Camploy di Verona
Telefono: 045 800 9549