20160226-Lus-Teatro-delle-Albe-Camploy-Verona Teatro Camploy

Lus di Teatro delle Albe per l’Altro Teatro


Teatro Camploy di Verona
Rassegna L’Altro Teatro
Venerdì 26 febbraio 2016, ore 20.45

Venerdì 26 febbraio, nono appuntamento, al Camploy, con la rassegna L’ALTRO TEATRO. In programma il concerto-spettacolo LUS proposto dal Teatro delle Albe e da ERT. Ne sono interpreti Ermanna Montanari (voce), Luigi Ceccarelli (musica elettronica) e Daniele Roccato (contrabbasso). Regia di Marco Martinelli.

Lus è allo stesso tempo un concerto e uno spettacolo di teatro. Questi due elementi convivono nella performance in modo inscindibile. Ci sono i suoni dal vivo del contrabbasso, strumento dal timbro ricchissimo e cangiante, ci sono quelli della lingua romagnola di Ermanna Montanari che interpreta un testo di Nevio Spadoni scritto in un dialetto dalla graffiante asprezza e dall’espressività potentissima, e c’è, sempre dal vivo, l’alchemica contemporaneità delle sonorità elettroniche. Dice Ermanna Montanari: «Nevio Spadoni, poeta della mia terra romagnola, ha scritto per me Lus, sulfureo poemetto in versi, dalla consistenza di grosse zolle di campo arato: questa materia bruna, generante, che al sole pare metallo, descrive bene la mia voce, come un fascio di rovi scorticanti. Lus è incentrato sulla figura di Bêlda, una veggente obbligata a vivere ai confini della società, una guaritrice maledetta dagli uomini, un’intoccabile mossa dalla sua voce che è anche il suo corpo e quello del popolo di malati che lei cura sbrindellando il suo. Lus significa luce, nel mio dialetto romagnolo. E la luce è voce».

Entusiasta la stampa nazionale che nel recensire Lus ha anche auspicato (Renato Palazzi sul Sole 24 Ore) che la pièce sia rappresentata negli enti lirici come avveniva per i grandi recital di Carmelo Bene. «Nel percorso – sono sempre parole di Palazzi – di Ermanna Montanari che ha interpretato personaggi di elevatissima statura (dall’Alcina ariostesca alla colta e ribelle monaca Rosvita), la Bêlda occupa uno spazio rilevante. Figlia di una prostituta e forse disposta a prostituirsi a sua volta, è vittima dell’ipocrisia e del disprezzo dell’ambiente di cui si vendica lanciando una maledizione contro il prete colpevole di averle dissotterrato la madre Armida per seppellirla in terra sconsacrata. Bêlda incarna un raro concentrato di pulsioni primarie, un misto di sesso, credenze ataviche, religiosità pagana e una presenza prepotentemente riaffiorata da un oscuro passato ancestrale. Col suo furore, col suo barbarico linguaggio, la fattucchiera di Spadoni, armata di falcetto, sembra quasi una creatura testoriana, strappata alle superstrade della Brianza e precipitata nella Romagna contadina. La forma stessa del maleficio, che accende e agita il suo soliloquio, richiama in sé una ritualità primordiale». Entusiasta anche Il manifesto che ha definito Bêlda “un’eroina di Artaud”, “una ribelle che chiede, certo inutilmente, al Dio-che-è-morto una possibile uscita nella luce, la Lus, un riscatto, una rinascita dei maledetti dal potere”.

Teatro delle Albe

Nel 1983 Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni fondano il Teatro delle Albe. La compagnia sviluppa il proprio percorso intrecciando alla ricerca del “nuovo” la lezione della Tradizione teatrale: il drammaturgo e regista Martinelli scrive i testi ispirandosi agli antichi e al tempo presente, pensando le storie per gli attori, i quali diventano così veri e propri co-autori degli spettacoli. Nel 1988 la compagnia acquisisce al suo interno dei griots senegalesi: Mandiaye N’Diaye (da allora “colonna” africana della compagnia), Mor Awa Niang e El Hadji Niang. La formazione diventa afro-romagnola, e pratica un originale meticciato teatrale che coniuga drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici. Gli spettacoli, da Ruh. Romagna piu’africa uguale(1988) a All’inferno! (1996), da I Polacchi (1998) al Sogno di una notte di mezza estate (2002), da Salmagundi (2004) a La mano (2005), valgono alle Albe premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, evidenziando una poetica rigorosa, raffinata e emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa.

Fondamentali all’interno del gruppo, oltre alla direzione artistica tenuta da Martinelli (Premio Drammaturgia infinita con Incantati nel 1995, Premio Ubu per la drammaturgia con All’inferno! nel 1997, Premio Hystrio alla regia nel 1999, Golden Laurel come “miglior regista” al Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo con I Polacchi nel 2003) sono le accensioni visionarie e la vocalità inquietante di Ermanna Montanari (segnalazione al Premio Narni Opera prima con Confine nel 1986, nomination al Premio Ubu come “miglior attrice” nel 1997, Premio Ubu come “migliore attrice” con L’isola di Alcina nel 2000, con Sterminio nel 2007 e nel 2009 con Rosvita, Premio Adelaide Ristori nel 2001, Golden Laurel come “miglior attrice” al Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo con I Polacchi nel 2003); il lavoro di attore-autore (nonché Presidente della cooperativa) di Luigi Dadina (Griot-fuler, scritto a quattro mani con Mandiaye N’Diaye, menzione al Premio Nazionale Stregagatto 1995-96); gli attori e attrici cresciuti nella fucina della non-scuola, ovvero Alessandro Argnani (Premio Ubu come “miglior attore under 30” con La canzone degli F.P. e degli I.M.nel 2006), Cinzia Dezi, Luca Fagioli, Roberto Magnani (Premio Lo Straniero nel 2001) Michela Marangoni, Laura Redaelli e Alessandro Renda, che dal ’98 a oggi hanno segnato con la loro presenza scenica il percorso della compagnia (nomination al Premio Ubu nel 1999 per I Polacchi e nel 2001 perBaldus nella categoria “nuovo attore o attrice (under 30)”; la direzione tecnica di Enrico Isola, il lavoro sulle luci di Vincent Longuemare, la collaborazione con il musicista Luigi Ceccarelli, gli scenografi Cosetta Gardini e Edoardo Sanchi, gli scrittori Nevio Spadoni e Luca Doninelli. Nel 1999 le Albe creano il Cantiere Orlando, percorso triennale sui poemi cavallereschi rinascimentali, coprodotto con la Biennale di Venezia, Ravenna Festival e Santarcangelo dei Teatri. Nell’ambito di tale progetto hanno origine gli spettacoli L’isola di Alcina (2000), “concerto per corno e voce romagnola”; Baldus (2000), “riscrittura per lampi” dall’omonimo poema di Teofilo Folengo; Sogno di una notte di mezza estate, “riscrittura in giù da William Shakespeare”.

Tra il 2003 e il 2004 Marco Martinelli ha diretto il corso Epidemie-percorso per la crescita professionale dell’attore, organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione e Ravenna Teatro; tale progetto, della durata di nove mesi, ha avuto la funzione di vera e propria “bottega” da cui sono usciti 15 degli attori di Salmagundi, “favola patriottica”, scritto e diretto da Martinelli, che ha debuttato a Mittelfest 2004.

Nel febbraio 2005 Marco Martinelli ed Ermanna Montanari debuttano a Mons con La mano, “de profundis rock”, tratto dal romanzo omonimo di Luca Doninelli e coprodotto dal Centre Culturel Transfrontalier de diffusion et de création di Mons (Belgio) e dai Festival italiani Ravenna Festival e Le Colline Torinesi. Tra maggio e giugno 2005 il Teatro delle Albe è a Chicago per cinque settimane con un intenso programma di spettacoli e laboratori. Cuore del progetto, la reinvenzione dei Polacchi con un gruppo di studenti africani della Senn High School. Lo spettacolo viene presentato al Mca (Museum of contemporary art), suscitando l’entusiasmo della critica teatrale e del pubblico.

Nell’ottobre 2005 Marco Martinelli cura la regia di una “lettura pubblica” del testo di Elsa Morante La canzone degli F.P. e degli I.M., che vede in scena le nuove Albe: Argnani, Fagioli, Magnani e Renda. Nel novembre 2006 mette in scena due spettacoli: LEBEN, di Marco Martinelli riscrittura dall’opera di Grabbe, e Sterminio (4 Premi Ubu 2007: a Marco Martinelli “miglior regia”, a Ermanna Montanari “migliore attrice protagonista”, “miglior novità straniera” e a Vincent Longuemare premio speciale “per aver segnato ormai da anni con le sue luci gli spettacoli delle Albe con uno spirito da scenografo che integra il lavoro registico”. Sterminio è stato in nomination anche nelle categorie “miglior spettacolo dell’anno” e Enrico Isola e Vincent Longuemare “miglior scenografia”) di Werner Schwab, che insieme costituiscono un dittico sull’ineluttabilità e l’universalità del male.

Nel gennaio 2007 debutta lo spettacolo Ubu buur, reinvenzione dell’Ubu re di Alfred Jarry con un coro di adolescenti senegalesi di Diol Kadd, villaggio nel cuore del Senegal. Il lavoro, nato in Senegal, debutta in sede europea al Festival des Francophonies di Limoges (Francia), che lo ha anche coprodotto, e in prima nazionale al Teatro Festival Italia di Napoli, e a VIE Scena Contemporanea Festival di Modena, nell’autunno 2007.

Nel giugno 2008 debutta Rosvita, lettura-concerto in cui Ermanna Montanari torna, dopo diciassette anni, ad affrontare l’opera della monaca-drammaturga sassone del X secolo nel doppio ruolo di interprete – insieme a Cinzia Dezi, Michela Marangoni e Laura Redaelli – e autrice del testo.

Nell’ottobre 2008 debutta Stranieri di Antonio Tarantino, nuovo approdo alla drammaturgia contemporanea del Teatro delle Albe.

Nel 2009 debutta Ouverture Alcina, performance vocale di Ermanna Montanari su testo di Nevio Spadoni e musica di Luigi Ceccarelli, spettacolo che riscuote un grande successo di pubblico e critica in occasione delle numerose recite in varie città del mondo: da New York in collaborazione con il “Coil Festival” e “Under the radar festival”, a Mosca nell’ambito del Festival internazionale “Stanislavskij Season”, da Tunisi al festival “Journées Théâtrales de Carthage”, a Berlino al festival “Theater/Teatro”, a Limoges al “Festival des Francophonies en Limousin”.

Nel 2010 le Albe si immergono nell’opera di Molière, che vede il debutto di due spettacoli, all’estero in Italia. Dopo una lunga residenza artistica in Belgio debutta a Mons detto Molière, scritto e diretto da Marco Martinelli, un evento corale che vede in scena una tribù di 40 persone, tra attori professionisti (italiani e belgi), musicisti, studenti del Conservatorio di Mons e adolescenti delle aree di confine tra Francia e Belgio: uno spettacolo inusuale, una vera e propria festa del teatro che coinvolge il teatro e la città che lo accoglie. Lo spettacolo ha visto uniti nella coproduzione e nella tournée le manège.mons e la Maison de Culture di Tournai (Belgio) e La Rose des Vents Scène Nationale Lille Métropole (Francia). Secondo spettacolo del dittico molieriano, L’Avarodebutta nell’aprile 2010, prodotto da Ravenna Teatro in collaborazione con AMAT (Associazione Marchigiana Attività Teatrali) e ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione), e vede impegnata l’intera compagnia delle Albe, diretta da Marco Martinelli attorno a un Arpagone, fantasma-burattino del potere, impugnato come un’arma da Ermanna Montanari.

Sempre nel 2010 debutta Rumore di acque, testo e regia di Marco Martinelli, un intenso monologo capace di trasfigurare in grottesca e malinconica poesia la cronaca tragica dei barconi alla deriva nel Mediterraneo. Lo spettacolo, ideato insieme a Ermanna Montanari, con l’interpretazione di Alessandro Renda, le musiche originali eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso, spazio-luci-costumi di Ermanna Montanari e Enrico Isola, ottiene il patrocinio di Amnesty International, e il testoRumore di acque (pubblicato in Italia da Editoria & Spettacolo) suscita un grande interesse anche all’estero: nel 2011 è tradotto in inglese da Tom Simpson e pubblicato sulla rivista California Italian Studies; nel 2012 è tradotto in francese da Jean Paul Manganaro e messo in scena dal Theatre Alibi di Bastia ad Avignon Off nel 2013. Il testo viene scelto dal progetto FACE A FACE, e se ne fanno diverse “mise en lecture” a Nancy e Marsiglia.

Nel 2012 debutta PANTANI, una coproduzione internazionale che vede a fianco del Teatro delle Albe le manège.mons – scène transfrontalière de création et de diffusion asbl (Belgio). Il testo di Martinelli (Premio Ubu 2013 per la “migliore novità drammaturgica”) costruisce attorno a questo anelito di giustizia un affresco sull’Italia degli ultimi trent’anni, l’enigma di una società malata di delirio televisivo e mediatico, affannata a creare dal nulla e distruggere quotidianamente i suoi divi di plastica, ma anche capace di mettere alla gogna i suoi eroi di carne, veri, come Marco Pantani da Cesenatico, lo scalatore che veniva dal mare. Per la sua interpretazione di Tonina Pantani, nel 2013 Ermanna Montanari vince il Premio Duse, l’unico premio italiano riservato all’attrice di teatro che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero.

Nel 2013 debutta La camera da ricevere, di Ermanna Montanari: un racconto dalla “stanza dei travestimenti” con alcune figure ritagliate dal suo repertorio.

Sempre nel 2013 le Albe portano in scena A te come te di Giovanni Testori: una “lettura scenica” degli scritti giornalistici di Testori, tre articoli legati da un filo preciso: la violenza sulle donne, scritti tra il ’79 e l’80 sulla terza pagina del Corriere della sera.

Nel 2014 debutta Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, ideazione Ermanna Montanari e Marco Martinelli, autore del testo e regista dello spettacolo sulla leader birmana premio Nobel per la pace nel 1991. Per la regia e l’interpretazione in quasto spettacolo, Martinelli e Montanari vincono il Premio Enriquez  2015″ per un teatro di impegno sociale e civile”.

Nel 2011 Ermanna Montanari ha firmato la direzione artistica del Festival internazionale di teatro in piazza di Santarcangelo (edizione 41), all’interno di un triennio di lavoro 2009-2011 condiviso con Chiara Guidi-Societas Raffaello Sanzio e Enrico Casagrande-Motus.

Nel 1991 il Teatro delle Albe ha dato vita a Ravenna Teatro, “Teatro Stabile di Innovazione”, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che si è posto fin dall’inizio come “stabile corsaro”, portando avanti con il sostegno del Comune di Ravenna un’originale pratica di “coltura” teatrale della città, intrecciando le programmazioni di Teatro Contemporaneo al Teatro Rasi, la stagione di teatro di tradizione al Teatro Alighieri e i laboratori della non-scuola nei licei e negli istituti tecnici e professionali di Ravenna che coinvolgono circa 400 adolescenti ogni anno, assumendo l’importanza e il riconoscimento di un vero e proprio passaggio formativo. A partire dal 2001 il Teatro delle Albe ha portato l’esperienza teatral-pedagogica della non-scuola in tante città italiane, da Milano a Napoli-Scampia – dove la non-scuola si è trasformata con il nome di Arrevuoto creando spettacoli che hanno attirato la grande attenzione dei media, del Presidente della Repubblica e di scrittori come Roberto Saviano – e di diversi luoghi in Europa e nel mondo tra i quali Chicago (USA), Dakar (Senegal), Caen e Limoges (Francia), Rio de Janeiro (Brasile), Mons (Belgio). Nel luglio 2011, nel prestigioso ambito del festival teatrale internazionale Santarcangelo 41 diretto da Ermanna Montanari, si è sviluppato un nuovo festoso corso della non-scuoladel Teatro delle Albe, Eresia della felicità, “versione majakovskiana” di questa ventennale esperienza, che ha coinvolto 200 giovani provenienti da tutto il mondo che diretti da Marco Martinelli hanno impugnato i versi di Vladimir Majakovskij in un grande laboratorio teatrale a cielo aperto trasformando lo Sferisterio di Santarcangelo di Romagna in un campo incandescente di energia e eretica bellezza.

 

Su proposta dell’Associazione disMappa e con la collaborazione del Comune di Verona, il Teatro Camploy promuovere le proprie attività artistiche e culturali rendendo più semplice la partecipazione del pubblico con disabilità.


Logo Manifesto dei Teatri accessibili Associazione disMappa
Biglietti disabile+accompagnatore

La rassegna l’Altro Teatro ha sottoscritto il manifesto dei teatri accessibili e ha aderito all’iniziativa Teatri 10 e lode promossa dall’Associazione disMappa: compatibilmente al numero dei posti riservati, disabile e accompagnatore potranno assistere a ogni spettacolo al prezzo speciale di 10 euro.

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Teatro Camploy di VeronaTeatro Camploy di Verona

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