20140112 Gambe musiciste Big Band Verona Teatro Camploy

Il cuore batte in blues per L’Altro Teatro


Teatro Camploy di Verona
Venerdì 23 gennaio 2015. ore 20.45

Punto in Movimento / Shiftingpoint Circuitoteatro
e Big Band Ritmo Sinfonica Città di Verona

LA VITA… È UN BLUES

la vita e un blues

da un’idea di Marco Pasetto e Roberto Totola

con Big Band Ritmo Sinfonica Città di Verona

Roberto Totola, Marina Furlani, Franca Zanetti, Giulia Gurzoni, Edoardo Brugnara

regia Roberto Totola

«Se mettiamo una mano sul petto e prestiamo ascolto al ritmo del cuore, il nostro cuore – spiega una nota allo spettacolo – “batte in blues”. Il blues è infatti la musica dell’anima, la musica dell’esistenza, della vita; è soffio vitale, respiro, energia». Da qui un “percorso” nel blues e nella musica nera che hanno fortemente influenzato molti degli stili della musica popolare moderna.

Galleria video

TEATRO CAMPLOY. Punto in Movimento e la Big Band Ritmo sinfonica

«La vita è… un blues»
che merita una replica

Simone Azzoni

Bello lo spettacolo con Totola e l’orchestra di Pasetto

domenica 25 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 59

La vita è… un blues al Camploy per L’Altro teatro FOTO BRENZONI

Ci sono di quelle sere che a teatro si sta bene, per quel non so ché che va oltre il visto. Magari con l’unico rimpianto (e domanda): sarà possibile vedere una replica di La vita è… un blues andato in scena per L’Altro teatro? Sul palco del Camploy accanto agli attori del Punto in Movimento c’era la Big Band Ritmo Sinfonica Città di Verona. E da quando abbiamo visto che anche da noi ci si arrischia terribilmente su improbabili one man show, è plauso e rammarico che connubi così difficili abbiano una data sola. Anche perché l’orchestra del dinamico Marco Pasetto non fa solo l’orchestra, ma la cinquantina di musicisti che riempiono la scena cantano, accompagnano col corpo il peregrinare di Totola nel mondo del blues.
Colonna sonora che sottolinea e si prende pure la scena per lasciare al solo proscenio il racconto di Franca Zanetti, Giulia Guerzoni, Eduardo Brugnara e i tre Michele Maggio, Riccardo Sbarbati ed Enrico Totola che sostituiscono l’influenzata Marina Furlani.
Primo piano alla musica, la traccia di quei film che abbiamo visto o solo immaginato, sognato e masticato è materia che dice quanto il sogno dell’unità delle arti possa essere semplicemente una festa, senza scomodare Stainer. Piuttosto Maurizio Nichetti per quell’ironia sottile che lo legava a Bruno Bozzetto. Perché questa musica è disegno e schizzo, fotogramma che precipita sul successivo in una cascata di colpi. Ubriacature di note a margine della musica colta, così ondivaga che può dilagare barcollando anche sulla forma del resto. È tutto un vacillare nel rullio di onde nere, fumose: agli attori poco spazio. Ma tanta sincerità, quella che da sempre apprezziamo in Totola. Per loro inneschi su binari prestabiliti dalla forma presa dallo spettacolo: brano, recitato, brano.
L’orchestra ha imposto il rigore della musica, le ragioni del teatro un passo indietro. Se a sipario levato sono tutti seduti senza ingressi informali, noi preferiamo lo straordinario finale con i fiati che scendono e proseguono nel foyer. Certo la direzione esige il semicerchio. E allora si anima quel che si può. Qualche improvvisazione fissata in gesto (le valigie), qualche modulo (la definizione di blues) ripetuto, qualche studio fermato dentro cornici che chiedono immediata e velocissima immedesimazione drammatica. La musica ha pathos e potenza da vendere, ogni tanto il dialogo con l’emozione del recitato è da assestare. Ma c’è voglia di fare e dimostrare ed è quel che più ci piace della squadra di Totola. Si prova, si rischia anche una eccessiva centralità, fissità.
Qualche movimento è ancora imparentato col laboratorio, qualche recitato ancora acerbo. A tutti però è chiaro che il blues è come una donna da amare, un battito del cuore, un viaggio ai confini della notte. Il pubblico numeroso canta e batte le mani a ritmo, che la festa continui.

L’ALTRO TEATRO. Stasera alle 20,45 al Camploy «La vita è un blues»

Batte il cuore blues di Totola e Pasetto

Dialogo tra musica e teatro attraverso la passione Con la Big Band Ritmo-sinfonica Città di Verona

venerdì 23 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 47

Blues in sedici, scriveva Benni. Blues come certi ritmi che accompagnano le notti, diceva Borges. La vita è un blues, intitola Roberto Totola lo spettacolo di questa sera alle 20,45 al Camploy per la rassegna L’Altro Teatro. Punto in movimento ci ha abituati alle sperimentazioni, alle divagazioni su un tema, agli esperimenti fisici e alla trasformazione dei medesimi i canovaccio. Questa volta è la musica, quella del blues a guidare l’ispirazione.
L’idea è venuta a Marco Pasetto e al regista Totola: il teatro come la musica è passione, sentimento, emozioni forti. Da qui l’idea di un connubio, di un dialogo tra la recitazione e orchestra. «Attraverso la musica, il teatro, e attraverso l’emozione potenziata sulla scena», spiega Totola, «il nostro percorso andrà alla ricerca di commuovere, appassionare ed appassionarsi ricercando un punto fondamentale di contatto con i nostri giorni».
Provare, cercare sempre anche dentro l’ossatura di una musica per arrivare al suono, alle sue origini e alla sua ineludibilità come scriveva Cage. Perché l’ultimo suono che sentiamo, del quale non possiamo privarci, è il battito cardiaco. Non esiste il silenzio. Da lì tutto parte, anche l’educazione all’ascolto. E poi, se, come continua Totola, «mettiamo una mano sul petto e prestiamo ascolto al ritmo del cuore, il nostro cuore “batte in blues”. Il blues è la musica dell’anima, la musica dell’esistenza, della vita; è soffio vitale, respiro, energia».
Il blues è alle origini e il blues ha creato e fatto la storia. È musica che ha viaggiato, che ha passato e attraversato lasciando i segni. Come il teatro ha intrecciato la vita modificando, costruendo modelli e nuovi progetti creativi. Perché «ogni forma artistica è il risultato di un lungo processo attraverso cui passano sentimenti di passione, di dolore, di amore, di rabbia, di odio, di speranza».
Sul palco assieme a Roberto Totola anche l’inseparabile compagna Marina Furlani, Franca Zanetti, Giulia Gurzoni, Edoardo Brugnera la Big Band Sinfonica Città di Verona che ha curato anche la ricerca musicale.S.Azz.

CAMPLOY. Venerdì per L’Altro teatro (20,45)

Roberto Totola «Il nostro cuore batte in blues»

Simone Azzoni

Spettacolo di Punto in movimento con la Big band ritmo sinfonica Città di Verona di Marco Pasetto

mercoledì 21 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 48
Blues in sedici, scriveva Benni. Blues come certi ritmi che accompagnano le notti, diceva Borges. La vita è… un blues titola Roberto Totola lo spettacolo che presenterà venerdì alle 20,45 al Camploy per la rassegna L’Altro teatro. Punto in movimento ci ha abituati alle sperimentazioni, alle divagazioni su un tema, agli esperimenti fisici e alla trasformazione dei medesimi i canovaccio. Questa volta è la musica, quella del blues a guidare l’ispirazione. L’idea è venuta a Marco Pasetto e al regista Totola: il teatro come la musica è passione, sentimento, emozioni forti. Da qui l’idea di un connubio, di un dialogo tra la recitazione e orchestra. «Attraverso la musica, il teatro, e attraverso l’emozione potenziata sulla scena», spiega Totola, «il nostro percorso andrà alla ricerca di commuovere, appassionare ed appassionarsi ricercando un punto fondamentale di contatto con i nostri giorni». Provare, cercare sempre anche dentro l’ossatura di una musica per arrivare al suono, alle sue origini e alla sua inelu- dibilità, come scriveva Cage. Perché l’ultimo suono che sentiamo, del quale non possiamo privarci, è il battito cardiaco. Non esiste il silenzio. Da lì tutto parte, anche l’educazione all’ascolto. E poi se, come continua Totola, «mettiamo una mano sul petto e prestiamo ascolto al ritmo del cuore, il nostro cuore “batte in blues”. Il blues è la musica dell’anima, la musica dell’esistenza, della vita; è soffio vitale, respiro, energia». Il blues è alle origini e il blues ha creato e fatto la storia. È musica che ha viaggiato, che ha passato e attraversato lasciando i segni. Come il teatro ha intrecciato la vita modificando, costruendo modelli e nuovi progetti creativi. Perché «ogni forma artistica è il risultato di un lungo processo attraverso cui passano sentimenti di passione, di dolore, di amore, di rabbia, di odio, di speranza». Sul palco, assieme a Roberto Totola, l’inseparabile compagna Marina Furlani, Fanca Zanetti, Giulia Gurzoni, Eoardo Brugnera la Big Band Sinfonica Città di Verona che ha curato anche la ricerca musicale.

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