20170119 Macbeth Patricia Zanco Teatro Camploy

Patricia Zanco è Macbeth?


Teatro Camploy di Verona
Rassegna L’Altro Teatro
Giovedì 15 marzo 2018, ore 20.45

Macbeth?

regia Zanco/Mattiuzzi
traduzione e adattamento Vitaliano Trevisan
con Patricia Zanco Francesca Botti, Beatrice Niero
sculture Alberto Salvetti
camera Corrado Ceron
collaborazione Mauro Zocchetta
produzione fatebenesorelle teatro e La Piccionaia realizzato con il sostegno di Conversazioni – 69° Ciclo Spettacoli Classici

20170119 Patricia Zanco Macbeth dismappa 900In Macbeth? interpretato da una donna si dà al prode guerriero l’altra parte, quella femminile e viceversa con Lady Macbeth. Macbeth non è malvagio perché ha paura, è un uomo spaventato che non distingue il vero dal falso e la verità qui perde la sua presa sulla realtà e rivela un aspetto corrotto, inafferrabile. C’è solo l’essere fuori fuoco, come la mente dei protagonisti, l’essere senza colore, come l’animo o come i luoghi, l’essere sfuggente e sempre in movimento, come i corpi. E c’è il contrasto luce/ombra come la lotta dilaniante interna degli eroi in scena. In Macbeth? i linguaggi del cinema e del teatro diventano due poetiche dello stesso dramma.

 

Macbeth è tra le opere più note del drammaturgo inglese William Shakespeare, nonché la sua tragedia più breve[1]. Frequentemente rappresentato e riadattato nel corso dei secoli, Macbeth è divenuto l’archetipo per eccellenza della brama di potere sfrenata e dei suoi pericoli.

Per la trama Shakespeare si ispirò liberamente al resoconto storico del re Macbeth di Scozia di Raphael Holinshed[2] e a quello del filosofo scozzese Ettore Boezio. Molto popolare è anche la versione operistica di questa tragedia, musicata da Verdi su libretto di Francesco Maria Piave.

Trama
La tragedia si apre in una cupa Scozia d’inizio Basso Medioevo, in un’atmosfera di lampi e tuoni; tre Streghe (Le Sorelle Fatali, le Norne) decidono che il loro prossimo incontro dovrà avvenire in presenza di Macbeth. Nella scena seguente, un sergente ferito riferisce al re Duncan di Scozia che i suoi generali, Macbeth, barone di Glamis, e Banco, hanno appena sconfitto le forze congiunte di Norvegia e Irlanda, guidate dal ribelle Macdonwald. Macbeth, congiunto al re, è lodato per il suo coraggio e prodezza in battaglia.

La scena cambia: Macbeth e Banco stanno facendo considerazioni sul tempo e sulla loro vittoria. Mentre passeggiano nella brughiera, le tre streghe, che li stavano aspettando, compaiono a loro e pronunciano profezie. Anche se Banco per primo le sfida, esse si rivolgono a Macbeth. La prima lo saluta come Barone di Glamis, la seconda come Barone di Cawdor, e la terza gli preannuncia che diverrà re. Macbeth è stupefatto e silenzioso, così Banco ancora una volta le sfida. Le streghe lo informano che sarà il capostipite di una dinastia di re. Poi le tre streghe svaniscono e un altro barone, Ross, messaggero del re, subito arriva e informa Macbeth che questi ha appena acquisito il titolo di Barone di Cawdor: la prima profezia è così realizzata. Immediatamente Macbeth incomincia a nutrire l’ambizione di diventare re.

Macbeth scrive alla moglie riguardo alle profezie delle tre streghe. Quando Duncan decide di soggiornare al castello di Macbeth a Inverness, Lady Macbeth escogita un piano per ucciderlo e assicurare il trono di Scoziaal marito. Anche se Macbeth mostra preoccupazione all’idea di un regicidio, Lady Macbeth alla fine lo persuade a seguire il suo piano.

Nella notte della visita, Macbeth uccide re Duncan.

Macbeth non viene scoperto, ma rimane talmente scosso che Lady Macbeth deve assumere il comando di tutto. Secondo il suo piano, dirotta i sospetti sulle guardie del re addormentate davanti alla porta della stanza di re Duncan, facendo trovare i pugnali insanguinati in mano loro. Il mattino dopo arrivano Lennox, un nobile scozzese, e MacDuff, il leale barone di Fife. Il portiere apre il portone e Macbeth li conduce nella stanza del re dove MacDuff scopre il cadavere di Duncan. In un simulato attacco di rabbia, Macbeth uccide le tre guardie prima che queste possano reclamare la propria innocenza.

MacDuff è subito dubbioso riguardo alla condotta di Macbeth, ma non rivela i propri sospetti pubblicamente. Temendo per la propria vita, i figli di Duncan scappano: Malcolm in Inghilterra e Donalbain in Irlanda. La fuga dei legittimi eredi li rende però sospetti e Macbeth sale al trono di Scozia in qualità di congiunto dell’ex re assassinato.

A dispetto del suo successo, Macbeth non è a suo agio circa la profezia per cui Banco sarebbe diventato il capostipite di una dinastia di re. Così lo invita a un banchetto reale e viene a sapere che Banco e il giovane figlio, Fleance, sarebbero usciti per una cavalcata quella sera stessa. Macbeth ingaggia due sicari per uccidere Banco e Fleance (un terzo sicario compare misteriosamente nel parco prima dell’omicidio). Gli assassini uccidono Banco, ma Fleance riesce a fuggire. Al banchetto si presenta il fantasma di Banco che siede al posto di Macbeth, ma solo Macbeth può vederlo. Il resto dei convitati è spaventato dalla furia di Macbeth verso un seggio vuoto finché una disperata Lady Macbeth ordina a tutti di andare via.

Macbeth, sconvolto, si reca dalle streghe. Esse, venendo interrogate chiamano a rispondere degli spiriti: una testa armata dice a Macbeth “temi Mac Duff”, un bambino insanguinato gli dice “nessun nato di donna può nuocerti”, un bambino incoronato gli dice “Macbeth non sarà sconfitto fino a che il bosco di Birnan non muova verso Dunsinane” ; infine appare un corteo di otto spiriti che sono i discendenti di Banco e alla vista di questi, Macbeth si dispera.

La paura che ora lo attanaglia lo spinge a mandar sicari al castello di Macduff per ucciderlo, ma una volta lì i mercenari scoprono che non c’è (era andato in cerca di consiglio in Inghilterra), e allora decidono di uccidergli moglie e figli.

Lady Macbeth incomincia ad essere tormentata dal peso degli omicidi ordinati. In una famosa scena, Lady Macbeth cammina nel sonno e prova a lavare via l’immaginaria macchia di sangue dalle sue mani.

In Inghilterra MacDuff e Malcolm pianificano l’invasione della Scozia. Macbeth, adesso identificato come un tiranno, vede che molti baroni disertano. Malcolm guida un esercito con MacDuff e Seyward, conte di Northumbria, contro il castello di Dunsinane. Ai soldati, accampati nel bosco di Birnan, viene ordinato di tagliare i rami degli alberi per mascherare il loro numero. Con ciò si realizza la terza profezia delle streghe: reggendo i rami degli alberi, innumerevoli soldati rassomigliano al bosco di Birnan che avanza verso Dunsinane. Nel frattempo Macbeth pronuncia il famoso soliloquio (“Domani e domani e domani”) alla notizia della morte di Lady Macbeth (la causa non è chiara; si presume che ella si sia suicidata).

La battaglia culmina con l’uccisione del giovane Seyward e col confronto finale tra Macbeth e MacDuff. Macbeth pensa con arroganza che non ha alcun motivo di temere MacDuff perché non può essere ferito o ucciso da “nessuno nato da donna”. MacDuff però dichiara di “essere stato strappato prima del tempo dal ventre di sua madre” e che quindi non era propriamente “nato” da donna. Macbeth capisce troppo tardi che le streghe lo avevano fuorviato. I due combattono e MacDuff decapita Macbeth, realizzando così l’ultima delle profezie.

Anche se Malcolm, e non Fleance, salí al trono, la profezia delle streghe riguardante Banco fu ritenuta veritiera dal pubblico di Shakespeare, che riteneva che re Giacomo I fosse diretto discendente di Banco.

Una tragedia cruenta[modifica | modifica wikitesto]

Marziya Davudova e Abbas Mirza Sharifzade interpretano rispettivamente Lady Macbeth e Macbeth (1935-1936)
Si tratta di una tragedia fosca, cruenta, in cui domina il male e in cui i personaggi sono complessi ed ambigui. Lady Macbeth, personificazione del male, è animata da grande ambizione e sete di potere: è lei a convincere il marito, spesso indeciso, a commettere il regicidio (atto I).
Macbeth presenta una certa ambiguità: la sua sete di potere lo induce al delitto, ma ne prova anche rimorso pur essendo incapace di pentimento. Il soprannaturale è presente con apparizioni di spettri, fantasmi, che rappresentano le colpe e le angosce dell’animo umano. Nella follia sanguinaria Macbeth ha un solo conforto attraverso il contatto con il soprannaturale e, all’inizio del IV atto, egli si reca nuovamente dalle streghe per conoscere il proprio destino. Il responso è solo in apparenza rassicurante, in realtà è molto enigmatico, eppure Macbeth vi si appiglia con convinzione ed affronta i nemici (V atto) fino al momento in cui scopre il vero significato di quelle oscure profezie. Il tema del potere è sviluppato anche da altri personaggi, come il giovane figlio di Duncan, Malcolm, che finge di essere indegno del titolo di re e allora il nobile scozzese Macduff gli spiega quale sia la vera essenza del potere e quale differenza intercorra tra il regno, anche quello di una persona ambiziosa e corrotta, e la tirannide. Interessante poi è la riflessione esistenziale (atto V, scena V) con una famosa definizione della vita umana, dominata da precarietà ed incertezza, temi dominanti nel Barocco, età in cui Shakespeare visse: “La vita non è che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla”.
Filmografia
Macbeth
Macbeth, regia di Orson Welles (1948)
Trono di sangue, regia di Akira Kurosawa (1957)
Macbeth, regia di Paul Almond (1961)
Macbeth, regia di Roman Polanski (1971)
Macbeth, regia di Franco Enriquez (1975)
A Performance of Macbeth, regia di Philip Casson (1979)
Macbeth, regia di Béla Tarr (1982)
Uomini d’onore, regia di William Reilly (1990)
Macbeth, regia di Bryan Enk (2003)
Macbeth – La tragedia dell’ambizione, regia di Geoffrey Wright (2006)
Macbeth, regia di Justin Kurzel (2015)
Macbeth Neo Film Opera, regia di Daniele Campea (2017)

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La rassegna ha sottoscritto il manifesto dei teatri accessibili e ha aderito all’iniziativa Teatri 10 e lode promossa dall’Associazione disMappa: compatibilmente al numero dei posti riservati, disabile e accompagnatore potranno assistere a ogni spettacolo al prezzo speciale di 10 euro.

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Teatro Camploy di Verona

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