giuseppe-battiston-invenzione-della-solitudine-verona Teatro Camploy

L’invenzione della solitudine con Giuseppe Battiston


Teatro dell’Archivolto   —–  L’invenzione della solitudine

Rassegna L’altro teatro
Teatro Camploy, Verona
31 gennaio 2014, ore 20.45

di Paul Benjamin Auster

con Giuseppe Battiston
regia Giorgio Gallione

Dopo l’inattesa morte del padre, il protagonista si ritrova nella grande casa di un genitore che gli è estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi da tutto e da tutti. Ripercorrendo attraverso oggetti e carte la vita di un padre semisconosciuto e assente, riscopre i frammenti di un’esistenza che in parte è anche la propria: anche lui sta infatti per abbandonare la moglie e l’amatissimo figlio.

Di Stefano Bollani le musiche di questo spettacolo dove il protagonista è alla fin fine lo stesso Auster: L’invenzione della solitudine è infatti un romanzo autobiografico del 1979, scritto prima di raggiungere la fama nel 1985 con La trilogia di New York .

Con L’invenzione della solitudine di Paul Benjamin Auster prosegue il 31 gennaio al Camploy la rassegna L’ALTRO TEATRO giunta quest’anno alla sua decima edizione. Ne è protagonista Giuseppe Battiston. Costo dei biglietti: 12 e 10 euro.

Nell’ambito dell’Altro teatro (rassegna organizzata dal Comune di Verona in collaborazione con Arteven) il 31 gennaio al Camploy alle 20.45 va in scena L’invenzione della solitudine di Paul Benjamin Auster con protagonista Giuseppe Battiston. Di Giorgio Gallione la regia e la drammaturgia. Di Guido Fiorato le scene e i costumi, di Stefano Bollani le musiche originali.

L’invenzione della solitudine è un romanzo autobiografico del 1979, scritto da Auster prima di raggiungere la fama nel 1985.

Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, il protagonista (che non a caso si chiama Auster) si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti. Riscoprendo un padre semisconosciuto e assente attraverso tracce labili, oggetti e carte, Auster-Battiston finisce col mettere assieme i frammenti di un’esistenza estranea, che è in parte anche la propria, ripercorrendo la vita di un uomo che si è nascosto dal mondo. La ricerca del padre scomparso lo costringe a fare i conti con una perdita, una mancanza che lo strazia come persona e come figlio. Ma “la musica del caso” vuole che Auster, proprio negli stessi giorni, stia per abbandonare moglie e  figlio. In un mosaico di immagini, riflessioni, coincidenze e associazioni, il destino costringerà Auster a radiografare un’esistenza e a riflettere sulla difficoltà di essere insieme padre e figlio e su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite.

Paul Benjamin Auster è uno scrittore, saggista, poeta, sceneggiatore e regista statunitense. Nato nel 1947 da genitori ebrei di origini polacche, cresce nei sobborghi di Newark e durante l’adolescenza inizia a scrivere poesie. Il suo ultimo anno di liceo è anche quello in cui la famiglia si smembra. Non partecipa alla consegna dei diplomi e per due anni e mezzo vive a Parigi, in Italia, in Spagna e in Irlanda dove si reca per “ragioni che c’entravano unicamente con James Joyce”. La sua carriera di narratore inizia proprio con L’invenzione della solitudine. La consacrazione a livello internazionale arriva sei anni dopo, nel 1985, con la Trilogia di New York. Da questo momento Paul Auster diviene uno scrittore di culto e dalle poliedriche attività: scrive per il cinema (Smoke e Blue in the face) e con Lulu on the Bridge si cimenta anche nella regia.

Nato a Udine nel 1968, Giuseppe Battiston acquista notorietà nazionale nel 1986 vincendo il premio teatrale Ubu come miglior attore non protagonista per la rappresentazione di Petito Strenge. Dopo il debutto sul grande schermo in Italia – Germania 4-3 (1990), Silvio Soldini lo chiama a interpretare diversi suoi film: Un’anima divisa in due (1993), Le acrobate (1997), il bellissimo Pane e tulipani (2000), Agata e la tempesta (2004), Giorni e nuvole (2007), Cosa voglio di più (2010) e Il comandante e la cicogna (2012). Numerosi i premi assegnategli per le interpretazioni cinematografiche. Tra questi, due David di Donatello come miglior attore non protagonista per Pane e tulipani (2000) e Non pensarci (2007). Nonostante i grandi successi nel cinema, Battiston ha continuato in questi anni la sua attività teatrale. Tra i suoi spettacoli più importanti Orson Wells’ Roast e Macbeth visti entrambi a Verona.

Giuseppe Battiston su dismappa

Immagine trovata qui

Teatro Camploy di Verona

Via Cantarane, 32 – Entrata accessibile da Vicolo Madonnina
37121 Verona
Telefono: 045 800 9549

Scheda accessibilità Teatro Camploy