Lost in Cyprus, Battiston dirige Otello con Civati
Il 66° Festival shakespeariano s’inaugura mercoledì 2 luglio (ore 21.15) al Teatro Romano con Lost in Cyprus, sulle tracce di Otello, in prima nazionale, che modifica il precedente progetto di Pappi Corsicato. Protagonista resta Giuseppe Battiston che firma anche la regia insieme a Paolo Civati. Repliche sino al 5 luglio. Prima dello spettacolo la consegna del premio “Renato Simoni per la fedeltà al teatro di prosa” a Luca De Filippo.
Video Otello e Desdemona (atto quinto, scena seconda)
S’intitola Lost in Cyprus, sulle tracce di OTELLO lo spettacolo che inaugurerà, mercoledì 2 luglio alle 21.15 al Teatro Romano in prima nazionale, il 66° Festival shakespeariano, fiore all’occhiello dell’Estate Teatrale Veronese dal lontano 1948. Ci sono stati, infatti, dei cambiamenti rispetto al progetto originale che prevedeva un Otello con la regia di Pappi Corsicato e con la presenza di Valentina Cervi e di Paolo Pierobon che invece non ci saranno. Giuseppe Battiston, che mantiene il ruolo principale del Moro di Venezia, dello spettacolo diviene anche regista assieme a Paolo Civati. Di qui, il nuovo titolo dello spettacolo che, rimanendo fedele al testo di Shakespeare, nasce da un’idea degli stessi Battiston e Civati e degli attori Valentina Fois e Francesco Rossini.
Otello in 10 foto:
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Per Battiston, noto interprete di cinema e teatro, Lost in Cyprus, sulle tracce di OTELLO rappresenta un doppio debutto in riva all’Adige. Un debutto che nasce da un’idea innovativa che coniuga la recitazione e la lettura del famoso testo che Shakespeare scrisse attorno al 1604 dopo Amleto e poco prima di due altrettanto famose tragedie: Macbeth e Re Lear. «Lost in Cyprus– spiegano i registi – è un’immersione nel testo shakespeariano che alterna momenti narrativi, più legati ad alcuni snodi della vicenda che verranno letti, ad altri nei quali la densità della parola ci ha inevitabilmente trascinati alla rappresentazione fisica. Lettura e azione non sono distinte ma si rendono necessarie, vicendevolmente, col dipanarsi della drammaturgia». Completano il cast Francesco Rossini (Jago), Federica Sandrini (Desdemona) e, negli altri ruoli, Giovanni Calcagno, Michele De Maria, Domenico Diele, Valentina Fois e Emanuele Vezzoli. La traduzione del testo è di Patrizia Cavalli, la scenografia di Carlo De Marino, il disegno luci di Pasquale Mari. La compagnia giungerà a Verona domani (sabato 28 giugno) per le ultime prove al Teatro Romano prima del debutto del 2 luglio.
Lo spettacolo – che sarà preceduto dalla cerimonia di assegnazione del premio “Renato Simoni per la fedeltà al teatro di prosa”, assegnato quest’anno a Luca De Filippo – è una produzione La Pirandelliana, Teatro Stabile di Verona in collaborazione con l’Estate Teatrale Veronese. Dopo la “prima”, lo spettacolo replica il 3, 4 e 5 luglio sempre alle 21.15.
Visto il grande successo del 2013, anche quest’anno ci saranno gli incontri di fuoriTeatro: i protagonisti degli spettacoli di prosa incontreranno il pubblico i giovedì di spettacolo alle 17.45 nella sala Nervi della Biblioteca Civica (via Cappello, 43). Gli incontri, che si terranno nell’ambito dell’iniziativa fuoriTeatro dentro la Biblioteca, incontrando gli artisti, saranno condotti da Elena Sauro. Il primo appuntamento, con la compagnia di Lost in Cyprus, è per giovedì 3 luglio alle 17.45.
TEATRO ROMANO. Ieri sera l’applaudita prima di «Lost in Cyprus» da Shakespeare. Oggi l’incontro con gli attori
Otello, il guerriero perduto di un grande Giuseppe Battiston
di Daniela Bruna Adami
Intensa interpretazione di un personaggio ostaggio delle sue insicurezze, ma la lettura al leggio fiacca la tensione. Ottimi Francesco Rossini e soprattutto Federica Sandrini
giovedì 03 luglio 2014 SPETTACOLI, pagina 51
Si intitola Lost in Cyprus, sulle tracce di Otello, il primo spettacolo shakespeariano dell’Estate teatrale 2014, andato in scena ieri sera con successo in prima nazionale al Teatro Romano. Lost, perduto. È questa la parola chiave della storia di Otello. Perduto è l’amore, soffocato dalla gelosia; perduto è l’onore, infangato dalla sete di vendetta. E tutto per un fazzoletto, perduto per disattenzione. E a Cipro Otello vivrà la sua definitiva perdizione, lasciandosi travolgere da sentimenti non suoi, ma suggeriti da chi vuole la sua rovina.
L’Otello di Giuseppe Battiston, che dell’allestimento è anche regista con Paolo Civati (al posto di Pappi Corsicato), è un valoroso generale che non ha la pelle nera come nell’iconografia classica, è semplicemente uno straniero. Un eroe di guerra, che salva Venezia dai turchi, ma pur sempre un «diverso». Uno da mandare in guerra a fare il lavoro sporco. Il fatto che la bella e raffinata Desdemona si innamori di lui e delle sue imprese, non lo rassicura, anzi alimenta la sua insicurezza, e proprio questa insicurezza darà fuoco alla gelosia. Perché, bisogna dirlo, Otello è bravissimo in battaglia, ma è un disastro nella vita privata, è uno spirito semplice, crede che la verità sia solo ciò che si vede e si tocca. Non è bello, non ha bei modi, non è più tanto giovane: ha buoni motivi per chiedersi cosa lei ci trovi in uno come lui tanto da fuggire da Venezia lasciando una vita agiata. E il suo senso di inferiorità continua ad affiorare: «forse perché sono nero e non so usare le parole», o perché «discendo la china degli anni», si risponde di fronte ai dubbi sulla fedeltà di Desdemona.
Battiston coglie bene questa fragilità del personaggio. Il suo Otello è soprattutto un uomo che cerca un ruolo sociale. E quando lo rimpatriano anziché farlo tornare a Venezia, il suo mondo crolla. Non ha più Desdemona, perché la crede fedifraga, e non sarà mai cittadino veneziano. Il nero sulla pelle è quello dei segni di guerra tracciati con le dita sulla faccia, ma tutto attorno a lui c’è un buio spaventoso, quello creato ad arte da Jago per vendicarsi di una mancata nomina. È Jago il più forte in questa tragedia, si sa. Perché capace di colpire i punti deboli. E colpisce Otello con insinuazioni che si incastrano perfettamente con l’insicurezza di cui dicevamo, incurante della vittima innocente Desdemona, anch’essa così onesta da essere colpevolmente ingenua come il suo sposo Otello. Francesco Rossini colora Jago di una leggerezza quasi sfrontata. I suoi movimenti morbidi, sinuosi come quelli di un serpente, ben si contrappongono alla rigidità di un Otello curvo sotto il peso dei dubbi, e la lucida programmazione della vendetta ha in lui un volto sempre sorridente, perfidamente rassicurante.
Un altro merito di Battiston è di aver ridotto la storia sostanzialmente a questi tre personaggi, con un taglio drastico su tutto il resto. Shakespeare non aveva mai fretta di mandare a casa il pubblico, oggi invece la compattezza è un pregio. All’inizio dello spettacolo l’attore-regista spiega che, con la nuova traduzione di Patrizia Cavalli, farà emergere tutta la forza del linguaggio di Shakespeare mediante la lettura. E parte dello spettacolo è infatti al leggio, per una lettura recitata dalla quale prendono vita le azioni. Una scelta certamente funzionale alla memoria degli attori, vista la rivoluzione del cast a pochi giorni dal debutto, ma che purtroppo fiacca l’empatia con la platea.
La veronese Federica Sandrini (gli inizi con Gloriana Ferlini, poi lo Stabile di Genova) è una credibilissima Desdemona, limpida, sincera, mai sopra le righe, una delle migliori che abbiamo visto. Accanto a lei la brava Valentina Fois, Giovanni Calcagno, Michele De Maria, Domenico Diele ed Emanuele Vezzoli. Molto bella la scenografia di Carlo de Marino e Bruno di Venanzio, un muro affastellato e sconnesso come la mente gelosa di Otello, illuminato in trasparenza dalle luci “cinematografiche” di Pasquale Mari.
Repliche fino al 5 luglio. Oggi alle 17,45 in Biblioteca l’incontro con gli attori di “fuoriTeatro”, ad ingresso libero.
Otello diventa «Lost in Cyprus» Battiston regista
L’attore protagonista prende il posto di Pappi Corsicato insieme a Civati. Valentina Cervi e Paolo Pierobon danno forfait
Proprio in dirittura d’arrivo, si cambia: s’intitola Lost in Cyprus, sulle tracce di Otello lo spettacolo che inaugurerà, mercoledì 2 luglio alle 21,15 al Teatro Romano in prima nazionale, il 66° Festival shakespeariano, fiore all’occhiello dell’Estate Teatrale Veronese dal lontano 1948. Ci sono stati, infatti, dei cambiamenti dell’ultima ora rispetto al progetto originale che prevedeva un Otello con la regia di Pappi Corsicato e con la presenza di Valentina Cervi e di Paolo Pierobon che invece non ci saranno. Giuseppe Battiston, che mantiene il ruolo principale del Moro di Venezia, dello spettacolo diviene anche regista assieme a Paolo Civati. Di qui, il nuovo titolo dello spettacolo che, rimanendo fedele al testo di Shakespeare, nasce da un’idea degli stessi Battiston e Civati e degli attori Valentina Fois e Francesco Rossini.
Per Battiston, noto interprete di cinema e teatro, Lost in Cyprus, sulle tracce di Otello rappresenta un doppio debutto in riva all’Adige. Un debutto che nasce da un’idea innovativa che coniuga la recitazione e la lettura del famoso testo che Shakespeare scrisse attorno al 1604 dopo Amleto e poco prima di due altrettanto famose tragedie: Macbeth e Re Lear.
«Lost in Cyprus» spiegano i registi, «è un’immersione nel testo shakespeariano che alterna momenti narrativi, più legati ad alcuni snodi della vicenda che verranno letti, ad altri nei quali la densità della parola ci ha inevitabilmente trascinati alla rappresentazione fisica. Lettura e azione non sono distinte ma si rendono necessarie, vicendevolmente, col dipanarsi della drammaturgia».
Completano il cast Francesco Rossini (Jago), Federica Sandrini (Desdemona) e, negli altri ruoli, Giovanni Calcagno, Michele De Maria, Domenico Diele, Valentina Fois e Emanuele Vezzoli. La traduzione del testo è di Patrizia Cavalli, la scenografia di Carlo De Marino, il disegno luci di Pasquale Mari. La compagnia giungerà a Verona oggi per le ultime prove al Teatro Romano prima del debutto del 2 luglio. Lo spettacolo – che sarà preceduto dalla cerimonia di assegnazione del premio «Renato Simoni per la fedeltà al teatro di prosa», assegnato quest’anno a Luca De Filippo – è una produzione La Pirandelliana, Teatro Stabile di Verona in collaborazione con l’Estate Teatrale Veronese. Dopo la «prima», lo spettacolo replica il 3, 4 e 5 luglio sempre alle 21,15.
Prezzi dei biglietti: platea numerata 28 euro, platea ridotta over 65 e under 26 a 20 euro, gradinata 18 euro, gradinata ridotta 15 euro, speciale gradinata over 65 e under 26 a 10 euro. Info: 045.8066485/88. (fonte)
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