Ricerca e sperimentazione. Il binomio sotto il quale è nata, ha portato lontano ArtVerona, la fiera d’arte moderna e contemporanea organizzata da Veronafiere, che terrà la sua undicesima edizione dal 16 al 19 ottobre nei padiglioni 11 e 12 del polo fieristico scaligero, allargandosi però anche a tutta la città, dove le esposizioni resteranno per un mese intero. Si colloca dunque ormai tra gli appuntamenti di primo piano a livello nazionale questa manifestazione che ha visto una svolta fondamentale già lo scorso anno grazie al suo consolidamento istituzionale, all’innalzamento del 21% degli espositori e all’incremento del 30% dei collezionisti presenti. Un nuovo traguardo quest’anno con la firma, ieri, di un protocollo d’intesa con l’Università per una collaborazione di due anni che consentirà ad alcuni studenti di svolgere diverse attività durante la fiera, come guide o assistenti.Lo hanno spiegato, presentando la nuova edizione, Antonia Pavesi, consigliere incaricata alla Cultura del Comune, il vicepresidente di Veronafiere Guidalberto di Canossa, Paola Marini, direttrice dei musei civici, il Rettore Nicola sartor, Stefano Pachera, presidente dell’Accademia di Belle Arti, Mario Gandolfi, consigliere della Fondazione Domus e Andrea Bruciati, direttore artistico di ArtVerona, ricordando che saranno 115 le gallerie partecipanti e 16 gli spazi italiani indipendenti presenti.«La particolarità della nostra manifestazione», ha spiegato Bruciati, «sta nell’aver dato vita ad un format di fiera espansa, sia nel tempo che nello spazio. Non si tratta infatti soltanto delle giornate di fiera: per circa un mese Verona ospita in sedi importanti mostre realizzate grazie alla collaborazione con le istituzioni cittadine. Si tratta di un progetto dinamico, innovativo e sperimentale di cui siamo particolarmente fieri».LE MOSTRE. Gli eventi collaterali, distribuiti in otto sedi, sono tra loro legati dal nome e dall’omaggio a Emilio Salgari, il romanziere che prefigurò mondi possibili, storie di terre lontane, che hanno ispirato splendide rappresentazioni visive, esotismi dimenticati per noi viaggiatori virtuali di un immaginario in perenne e veloce trasformazione. Ecco dunque Le meraviglie del 2000 al Museo di Castelvecchio, a cura di Beatrice Benedetti e Paola Marini: 18 opere di artisti provenienti da terre lontane – quali India, Cina e Pakistan – della Collezione Arte 2000»di Antonio Stellatelli in dialogo con altrettante opere del percorso espositivo del museo scaligero, tra dipinti e sculture dal Trecento al Seicento, secondo assonanze inesplorate.Al Museo Lapidario Maffeiano troveremo invece Il tesoro misterioso di Herbert Hamak, a cura di Hélène de Franchis e Paola Marini: nel più antico museo lapidario d’Europa Herbert Hamak dialogherà sulla scia della suggestione salgariana con i tesori, nascosti e non, del museo settecentesco. Le sue opere in resina, custodi di piccoli manufatti e di pigmenti colorati, si alterneranno ai preziosi reperti conservati nelle sale. La giraffa bianca, rassegna di videoart curata da Elisa Fantin sarà allestita nella Protomoteca della Biblioteca Civica «Partendo da Salgari, si è scelto di approfondire la riflessione sulla creazione dell’immaginario come concetto e contesto, ossia come luogo di nuovi desideri e di quei meccanismi che ne mettono in luce la valenza estetica relazionale», ha spiegato la curatrice. La regina dei Caraibi, con opere fotografiche della Collezione Milesi, è il lavoro curato da Andrea Bruciati per Amo, Arena Museo Opera, mentre alla Feltrinelli troviamo Alberto Messina. Un’idea di spleen a cura di Angela Madesani: una serie di immagini ispirate al mondo salgariano. Infine a Interzona sarà allestita A public conversation | Vis-àrt-vis ancora a cura di Andrea Bruciati.