9 ottobre ore 19.00 / Teatro Nuovo “ZENIT: fotografia in arte” mostra fotografica di Massimo Sestini Inaugurazione giovedì 9 ottobre ore 19.00 Theatre Art Verona

Zenit, il mondo dall’alto di Massimo Sestini


9-13 ottobre 2014
Teatro Nuovo

“ZENIT: fotografia in arte”

mostra fotografica di Massimo Sestini
Inaugurazione giovedì 9 ottobre ore 19.00

Massimo Sestini è nato a Prato (Firenze) nel 1963. Le prime fotografie le scatta mentre è al liceo scientifico: concerti rock e le primissime foto rubate al mare, a Forte dei Marmi. Qui è istruttore di windsurf e si fa passare informazioni dai bagnini. Alla fine del liceo comincia a occuparsi di cronaca locale, passando dalla Nazione a una piccola agenzia fiorentina, la Fotocronache di Fulvio Frighi; collabora a un altro quotidiano, La Città. Pubblica i primi servizi. Non compie nessuno studio di fotografia, ma ricorda che qualcosa al liceo gli hanno insegnato.

Comincia a occuparsi di grande cronaca e piazza i suoi primi scoop nel 1984. Riesce a fotografare Licio Gelli a Ginevra mentre viene scortato in carcere e il 23 dicembre1984 è il solo fotografo ad entrare nel vagone del Rapido 904 annientato da una bomba nella Galleria di San Benedetto Val di Sambro. Una sua foto sarà la cover di Stern.
Anche se sempre più attratto da avvenimenti internazionali non perde la passione per la cronaca della sua città: con l’apertura dell’edizione di Firenze de La Repubblica, nel 1988, comincia a presentarsi come il punto di riferimento per la copertura fotografica di città e regione: vince l’appalto fotografico per Repubblica. Lo terrà per una decina d’anni. Manterrà quindi a lungo una doppia funzione: fotografo e agente, coordinando il lavoro di reporter locali.

Inizia a lavorare sempre di più a livello internazionale e nel decennio successivo collabora con le principali agenzie fotografiche italiane (l’agenzia di Giovanni Liverani, l’Olympia di Walfrido Chiarini, Farabola, Contrasto), ottiene un contratto di fotografo staff dalla grande agenzia francese Gamma, che gli permetterà di essere presente ai grandi fatti, cerimonie internazionali, inizia la sua collaborazione con tutte le principali testate italiane.
E’ un decennio di attività formidabile. Da un lato apprende e insegna l’arte del paparazzo, collaborando tra gli altri con Riccardo Gerrmogli, Elio Zammuto. Bossi in canottiera, il funerale di Casiraghi nel 1990, il bikini di Lady D sono alcuni scatti celebri. E’ presente e scatta la foto esclusiva nei tragici avvenimenti italiani: l’incursione sulla Moby Prince in fiamme, le foto aeree degli attentati a Borsellino e Falcone.

La collaborazione con Epoca di Roberto Briglia e Carlo Verdelli lo spinge al reportage, al fotogiornalismo, in cui una tappa importante è  “Italia Novanta”. La fotografia sportiva è un’altra sua passione. La “scuola” di Epocagli insegna a collaborare da giornalista con i settimanali: diventa una presenza indispensabile per tutte le principali redazioni italiane: Panorama, Gente, Oggi, Sette, Il Venerdì, Espresso, Sorrisi e Canzoni.
Lavora per il Corriere della Sera. Sempre più organizza o improvvisa scatti aerei per cogliere la foto che nessun altro collega ha.

A partire dalla seconda metà degli anni Novanta decide di imparare a fare anche i posati, per affrontare i personaggi con un’altra creatività. Luci, preparazione del set, inventiva per accontentare lo stile e le esigenze dei committenti: si trova così a rivedere spesso i personaggi dello spettacolo e della politica che aveva paparazzato, da fotografo “ufficiale” inviato dai giornali. In questo modo aggiunge a quotidiani e settimanali i mensili nella sua esperienza di fotografo “di giornali”. In particolare Style e le testate del gruppo Class.

Massimo Sestini in trent’anni di carriera (se si considera il suo esordio a 16 anni) non ha mai partecipato a premi fotografici, non ha pubblicato libri, la sola mostra risale al liceo: “Un diciassettenne e il suo obbiettivo”, con le fotografie scattate ai concerti rock fiorentini. Dall’inizio del 1999 collabora con l’agenzia Grazia Neri, il rapporto professionale più duraturo della sua carriera. Massimo Sestini è sposato e ha una figlia di tredici anni.

Sestini è riuscito immediatamente ad intuire opportunità creative e tecnologiche dell’ingresso del digitale. Quando negli anni Novanta Canon ha introdotto la prima fotocamera professionale EOS digitale, Massimo ne è stato l’utente professionale più entusiasta e l’ha immediatamente adottata per tutti i suoi servizi, anticipando uno stile e una gestione della produzione fotografica che sono poi divenuti uno standard nel mondo della comunicazione. (fonte)

Sestini guarda dall’alto, Campedelli inverte i ruoli al balcone di Giulietta

sabato 11 ottobre 2014 CULTURA, pagina 49
Mercoledì sera l’ingresso principale del teatro Nuovo e il colonnato laterale si sono trasformati in un salotto artistico in cui discorrere di cultura e oltre. Le porte a vetri si sono aperte alle 19 sulle grandi fotografie di Massimo Sestini stampate su carta cotonata, mentre a qualche metro di distanza, Marco Campedelli preparava il set di Ordinary Lovers, una performance interattiva che dalle 21 in poi ha attirato la curiosità e partecipazione degli astanti. Entrambi gli eventi facevano parte di Theatre Art Verona, la rassegna al Nuovo in occasione di Art Verona (in corso in fiera fino a lunedì)
LA MOSTRA firmata Massimo Sestini rimarrà aperta fino a domani. Dal titolo Zenit, contiene scatti di varia natura selezionati negli anni e con un unico grande filo conduttore: la ricerca di un punto di vista esattamente perpendicolare al soggetto ritratto. L’idea di una visione aerea del reale nasce da un’esigenza di competizione lavorativa. Sestini, di professione fotoreporter, ha fotografato tutti gli eventi salienti di cronaca e gossip; dalla strage di Capaci al matrimonio tra Tom Cruise e Katie Holmes. Immortalarli da una posizione sopraelevata rispetto ai colleghi è stata una necessità che si è poi trasformata in stile. In mostra appaiono, oltre al cimitero delle barche degli immigrati e al relitto della Concordia, soprattutto immagini di vita quotidiana: un ferragosto in piscina o una spiaggia assolata. Ciò che colpisce maggiormente nelle sue opere è la vividezza dei colori e la sensazione di illusorietà provocata semplicemente dall’inedita prospettiva. In mondo di computer grafica ormai indistinguibile dal vero, il vero è ancora capace di stupire.
PER COMPRENDERE l’operazione di Campedelli è necessaria un’osservazione acritica della capacità attrattiva del balcone di Giulietta. Sono milioni i turisti che giungono a Verona anche solo per respirare la magia di un luogo carico di promesse e speranze. L’ex voto degli amanti sono lettere, lucchetti, chewingum, graffiti e cerotti. Alcuni lasciano un segno altri si perdono nella confusione. L’artista veronese ha allargato l’aura del santuario laico dell’amore alle zone circostanti, invertendo i ruoli: i pellegrini, anziché lasciare una traccia di sé, hanno ricevuto un souvenir. Un poster numerato e autografato in cui è stato fissato indelebilmente il loro status di amante. Etero, omo, o… D.C.