emilio-isgro-portoni-bra-artverona Pittura

Lo Shakespeare cancellato di Emilio Isgrò alle porte di Verona


Per ArtVerona Emilio Isgrò ha appeso una citazione shakespeariana a modo suo (da As you like it) all’esterno dei Portoni (all’interno c’è la lapide dal Romeo and Juliet: «Non c’è vita fori di queste mura»).

All The World’s A Stage by William Shakespeare

All the world’s a stage,
And all the men and women merely players;
They have their exits and their entrances,
And one man in his time plays many parts,
His acts being seven ages. At first, the infant,
Mewling and puking in the nurse’s arms.
Then the whining schoolboy, with his satchel
And shining morning face, creeping like snail
Unwillingly to school. And then the lover,
Sighing like furnace, with a woeful ballad
Made to his mistress’ eyebrow. Then a soldier,
Full of strange oaths and bearded like the pard,
Jealous in honor, sudden and quick in quarrel,
Seeking the bubble reputation
Even in the cannon’s mouth. And then the justice,
In fair round belly with good capon lined,
With eyes severe and beard of formal cut,
Full of wise saws and modern instances;
And so he plays his part. The sixth age shifts
Into the lean and slippered pantaloon,
With spectacles on nose and pouch on side;
His youthful hose, well saved, a world too wide
For his shrunk shank, and his big manly voice,
Turning again toward childish treble, pipes
And whistles in his sound. Last scene of all,
That ends this strange eventful history,
Is second childishness and mere oblivion,
Sans teeth, sans eyes, sans taste, sans everything

Emilio Isgrò

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Emilio Isgrò nel suo studio intento a cancellare.

Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937) è un artista, scrittore, drammaturgo, regista italiano.

E’ il padre indiscusso e teorico della “Cancellatura”, che, esposta in musei e collezioni di prestigio internazionale, lo colloca tra gli artisti dell’avanguardia intellettuale più lucidi della sua generazione. Nel 1956 si trasferisce a Milano, dove tuttora vive e lavora.

Attività artistica

La sua prima raccolta di poesie, Fiere del Sud (1956), viene pubblicata da Arturo Schwarz, che sarà anche uno dei suoi galleristi.

Con le prime “cancellature” e le prime “poesie visive”, datate 1964 (enciclopedie, libri e giornali completamente cancellati), apre un percorso che da un lato lo colloca tra gli antesignani dell’arte concettuale, dall’altro ne fa un punto di riferimento nella discussione critica della società di massa.

Nel 1966, in febbraio, con testo in catalogo di Gillo Dorfles, si presenta con la mostra Oltre il collage alla Galleria 1 + 1 di Padova (è la prima volta che un artista adotta la dizione “poesia visiva” per una personale), mentre in giugno, in occasione della mostra alla galleria Il Traghetto’ di Venezia, pubblica Dichiarazione 1, nella quale precisa la sua concezione di poesia come “arte generale del segno”[1]. Tra le opere esposte, Jacqueline, una risposta europea ai rischi di colonizzazione della pop art americana.

Nel 1969 decide di applicare le cancellature anche al cinema: intenzionato a girare La jena più ne ha e più ne vuole, una pellicola quasi completamente nera tranne qualche tratto di immagini, il film non sarà mai girato per difficoltà produttive.[2].

Nel 1972 viene invitato alla XXXVI Biennale d’Arte di Venezia, a cui parteciperà anche negli anni 1978, 1986 e 1993.

Nel 1973 partecipa con altri artisti di fama internazionale alla mostra Contemporanea, realizzata a Roma da Achille Bonito Oliva negli spazi di Villa Borghese.

L’anno seguente esce il libro L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini, che entra nella rosa dei candidati al Premio Strega.

Nel 1976 tiene la prima grande antologica al al Csac di Parma.

1977: pubblica da Feltrinelli il romanzo Marta de Rogatiis Johnson e riceve il primo premio alla XIV Biennale d’Arte di San Paolo del Brasile.

Nel 1979, contaminando la propria arte con il linguaggio musicale, presenta alla Rotonda della Besana di Milano Chopin, installazione-partitura per 15 pianoforti.

1983-1985: dà l’avvio ai grandi spettacoli di Gibellina con Gibella del Martirio, cui seguiranno San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori e L’Orestea di Gibellina, alla quale per volontà di Ludovico Corrao sono oggi intitolate le annuali Orestiadi.

1985: per l’Anno Europeo della Musica il Teatro alla Scala gli commissiona l’installazione multimediale La veglia di Bach, allestita nella chiesa milanese di San Carpoforo.

L’anno seguente presenta al Museo Civico Archeologico di Bologna l’installazione L’ora italiana, in memoria delle vittime della strage alla stazione ferroviaria..

Nel 1989 pubblica il romanzo Polifemo (Mondadori), fondato sul confronto drammatico tra la bestialità del Ciclope e la ragione umana di Ulisse.

1990: elabora una nuova Teoria della cancellatura (Galleria Fonte d’Abisso, Milano), mentre due anni dopo è invitato alla mostra The Artist and the Book in XX Century Italy, organizzata dal Museum of Modern Art (MoMA) di New York.

Nel 1992 partecipa alla mostra The Artist and the Book in XX Century Italy, organizzata dal Museum of Modern Art (MoMA) di New York.

Nel 1994 la Peggy Guggenheim Collection di Venezia lo include nell’esposizione I libri d’artista italiani del Novecento. Pubblica il romanzo L’asta delle ceneri(Camunia).

1996: dopo trent’anni, torna alla poesia lineare con la raccolta Oratorio dei ladri (Mondadori).

Nel 1998, dona al paese natale il gigantesco Seme d’arancia, simbolo di rinascita sociale ed economica dei popoli del Mediterraneo.

Nel 2001 il complesso di Santa Maria dello Spasimo a Palermo propone l’antologica Emilio Isgrò 1964-2000. Lo stesso anno, con Le api della Torah, prodotta dallo Studio Guastalla per la riapertura della casa editrice Salomone Belforte, l’artista riapre il ciclo degli insetti, risalente agli anni Settanta: formiche, api e farfalle che, come i filosofi, trasportano e intrecciano i semi della conoscenza.

Nel 2002 pubblica il libro di poesie “Brindisi all’amico infame” (Aragno), finalista al Premio Strega e vincitore del Premio San Pellegrino.

Nel 2007 con il titolo “La cancellatura e altre soluzioni” (Skira) raccoglie in volume gli scritti pubblicati su quotidiani e riviste come corredo critico-teorico dell’attività creativa.

Nel 2008 Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato gli rende omaggio con l’antologica Dichiaro di essere Emilio Isgrò.

Nel 2009 a Palazzo delle Stelline di Milano presenta l’ampia retrospettiva Fratelli d’Italia.

Nel 2010 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, inaugura a Marsala la mostra Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie. Quasi in contemporanea si apre Var ve yok presso la Sanat Galerisi di Istanbul (capitale europea della cultura di quell’anno), mentre i quattordici Codici Ottomani vengono esposti alla Boghossian Foundation di Bruxelles. Presenta La Costituzione Cancellata alla Galleria Boxart di Verona. Il gesto estremo, nella volontà dell’artista, punta ad ammonire un’Italia sull’orlo del baratro e della disgregazione, in fuga davanti alle sfide imposte dal mondo globalizzato.

Nel 2011 è chiamato a esporre i volumi della Costituzione e la grande installazione L’Italia che dorme (scultura in alluminio che rappresenta l’Italia dormiente ricoperta di scarafaggi) alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia. Subito dopo, Mario Monti inaugura all’Università Bocconi di Milano l’“opera pedagogica” Cancellazione del debito pubblico, creata appositamente per gli studenti dell’ateneo.

Nel 2012 tre mostre a Milano: Var ve yok. Codici ottomani alla Fondazione Marconi, La cancellatura e altri particolari allo Studio Guastalla, le installazioni Dichiaro di non essere Emilio Isgrò e L’avventurosa vita di Emilio Isgrò a Palazzo Reale nell’ambito dell’esposizione “Addio anni 70”.

La Costituzione Cancellata

Una indivisibile minorata web.jpg
Il primo volume della Costituzione Italiana cancellata di Emilio Isgrò

Tra 2010 e 2011 Emilio Isgrò cancella la Costituzione Italiana nella mostra La Costituzione Cancellata, Rappresentazione di un crimine, alla Galleria Boxart di Verona. [3]

La mostra ha avuto anche un sottotitolo, scelto dall’artista per sottolineare come il suo operato volesse rappresentare l’eventuale crimine della cancellazione della Carta Costituzionale, non perpetrarlo. Il gesto estremo, nella volontà di Isgrò, punta ad ammonire un’Italia sull’orlo del baratro, della disgregazione, in controtendenza rispetto all’Europa Unita, in vista delle sfide imposte dal mondo globalizzato. [4]

Riferendosi all’operazione compiuta dall’artista, Marco Bazzini, direttore del Centro per l’arte Contemporanea “Luigi Pecci” di Prato, ha dichiarato: “Come la Costituzione è democratica, anche la cancellatura è democratica. Può essere protratta da chiunque, perché si tratta di far emergere dal testo alcune parole, e farne addormentare altre, farle stare sotto coperta. Tutto ciò porta a trovare nuovi significati e nuovi sensi alla parola”. [5]

Il progetto prosegue un percorso in cui l’artista ha sottoposto alla sua “logoclastia” i simboli dello stivale, senza risparmiare l’inno di Mameli, annerito nell’opera Fratelli d’Italia, il Codice Civile e il celebre telegramma “Obbedisco” di Giuseppe Garibaldi del 1866, per la mostra dal titolo di segno opposto:Disobbedisco, Sbarco a Marsala e altre Sicilie, apertasi alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano e del Ministro della Giustizia Angelino Alfano. [6]

I volumi della Costituzione e la grande intallazione dell’ Italia che dorme, una scultura in alluminio che rappresenta l’Italia dormiente ricoperta di scarafaggi, sono esposti dal maggio del 2011 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma in occasione delle celebrazioni del 150enario dell’unità d’Italia.

Seme d’arancia

Nel 1998 donò al suo paese natale il gigantesco Seme d’arancia, simbolo di rinascita sociale ed economica dei paesi mediterranei.

Monumento al Seme d’Arancia a Barcellona Pozzo di Gotto

Emilio Isgrò nei musei

  • Museum di Bagheria

Libri

  • Fiere del sud (1956), poesie
  • L’avventurosa vita di Emilio Isgrò 1975, racconto autobiografico.
  • Marta De Rogatiis Johnson (1977), romanzo
  • Polifemo (1989), romanzo
  • L’asta delle ceneri(1994), romanzo
  • Oratorio dei ladri (1996), poesie
  • Brindisi all’amico infame (2002), poesie

Note

  1. ^ Biografia Emilio Isgrò
  2. ^ Paola Nicita. Quando Emilio Isgrò cancellò la Treccani. La Repubblica, 23 03 2009, p. 19. URL consultato in data 30-08-2010.
  3. ^ Sette, allegato al Corriere della Sera del 14 ottobre 2010
  4. ^ La Costituzione Cancellata, Rappresentazione di un crimine, Shin producion 2010
  5. ^ Exibart TV, Emilio Isgro’, La Costituzione cancellata
  6. ^ Archivio RAI, Art News

Collegamenti esterni

Isgrò “Shakespeare cancellato” come vi piace…

AREZZO | Teatro Mecenate | Inaugurazione venerdì 10 febbraio 2012, ore 12.00

Che una stagione teatrale registri un sold out in apertura è già un bel traguardo. Ma se alle ovazioni (quelle per Isa Danieli – L’abissina diretta da Ugo Chiti), segue la gioia per un’opera d’arte che regge letteralmente un teatro rinnovato, si tratta quasi di un piccolo miracolo. Per di più se l’opera in questione viene donata alla città da uno dei maestri del contemporaneo,con un gesto da vero Mecenate, a cui il nuovo teatro aretino intitola il suo sipario.

Lo slancio verso la città di Arezzo si deve infatti al celebre artista Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937), particolarmente legato alla terra toscana, dopo la grande retrospettiva omaggio del Centro Luigi Pecci di PratoIsgrò ha scelto di confrontarsi con William Shakespeare per il nuovo Teatro Mecenate, che apre ufficialmente i battenti venerdì 10 febbraio 2012. L’artista è intervenuto con le sue note cancellature sulla frase tratta da Come vi piace (As you like it):

«È il mondo intero una ribalta e tutti gli uomini e le donne sono semplicemente attori». La citazione avvolge le due colonne del teatro alte sette metri, collocate ai lati del boccascena, in un’installazione permanente che l’artista siciliano ha deciso di donare al Comune di Arezzo, con un gesto propiziatore e realmente mecenatesco. E se il mondo non è altro che un grande palcoscenico, per il Bardo e per Isgrò, l’Assessore alla Cultura del Comune di Arezzo è pronto a inaugurare il Teatro con parole concordi alla visione dei due grandi: ogni luogo può essere adatto alla mise en scene, se inondato di fantasia. «Concepire il teatro ─ ha dichiarato infatti l’Assessore Pasquale Giuseppe Macrì ─ non vuol dire abitare uno spazio fisico, ma realizzare programmazioni di eventi creativi, per goderne dello spettacolo pubblico in sedi varie, diffuse, nuove o perfino improvvisate».

L’installazione, concepita site specific da Isgrò e donata in permanenza al neonato Teatro Mecenate, riannoda i fili della lunga carriera dell’artista, poeta visivo, mente vivace dell’Arte Concettuale, inventore di un linguaggio inedito, la Cancellatura, nata oltre 45 anni fa. Celebre nel panorama espressivo internazionale, Isgrò, ha ideato il suo imponente lavoro per i lati del boccascena del teatro: due strutture cancellate, che suonano altresì come unomaggio al vecchio Cinema della città, il Politeama, in cui campeggiava la stessa citazione dalla commedia shakespeariana riportata oggi alla ribalta.

Info: Ufficio Cultura Comune di Arezzo – +39 0575 377500
ufficiocultura@comune.arezzo.it