20160711 Come vi piace Leo Muscato conf stampa 694 Teatro Nuovo

Il nome della rosa per Il Grande Teatro


Teatro Nuovo di Verona (vedi scheda accessibilità)
Rassegna Il Grande Teatro
13-14-15-16-17-18 febbraio 2018
Incontro con gli attori (ingresso libero) giovedì 15 febbraio, ore 17.00

Il nome della rosa

di Umberto Eco versione teatrale di Stefano Massini

con Eugenio Allegri e Luca Lazzareschi
regia Leo Muscato

Personaggi/Interpreti:

Guglielmo da Baskerville Luca Lazzareschi
il vecchio Adso Luigi Diberti
Ubertino da Casale Eugenio Allegri
Bernardo Gui Eugenio Allegri
Jorge da Burgos Bob Marchese
il giovane Adso Giovanni Anzaldo
l‘Abate Marco Zannoni
Remigio da Varagine Franco Ravera
Salvatore Alfonso Postiglione
Malachia da Hildesheim Marco Gobetti
Alinardo da Grottaferrata Marco Gobetti
Severino da Sant’Emmerano Giulio Baraldi
Bencio da Upsala Daniele Marmi
Berengario da Arundel Mauro Parrinello
una ragazza Arianna Primavera

regia e adattamento Leo Muscato
scene Margherita Palli
costumi Silvia Aymonino
luci Alessandro Verazzi
musiche Daniele D’Angelo
video Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii

Semiologo, saggista, esponente del Gruppo 63, esperto di estetica, di poetiche d’avanguardia e di comunicazione di massa, Umberto Eco (1932-2015) è l’autore – negli anni 60 e 70 – di brillanti inchieste sulla cultura di consumo. Tra queste, Diario minimo (1963), Apocalittici e integrati (1964) e Il superuomo di massa (1976). Con Il nome della rosa, il suo primo romanzo, ottiene nel 1980 un successo di rilevanza mondiale. Negli anni l’opera viene tradotta in oltre quaranta lingue e vende più di cinquanta milioni di copie. Un sondaggio di Le Monde del 1999 annovera Il nome della rosa nei cento migliori libri della narrativa mondiale del Novecento.

Applausi alla prima veronese


Nel 1986 diventa un film con Sean Connery nei panni di Guglielmo. Thriller gotico d’ambientazione medievale e conventuale, Il nome della rosa sviluppa con lucido razionalismo la fitta trama di un dibattito ideologico nell’arco di sette giornate scandite dai ritmi della vita monastica.
«Ho letto per la prima volta Il nome della rosa – dice Leo Muscato – durante il primo anno di Università, mentre preparavo l’esame di Letteratura medievale. Ricordo la netta sensazione di capire più cose del Medioevo leggendo il romanzo, che non studiando i libri di testo. Ne ho poi riletta un’edizione più recente arricchita di Postille che in qualche modo mettevano la parola fine alle mille congetture lette qua e là. In particolare in Saggi su Il nome della rosa a cura di Renato Giovannoli dove figurano una quarantina di analisi del romanzo fatte da altrettanti critici letterari. Per la cronaca – prosegue il regista – alcuni di questi saggi sono stati fonte di riflessioni importanti.
Ho scandito lo spettacolo con una quarantina di passaggi di tempo segnati da continui cambi di spazio. Per questo abbiamo immaginato una scatola nera e astratta con una serie di feritoie attraverso cui far entrare luci e oggetti con i quali evocare i diversi ambienti. Ci siamo serviti – conclude Muscato – anche di videoproiezioni che hanno la funzione drammaturgica di visualizzare gli stati d’animo dei personaggi in quel momento in scena».
Novembre 1327. Guglielmo da Baskerville, frate francescano inglese a suo tempo inquisitore, e Adso da Melk, suo allievo, si recano in un monastero benedettino sui monti dell’Italia settentrionale dove è in programma un convegno che vedrà i francescani alleati dell’imperatore Ludovico contrapposti ai delegati della curia papale. Dopo l’inspiegabile morte di un giovane confratello, l’abate, che ha a cuore il convegno, chiede a Guglielmo di fare luce sul tragico evento. Mente si discute sul tema della povertà della Chiesa altre morti violente avvengono nel monastero.
Guglielmo sospetta che siano connesse a un manoscritto greco custodito gelosamente nella biblioteca-labirinto dove possono accedere solo il bibliotecario e il suo aiutante. L’inquisitore Bernardo Gui, giunto nel frattempo, individua in Remigio e Salvatore (in passato eretici seguaci di fra Dolcino) e in una ragazza del luogo i responsabili degli omicidi. Non la pensa così Guglielmo che persiste nella sua idea e avrà la conferma che tutto è legato a quel manoscritto conservato in biblioteca, a quella preziosissima ultima copia del secondo libro della Poetica di Aristotele.

Giovedì 15 febbraio alle ore 17.00 al Teatro Nuovo gli attori incontrano il pubblico.
Conduce l’incontro, organizzato in collaborazione col gruppo di ricerca Skenè dell’Università di Verona,

 

IL GRANDE TEATRO. Stasera alle 20.45 (repliche fino a domenica) il sesto appuntamento. Giovedì l’incontro con gli attori

In scena «Il nome della rosa»  Muscato sfida il romanzo di Eco

Uno spettacolo ricco di colpi di scena, video proiezioni e musica Sarà Luca Lazzareschi nel ruolo di Guglielmo da Baskerville

martedì 13 febbraio 2018 SPETTACOLI, pagina 47
Un’immagine di scena di «Il nome della rosa» per la regia di Leo Muscato, al Nuovo fino a domenica
Questa sera alle 20.45 (con repliche fino a domenica) prosegue al Nuovo la trentaduesima edizione della rassegna Il Grande Teatro con una produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, del Teatro Stabile di Genova e del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale: Il nome della rosa di Umberto Eco con la regia e l’adattamento di Leo Muscato. A interpretare Il nome della rosa un cast di grandi attori: Luca Lazzareschi (nel ruolo di Guglielmo da Baskerville), Luigi Diberti (il vecchio Adso), Bob Marchese (Jorge da Burgos), Eugenio Allegri (Ubertino da Casale, francescano e Bernardo Gui, inquisitore) e Giovanni Anzaldo (il giovane Adso). Con loro in scena Giulio Baraldi (Severino da Sant’ Emmerano, l’erborista), Marco Gobetti (Malachia da Hildesheim, il bibliotecario e Alinardo da Grottaferrata, monaco centenario), Daniele Marmi (Bencio, copista), Mauro Parrinello (Berengario da Arundel, l’aiutobibliotecario), Alfonso Postiglione (Salvatore), Arianna Primavera (una ragazza), Franco Ravera (Remigio da Varagine, cellario), Marco Zannoni (abate).È questa la prima versione teatrale del capolavoro di Umberto Eco, un omaggio al celebre scrittore firmato da Stefano Massini, uno degli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero. Il nome della rosa di Eco, tradotto in quarantasette lingue, vinse il Premio Strega nel 1981, e la sua versione cinematografica fu diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986 con protagonista Sean Connery. Il regista Leo Muscato ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante e, nei suoi Appunti per una messa in scena, scrive: «Dietro a un racconto avvincente e trascinante, il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale. Vi è un prologo, una scansione temporale in sette giorni, e la suddivisione di ogni singola giornata in otto capitoli, che corrispondono alle ore liturgiche del convento. Ogni capitolo è introdotto da un sottotitolo utile a orientare il lettore, che in questo modo sa già cosa accade prima ancora di leggerlo». La scena si apre sul finire del XIV secolo. Un vecchio frate benedettino, Adso da Melk, è intento a scrivere delle memorie in cui narra alcuni terribili avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù. Sotto i suoi occhi si materializza un se stesso giovane, poco più che adolescente inntento a seguire gli insegnamenti di un dotto frate francescano, che nel passato era stato anche inquisitore: Guglielmo da Baskerville. Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui. Su uno sfondo storico-politico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo. Giovedì alle 17 nel foyer del Teatro Nuovo gli interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico. Condurrà l’incontro – organizzato in collaborazione col gruppo di ricerca Skenè dell’Università di Verona – Guido Avezzù. Ingresso libero.

teatri-10-e-lodeLa rassegna ha sottoscritto il manifesto dei teatri accessibili e ha aderito all’iniziativa Teatri 10 e lode promossa dall’Associazione disMappa: compatibilmente al numero dei posti riservati, spettatore con disabilità  e accompagnatore potranno assistere a ogni spettacolo al prezzo speciale di 10 euro.
Vendita biglietti al Teatro Nuovo, tel. 0458006100.
Servizio biglietteria anche presso BOX OFFICE, via Pallone 16, tel. 0458011154.


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