Aida 100+1 in Arena
Aida
Arena di Verona
28 giugno, 3-6-8-15-20-23-27-29 luglio, 3-10-16-24-26-31 agosto, 4 e 7 settembre 2014 – ore 21:00
Opera in 4 atti di Giuseppe Verdi
Libretto di Antonio Ghislanzoni
Direttore d’orchestra Julian Kovatchev
Regia Carlus Padrissa e Alex Ollé / La Fura dels Baus
Scene Roland Olbeter
Lighting designer Paolo Mazzon
Costumi Chu Uroz
Coreografia Valentina Carrasco
Maestro del coro Armando Tasso
Direttore corpo di ballo Renato Zanella
Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia
INTERPRETI
Il Re Sergej Artamonov
Amneris Violeta Urmana
Aida Hui He
Radames Fabio Sartori
Ramfis Raymond Aceto
Amonasro Gennadii Vashchenko
Sacerdotessa Maria Letizia Grosselli
Un messaggero Antonello Ceron
ORCHESTRA, CORO, CORPO DI BALLO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA
L’Aida si fa in due nel programma dell’Arena 2014: la visionaria regia de La Fura dels Baus, pensata per il Festival del Centenario, e la storica rievocazione del 1913 con la regia De Bosio.
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Gavazzeni: «È moderna ma non travisa i contenuti storici. Novità di questo tipo sono le benvenute, altrimenti il teatro sarebbe noioso»
Terzo titolo del 92° festival areniano sarà Aida, nella versione creata (regia, scene e costumi) dalla compagnia catalana La Fura dels Baus, che entrerà in cartellone dopodomani alle 21. L’opera è stata illustrata ieri dal direttore artistico Paolo Gavazzeni: «Abbiamo creduto fermamente, sia io che il sovrintendente Girondini, in questa operazione. Svecchiare l’opera senza travisarne i contenuti storici (alludeva all’edizione del 1913, ndr) e la forza drammatica, è una via obbligata da percorrere per guardare al futuro. Si tratta di un allestimento moderno che non segue pedissequamente e a senso unico la tradizione, con idee diverse che possono far anche discutere animatamente il pubblico. Memo male che così è, altrimenti il teatro sarebbe di una noia mortale. Crediamo nei capolavori che presentiamo, che abbiano una loro vitalità, senza attualizzarli all’estremo, e questa Aida ha incontrato larghi consensi, anche tra i vari interpreti. Cito una grande Amneris, la lituana Violeta Urmana, che ci ha chiesto espressamente di poter partecipare a questa replica dei catalani perché lo scorso anno si era divertita un mondo».
«Ieri ho assistito a una prova all’italiana (cantanti, pianforte e direttore d’orchestra, ndr) al Filarmonico», ha proseguito Gavazzeni, «che mi ha lasciato ampiamente soddisfatto per la versione che ne ha dato il direttore Julian Kovatchev. Non credevo che si potesse arrivare a vedere Aida con queste caratteristiche».
«Sono felice di questa constatazione», gli ha risposto Kovatchev. «Aida è una bellissima pagina che porta grandi emozioni. La musica è tutta ben scritta sulla partitura, ma noi siamo solo dei mediatori. Bisogna imparare a guardarla con rispetto, nell’essere tolleranti, modesti e propositivi, con i piedi sempre a terra».
Gavazzeni ha poi spiegato che ci sono alcune innovazioni logistiche, come l’insonorizzazione del rigonfiamento delle dune e l’uso più discreto del fuoco nel primo atto. Ha confermato quindi il cast della prima («uno dei migliori che si potessero oggi mettere insieme»), con Hui He nella parte di Aida, di Fabio Sartori (Radames), Violeta Urmana (Amneris), Raymond Aceto (Ramfis), Sergej Artamonov (il Re) e di Gennadii Vashchenko (Amonasro), il grande baritono ucraino debuttante in Arena, presente alla conferenza stampa. A margine è giunta anche un’ulteriore importante notizia, che riguarda la meteorologia: per la «prima» è annunciato bel tempo. G.V.
ARENA. Questa sera alle 21 la «prima» dell’opera di Verdi nell’edizione del Centenario, diretta da Julian Kovatchev
Una statua nel deserto rievoca
la storia di Aida e Radames
Gianni Villani
Nella regia della Fura dels Baus l’energia solare è il bottino di una guerra moderna Protagonisti Hui He, Fabio Sartori e Gennadii Vashchenko al suo debutto nell’anfiteatro
Prima recita di Aida, questa sera alle 21 in Arena. L’allestimento, firmato dalla compagnia La Fura dels Baus per l’edizione del Centenario del 2013, sarà dominato dalla metafora della luce. L’allusione è riferita al dio Ra e culmina con la costruzione in scena – durante il Trionfo del secondo atto – di una centrale ad energia solare che rappresenta il futuristico bottino di guerra di Radames. L’allestimento vuole proiettarsi verso il nuovo secolo «giocando con le luci, le ombre, i riflessi dei raggi del sole. Tra la religione e la scienza, l’universo di Aida appare strutturato intorno ad una concezione futurista».
L’opera sarà diretta dal maestro Julian Kovatchev ed avrà come interpreti principali il soprano Hui He (Aida), il tenore Fabio Sartori (Radames), il mezzosoprano Violeta Urmana (Amneris), il basso italo americano Raymond Aceto (Ramfis), il baritono ucraino Gennadii Vashchenko (Amonasro), il tenore Antonello Ceron (un messaggero) e il mezzosoprano Letizia Grosselli (sacerdotessa).
Gennadii Vashchenko è l’unico debuttante in Arena della compagnia ed è sotto osservazione per le sue notevoli doti canore, dopo essere stato scelto con una audizione al Filarmonico. Un baritono dai grandi mezzi, che ha compiuto gli studi musicali all’Accademia Musicale Nazionale di Kiev sotto la guida di Anatoly Mokrenko. Premiato in diversi concorsi internazionali di canto, dal 2000 è solista presso il Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev. Fra il suo notevole repertorio, opere come Faust, Un Ballo in maschera, Don Carlo, Bohème, Manon Lescaut, Madama Butterfly, Turandot, Carmen, Guerra e Pace, Evgenij Onegin, Dama di Picche.
Aida, questa sera, avrà un prologo di 15 minuti che precede l’inizio vero e proprio dell’opera e che incuriosirà il pubblico. Accompagnata solo dal rumore del vento che soffia nel deserto, una spedizione europea, durante alcuni scavi, trova un’enorme scultura che raffigura due amanti stretti in un suggestivo abbraccio. Certa di aver trovato un importante tesoro, spedisce i ritrovamenti archeologici ad un noto museo occidentale (il British Museum). E come in un flashback il pubblico viene portato ad assistere all’immortale vicenda di Aida e Radames.
Le prossime repliche sono il 3, 6, 8, 15, 20, 23, 27, 29 luglio alle 21 e il 3 agosto alle 20,45.
ARENA. Debutto stagionale dell’allestimento varato per il Centenario
«Aida» della Fura dels Baus
Il futuro è di nuovo presente
La pioggia prova a disturbare il debutto di Aida, terzo spettacolo del festival in Arena. Un colpo a sorpresa (le previsioni erano ampiamente rassicuranti) e di tempismo perfetto: primi goccioloni alle 21 in punto, quando tutto è pronto. Quindi un temporale piuttosto intenso, che causa il fuggi fuggi generale. Non è tuttavia una cosa lunga. Nel giro di mezz’ora spiove e salvo una fugace ripresa di pochi minuti, il tempo sembra mettersi al buono. Al colpo d’occhio, non più di qualche decina di spettatori ha rinunciato; gradinate e platea sono ben folti di pubblico. Così, Julian Kovatchev prende posto sul podio e alle 22.10 dà il via alla rappresentazione.
Lo spettacolo è quello nuovo dello scorso anno, «l’Aida del centenario», firmato Fura dels Baus per la regia di Carlos Padrissa e Àlex Ollé. Spoglio, all’inizio, con l’immensa scena occupata solo da due alti tralicci metallici al centro, che sostengono una sorta di ponteggio. Poi arrivano le masse, compaiono simboli fiammeggianti. Ci sono anche le famose dune gonfiabili, la cui messa in opera resta complicata. Per la prima grande aria di Aida («Ritorna vincitor!») comunque sono sistemate e il gioco di luce radente si fa suggestivo. Lei è come l’anno scorso Hui He, che appare in stato di grazia, in grado di far valere una magnifica maturità vocale e musicale. E come l’anno scorso, Radames è Fabio Sartori misurato e di timbro caldamente espressivo. La discreta linea drammatica mette in evidenza nel primo atto e nella prima scena del secondo Violeta Urmana, Amneris un po’ forzata sull’acuto.
All’ora di chiudere queste note, il Trionfo deve ancora arrivare. Domani i dettagli. C.G.
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