Teatro Nuovo di Verona, Rassegna Il Grande Teatro 27-31 gennaio - 1 febbraio 2015 Le ho mai raccontato del vento del Nord (oltre settecentomila mila copie vendute in Germania e tradotto in varie lingue) è il più celebre testo di Daniel Glattauer, scrittore e giornalista austriaco poco più che cinquantenne. Protagonisti di questa trascrizione teatrale sono Chiara Caselli e Paolo Valerio che si propone nel doppio ruolo di interprete e regista. La commedia racconta l’amore al tempo di Internet. con Emmi Chiara Caselli Leo Paolo Valerio Teatro Nuovo

Le ho mai raccontato del vento del Nord + Lettere d’amore 2.0


Teatro Nuovo di Verona, Rassegna Il Grande Teatro
27-31 gennaio – 1 febbraio 2015

Le ho mai raccontato del vento del Nord (oltre settecentomila mila copie vendute in Germania e tradotto in varie lingue) è il più celebre testo di Daniel Glattauer, scrittore e giornalista austriaco poco più che cinquantenne. Protagonisti di questa trascrizione teatrale sono Chiara Caselli e Paolo Valerio che si propone nel doppio ruolo di interprete e regista. La commedia racconta l’amore al tempo di Internet.

con
Emmi Chiara Caselli
Leo Paolo Valerio

Galleria fotografica


immagini e scene Antonio Panzuto
montaggio video Raffaella Rivi
musiche originali Andrea Cipriani
disegno luci Enrico Berardi
assistente alla regia Paola Degiuli
responsabile tecnico produzione Nicola Fasoli
regia Paolo Valerio

Video Gallery Le ho mai raccontato del vento del Nord

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Biglietti disabile+accompagnatore
Il Teatro Nuovo è firmatario del Manifesto dei Teatri accessibili e aderisce alla promozione Teatri 10 e lode

Lettere d’amore 2.0

Nella settimana dello spettacolo, saranno organizzati alcuni incontri sul tema dell’epistolario d’amore, sull’amore e le nuove tecnologie di comunicazione, con la partecipazione di esperti della materia e gli attori della compagnia.La proiezione del film e tutti gli incontri si terranno al Teatro Nuovo con ingresso libero

CALENDARIO INCONTRI

Mercoledì 28 ore 17.00
“Her” proiezione del film vincitore del premio Oscar come miglior sceneggiatura originale,
con protagonisti Joaquin Phoenix e Megan Ellison

“Her” proiezione del film vincitore del premio Oscar come miglior sceneggiatura originale, con protagonisti Joaquin Phoenix e Megan Ellison

Giovedì 29 – ore 17.00
“Incontro con la compagnia” gli attori Chiara Caselli e Paolo Valerio
dialogano con il pubblico

Venerdì 30 – ore 17.00
“La magia del come se.. strategie e tecniche per il palcoscenico della vita”
con il Prof. Giuseppe Pecere, psicologo e psicoterapeuta e con il Prof. filosofo Riccardo Mauroner

Sabato 31 – ore 17.00
“Amanti 2.0” con il Dott. Marco Rossi, psichiatra e sessuologo – www.marcorossi.it e le letture di Paolo Valerio

Galleria video Amanti 2.0


Gli incontri sono realizzati in collaborazione con Club di Giulietta e con La Feltrinelli

Amori 2.0, tra sexting e passioni «digitali»

“Amanti 2.0”, l’incontro al Teatro Nuovo

VERONA. Crescono gli amori a distanza. Ma non perchè fidanzati e coniugi vivono e lavorano in città geograficamente lontane, compiendo salti mortali per vedersi, conciliare esigenze professionali e battiti del cuore. Bensì perchè il rapporto, nell’era digitale e di internet, rimane sempre più confinato in cellulari, social network o caselle di posta elettronica. Al punto, talvolta, da rimanerne imprigionato, creando amori tanto intensi quanto impossibili.
In Italia abitudini e comportamenti affettivi e, a ruota, sessuali, stanno cambiando come sta cambiando il mondo in cui viviamo. Imperversa il sexting, anche tra i giovanissimi, con conseguenze a volta anche gravi. Calano gli appuntamenti reali, inviti a cena o al cinema per i goderecci, passeggiate al chiaro di luna per i più romantici. Si diffondono invece questi messaggi di testo erotici e provocanti, magari con fotografie osè allegate: veri e propri ammicamenti inviati via chat o mail. I dati dicono che, in Italia, dalle sette alle 10 volte a settimana avvengono questi scambi di testo. E il luogo in cui più spesso si «pratica» il sexting, digitando lettere e immagini sul cellulare? Soprende per la sua “normalità“: il supermercato. Intanto, nella vita quotidiana, cala la media dei rapporti sessuali nelle coppie stabili: le statistiche parlano di una volta al mese mentre i sessuologi danno, come ideale per il benessere psicofisico della coppia, un paio di volte la settimana.
Al contrario, imperversano sempre più le textlationshiop, relazioni solo tramite messaggi e parole scritte. Non ci si incontra mai, nella realtà: perchè non si può ma anche perchè non si vuole o si ha paura. Fino ad alcuni anni fa le mail erano un veicolo usato dalle coppie costrette a rimanere distanti per un certo periodo e colmavano i vuoti in attesa di ritrovarsi. Ora è cambiato tutto: le mail sono la relazione, che è tutta lì.
Eccoli, gli amanti 2.0 coniati dallo psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo Marco Rossi per un incontro al Teatro Nuovo, sabato 31 gennaio, dove ha chiaccherato con il pubblico su come internet, social network, mail e cellulari hanno cambiato i rapporti amorosi.
Diverso il modo per conoscersi. Diversi i modi per spiarsi e tenere a bado la gelosia. I tradimenti una volta si scoprivano per il rossetto sul colletto della camicia. Oggi sono gli sms a tradire a sua volta il fedrifago. Tra le cause più frequenti di divorzio, infatti, ci sono i messaggi scambiati dal cellulare. Poi ci sono anche le app per trovare l’anima gemella, e non solo, spiega Rossi. E le elenca: Down per il sesso libero, senza impegno; Tingle per gli amanti degli incontri erotici; Soruff è apposita per il mondo gay; Datch per l’universo lesbo.
Parecchie le domande poste sul tavolo e discusse con il pubblico: l’amore può nascere tramite il web? E le emozioni attraversano la rete per arrivare fino al cuore delle persone tramite il computer? E poi, una relazione via mail con uno o una sconosciuta si può considerare tradimento? A tratti divertente, a tratti istruttivo, a tratti poetico, l’incontro è stato guidato e moderato dal regista e attore Paolo Valerio, in questi giorni a teatro impegnato nello spettacolo “Ti ho mai raccontato del vento del Nord?“: la storia di Leo ed Emmi e della loro relazione d’amore, appunto, nata da una mail inviata per sbaglio e proseguita solo tramite epistolario dei tempi moderni. Ma con quale esito?
“Le relazioni 2.0 sono facili e veloci“ avvisa Rossi. “Inoltre, se l’innamoramento dura in media dai 12 ai 24 mesi, nell’universo virtuale invece, in cui non viene contaminato dalla dimensione fisica, non ha data di scadenza e può durare molto, molto di più.“
Bello, verrebbe da dirsi. Da provare. E invece, a sentire Barbara Vallani del Club di Giulietta, sono migliaia le lettere disperate e angosciate che arrivano al club chiedendo aiuto per queste storie virtuali. “Si raggiungono livelli d’intensità emotiva assai forti“ conclude Rossi “nutrendoli di immaginazione e proiezioni di sè in questi amori evanescenti“. Attenzione, allora. Soprattutto quando siete al supermercato.
Camilla Madinelli

GRANDE TEATRO. Al Nuovo incontro con Paolo Valerio e Chiara Caselli

«Un dialogo via mail
è come due monologhi»

Michela Pezzani

Il regista e attore: «Il mio Leo vive una disperata solitudine». L’attrice: «L’amore resta un mistero»

venerdì 30 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 47

Non è una storia tradizionale quella dell’uomo e della donna che si innamorano via Internet per una mail sbagliata e sono i protagonisti della commedia Le ho mai raccontato del vento del Nord, tratto dal best seller omonimo di Daniel Glattauer ed ora portato in scena da Paolo Valerio, regista e attore del lavoro, al fianco dell’attrice Chiara Caselli (ultime repliche stasera e domani alle 20,45 e domenica alle 16).
Gli interpreti si sono raccontati all’affollato incontro con gli attori nel foyer del Nuovo e la giornalista Betty Zanotelli ha moderato l’incontro, insieme al direttore artistico dell’Estate teatrale veronese Gianpaolo Savorelli. «Ho scoperto due anni il romanzo due anni fa leggendolo tutto d’un fiato in una notte senza pensare ad un possibile allestimento. L’idea è venuta dopo ed abbiamo realizzato uno spettacolo basata sull’idea di sintesi del testo stesso. Il mio personaggio ha una disperata solitudine e ciò che avviene fra le due anime, che scoprono di essere gemelle e via via si innamorano pur non essendosi mai visti, non è un dialogo ma due monologhi», ha detto Valerio.
«Io, invece, interpreto una donna sposata, e con due figli, che dice di essere felice, ma continua invece a coltivare la corrispondenza con il partner conosciuto sul web, fino ad innamorarsi profondamente, ed anche lui di lei» ha aggiunto la Caselli.
Più che dare risposte la piéce solleva domande e le principali riguardano come nasce e come finisce un amore. «Ciò che accade quando ci si innamora è un mistero» ha sottolineato Valerio che volutamente non ha utilizzato nessun computer come oggetto di scena, per dare risalto invece alla forza della parola e alla sua rappresentazione.
Oggi e domani altri due incontri (ad ingresso libero) in occasione dello spettacolo. Oggi alle 17 «La magia del come se… Strategie e tecniche per il palcoscenico della vita» con lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Pecere e il filosofo Riccardo Mauroner. Domani alle 17 «Amanti 2.0» con lo psichiatra e sessuologo Marco Rossi.

PAOLO VALERIO

«Sono le parole scritte e la fantasia i grimaldelli
dell’amore su internet»

martedì 27 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 51

Più veloci delle frecce di Cupido, più efficaci perché vanno dritte al cuore. E moderne: galeotti furono internet e chi inventò le e-mail, dovrebbe scrivere oggi un novello Dante. Paolo e Francesca, in questo caso, sono Emmi e Leo. Lei madre e moglie irreprensibile, lui brillante psicolinguista reduce però da un fallimento sentimentale, l’ennesimo, sono i protagonisti di Le ho mai raccontato del vento del Nord, tratto dal romanzo epistolare del 2007 dell’austriatico Daniel Glattauer (in Italia edito da Feltrinelli), in scena da questa sera al Nuovo, quarto appuntamento del Grande Teatro. «In realtà», spiega Paolo Valerio, regista e interprete, «si tratta di un testo scritto per il personaggio femminile, in questo casa la bravissima Chiara Caselli. Lui, cioè io, le fa da spalla, ma tra i due è Emmi la più complessa, come Giulietta in Shakespeare. Perché lei è sposata, è madre, ha maggiori responsabilità, è più ancorata al mondo di tutti i giorni: è più difficile per Emmi calarsi in una seconda vita, su internet».
Com’è nato, Valerio, questo spettacolo?
Lessi il libro di Glattauer per Scrivere per amore, il concorso letterario del Club di Giulietta. Mi colpì. Due anni fa scopro che in Austria ne è stata fatta una versione teatrale di successo, mi uncuriosisco, mi informo, prendo contatti, acquisisco i diritti d’autore. E comincio a fantasticare, a pensare a una possibile regia. Andrea Cipriani, psichiatra veronese, traduce il testo. Non solo: essendo un appassionato di musica, compone le musiche che lo accompagnano. La scenografia è invece di Antonio Panzuto, pittore. In scena non ci sono computer, ci sono due isole, quella di Emmi e la mia. Ecco, è nato così lo spettacolo.
Il testo…
È di grande intensità. Il rapporto tra lui e lei si instaura per caso – qui per una mail inviata all’indirizzo sbagliato – , come tutte le storie d’amore, attraverso momenti intimi, leggeri, distaccati nervosismi, punzecchiature di fidanzatini… Parole sospese, come quelle dei versi poetici circondate dal bianco della pagina, come nuvole.
Più che sospese, oggi, le parole sembrano essere al vento. Sovrastate dalle immagini, dai luoghi comuni che le svuotano.
Per Emmi e Leo, invece, scrivere è come vivere, una passione emotiva, sincera, totalmente coinvolgente. Il fascino dell’oratoria è irresistibile, quello dello scrittore, colui che la esercita, ancora di più. La parola dà un valore aggiunto a una persona.
Esempi?
Indro Montanelli e Dino Buzzati. Bastano?
Diremmo proprio di sì. Ma la scrittura la si può controllare, rileggere, meditare. Anche quella veloce, come può essere un sms, una mail, un whatspp. Non è come un dialogo a voce, una telefonata, che sono più di getto…
Vero, una qualche forma di controllo c’è. Ma non è così anche nella vita? A volte si scrivono cose di cui ci si pente. Lo spettacolo è incentrato su un rapporto virtuale, ma reale, che scava nell’animo e nei sentimenti di Emmi e Leo. E lui se ne rende conto quando le dice, pardon: le scrive, che avrebbe voluto una storia al contrario, normale, nella quale prima ci si conosce e poi ci si innamora. Qui invece l’innamoramento scatta anche se i due non si conoscono di persona. C’è anche la dilatazione dei tempi, in questo rapporto: Emmi e Leo si scrivono, aspettano la risposta, si riscrivono. Il tempo è diverso dalla realtà: anche questo rende affascinante la storia. La fa scorrere lenta, penetrare. E in questi tempi io, cioè Leo, cambio atteggiamenti.
Per esempio?
Passo da innamorato a sbruffone, alla John Wayne. Leo fa sorridere quando, alla domanda di lei su come bacia, risponde: “Bacio come scrivo”. Mi ricorda Romeo di Shakespeare, educato a tirare di spada come il suo mondo elitario esigeva, ma dall’educazione raffinata che lo portava a comporre versi. Tutti possiamo avere più identità.
A lei è mai capitato di avere una corrispondenza per internet?
Certo, e dirò di più. C’è stato un periodo, qualche anno fa, in cui chattavo. Mi ero fatto totalmente coinvolgere: una droga. Parlavo con sconosciuti, ti ritrovi a vivere due, tre, quattro vite in una nuvola, in un mondo che non conosci e un po’ alla volta esplori ma con la fantasia, come a teatro. Lo diceva Shakespeare: il teatro è immaginazione.
In questo caso lei il teatro lo conosce alla perfezione. Gioca in casa, al Nuovo, davanti al pubblico della sua città.
Eh, lo so. Per me è una grande sfida, un onore ma anche una responsabilità. Ma anche un piacere, perché sono coinvolto emozionalmente. Dalla regia all’interpretazione.

CHIARA CASELLI

«Che sia amicizia o amore, un incontro vale più
di mail, sms, telefonate»

domenica 25 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 59

Un’attrice schiva ed elegante, che ha alle spalle una carriera di grandi interpretazioni al cinema e in teatro, con Antonioni, Cavani, Van Sant. Chiara Caselli sarà a Verona dal 27 gennaio al Nuovo, protagonista di Le ho mai raccontato del vento del Nord accanto a Paolo Valerio che dello spettacolo è anche regista. Un testo molto particolare, tratto dal romanzo dell’austriaco Daniel Glattauer: un uomo e una donna si conoscono mediante una mail mandata all’indirizzo sbagliato; da lì prende il via una relazione epistolare e amorosa, che avrà esiti imponderabili.
È la stessa attrice a parlarci del suo personaggio. «Emmi è particolare», spiega Chiara Caselli, «ma ad essere strano in realtà è il modo in cui instaura il rapporto con Leo, a distanza, via e-mail: a guardarlo bene, il loro è un amore normale, perché ripercorre tutto il classico ventaglio amoroso, gli screzi, la complicità, la paura di perdere l’altro, l’ansia, eccetera. Direi che è stato facile per me avvicinarmi a questo personaggio, così simpatico e fresco. E mi piace l’impatto molto trasversale che questo spettacolo ha sul pubblico: giovani e meno giovani, in tanti si riconoscono nelle stramberie dei due in scena, c’è molta empatia».
Lei pensa che quello tra Emmi e Leo sia un amore possibile, sincero?
L’amore è un sentimento misterioso, indipendentemente dall’età o dalla situazione. Ed è misterioso ciò che lo innesca e ciò che lo fa morire.
Emmi ad un certo punto vuole troncare, perché soffre la lontananza e soprattutto perché, dice a Leo, «comincio a dipendere da lei». Ma si può dipendere da un uomo «virtuale»?
Credo che l’amore tra Emmi e Leo sia comunque vero, l’ho creduto dal primo momento che ho letto questo testo. Loro fanno due tentativi, che vanno a vuoto, di incontrarsi, e intanto vivono della loro immaginazione. Anche nella realtà è possibile, ho un’amica che ha sposato un uomo conosciuto su internet.
E lei, con il computer?
Al computer passo molto tempo, soprattutto per la mia attività di fotografa, ma continuo a preferire i rapporti umani.
E scrive lettere? Di carta, intendo.
Le scrivevo da ragazza, ora non più e preferisco incontrare le persone. Se questo non è possibile, uso le mail, gli sms, il telefono, che sono certamente utili ma non sostituiscono mai un incontro. Questo vale anche tra amici, non solo in un rapporto amoroso.
In questa parte della tournée ha come partner Paolo Valerio, mentre all’inizio c’era Roberto Citran. È cambiato lo spettacolo con questa sostituzione?
Ogni attore porta la sua cifra emotiva e questo modifica sempre un po’ lo spettacolo. Con ognuno dei due si è instaurata una complicità, bella, profonda.
A proposito di modi diversi di comunicare, lei nel 1993 ha vinto il Nastro d’argento come miglior attrice con Dove siete, io sono qui della Cavani, dove era una sordomuta. Come ricorda quell’esperienza?
È stata meravigliosa. Per prepararmi alla parte, ho passato sei mesi in una comunità di sordomuti. Per me è stata una grande opportunità di usare tutto ciò che non è verbale. Le parole a volte possono nascondere le cose, i sentimenti.
Lei è anche fotografa, ha esposto alla Biennale a Venezia e a Tokyo in una personale. Come è nata questa passione?
È nata prima che diventassi attrice. Avevo 13 o 14 anni e mio padre mi regalò una macchina fotografica. Sei anni fa, per caso, un’amica pittrice mi chiese delle foto sui suoi quadri e da lì la fotografia ha avuto per me uno sviluppo imprevedibile, non avrei mai pensato di farne una professione. Avrò altre due mostre in Giappone alla fine di marzo e sarò a Bologna ad Artefiera».
E programmi di teatro e cinema?
Oltre alla tournée di questo spettacolo, sto lavorando su Molly Bloom dall’Ulisse di Joyce. Nato come lettura scenica per un anno e mezzo, una volta sbloccati i diritti sul testo è diventato uno spettacolo teatrale che ha debuttato a Spoleto. Ora sta diventando qualcos’altro».
Magari un film, così vince un altro Nastro d’argento come per il suo primo corto, Per sempre?
È ancora presto, ma il progetto è di un’installazione di videoarte e… un film».

GRANDE TEATRO. Da domani «Le ho mai raccontato del vento del Nord»

Caselli e Valerio, amore al tempo di internet

Al Nuovo il romanzo epistolare di Glattauer: quando il legame nasce per posta elettronica

lunedì 26 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 58

L’amore al tempo di internet: dopo tre classici di Pirandello, di Cechov e di Eduardo De Filippo, il quarto appuntamento del Grande Teatro, da domani a domenica, è con un autore contemporaneo, l’austriaco Daniel Glattauer. La pièce, tratta dal suo fortunato libro Le ho mai raccontato del vento del Nord uscito nel 2006 (edito in Italia da Feltrinelli), arriva sul palcoscenico del Nuovo da domani a domenica, portata in scena dalla Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona, dalla Fondazione Campania dei Festival e il Napoli Teatro Festival Italia. Ne sono protagonisti Paolo Valerio, direttore artistico del Nuovo che ha anche curato la regia, e Chiara Caselli.
La modernità del romanzo – autentico boom editoriale in Germania e nella ventina di Paesi in cui è stato tradotto – sta nella vicenda che vi si narra: l’amore virtuale, fatto solo di e-mail che due sconosciuti si scambiano dapprima per un banale errore di indirizzo ma ben presto, superato l’iniziale imbarazzo, per quello strano legame che si instaura tra loro, che dalla complicità passa a una confidenza sempre maggiore sino all’amore. Questo sentimento, fatto solo di parole, sfocerà nell’agognato incontro? ? E, in ogni caso, quale futuro potrà mai esserci per Emmi e Leo, i due protagonisti?
Lo spettacolo sarà accompagnato da una serie di inziative al Nuovo, tutte alle 17 e a ingresso libero. Mercoledì sarà proiettato il film Her di Spike Jonze (con Joaquin Phoenix e Megan Ellison); giovedì il consueto incontro con gli attori: in questa occasione la Caselli e Valerio saranno intervistati dalla giornalista Betty Zanotelli; venerdì la conferenza «La magia del come se… Strategie e tecniche per il palcoscenico della vita» con Giuseppe Pecere, psicologo e psicoterapeuta, e il filosofo Riccardo Mauroner Mauroner che esamineranno le diverse sfumature di una realtà costruita sulle proprie percezioni della realtà.
Infine sabato si terrà l’incontro «Amanti 2.0» con lo psichiatra e sessuologo Marco Rossi che approfondirà il tema dell’amore e delle relazioni ai giorni nostri e in particolare affronterà i cambiamenti che la tecnologia in senso lato (non solo mediante e-mail ma anche con gli sms) ha determinato nell’approccio con l’altro sesso.

TEATRO NUOVO. Dal 28 gennaio per lo spettacolo di Paolo Valerio

Lettere o e-mail?
Una settimana
sull’amore 2.0

Simone Azzoni

Tre appuntamenti sull’epistolario di carta e virtuale con il Club di Giulietta, psicoterapeuti e filosofi E il film «Her»: innamorarsi di una voce di computer

giovedì 22 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 50

Una settimana dedicata a Daniel Glattauer, una settimana dedicata all’amore, quello reale e quello virtuale. Dal 27 al 1 febbraio il Teatro Nuovo di Verona ospita nel suo calendario lo spettacolo Le ho mai raccontato del vento del nord versione teatrale del noto romanzo adattata al palco dalla regia di Paolo Valerio.
Lo spettacolo, che ha debuttato quest’estate al Festival del Teatro di Napoli, è un romanzo epistolare. «Amore a prima vista», ha spiegato in conferenza stampa il direttore artistico Paolo Valerio, «che parla di quel non essersi mai conosciuti, desiderati e persi poi nella realtà».”
I due protagonisti Emi (Chiara Caselli) e Leo (Paolo Valerio) si sono «incontrati» casualmente via internet. Inizia una relazione, virtuale, via mail. L’amore è sublimato dalla solitudine, dalla distanza, dalla non-presenza reale, dal desiderio reciproco. La relazione è un gioco, una proiezione di sè e dell’altro. Temi complessi che interessano la contem- poraneità e la fragilità delle relazioni oggi. Per questo il Teatro Nuovo ha organizzato una serie di incontri per affrontare le sfaccettature della tematica. Affrontarla attraverso la parola detta e quella scritta. Il Club di Giulietta, sostenitore assieme a Feltrinelli, metterà a disposizione del dibattito le lettere che a migliaia arrivano al Club di Giovanna Tamassia. Ci saranno le letture, durante gli incontri.
Si comincia mercoledì 28 gennaio con la proiezione di Her il film vincitore del premio Oscar come miglior sceneggiatura originale, con protagonisti Joaquin Phoenix, Megan Ellison e Scarlett Johansson come voce del computer (premiata per questo ruolo al Festival di Roma e doppiata in italiano da Micaela Ramazzotti). Il plot parla di innamoramento virtuale, una voce più reale della realtà.
Giovedì 29 il consueto incontro con la compagnia, diventa lo spunto per confrontarsi sul rapporto tra immaginazione e realtà nel gioco delle parti, nel gioco dei ruoli che attori e protagonisti innescano a partire dalla trama dello spettacolo.
Sulla realtà costruita verte invece l’incontro di venerdì 30. Titolo significativo: «La magia del come se… strategie e tecniche per il palcoscenico della vita». Ne parlano Giuseppe Pecere, psicologo e psicoterapeuta, il filosofo Riccardo Mauroner e Paolo Valerio.
In Psicoterapia strategica» spiega il professor Pecere, «la tecnica del “come se” fa si che il paziente sperimenti nelle piccole cose una percezione differente, diversa da come di solito la vive». Il paziente finge, come l’attore, comportamenti diversi dai soliti e a lungo andare cambia il modo di percepire la realtà. Finzione e costruzione del reale per sopravvivere dentro mondi coperti dal velo di Maya. Mestiere di chi come l’attore può essere cambiato o toccato dal personaggio che interpreta. Ma il “come se”, può diventare anche il “dove sei”, spiega Riccardo Mauroner, quell’incipit delle conversazioni telefoniche. Dov’è l’altro? Soprattutto quando la voce meccanica ci dice «utente non raggiungibile». In un non luogo, come quelli di Kafka nel Processo o nel Castello, spiegherà Mauroner nell’incontro.
Un non luogo in cui ci si conosce, quella rete, racconta il sessuolo Marco Rossi, «in cui oggi ci si conosce». Quanto mi ami? La risposta è nella velocità di ricezione dell’sms», prosegue Rossi. L’amore 2.0 a cui è dedicato l’incontro conclusivo di sabato 31 parla dell’amore più facile da tradire, l’amore che si consuma negli sms, quello che sostituisce la fisicità dell’atto, ovunque anche in un supermercato. Apparenza e realtà, scrittura virtuale e scrittura reale. Un tema che interseca quello dell’identità e del ruolo della carta oggi: perché il dibattito diventerà un altro spettacolo del Teatro Nuovo, in aprile, sulle lettere d’amore spedite dal fronte, nel centenario della Grande Guerra.
Intanto tutti gli incontri della settimana prossima sono alle 17 e a ingresso libero.

GRANDE TEATRO. Al Nuovo «Le ho mai raccontato del vento del Nord»

L’amore per e-mail
che risucchia
anche lo spettatore

Daniela Bruna Adami

Emmi e Leo (Chiara Caselli e Paolo Valerio) legati da un sentimento nato su internet. Ma entrambi hanno bisogno anche di fisicità

giovedì 29 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 51

Un uomo e una donna si incontrano per sbaglio su internet, cominciano a scriversi, si innamorano delle parole l’uno dell’altro. Ma non si incrociano mai. Dicono di volerlo, e invece no. Meglio l’immaginazione, la fantasia, la curiosità. L’uomo e la donna sono Leo ed Emmi, i personaggi di Le ho mai raccontato del vento del Nord, messo in scena per il Grande Teatro al Nuovo (il teatro di cui è anche direttore artistico) da Paolo Valerio, interprete con Chiara Caselli e regista.
Dal best seller di Daniel Glattauer, anche sul palcoscenico resta la stessa scrittura leggera e insieme sofisticata. Del resto l’avventura digitale di quei due è alquanto intrigante, perché non si tratta solo di chattare con uno sconosciuto, ma di rivelare piccole porzioni di sé, della propria vita, delle proprie emozioni, restando nascosti dietro al computer, nella propria rassicurante quoti- dianità. Emma soprattutto ha bisogno di ritagliarsi uno spazio tutto suo, sia pure sul web, lei che è così presa dal lavoro e da quel suo «felicissimo matrimonio» che la soffoca.
Lo spazio scenico divide i mondi di Leo ed Emmi in due piani obliqui che non collimano. I due fantasticano su come sia la vita dell’altro, ma i loro salotti sono molto simili, borghesi, banali quasi. In scena non c’è nessun computer, anzi nel cestino di Leo c’è molta carta, lui smista posta cartacea, legge libri di carta, prende appunti a penna su un Moleskine; ed Emmi stampa tutte le mail che si scambiano e le tiene in un cassetto. Perché entrambi hanno bisogno di fisicità (McLuhan aveva proprio ragione) e questo logorerà il loro amore digitale. Cercano una realtà altra nel loro epistolario virtuale, lei così apparentemente spensierata e lui così trasognato, ma non evitano dichiarazioni romantiche e battibecchi, silenzi e gelosie, come nella vita vera. Se ne rende conto perfino il marito di Emmi, conscio che non potrà mai lottare ad armi pari finché Leo resterà virtuale.
Con quasi solo la parola parlata e pochissima azione, le mail riprodotte sul fondale come fosse lo schermo del computer, si viene trascinati lentamente dentro la storia – come quando si legge il libro -, fosse anche solo per sapere come va a finire, se si incontreranno o no, se resteranno delusi o ci sarà l’happy end.
Chiara Caselli conferma anche qui il suo talento d’attrice sensibile e raffinata. È lei che guida la scena con un ampio ventaglio espressivo, dando colori sempre diversi a un gioco verbale che potrebbe altrimenti stancare nella sua ripetitivi- tà. Paolo Valerio preferisce una recitazione misurata, minimale, dando a Leo una vaghezza «proustiana», quasi rassegnata. La musica, pur bella (di Andrea Cipriani) dà però un inutile tono di tristezza ad una storia che triste non è affatto.
Repliche al Nuovo fino a sabato alle 20,45 e domenica alle 16,30.


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