Teatro Nuovo di Verona, Rassegna Divertiamoci a teatro Father and Son regia Giorgio Gallione ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra con Claudio Bisio con i musicisti Laura Masotto (violino),Marco Bianchi (chitarra) regia Giorgio Gallione Teatro Nuovo

Claudio Bisio in Father and Son


Teatro Nuovo di Verona, Rassegna Divertiamoci a teatro 21-22-23 gennaio 2015 22 gennaio ore 18.00 Incontro con il pubblico

regia Giorgio Gallione ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra con Claudio Bisio con i musicisti Laura Masotto (violino),Marco Bianchi (chitarra) regia Giorgio Gallione Teatro dell’Archivolto L’incontro con il pubblico, realizzato in collaborazione con L’Arena, si svolge il secondo giorno di spettacolo alle ore 18.00 presso il Teatro Nuovo.
Lo spettacolo tratta la tematica padre/figlio senza pudori e con un linguaggio tra l’ironico e il doloroso, tra il comico e il tragico, innescando riflessioni sull’attuale futuro dei nostri figli, sui concetti di libertà e di autorità. Porta a galla una società inadeguata di padri nevrotici e di figli isolati sprezzanti del confronto. Dalla mancanza di rapporto nasce un monologo interiore del padre  invadente quanto il figlio è assente a tratti spudoratamente sincero. Gli ingredienti per questo ritorno al teatro di Claudio Bisio sono inventiva, comicità, moralità in un testo di grande enfasi emotiva e teatrale, comica ed etica al tempo stesso.

Galleria Fotografica

DIVERTIAMOCI A TEATRO. In scena ancora stasera alle 21 al Nuovo «Father and son» tratto dai libri di Michele Serra

Bisio nella stanza del figlio
sta stretto tra diario e attualità

Simone Azzoni

Uno spettacolo sobrio e delicato in cui l’attore fatica a contenere la sua esuberante comicità e colpisce anche senza emozione

venerdì 23 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 47

Ci vuole un po’ per capire bene cos’è Father and son, l’atteso spettacolo di Claudio Bisio nella rassegna del «Divertiamoci a teatro», in scena ancora stasera alle 21 al Nuovo. Due musicisti, una stanza azzurra, una credenza appesa, un armadio pieno di sassi. Roba da De Chirico, apparentemente.
Un’ora e mezza di spettacolo sobrio, umile, delicato a tal punto che l’esuberante comicità dell’attore è stretta (e forse costretta) dentro la sintassi dei due testi di Michele Serra da cui Father trae ispirazione.
Sembra un soliloquio ma è un monologo, sembra un dialogo senza destinatario ma è anche allusione biografica. Sembra un diario ma è un racconto. Sembra autobiografico, tanto è presente e viva la cronaca della gioventù moderna, ma è troppo equilibrato e misurato, letterario, per assecondare e liberare le doti del noto comico. Bisio sta dentro il testo, lo accarezza accompagnandolo per mano sulle note dei musicisti Laura Masotto (violino) e Marco Bianchi (chitarra).
Le descrizioni della meglio gioventù sono i cammei di quel filone diaristico inaugurato qualche anno fa da Mario Capanna che scrisse al figlio la lettera sul Sessantotto. Così si vuole là nella regia di quel Giorgio Gallione compagno di tante avventure teatrali.
Fiducia tra regista e attore e quindi Bisio ogni tanto sale su un tavolo e sfora da Gli sdraiati (romanzo di Michele Serra edito da Feltrinelli) mescola un po’ di Breviario comico e qualche personalissimo guizzo arguto sulla nostra mala politica. Ma niente satira alla Charlie. Si resta nel tratteggio di un elegante tranche de vie del postmoderno.
I temi sul piatto, o meglio in quella stanza azzurra con tre porte come quella delle fiabe, sono un accumulo di incertezze e dubbi ( sassi nell’armadio): l’autorità, la motivazione giovanile, l’inerzia delle cose, l’effimero dell’apparenza. Nelle righe del giornalista di Repubblica l’ennesima autoanalisi (un po’ lesionista) della sinistra intellettuale, nel recitato di Bisio un divertito sguardo laterale, intimidito e dimesso di un padre senza madri e senza mogli. Ma anche senza figli che rispondono a domande inevase.
Forse non emoziona, ma forse ci parla del bisogno di padri nel filone di Beppe Fiorello ed Enrico Brignano. Forse quel Colle della Nasca, tormentone anche nel libro di Serra, è l’ennesima metafora dopo le pietre d’ardesia sul palco, una vetrina sospesa (come i dubbi?) o i tavoli in attesa di trasloco, in quell’entropia da mondo usato, da disordine etico e relativismo oscillante. Bisio in punta di piedi si accomoda delicatamente dentro spezzoni di testo nato e rimasto scritto come quella descrizione del negozio di felpe che sembra «atrio di un teatro d’avanguardia di Amburgo e salone di bellezza di Dubai; interpretazione molto vintage un po’ gay del terzo Reich, con commessi dalle pose da sci nautico nel mar dei Caraibi». Spettacolo sicuramente aiutato dalla musica, con finale che cita la canzone del titolo, leggero come i sassi che pendono dal soffitto del palco (altra metafora facile). Spettacolo godibile che scivola con la leggerezza di una seta nei cammei delle mille versioni di iPad, dell’amica Pia con i suoi mugugni onomatopeici. Ci commuove quando forse intuiamo che sul Colle Nasca sta salendo un nuovo Abramo con il suo Isacco. E ci fa sorridere di quei figli di cui non sappiamo se essere padri o amici, che conosciamo poco e male, evoluzione di una specie che non ci è dato sapere.

«Il testo parla della vita, passaggi di generazioni»

venerdì 23 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 47

Spiazza, dribbla, un po’ di qua un po’ di là, con allegri siparietti. Biso e il pubblico, finalmente libero dal copione di Father and son. «Lo spettacolo parla sì di un padre e un figlio, ma lo ritengo una metafora della continuità della vita, di un passaggio di testimone, forse per quello c’è solo un padre e un figlio maschio. Io ho chiesto a Michele Serra perché non c’è una figura femminile forte e lui mi ha detto che non parla di una famiglia, parla di qualcos’altro».
Padri che ritornano dopo il Sessantotto. «Ho scelto questo testo perché mi rappresenta e il fatto che il figlio del testo abbia quasi 18 anni, è una autocoscienza, è una cosa catartica, la mia». Fragile come un padre e come un figlio. Comunque sincero, una costante nei personaggi dell’attore.
«È una lotta pari, è un pareggio, mi piace prendere qualcosa di più dal testo, da quello che leggo, sennò farei solo un pelato cinquantenne simpatico».
Lo humor si coltiva? «Nasco più graffiante e mi sono ammorbidito con il tempo, ma mi piacciono le cose anche le cose un po’ scorrette». E a proposito della satira? Ci bastano due matite nel taschino se la censura lavora dietro le quinte? «Si va avanti, ognuno con il suo carattere, io con il tempo mi sono addolcito, non è importante esagerare, Charlie Hebdo invece lo ritiene importante, di mio gusto difendo il diritto di espressione, ci sono cose che non mi fanno ridere, così come troppa satira politica a tutti i costi. Grillo è arrivato a dare risposte, non a far domande. Il mio modello è sempre stato Gaber o Fo quello di Mistero buffo». Un sms alla Incontrada: «Domandatele quando verrà, come va in bicicletta».S.Azz.

DIVERTIAMOCI A TEATRO. In scena da mercoledì a venerdì al Nuovo

«Recito me stesso» Bisio racconta padri e figli di oggi

Simone Azzoni

L’attore nel monologo «Father and son» dai testi di Michele Serra «Gli sdraiati» e «Breviario comico». «È difficile comunicare con gli adolescenti»

domenica 18 gennaio 2015 SPETTACOLI, pagina 59
Non è la canzone di Cat Stevens: Father and son è il titolo del lavoro in scena da mercoledì a venerdì prossimi al Nuovo per la rassegna Divertiamoci a teatro. Lo spettacolo è in realtà ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra anche se il dialogo tra il padre e il figlio della già citata canzone ricorda in parte i contenuti di questo atteso ritorno alle scene di Claudio Bisio. Così, dopo il padre raccontato da Beppe Fiorello nel precedente Penso che un sogno così…, ora tocca al rapporto filiale raccontato dal comico, diretto dal regista Giorgio Gallione. Padre e figlio dunque, per parlare di un rapporto generazionale, costruito su un’educazione che cambia forme e contenuti. Un rapporto che spesso è assente o fragile perché ci sono i padri inconcludenti e incapaci, ma anche i figli inetti e apatici, persi nei loro cellulari o nei loro abbigliamenti troppo informali. Gli ingredienti per un monologo, per un soliloquio dolce amaro sulla società decadente e una generazione senza padri ci sono tutti e la penna di Michele Serra ha seminato, tra le invettive e i rimpianti, la sua proverbiale ironia sarcastica e affilata. Father and son è un monologo interiore, ma anche una ricerca di dialogo, un’apertura alle assenze, alle fughe da una società che predica e razzola male. Un racconto beffardo e tenero che oscilla tra satira e tragedia, cinismo e comicità. La forza narrativa di Serra si alterna a momenti struggenti e lirici, con la musica (Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra) in continuo dialogo con le parole di Bisio. «Ti guardo, stupefatto», recita il testo di Serra. «Tu mi guardi, stupefatto della mia stupefazione, e commenti: “È l’evoluzione della specie”. Penso che tu abbia ragione. Ma di quale specie, al momento, non ci è dato sapere». Questi i ragazzi che si defilano da una realtà di evasori fiscali, leggi elettorali in perenne discussione, poco lavoro e malcostume generalizzato. Una società in cambiamento, (liquida, direbbe il sociologo) ma in cui sono annegate le autorità e le libertà. Una società spaesata, «ridicola e zoppa, verbosa e inadeguata» per ragazzi in fuga, senza modelli e istituzioni, nemmeno quelle familiari. Ragazzi ma soprattutto figli indolenti, pigri, menefreghisti che fanno soffrire i padri, come ha rivelato a Repubblica lo stesso Bisio: «È la storia della mia vita di padre e forse quella di tanti che come Michele, come me, hanno figli adolescenti con cui non si comunica, fannulloni un po’ arroganti, sempre incollati al computer o al cellulare, indolenti e un po’ nemici, che non parlano, non litigano, ragazzi chiusi nei loro jeans a vita bassa, coi calzini poco puliti, lasciati sul pavimento di camere ridotte a veri suk».

DIVERTIAMOCI A TEATRO. Da questa sera a venerdì al Nuovo (alle 21). Regia di Giorgio Gallione

Di padre in figlio Monologo di solo andata

L’assenza di rapporto tra generazioni in «Father and Son» con Claudio Bisio. I testi sono presi da «Breviario comico» e «Gli sdraiati» di Michele Serra

Il rapporto padre-figlio radiografato senza pudori e con un linguaggio in continua oscillazione tra l’ironico e il doloroso, tra il comico e il tragico: è tutto ciò Father and Son, il monologo con Claudio Bisio in scena questa sera, domani e venerdì (alle 21) al Nuovo per la rassegna Divertiamoci a teatro Ispirato a Gli sdraiati e a Breviario comico di Michele Serra, per la regia di Giorgio Gallione, lo spettacolo è una riflessione sul nostro tempo inceppato e sul futuro dei nostri figli, sui concetti – entrambi consumatissimi – di libertà e di autorità, che rivela in filigrana una società spaesata e in metamorfosi, ridicola e zoppa, verbosa e inadeguata. Una società di «dopo-padri», educatori inconcludenti e nevrotici, e di figli che preferiscono nascondersi nelle proprie felpe, sprofondare nei propri divani, circondati e protetti dalle loro protesi tecnologiche, rifiutando o disprezzando il confronto. Da questa assenza di rapporto nasce un racconto beffardo e tenerissimo, un monologo interiore (ovviamente del padre, verboso e invadente quanto il figlio è muto e assente) a tratti spudoratamente sincero. La forza satirica di Serra si alterna a momenti lirici e struggenti, con la musica in dialogo con le parole. La società dalla quale i ragazzi si defilano è disegnata con spietatezza e cinismo: ogni volta che la evoca, il padre si rende conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga. È una società ritorta su se stessa, ormai quasi deforme, nella quale si organizza il primo raduno nazionale degli evasori fiscali, si medita di sostituire al Porcellum il ben più efferato Sputum, dove non è chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di non cedere il passo ai giovani o se i giovani si sdraiano perché è più confortevole che i vecchi provvedano a loro. In Father and Son l’inventiva sfrenata, la comicità, la brutalità, la moralità sono gli ingredienti del soliloquio che permette a Bisio di confrontarsi con un testo di grande forza emotiva e teatrale, comica ed etica al tempo stesso. «Annoto con zelo scientifico, e nessun ricamo letterario: sei sdraiato sul divano, immerso in un accrocco spiegazzato di cuscini e briciole, il computer acceso appoggiato sulla pancia», dice il padre. «Con la mano destra digiti qualcosa sull’iPhone. La sinistra regge con due dita un lacero testo di chimica. Tra lo schienale e i cuscini vedo l’avanzo di uno dei tuoi alimenti preferiti: un wurstel crudo. La televisione è accesa, a volume altissimo, su una serie americana nella quale due fratelli obesi, con un lessico rudimentale, spiegano come si bonifica una villetta dai ratti. Alle orecchie hai le cuffiette collegate all’iPod: è possibile, dunque, che tu stia anche ascoltando musica. Non essendo quadrumane, purtroppo non sei ancora in grado di utilizzare i piedi per altre connessioni; ma si capisce che le tue enormi estremità, abbandonate sul bracciolo, sono un evidente banco di prova per un tuo coetaneo californiano che troverà il modo di trasformare i tuoi alluci in antenne, diventando lui miliardario, e tu uno dei suoi milioni di cavie solventi… Ti guardo, stupefatto. Tu mi guardi, stupefatto della mia stupefazione, e commenti: “È l’evoluzione della specie”. Penso che tu abbia ragione. Ma di quale specie, al momento, non ci è dato sapere».

Claudio Bisio su Wikipedia

Claudio Bisio

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Claudio Bisio (Novi Ligure19 marzo 1957) è un attorecabarettistaconduttore televisivo e scrittore italiano.

Biografia

Nato a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, e cresciuto a Milano, Bisio ha conseguito il diploma presso la Civica scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano. Negli anni settanta, studente del Liceo Scientifico “Luigi Cremona” di Milano, fu attivista di Avanguardia Operaia, alternando l’impegno politico, con la passione per il teatro e incominciando a recitare al Centro sociale Leoncavallo. Molto bravo, la sua insegnante del Piccolo gli consigliò di giocare la carta della comicità. Claudio Bisio è risolutamente ateo: il 30 dicembre 2004 scrive di suo pugno, sul proprio blog denominato ClaudioBisio: “Io storicamente, culturalmente, per tradizione di famiglia, sono ateo“.

Carriera

I riferimenti artistici di Bisio che resteranno nel tempo sono tre:

  • il gruppo di Comedians che fa capo a Paolo Rossi e a Gabriele Salvatores, che gli aprirà la strada alle prime apparizioni sul palcoscenico e sul piccolo e grande schermo. Infatti Bisio apparirà nel 1990 nel videoclip della canzone Megu MegUn di Fabrizio De Andrè per la regia dello stesso Gabriele Salvatores.
  • il palcoscenico dello Zelig, localino alternativo nella prima periferia nord milanese che Bisio contribuirà nel tempo a rendere un luogo di culto (addirittura oramai quasi sinonimo di cabaretmilanese in una ideale staffetta col Derby degli anni settanta e ottanta), fino ai recenti spostamenti nel più ampio spazio del Teatro tenda di Sesto San Giovanni e nel più comodo Teatro degli Arcimboldi.
  • Sergio Conforti, in arte Rocco Tanica, tastierista e compositore nonché co-leader del gruppo Elio e le Storie Tese, che lo aiuterà a coltivare una interessante carriera parallela di cantante.

La sua prima apparizione significativa in televisione è la partecipazione al programma Zanzibar (1988), una sorta di sitcom ante litteram in cui compare tra gli altri anche David Riondino, già lanciato da alcuni riusciti tormentoni musicali al Maurizio Costanzo ShowGigio AlbertiAntonio CataniaAngela FinocchiaroKarina HuffSilvio Orlando. Il suo ruolo è quello di Italo, un cliente, meccanico, comunista e milanista. Dopo alcune partecipazioni a programmi televisivi ideati da Paolo Rossi (Su la testa! e Cielito lindo), insieme a degli esordienti di talento come Antonio AlbaneseMaurizio Milani e Aldo Giovanni e Giacomo, al principio degli anni novanta Bisio ottiene un sorprendente successo come cantante sui generis o rapper alla casseoula con la genialeRapput, scritta a quattro mani con Rocco Tanica, a cui seguirà l’esilarante album Paté d’animo, dove comunque Bisio si dimostra del tutto all’altezza anche come cantante vero e proprio.

Nel 1978 lavora nel progetto NBA in Italy, giocando nella squadra Palse&Fish e diventando uno dei migliori schiacciatori italiani, l’anno seguente vince anche un trofeo, il GoldenLobe. Contemporaneamente, si trova a giocare nella squadra vincente di Salvatores che vince l’Oscar conMediterraneo, riproponendosi poi in un eccezionale duetto interpretativo con Diego Abatantuono in Puerto Escondido, con cui si toglie lo sfizio di smentire la sua insegnante del “Piccolo” con un ruolo che sarebbe riduttivo etichettare come comico, ancora più incisivo e asciutto in contrapposizione ai ben noti gigioneggiamenti del partner (Bisio era già apparso in un ruolo a cavallo fra dramma e comicità anche nel secondo film di Salvatores, Kamikazen – Ultima notte a Milano). Sempre insieme ad Abatantuono, è protagonista della famosa scena del benzinaio nel filmTurné, sempre di Salvatores. Con il 1996 comincia il suo fortunato sodalizio con la pubblicità, lavorando con registi come Daniele Luchetti e Muccino, e dimostrando una straordinaria adeguatezza al mezzo. Ancora insuperata per surreale follia la prima apparizione, in cui dialoga col maiale. Nella primavera 1997conduce su Italia 1 insieme ad Antonella Elia Facciamo Cabaret, antesignano del fortunato Zelig. Bisio è anche presenza fissa nelle stagioni 19971998 e 19981999 di Mai dire gol, dove restano memorabili il personaggio indovinatissimo e quasi profetico del procuratore calcistico Micio, cinico e maneggione, e del “luminare” Dott. Imbruglia, incapace e un po’ passato di cottura. Anche qui, Bisio si dimostra adeguatissimo ai tempi comici della trasmissione e alla feroce competizione dialettica con la Gialappa’s Band, che aveva viceversa portato alcuni comici e conduttori vicini all’esaurimento nervoso. Nel 1997, sotto la regia di Martelli, esce per la Rai una fiction TV in due parti dal titolo Un giorno fortunato, dove interpreta il ruolo di un paziente. Partecipano anche Fabio Fazio ed Enzo Jannacci nella parte di medici. La fiction è stata girata per le scene esterne ad Imperia, provincia della terra Ligure, e per le scene interne a Roma. Successivamente ad una prosecuzione della carriera di attore cinematografico con il film Asini del 1999 e ad una intensa attività teatrale, col nuovo secolo Bisio si scopre conduttore, e successivamente conduttore-fantasista con riuscite incursioni anche nel ballo, sul palcoscenico di Zelig.

Rimane comunque legato al teatro: è del 2005 la sua tournée nel monologo di Pennac Grazie. Nel 2003 partecipa come ospite del Cd degli Ossi Duri “X”, omaggio a Frank Zappa, per il decennale della sua morte, dove inframmezza i brani con “sproloqui” insieme a Rocco Tanica, pianolista degli Elio e le storie tese. Nell’estate del 2006 porta in giro lo spettacoloCoèsi se vi pare in collaborazione con gli Elio e le Storie Tese; venti date in giro per l’Italia per un mese di tournée terminata la quale si rimette nei panni dell’attore per girare i film Natale a New York e Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi (quest’ultimo però uscito l’anno successivo). Ha partecipato al doppiaggio dei film d’animazione L’era glacialeL’era glaciale 2 – Il disgeloL’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri e L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva, prestando la voce al bradipo Sid utilizzando un tono di voce molto particolare che lo rende quasi irriconoscibile, ma che ha contribuito a rendere il bradipo estremamente simpatico e popolare in Italia. Nel 2007 è protagonista con Sabrina Ferilli del film per la televisione Due imbroglioni e… mezzo!. Nel 2008 canta nella canzone La lega dell’amore nell’album Studentessi di Elio e le Storie Tese, canzone già eseguita dal vivo nel tour del 2006; la partecipazione agli album del gruppo milanese, limitatamente a intermezzi parlati, risale addirittura al loro primo album, Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu del 1989, cui seguirono camei in Italyan, Rum Casusu Çikti del 1992 e Cicciput del 2003. Sempre nel 2008 partecipa come ospite a sorpresa a una puntata di Buona la prima, trasmissione totalmente improvvisata di Ale e Franz su Italia 1, e torna al cinema con i film Amore, bugie e calcetto e Si può fare, mentre nel 2009 è nel cast di Ex (per il quale riceve la candidatura al David di Donatello e al Nastro d’Argento come “miglior attore non protagonista”) e I mostri oggi. Nel 2010 è protagonista dei film Benvenuti al sud di Luca Miniero e nuovamente diretto da Fausto Brizzi nel filmMaschi contro femmine. Nel 2011 è stato protagonista anche del seguito di entrambi: Benvenuti al Nord e Femmine contro maschi, uscito nelle sale il 4 febbraio 2011. Nel 2012, dopo 15 anni, abbandona la conduzione di Zelig a tempo indeterminato, dichiarando di volersi prendere una pausa per potersi dedicare ad altre attività, e il 14 gennaio 2013 è primo ospite della nuova edizione, condotta da Teresa Mannino e Michele Foresta. Il 16 febbraio seguente partecipa come ospite all’ultima serata del Festival di Sanremo, condotto da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

Vita privata

Ha due figli, Alice e Federico, avuti dalla moglie Sandra Bonzi con cui è sposato dal 23 agosto 2003.

Filmografia

Cinema

Doppiaggio[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paté d’animo, scritto e cantato con Rocco Tanica. Il singolo Rapput arrivò primo in classifica nell’estate 1991.
  • “X” degli Ossi Duri, dove inframmezza i brani con “sproloqui” insieme a Rocco Tanica, tastierista degli Elio e le storie tese.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • Sogno di una notte di estate, 1981 (G. Salvatores)
  • Nemico di Classe (di N. Williams), 1983 (E. De Capitani)
  • Café Procope, 1985 (G. Salvatores)
  • Comedians (di T. Griffiths), 1985 (G. Salvatores)
  • Morte accidentale di un anarchico, 1987 (D. Fo)
  • Guglielma, 1990 (G. Alberti)
  • Aspettando Godo, 1991 (P. Galassi)
  • Le nuove mirabolanti avventure di Walter Ego, 1993
  • Tersa Repubblica, 1994-1995
  • Monsieur Malaussène au théâtre (di Daniel Pennac), 1997-2001 (G. Gallione)
  • La buona novella (di Fabrizio De André), 2000-2001 (G. Gallione)
  • Appunti di viaggio, 2002 (G. Gallione)
  • I bambini sono di sinistra, 2003 (G. Gallione)
  • Grazie (di Daniel Pennac), 2005 (G. Gallione)
  • Coèsi se vi pare (con Elio e le Storie Tese), 2006

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

  • Quella vacca di Nonna Papera. Baldini&Castoldi Tascabili, 1993.
  • Prima comunella poi comunismo. Baldini&Castoldi, 1996ISBN 88-8490-185-5.
  • I bambini sono di sinistra Einaudi2005
  • Doppio misto. Autobiografia di coppia non autorizzata Feltrinelli2008

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Conduzioni televisive[modifica | modifica wikitesto]

Fiction[modifica | modifica wikitesto]

Audiolibri

Riconoscimenti

David di Donatello
Anno Titolo Categoria Risultato
2009 Si può fare Migliore attore protagonista Candidatura
Ex Migliore attore non protagonista Candidatura
2011 Benvenuti al Sud Migliore attore protagonista Candidatura
Nastro d’argento
Anno Titolo Categoria Risultato
2009 Ex Migliore attore non protagonista Candidatura
2011 Benvenuti al sud Migliore attore protagonista Candidatura

Collegamenti esterni

Presentato in anteprima al Teatro Alighieri, nell’ambito del prestigioso Ravenna Festival dal 25 al 27 giugno 2014, “Father and Son” è il nuovo spettacolo che vede Claudio tornare a teatro calandosi nei panni di un padre che parla al figlio adolescente. Ispirato a “Gli Sdraiati” di Michele Serra e diretto da Giorgio Gallione, “Father and Son” racconta, infatti, il rapporto padre/figlio radiografato senza pudori e con un linguaggio in continua oscillazione tra l’ironico e il doloroso, tra il comico e il tragico. Quello che parla è un padre di oggi, privo delle sicurezze e dell’autorità dei suoi predecessori, dotato dell’arma dell’ironia e del sarcasmo. È un padre contraddittorio, in continua oscillazione tra la spinta a sgridare e quella a soccorrere, quello che si confronta con un figlio tatuato, sempre connesso, avvolto nella sua felpa e – soprattutto – sdraiato.

“Annoto con zelo scientifico, e nessun ricamo letterario: sei sdraiato sul divano, immerso in un accrocco spiegazzato di cuscini e briciole, il computer acceso appoggiato sulla pancia. Con la mano destra digiti qualcosa sull’I-Phone. La sinistra regge con due dita un lacero testo di chimica. Tra lo schienale e i cuscini vedo l’avanzo di uno dei tuoi alimenti preferiti: un wurstel crudo. La televisione è accesa, a volume altissimo, su una serie americana… Alle orecchie hai le cuffiette collegate all’iPod: è possibile, dunque, che tu stia anche ascoltando musica. Non essendo quadrumane, purtroppo non sei ancora in grado di utilizzare i piedi per altre connessioni; ma si capisce che le tue enormi estremità, abbandonate sul bracciolo, sono un evidente banco di prova per un tuo coetaneo californiano che troverà il modo di trasformare i tuoi alluci in antenne, diventando lui miliardario, e tu uno dei suoi milioni di cavie solventi… Ti guardo, stupefatto. Tu mi guardi, stupefatto della mia stupefazione, e commenti: ‘È l’evoluzione della specie’. Penso che tu abbia ragione. Ma di quale specie, al momento, non ci è dato sapere.”

Così recita Bisio – accompagnato dalle musiche scritte da Paolo Silvestri e portate in scena da Laura Masotto (violino) e Marco Bianchi (chitarra) – in un crescendo emotivo che, dopo aver strappato risate, riesce a commuovere fino alle lacrime. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro dell’Archivolto in collaborazione con Solea, debutterà a Genova il 12 gennaio 2015 e chiuderà la tournée il 3 aprile presso il teatro Strehler di Milano. Queste le tappe della tournée 2015:

  • 12-14 gennaio 2015 Genova, Teatro Gustavo Modena
  • 16-17 gennaio Locarno, Palazzetto Fevi
  • 19-20 gennaio Torino, Teatro Colosseo
  • 21-23 gennaio Verona, Teatro Nuovo
  • 24-25 gennaio Bergamo, Teatro Creberg
  • 27 gennaio – 1 febbraio Napoli, Teatro Bellini
  • 17-22 febbraio, Firenze, Teatro della Pergola
  • 23 febbraio Empoli, Teatro Excelsior
  • 25-26 febbraio Udine, Teatro Nuovo
  • 27 febbraio – 1 marzo Pordenone, Teatro Verdi
  • 3 – 5 marzo Carpi, Teatro Comunale
  • 6-8 marzo Pavia, Teatro Fraschini
  • 10 marzo Todi, Teatro Comunale
  • 11-15 marzo Perugia, Teatro Morlacchi
  • 17-22 marzo Mestre, Teatro Toniolo
  • 24 marzo – 3 aprile Milano, Teatro Strehler

 

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