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MOMIX Alchemy al Teatro romano fino all’11 agosto


Brevi video dalla prima di Alchemy dei MOMIX al Teatro romano ieri sera:

[learn_more caption=”Comunicato stampa Estate teatrale veronese”]

Martedì 30 luglio debutta al Teatro Romano  Alchemy, l’attesissimo nuovo spettacolo di Moses Pendleton che vede in scena per dodici serate i Momix.

VERONA – Cresce l’attesa per Alchemy, il nuovo spettacolo dei Momix con cui martedì 30 luglio alle 21.15 prosegue la sezione danza dell’Estate Teatrale Veronese. Dopo il debutto, repliche tutte le sere (ad eccezione di lunedì 5 agosto) fino all’ 11 agosto. Sulla scia dello strepitoso successo del 2010 con oltre ventimila spettatori, la funambolica compagnia fondata e diretta da Moses Pendleton (che di Alchemy è autore e coreografo) torna al Teatro Romano con un evento speciale andato in scena in prima mondiale lo scorso febbraio. Lo spettacolo (a Verona in esclusiva estiva per il Nord Italia) svela i segreti dei quattro elementi primordiali – terra, aria, acqua e fuoco – creando arcane suggestioni in grado di trasportare lo spettatore in una dimensione surreale. «Gli antichi alchimisti – sottolinea Pendleton – non lavoravano da soli: evocavano gli spiriti perché li aiutassero nei loro riti segreti. Allo stesso modo gli interpreti di Alchemy si elevano ad “apprendisti stregoni” per esplorare i più reconditi meandri alchemici attraverso la magica spiritualità e la parallela corporeità della danza».

In una felice commistione di danza contemporanea e di illusionismo, su musiche di autori vari (tra cui Danna & Clement, Daimon, Escala, Ennio Morricone,  Oreobambo, Magna Canta,  Liquid Bloom e Silvard) e in un’atmosfera che sottolinea forti istanze ecologiste, due frasi di Moses Pendleton riportate sul programma di sala sintetizzano lo spettacolo: la prima è che “da qualche parte c’è sempre l’oro se scavi a fondo”, la seconda è “se non cogli il ritmo, non cogli il succo”. Ci prova gusto, Pendleton, ad assemblare fenomenologie scientifiche e letterarie e così, in linea con la multimedialità fiabesca dei suoi spettacoli, tira in ballo lo scienziato Isaac Newton e il poeta-scrittore William Butler Yeats. «Il mutamento dei corpi in luce e della luce nei corpi – sottolinea Pendleton citando Newton – è strettamente conforme al corso della natura che sembra prediligere le trasformazioni». Di Butler Yeats fa invece suo un poetico passo notturno di Rosa alchemica: «Scostai le tende e guardai fuori nel buio, e alla mia fantasia turbata tutti quei puntini di luce che riempivano il cielo parvero i fornelli di innumerevoli alchimisti divini, che lavorassero continuamente a trasformare il piombo in oro, la stanchezza in estasi, i corpi in anime, la tenebra in Dio; e di fronte alla loro opera perfetta avvertii il peso della mia condizione di mortale, e invocai a gran voce, come tanti altri sognatori e letterati di questa nostra età hanno invocato, la nascita di quella raffi nata bellezza spirituale che sola potrebbe sollevare e rapire anime gravate di tanti sogni».

Presenti da numerose stagioni nel cartellone dell’Estate Teatrale Veronese – nove volte, compresa questa, nell’arco di diciannove anni – i Momix hanno dato vita a una vera e propria momixmania mandando puntualmente in visibilio il pubblico del Teatro Romano: dal debutto con Passion (1994) sulla colonna sonora di Peter Gabriel a Baseball (1995), da Happy Birthday! (2000) a Opus Cactus (2001), da Sun Flower Moon (2005) alla ripresa di Passion (2007) fino all’ennesimo grande successo del 2009 con  Bothanica e a quello del 2010 con Momix remix, spettacolo concepito appositamente per il Teatro Romano per festeggiare i trent’anni del gruppo.

E anche quest’anno, con Alchemy, è momixmania: sono infatti quasi esaurite le recite della prima settimana, mentre – buon per i fan – c’è ancora disponibilità per quelle della settimana successiva. Info ai numeri 0458066488 e 0458066485.

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VenerAzioni di fine agosto: il Teatro romano calza rosso per raccontare il femminicidio


Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini

Per prenotare i posti disabile in carrozzina + accompagnatore (1 ingresso + 1 omaggio)   agli spettacoli di VenerAzioni contattare

Verona Box Office s.r.l.

Via Adigetto, 6  37122 Verona-Italy

tel 045/8034165 fax 045/8026490

[learn_more caption=”26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in Terrybilmente divagante”]26 agosto Verona, Teatro Romano – Teresa Mannino in “Terrybilmente divagante”
Teresa Mannino è una presenza solare del panorama comico italiano, ha dimostrato di avere le capacità per coniugare una raffinata tecnica attoriale con un’improvvisazione assolutamente spontanea e originale. Laureata in filosofia a Palermo e poi in recitazione al Teatro Carcano di Milano, fortemente legata alla sua Sicilia, è una comica, cabarettista, attrice e conduttrice televisiva. Ha portato il suo cabaret nel piccolo schermo fino a condurre Se stasera sono qui su La7 e Zelig su Canale 5. Ha recitato per il grande schermo in sei film tra cui due diretti da Carlo Vanzina. Sul palcoscenico Teresa racconta, sorride e allo stesso tempo graffia. Teresa ha la dolce consapevolezza del fuori luogo, della bimba siciliana che ama Heidi, nella sua Palermo la chiamano ‘la milanese’. E’ costantemente in bilico fra mondi contrapposti: il Nord operoso e il Sud filosofico; l’universo operoso femminile e quell’infantile materialista maschile. Teresa racconta e chiacchiera. Con la spontaneità di chi si trova su un palcoscenico, però conserva la stessa immediatezza che avrebbe in un salotto. Ovviamente in un salotto senza pretese di mondanità, un salotto qualsiasi, in un pomeriggio qualsiasi, mentre in cucina la mamma sta preparando il the, da accompagnare ovviamente con le paste, tanto per lei i problemi di linea non esistono.
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[learn_more caption=”27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in Ferite a morte”]27 agosto Verona, Teatro Romano – Serena Dandini e altre artiste in “Ferite a morte”

Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda.
Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni.
Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.
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[learn_more caption=”30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà”]
30 agosto Verona, Teatro Romano – Paola Turci, Marina Rei, Cristina Donà
Paola Turci
Paola Turci esordisce nel 1986 al Festival di Sanremo, dove ritornerà altre 9 volte. Affianca al successo di critica di quegli anni, un crescente apprezzamento del pubblico, sia nel live che nelle produzioni discografiche. Il suo percorso artistico è ricco di numerose collaborazioni, da quella con Riccardo Cocciante a quelle con Luca Carboni, Vasco Rossi, Carmen Consoli e Max Gazzè. La discografia di questa artista è ricca di album importanti, che toccano i temi dell’amore, dell’universo femminile, della libertà. Le sue esperienze toccano anche altri ambiti artistici con collaborazioni anche molto particolari come quella avviata con Giorgio Rossi, uno dei coreografi e danzatori italiani più creativi, col quale ha firmato il “concerto danzato” Cielo concerto per un corpo sonoro e una voce danzante.

Marina Rei
Marina Rei debutta nel 1994 e partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1996 con il pezzo “Al di la di questi anni”, col quale vince il Premio della Critica. Da allora ha pubblicato 8 album l’ultimo dei quali, “La conseguenza naturale dell’errore” è uscito nel settembre 2012 e anticipato dal singolo “Qui è dentro” che tratta il delicato tema delle carceri italiane sovraffollate, una canzone che nasce da una raccolta di lettere messe insieme dal giornalista Riccardo Arena. “La cosa che mi ha colpito di più di queste parole – spiega l’artista romana – è il fatto che i detenuti non chiedono uno sconto della pena né la grazia ma solo vivere la loro condizione in maniera dignitosa. Ci sono ben 13mila persone in attesa di giudizio, questo vuol dire che non sono stati riconosciuti né colpevoli né innocenti ma sono in carcere lo stesso.”

Cristina Donà
Chi già conosce e ama quest’artista sa che da lei ci si aspetta l’inatteso, l’ingrediente imprevedibile che nell’esperienza live ha sempre ipnotizzato e creato una forte empatia con le migliaia di persone che riempiono i suoi concerti. Cristina Donà è molto legata alle versioni acustiche dei suoi brani (l’album “Piccola Faccia” del 2008 ne è un esempio), all’essenza della canzone e ogni tanto le piace rispolverare questa dimensione per riappropriarsi di quell’ossatura nuda ed essenziale. In occasione del concerto di Verona, Cristina ha pensato, di raccontare se stessa attraverso una sorta di story-telling preparato per l’occasione. Ad affiancarla in quest’avventura ci sarà Saverio Lanza, polistrumentista e produttore dell’ultimo, fortunato album “Torno a casa a piedi” (2011).[/learn_more]