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Foto e video gallery “Ferite a morte” al Teatro romano di Verona

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teatro romano pieno Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Il pubblico del Teatro romano

maura misiti Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Maura Misiti

Serena Dandini Anna Leso Martedì 27 agosto 2013 alle ore 21, al Teatro Romano di Verona va in scena “Ferite a morte”, uno spettacolo di Serena Dandini sulla realtà sempre tremendamente attuale del femminicidio. Ferite a morte scritto e diretto da SERENA DANDINI a sostegno della convenzione NO MORE Contro la violenza maschile sulle donne – femminicidio una produzione MISMAOND Di ritorno da Bruxelles, dove è stato rappresentato nella sede del Parlamento Europeo, il reading Ferite a morte - tratto dal libro omonimo di Serena Dandini edito da Rizzoli – fa tappa a Verona nell’ambito del cartellone VenerAzioni 2013. Lo spettacolo vede la partecipazione, tra le altre, di Serena Dandini, Maura Misiti, Lella Costa, Orsetta De Rossi, Sonia Bergamasco, Gigliola Cinquetti.

Serena Dandini, Anna Leso

scarpe rosse Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Scarpe rosse contro il femminicidio

sonia bergamasco Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Sonia Bergamasco

serena dandini Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Serena Dandini

Martedì 27 agosto 2013 alle ore 21, al Teatro Romano di Verona va in scena “Ferite a morte”, uno spettacolo di Serena Dandini sulla realtà sempre tremendamente attuale del femminicidio. Ferite a morte scritto e diretto da SERENA DANDINI a sostegno della convenzione NO MORE Contro la violenza maschile sulle donne – femminicidio una produzione MISMAOND Di ritorno da Bruxelles, dove è stato rappresentato nella sede del Parlamento Europeo, il reading Ferite a morte - tratto dal libro omonimo di Serena Dandini edito da Rizzoli – fa tappa a Verona nell’ambito del cartellone VenerAzioni 2013. Lo spettacolo vede la partecipazione, tra le altre, di Serena Dandini, Maura Misiti, Lella Costa, Orsetta De Rossi, Sonia Bergamasco, Gigliola Cinquetti.

dj

Orsetta de' Rossi Martedì 27 agosto 2013 alle ore 21, al Teatro Romano di Verona va in scena “Ferite a morte”, uno spettacolo di Serena Dandini sulla realtà sempre tremendamente attuale del femminicidio. Ferite a morte scritto e diretto da SERENA DANDINI a sostegno della convenzione NO MORE Contro la violenza maschile sulle donne – femminicidio una produzione MISMAOND Di ritorno da Bruxelles, dove è stato rappresentato nella sede del Parlamento Europeo, il reading Ferite a morte - tratto dal libro omonimo di Serena Dandini edito da Rizzoli – fa tappa a Verona nell’ambito del cartellone VenerAzioni 2013. Lo spettacolo vede la partecipazione, tra le altre, di Serena Dandini, Maura Misiti, Lella Costa, Orsetta De Rossi, Sonia Bergamasco, Gigliola Cinquetti.

Orsetta de’ Rossi

Lella Costa Martedì 27 agosto 2013 alle ore 21, al Teatro Romano di Verona va in scena “Ferite a morte”, uno spettacolo di Serena Dandini sulla realtà sempre tremendamente attuale del femminicidio. Ferite a morte scritto e diretto da SERENA DANDINI a sostegno della convenzione NO MORE Contro la violenza maschile sulle donne – femminicidio una produzione MISMAOND Di ritorno da Bruxelles, dove è stato rappresentato nella sede del Parlamento Europeo, il reading Ferite a morte - tratto dal libro omonimo di Serena Dandini edito da Rizzoli – fa tappa a Verona nell’ambito del cartellone VenerAzioni 2013. Lo spettacolo vede la partecipazione, tra le altre, di Serena Dandini, Maura Misiti, Lella Costa, Orsetta De Rossi, Sonia Bergamasco, Gigliola Cinquetti.

Lella Costa

Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Serena Dandini, Anna Leso

pubblico teatro romano Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

delia scala Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Delia Scalia

Anna Leso

Anna Leso

sei tu romeo? dopo ferite a morte

Sei tu, Romeo – Laura Toffaletti e Iaia Zanella

gigliola cinquetti Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Gigliola Cinquetti

Spoon river

Spoon river

tiziana valpiana Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Tiziana Valpiana

Applausi

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marisa mazzi Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Marisa Mazzi

Scarpe rosse

Scarpe rosse

lella costa Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Lella Costa

dj set

dj set

chiara Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Chiara

lella costa Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia dall’esatto punto in cui si trova ora e riprende vita e spessore, uscendo finalmente da una catalogazione arida e fredda. Serena Dandini, con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice del CNR, ha scritto una breve storia per ciascuna di loro, pensata in chiave teatrale per sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni. Sul palco, a interpretare le vittime, le più importanti attrici italiane e donne della società civile che si alternano a dare voce a queste storie, in uno spettacolo teatrale drammatico, ma giocato, a contrasto, su un linguaggio leggero e coi toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.

Lella Costa

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Serena Dandini e Maura Misiti in Ferite a morte
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Sonia Bergamasco in Ferite a morte, Teatro Romano 27 agosto 2013
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Marisa Mazzi in Ferite a morte
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Serena Dandini in Ferite a morte, Teatro Romano 27 agosto 2013
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Orsetta de’ Rossi In Ferite a morte, Teatro romano

Con la partecipazione di Anna Leso, Assessore Pari Opportunità del Comune di Verona

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