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La targa dedicata al poeta Ippolito Pindemonte


Oggi anniversario della morte del poeta veronese Ippolito Pindemonte, la targa in via Leoni a lui dedicata recita:

Ippolito Pindemonte poeta mesto
e gentile a 18 novembre 1828
finì tra queste mura la vita che
il Foscolo disse virilmente
modesta

Ippolito Pindemonte (Verona, 13 novembre 1753 – Verona, 18 novembre 1828) è stato un poeta e letterato italiano.

Biografia

Di nobile famiglia veronese, studiò a Modena presso il Collegio dei Nobili di San Carlo e a Verona ricevendo un’educazione di tipo classico. In giovinezza viaggiò molto in Italia (Roma, Napoli e la Sicilia), Francia, Germania e Austria. Il 2 novembre del 1779 il Pindemonte visitò le Catacombe dei Cappuccini di Palermo e ne rimase colpito tanto profondamente da trarne l’ispirazione d’un suo carme. Nel periodo della Rivoluzione francese si trovava presso Parigi con Vittorio Alfieri: pur apprezzando gli ideali rivoluzionari, alle violenze del Terrore contrappose sempre il desiderio di pace nell’abbandono alla contemplazione della natura. Subendo l’influenza del poeta inglese Thomas Gray e del poeta svizzero Salomon Gessner, la sua poesia è di stampo neoclassico, con chiari elementi che si avvicinano alla nuova sensibilità romantica. Ottenne un premio dall’Accademia della Crusca, di cui divenne membro. Morì nel 1828, un anno dopo il suo caro amico Ugo Foscolo.

Opere

La sua opera più nota è sicuramente la traduzione dell’Odissea, che ebbe grandissimo successo e numerose edizioni e ristampe, malgrado non riuscisse a trasmettere il senso epico dell’originale.

Fu poi autore di due raccolte affini per spirito e temi: Poesie campestri (prima edizione del 1788) e le Prose campestri (1794), nelle quali meglio si esprime la poetica del Pindemonte.

Scrisse le Epistole (1805) e i Sermoni poetici (1819); fu anche autore di diverse tragedie, tra cui Arminio (1804), in cui si nota l’influenza della poesia ossianica.

Il poemetto I cimiteri fu lasciato incompiuto dall’autore alla notizia che il Foscolo stava per dare alle stampe I sepolcri: questi dedicò il carme proprio al Pindemonte. Tuttavia, l’anno successivo alla pubblicazione del capolavoro foscoliano, Pindemonte pubblicò un omonimo carme I sepolcri, dove il tema cimiteriale è trattato su un piano più privatamente affettivo, contrariamente a quanto aveva inteso fare Foscolo con la sua poesia civile.

Preromanticismo

La poetica di Pindemonte, seppur classicista, ha in sé un’inquietudine, uno spirito melanconico e una vicinanza ai temi sentimentali, che a tratti l’avvicinano alla nuova poetica romantica: per questo fu considerato dai romantici un precursore.