Gianfranco de Bosio e signora alla prima di Aida all'Arena di Verona per il Festival del Centenario Teatro Nuovo

Il Teatro Nuovo festeggia i 90 anni Gianfranco De Bosio



Buon compleanno Maestro De Bosio

16 Settembre 2014 ore 18.00 / Teatro Nuovo di Verona

Gianfranco De Bosio

Teatro – Cinema – Televisione – Opera Lirica – Poesia

Il teatro di prosa: Ruzante

con Marcello Bartoli, Alvise Battain, Stefania Felicioli, Michela Martini, Virginio Zernitz ed altri interpreti
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Programma dei festeggiamenti per Gianfranco de Bosio in formato pdf

GIANFRANCO DE BOSIO

«Lavoro e insegno sempre
È il regalo per i miei 90 anni»

venerdì 15 agosto 2014 SPETTACOLI, pagina 48

Novant’anni il prossimo 16 settembre: è il traguardo che sta per raggiungere Gianfranco De Bosio. Il famoso regista veronese sarà festeggiato per l’occasione con una serie di manifestazioni dal giorno del suo compleanno al 23 ottobre. «Posso ancora sorridere», ci racconta, «facendo tutti i debiti scongiuri, perché sono ancora in piena attività, grazie soprattutto alla salute».
Di questo passo
festeggeremo anche il suo centenario…
Approssimandosi il momento del saluto al mondo è meglio non crederci troppo e invece fare bene quello che ti capita, giorno per giorno.
Intanto prosegue la sua regia dell’Aida storica.
Prosegue. A ogni stagione è necessario compiere qualche aggiornamento, qualche aggiustamento perché cambiano i protagonisti. Anche in questa edizione, al quarto atto, ho introdotto qualche novità per rendere ancora più suggestiva la conclusione.
La sua attività all’estero?
Ho ancora da seguire un Don Giovanni all’Opera di Budapest e il Ballo in maschera alla Staatsoper di Vienna. Sono due grandi spettacoli. Quello in Ungheria è al terzo anno di replica. Il Ballo è invece nato ancora molti anni fa, con Claudio Abbado e Luciano Pavarotti, ma continua a essere rappresentato, col criterio dei teatri di repertorio, dove ci sono trenta opere in cartellone e una compagnia stabile.
Sono criteri europei lontani dalla nostra tradizione?
Certamente. Mentre una Scala e una Fenice producono 190 serate in un anno, col criterio ancora del teatro ottocentesco, i tedeschi e gli ungheresi producono costantemente sette e anche otto spettacoli alla settimana (con qualche matinée al sabato o alla domenica riservato ai ragazzi), come fossero delle autentiche aziende, con cento cantanti fissi. Quello che in Italia è ancora un sogno e che forse non si avvererà mai. È una fortuna andare in questi teatri.
Sappiamo di un suo prossimo debutto.
Si, a marzo debutterò con la regia di un’opera mai affrontata in passato: Maria Stuarda di Donizetti, in un teatro della Slovacchia, vicino al confine ungherese.
Continua a insegnare a Milano?
Certamente. Alla scuola del Piccolo Teatro, dove è obbligatorio il Ruzante. Stiamo reclutando un migliaio di giovani allievi per ottenere trenta candidati che si cimenteranno in questa nuova storica lingua veneta per portarla in scena. I ragazzi si divertono molto e non vedo alcuna resistenza da parte loro.
Alla serata del suo compleanno, 16 settembre, parteciperanno anche membri storici della sua compagnia teatrale all’Università di Padova degli anni Cinquanta?
Si, ci saranno: Marcello Bartoli, Alvise Batain, Stefania Felicioli, Michela Martini, Virgilio Zernitz. Interverranno poi gli alcuni allievi dei miei corsi su Ruzante.
Da chi è nata l’idea di questi festeggiamenti
per i suoi novant’anni?
Dall’Istituto internazionale per l’Opera e la poesia e dall’amico Paolo Valerio. Devo ringraziare il Comune di Verona e tutti i suoi preziosi collaboratori per aver messo a disposizione le strutture che ospiteranno gli eventi, la Sala Farinati della Biblioteca Civica, la sala convegni della Gran Guardia, le sale dell’Università della Terza età a Sant’Eufemia, nonché il Conservatorio e la proprietà di Villa Serego Alighieri.

CINEMA. Oggi proiezione di due opere del novantenne regista veronese

Betìa e Resistenza, il segno di De Bosio su grande schermo

Adamo Dagradi
In Sala Farinati alle 16,30 il film tratto dalla commedia di Ruzante Al Kappadue alle 21 un intenso Volontè nel famoso «Il terrorista»
giovedì 25 settembre 2014 SPETTACOLI, pagina 58

Gian Maria Volontè nel film di De Bosio Il terrorista, del 1963
È un’intensa giornata dedicata al cinema di Gianfranco De Bosio, il regista veronese che ha appena compiuto 90 anni, quella che si terrà oggi tra la Biblioteca Civica e la sala del Kappadue. Noto per la grande carriera teatrale e operistica, che include la prima messa in scena di Brecht in Italia e la riscoperta dell’opera di Ruzante, De Bosio è stato innovatore anche sul grande e sul piccolo schermo, dove gli sono bastati quattro titoli per lasciare un segno indelebile.
Alle 21, al Kappadue (gli inviti sono disponibili al cinema e all’Ufficio Cinema del Comune, via Leoncino 6, dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.30), si terrà la proiezione de Il terrorista (1963), il primo e più famoso film diretto da De Bosio, che sarà presente in sala assieme allo storico Maurizio Zangarini. Come riporta Sergio Toffaletti nel Dizionario dei registi del cinema mondiale, «il film, ispirato alle gesta di Otello Pighin, leggendario comandante partigiano dei Gap veneti, dove lo stesso De Bosio milita durante la Resistenza, dimostra una solida capacità di direzione degli attori e si avvale dell’interpretazione intensa e misurata di Gian Maria Volonté nella parte del protagonista, sorretto da Philippe Leroy, Giulio Bosetti e con Raffalella Carrà.
De Bosio ricostruisce le azioni partigiane con serrato piglio drammaturgico e, forse per la prima volta, dà della Resistenza un’immagine non oleografica affrontando temi scottanti come la liceità degli attentati terroristici e il comportamento da tenere in caso di rappresaglia su civili inermi ed evidenziando le tensioni politiche che ne animano vivacemente il dibattito interno, brillantemente risolte in una gag attorno all’interpretazione da dare alla sigla Gap, che di volta in volta si può leggere: gruppi d’azione “patriottica”, “proletaria”, “popolare” o “partigiana”».
NEL CAST anche Anouk Aimée e, in una piccola parte, l’editore Neri Pozza. Il pubblico potrà finalmente riassaporare sul grande schermo la magnifica fotografia in bianco e nero di Alfio Contini.
Nel pomeriggio alle 16.30, nella Sala Farinati della Biblioteca Civica si terrà invece la proiezione del secondo film di Bosio: La Betìa, ovvero in amore per ogni gaudenza ci vuole sofferenza (1971), con Nino Manfredi e Rosanna Schiaffino, tratto da Ruzante, in un inedito e riuscito tentativo di inserire l’opera del drammaturgo padovano nel filone della commedia storica all’italiana. Interverrà il critico cinematografico e docente Giancarlo Beltrame.
Martedì 7 e giovedì 8 ottobre, all’Università della terza età, con inizio alle 15, si potrà rivedere rispettivamente la prima e la seconda parte dello sceneggiato Mosé, diretto da De Bosio per la Rai nel 1974, con Burt Lancaster nel ruolo titolare. Si tratta di uno dei primi kolossal biblici televisivi, realizzato con grande dispendio di mezzi spettacolari, tanto da essersi guadagnato, all’epoca, un passaggio nelle sale.
Presenterà Mario Guidorizzi dell’Università di Verona.

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