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Donne straordinarie: Susan Austin esplora i fondali in carrozzina


Sue Austin, artista multimediale in carrozzina da 16 anni, ha realizzato questo incredibile progetto di immersione in mare con speciale sedia a rotelle subacquea, illustrato nel video durante una Conferenza Ted: stupendo!!!

Sito web di Susan Austin
Progetto Freewheeling 

La trascrizione tradotta del discorso tenuto per Ted:

È bellissimo essere qui a parlarvi del mio viaggio, a parlarvi della sedia a rotelle e della libertà che mi ha regalato.
Ho cominciato a usare una sedia a rotelle 16 anni fa quando una malattia prolungata ha cambiato il modo in cui io potevo accedere al mondo. Quando ho cominciato a usare la sedia a rotelle, ho provato una sensazione incredibile di una nuova libertà. Avevo visto la mia vita scivolare via e avere sempre più restrizioni. Ora mi sembrava di avere tra le mani un nuovo, enorme giocattolo. Potevo spostarmi ovunque e sentire di nuovo il vento sulla pelle. Il solo trovarmi fuori, per la strada, era inebriante.
Ma nonostante questa gioia e questa libertà ritrovate, la reazione della gente nei miei confronti era cambiata completamente. Era come se non mi vedessero più, era come se su di me fosse calato un manto di invisibilità. Sembravano vedermi tutti secondo i loro preconcetti di come ci si senta a stare su una sedia a rotelle. Quando chiedevo alla gente quali pensieri associavano a una sedia a rotelle, usavano parole come ” limitazione”, ” paura”, “pena” e “restrizione”. Mi resi conto di avere fatto mie le loro risposte e ciò aveva cambiato a livello profondo chi io ero veramente. Una parte di me si era alienata da me stessa. Io non mi vedevo più dal mio punto di vista, ma vividamente e di continuo dal punto di vista delle risposte ricevute dagli altri.
Il risultato fu di rendermi conto di dover creare le mie storie riguardo a quest’esperienza, nuove narrazioni per recuperare la mia identità.
[“Trovare la Libertà: ” Creando le nostre storie, noi impariamo a prendere le nostre vite tanto seriamente quanto lo fanno le narrazioni “ufficiali”. – — Davis 2009, TEDx Women”]
Cominciai un lavoro che intendeva comunicare la gioia e la libertà che sentivo nell’usare la sedia a rotelle – una carrozzina elettrica – per venire a patti con il mondo. Il mio lavoro voleva trasformare queste risposte che avevo interiorizzato, trasformare quei preconcetti che avevano dato forma alla mia identità quando avevo cominciato a usare la sedia a rotelle, e lo feci dando vita a immagini stupefacenti. La sedia a rotelle divenne un oggetto da dipingere e con cui giocare. Quando cominciai a lasciare, letteralmente, tracce della mia gioia e della mia libertà, fu emozionante vedere le risposte di sorpresa e di interesse della gente. Nuove prospettive sembrano profilarsi, e al loro interno avvenne il mutamento del paradigma: mostrava che una pratica artistica può ricreare l’identità di una persona e trasformare i preconcetti analizzando in modo nuovo ciò che ci è familiare.
Dunque, quando nel 2005 cominciai a fare immersioni subacquee, mi resi conto che le attrezzature da sub ampliano il campo delle attività nello stesso modo in cui lo fa una sedia a rotelle, ma le associazioni mentali legate all’attrezzatura subacquea richiamano emozione e avventura, e sono molto diverse dalle reazioni della gente a una sedia a rotelle.
Quindi pensai: “Mi chiedo cosa succederà se unisco le 2 cose”.
E la sedia a rotelle subacquea che ne è risultata mi ha permesso di fare i viaggi più incredibili degli ultimi 7 anni.
Per darvi un’idea di cosa sia, vorrei condividere con voi uno dei risultati della creazione di questo spettacolo, e mostrarvi il viaggio sorprendente che mi ha permesso di compiere.
È l’esperienza più incredibile, che supera la maggior parte delle esperienze che abbia mai vissuto. Ho, letteralmente, la libertà di muovermi in uno spazio a 360°, e vivo un’esperienza estatica di gioia e libertà.
E la cosa più incredibile, che nessuno si aspetta, è che le altre persone sembrano vedere e sentire la stessa cosa. I loro occhi si illuminano, letteralmente, e mi dicono cose tipo: “Ne voglio una anch’io”, o: “Se tu puoi fare così, io posso fare qualsiasi cosa”.
E io penso: è perché in quel momento loro vedono un oggetto che non riescono a inquadrare, privo di riferimenti, o che trascende i loro punti di riferimento che hanno solitamente per una sedia a rotelle. Si trovano a dover pensare in modo completamente nuovo. E io penso che quel momento di pensiero assolutamente nuovo forse creerà una libertà che si infonde nel resto della vita delle altre persone. Per me ciò significa che loro stanno vedendo il valore della differenza, la gioia che porta quando invece di concentrarci sulla perdita o sulle limitazioni, noi vediamo e scopriamo il potere e la gioia di vedere il mondo da nuove, emozionanti prospettive. Per me la sedia a rotelle diventa un mezzo di trasformazione. Anzi, ora chiamo la mia sedia a rotelle subacquea “Portale” perché mi ha letteralmente spinta oltre, dentro un nuovo modo di essere, in una nuova dimensione e in un nuovo livello di consapevolezza.
Inoltre, poiché nessuno ha mai visto o sentito parlare prima di una sedia a rotelle subacquea, e poiché creare questo spettacolo significa creare nuovi modi di vedere, essere e conoscere, ora anche voi avete assimilato questo concetto nella vostra mente. Fate tutti parte dell’opera d’arte.

Dal suo sito:

Sue Austin is a multimedia, performance and installation artist. Over an extended period of time her practice has operated as a vehicle to open up a thinking space around the materiality of the wheelchair. This is being used as a metaphor to raise questions about the value of diversity to society through raising the profile of ‘difference’.

Rather than being didactic, however, a primary aim will be to create portals or multiple entrances into the resulting artwork (eg. through live art, associated online and multi-platform presentation, etc) so that it can find a way to ask questions but at the same time leave space for the audience to generate their own meanings. She aims to find dramatic and powerful ways to re-position disability and Disability Arts as the ‘Hidden Secret’. She argues that this ‘secret’, if explored, valued and then shared, can act to heal the divisions created in the social psyche by cultural dichotomies that define the ‘disabled’ as ‘other’.

Through the performative presentation of a diverse embodiment, the main focus for this work is about reconfiguring preconceptions through the use of dramatic and unexpected juxtapositions that act to surprise, open up thinking and then, through that reordering of associations, to create empowered and empowering narratives. This manifests in an artistic practice that makes use of “surreal juxtapositions and quirky re-presentations of disability equipment to facilitate new ways of seeing, being and knowing”

Handicap. I viaggi subacquei della sirena sulla sedia a rotelle

Sue Sustin, artista americana immobilizzata dal 1996 a causa di una malattia, fluttua tra pesci e coralli con una sedia hi-tech

Handicap. I viaggi subacquei della sirena sulla sedia a rotelle

Credits: Freewheeling/Norman Lomax / Rex
di Daniela Mattalia

Per un attimo la redazione si è chiesta: che cosa c’entra nella pagina di «Vita vera» una donna che si immerge sott’acqua con la sedia a rotelle? Il dubbio è durato poco: ciò che fa Sue Sustin, artista americana immobilizzata dal 1996 a causa di una malattia, vale per tutti, i disabili e quelli che camminano. Stanca di vedersi riflessa negli occhi altrui come una donna limitata, Sustin ha deciso di scompigliare le carte. «Nel 2005 ho provato a fare immersioni subacquee e mi sono resa conto che le attrezzatture da sub ampliano il campo d’azione, proprio come fa una sedia a rotelle. E allora mi sono chiesta: cosa succederà se unisco le due cose?» racconta.

Succede quel che vedete nella foto: una sorta di sirenetta che fluttua tra pesci e coralli con una sedia hi-tech (messa a punto con studiosi ed esperti di immersione), dotata di una pinna trasparente e di un pedale a timone, che sale, si inabissa di nuovo, spalanca le braccia, si rovescia a testa in giù… «Sono i viaggi più incredibili della mia vita, con la libertà di muovermi nello spazio a 360 gradi». I filmati delle sue avventure subacquee, visibili nel suo sito (si chiamano Creating the spectacle, è possibile seguirli anche nei video di Ted Talks) sono una visione mozzafiato, incongrua e potente come un’allucinazione.

La rivoluzione innescata da questo cortocircuito continua fuori dall’acqua. La gente ora guarda Sustin in modo diverso, come se la somma delle due cose, persona disabile+sedia a rotelle, non facesse più il totale di prima. E molti (su due gambe) le chiedono: «Ne voglio una anch’io!». «Significa che scorgono il valore della differenza, quando invece di concentrarci sulle perdite scopriamo il potere di vedere il mondo da nuove prospettive» dice Sustin, che l’anno scorso ha presentato un prototipo del suo veicolo acquatico alle Paralimpiadi di Londra. Nel frattempo non la chiama nemmeno più sedia a rotelle, bensì «portale». Parola che apre, anziché chiudere. Che porta altrove, anziché restare nei confini. Ha ragione lei, nessun termine potrebbe essere più indovinato.


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