Wanda Landowska 1931 clavicembalo Teatro Ristori

Concerto di Natale con il clavicembalo Pleyel Grand Modèle Wanda Landowska


Grand Concert de Noël dell’Alliance française di Verona

MERCOLEDI’ 12 DICEMBRE 2012: eccezionale riapparizione in pubblico del clavicembalo Pleyel Grand Modèle Wanda Landowska

GRAN CONCERTO DI NATALE PER CLAVICEMBALO E ORCHESTRA AL TEATRO RISTORI DI VERONA

La tradizionale serata musicale offerta dall’Alliance française di Verona. Alle ore 20,30 nel famoso Teatro Ristori, recentemente restaurato e restituito alla Città dalla Fondazione Cariverona, si terrà il tradizionale concerto Natale offerto dall’Alliance française di Verona

Questo appuntamento musicale si annuncia come un evento assolutamente da non perdere. Allo scopo di valorizzare ancora una volta l’arte e la cultura francesi, si è infatti scelto un programma ed uno strumento d’eccezione: il nostro direttore artistico, Francesco Mazzoli, alla tastiera di uno splendido clavicembalo Pleyel Grand Modèle Wanda Landowska, realizzato a Parigi nel 1958 e suonato dalla grande clavicembalista franco-polacca durante il suo ultimo anno di vita e d’insegnamento negli Stati Uniti, dirigerà l’orchestra «Die junge Klassizität» [La giovane classicità], una formazione da lui creata.
Solisti: Francesco Mazzoli, clavecembalo; Tetyana Khodzyaeva, violino; Andrea Stefanoni, flauto.
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Wanda Landowska au Pleyel, Lakeville (USA-CT), 1949

Cogliendo l’occasione del centesimo anniversario della fabbricazione di questo modello particolare di clavicembalo, l’Alliance française di Verona intende ricordare una storica Fabbrica francese, Pleyel Pianos, come pure il suo ingegnere dell’epoca, M. Gustave Lyon e Wanda Landowska. In virtù della collaborazione tra queste due personalità geniali è nato uno dei più interessanti progetti di costruzione dei clavicembali moderni. I clavicembali Pleyel da concerto (prodotti tra il 1912 ed il 1969) sono stati realizzati in circa 170-180 esemplari. Questa limitata produzione è imputabile prevalentemente agli elevati costi di costruzione.

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Francesco Mazzoli au Pleyel, 2012

I pochi strumenti che sono sopravissuti sono conservati nei più importanti musei del mondo, negli Stati Uniti, a Parigi, a Berlino; un piccolo numero appartiene a collezionisti e musicisti privati.

Questo strumento (che è stato immaginato e voluto da Wanda Landowska, come si può leggere nella magnifica barra intitolata, posta sui salterelli), è una filiazione del famoso modello Taskin de 1769, di cui ricorda vagamente la forma e la disposizione fonica; tuttavia è stato concepito appositamente per riempire le grandi sale da concerto, proibitive per i clavicembali barocchi.
Provvisto di un telaio interamente in ghisa, oltre agli 8’, 8’, 4’ consueti, disposti alla francese, è dotato di un registro di 16’ piedi, di un registro nasale e di una lira a sette pedali che permette all’esecutore di compiere tutti i cambiamenti di registro, unione delle tastiere, inserimento o annullamento di effetti, senza interrompere la sua esecuzione. La sua linea maestosa ed elegante riflette la potenza e la sontuosità del suono: dopo un silenzio di qualche decina d’anni, è stato necessario sottoporre lo strumento ad un minuzioso restauro per restituirgli la sua acustica originale.

Attualmente si ipotizza che soltanto una decina di esemplari siano in condizione di suonare in concerto; questo strumento è stato acquistato a Boston, negli Stati Uniti, dove era stato fornito nel 1958, in seguito ad un ordine inoltrato alla Maison Pleyel il 30 aprile 1957 personalmente da Wanda Landowska per la sua ultima allieva, Irma Rogell con la raccomandazione di dotarlo di una sonorità particolare. Successivamente questo clavicembalo ha accompagnato Irma Rogell ovunque nel mondo; negli Stati Uniti naturalmente, dove si è esibito in concerto nelle sale più prestigiose, la Carnegie Hall di New York, la Jordan Hall di Boston, in Brasile, a Rio de Janeiro e nel corso della tournée europea degli anni 1965/67, ad Amsterdam, a L’Aia, a Berlino, a Losanna, a Bruxelles, ad Atene, a Fiume, a Basilea.
Recuperato nel 2010 nella città di Newton, nell’abitazione della musicista, peraltro ancora in buona salute, ma impossibilitata ad assicurarne la necessaria e faticosa manutenzione, da Howard Wagner della Harpsichord Clearing House di Boston, questo clavicembalo è stato restituito all’antico splendore, sulla base dei suggerimenti forniti da Claude Mercier-Ythier, restauratore di clavicembali a Parigi.

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Jean-Sébastien Bach

Ora il clavicembalista e direttore Francesco Mazzoli alle tastiere di questo strumento presenterà un programma interamente dedicato a Johann Sebastian Bach, cioè il Terzo Concerto Brandeburghese BWV 1048, il Concerto per clavicembalo e orchestra BWV 1054, concludendo con il magnifico Quinto Concerto Brandeburghese BWV1050: il miglior programma per salutare il ritorno in sala da concerto di uno strumento che – secondo Wanda Landowska – il Cantor di Lipsia avrebbe assai apprezzato.

Essendo assai rara l’occasione di ascoltare uno dei pochi clavicembali Pleyel Grand Modèle Wanda Landowska, l’Alliance française di Verona segnala questo evento alla stampa specializzata italiana, francese et internazionale.

L’orchestra «Die junge Klassizität» è stata di recente fondata da F. Mazzoli; è da lui stesso diretta come omaggio e ricerca di un repertorio classico e postromantico, nello spirito e stile del musicista e filosofo italiano, Ferruccio Busoni.

Ugo Mazzoli, presidente dell’Alliance française di Verona

Per saperne di più, vedere il comunicato stampa pubblicato nel periodico:

AMADEUS

Visitare on-line anche:

Provincia di Verona

Poichè il Teatro Ristori non supera i 500 posti, – in considerazione anche della rarissima opportunità di ascoltare in concerto, in Italia ed altrove, un simile strumento -, si raccomanda vivamente a coloro che non avessere ricevuto l’invito (in distribuzione a partire dal 21 novembre), di richiederlo per tempo inviando una mail attraverso questo indirizzo di posta elettronica:

billetterie = billetterie@alliancefr-verona.org

Il Teatro Ristori si trova a Verona in via Ristori n°7.
Per conoscere più da vicino questa magnifica sala, visitare il seguente sito:

Teatro Ristori

Teatro Ristori
via Teatro Ristori 7 – 37122 Verona
tel. 045 6930000 – fax 045 6930002
info@teatroristori.org

Al termine del concerto seguirà un rinfresco per salutare gli artisti e gli intervenuti.

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I biglietti sono esauriti

Wanda Landowska

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Wanda Landowska

Wanda Landowska (Varsavia, 5 luglio 1879 – Lakeville, 16 agosto 1959) è stata una clavicembalista polacca le cui esecuzioni, ma anche l’insegnamento, gli scritti e le incisioni giocarono un ruolo decisivo nel revival del clavicembalo e della sua popolarità all’inizio del XX secolo. Sue sono le prime registrazioni delle Variazioni Goldberg di Bach al clavicembalo, datate 1931.

Biografia [modifica]

Leonid Pasternak, Concerto di Wanda Landowska a Mosca (1907), pastello conservato nella Galleria Tret’jakov.

Wanda Landowska nacque a Varsavia, dove il padre esercitava la professione di avvocato e la madre era un’esperta di lingue che aveva tradotto Mark Twain in polacco. Iniziò a quattro anni a suonare il pianoforte e studiò al Conservatorio di Varsavia con Kleczynski e Michalowski. Studiò composizione con Heinrich Urban a Berlino. Dopo aver sposato lo studioso di folklore polacco Henry Lewnel 1900 a Parigi insegnò là pianoforte alla Schola Cantorum tra il 1900 e il1912. In seguito insegnò clavicembalo alla Hochschule für Musik di Berlino tra il 1912 e il 1919. Profondamente interessata nella musicologia, e in particolare alla opere di Bach, Couperin e Rameau, girò i vari musei europei cercando strumenti a tasti originali; acquistò vecchi strumenti e se ne fece costruire di nuovi appositamente da Pleyel and Company. Questi erano dei clavicembali massicci e pesanti, che prendevano molto dalla tecnica pianistica e avevano corde da 16 piedi. Negli ultimi tempi, soprattutto per i dettami della rappresentazione storicaquesto tipo di strumenti è considerato poco adatto alla fedele riproduzione della musica barocca per clavicembalo solo, ciò ha anche influito negativamente sulla considerazione dei contemporanei sulle registrazioni della Landowska.

Un certo numero di opere importanti furono scritte appositamente per le sue esecuzioni al clavicembalo: “El retablo de maese Pedro” di Manuel de Falla segnò il ritorno del clavicembalo nell’orchestra moderna. Falla in seguito scrisse un concerto per clavicembalo appositamente per l’artista, e Francis Poulenc compose per lei il suo “Concert champêtre“.

Fondò la École de Musique Ancienne nel 1925 a Parigi, dal 1927 la sua casa a Saint-Leu-la-Forêt divenne un centro per l’esecuzione e lo studio della musica antica. Quando la Germania invase la Francia, la Landowska, che era una cittadina naturalizzata francese, di origini ebraiche, fuggì con la sua assistente e compagnaDenise Restout, lasciando Saint-Leu nel 1940 e soggiornando nella Francia meridionale, infine salpando da Lisbona verso gli Stati Uniti. Arrivò a New York il 7 dicembre 1941. La casa di Saint-Leu-la-Forêt era stata saccheggiata, i suoi strumenti e i manoscritti rubati, così l’arrivo negli Stati Uniti la vide priva di mezzi economici. Si stabilì a Lakeville (Connecticut) nel 1949 e dette molti concerti e lezioni in gran parte degli Stati Uniti. La RCA Victor installò nella sua casa un vero e proprio studio di registrazione e l’artista registrava a suo piacimento quando lo desiderava, cosa che per quei tempi costituiva senz’altro una novità. La sua allievaDenise Restout fu curatrice e tradusse i suoi scritti sulla musica, tra cui Musique ancienne e Landowska on Music.

Collegamenti esterni

Concerti

Alle ore 20,30 nel magnifico Teatro Ristori, si è tenuto il tradizionale concerto di Natale offerto dall’Alliance française di Verona, cui ha fatto seguito un rinfresco per salutare gli artisti ed il pubblico intervenuto.

Francesco Mazzoli, alle tastiere di uno splendido clavicembalo Pleyel Grand Modèle Wanda Landowska, costruito a Parigi nel 1958 e suonato dalla Grande Clavecembalista franco-polacca durante il suo ultimo anno di vita e d’insegnamento negli Stati Uniti, ha diretto l’orchestra «Die junge Klassizität», una formazione creata da lui stesso e composta da artisti provenienti da diversi Paesi d’Europa e perfino dagli Stati Uniti.

Solisti: Francesco Mazzoli, clavecembalo; Tetyana Khodzyaeva, violino;Andrea Stefanoni, flauto.

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L’orchestre Die junge Klassizität
Dopo una breve presentazione nel corso della quale Ugo Mazzoli ha ringraziato gli sponsor, ben rappresentati in sala, che hanno consentito la realizzazione di questo concerto, altrimenti impossibile, il presidente dell’AF Verona ha richiamato alla memoria la costituzione ed il ruolo esercitato dall’Alliance française sul finire dell’800 da parte di un gruppo d’intellettuali parigini, tra cui anche Luigi Pasteur e Giulio Verne, che vollero legare la nascita di questa associazione ad una missione di pace e di diffusione della lingua e della cultura francese nel mondo.

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Successivamente la serata ha avuto inizio con il Terzo Concerto Brandeburghese BWV 1048 in sol Maggiore. La raccolta completa si compone di sei concerti, o – come scrive Bach medesimo in francese: «Six concerts avec plusieurs instruments» .
Soffermiamoci qualche istante per leggere la dedica autografa originale vergata dal Cantor di Lipsia al Margravio Christian Ludwig di Brandebourgo, in lingua francese dell’epoca:

Six Concerts
Avec plusieurs Instruments
Dédiées
A Son Altesse Royalle
Monseigneur
Crêtien Louis,
Marggraf de Brandenbourg & c. & c. & c.,
par Son tres-humble & très obeissant Serviteur
Jean Sebastian Bach.
Maître de Chapelle de S.A S. le
prince regnant d’Anhalt-Coethen.
A Son Alteße Royalle
Monseigneur Crêtien Louis
Marggraf de Brandenbourg & c. & c. & c..
Monseigneur
Comme j’eus il y a une couple d’années, le bonheur de me faire entendre à Votre Alteße Royalle, en vertu de ses ordres, & que je remarquai alors, qu’Elle prennoit quelque plaisir aux petits talents que le Ciel m’a donnés pour la Musique, & qu’en prennant Conge de Votre Alteße Royalle, Elle voulut bien me faire l’honneur de me commander de Lui envoyer quelques pieces de ma Composition : j’ai donc selon ses tres gracieux ordres, pris la liberté de rendre mes tres-humbles devoirs à Votre Alteße Royalle, pour les presents Concerts, que j’ai accommodés à plusieurs Instruments ; La priant tres humblement de ne vouloir pas juger leur imperfection, à la rigueur du gout fin et delicat, que tout le monde sçait qu’Elle a pour les piéces musicales ; mais de tirer plutot en Benigne consideration, le profonde respect, & la tres-humble obeissance que je tache à Lui temoigner par là. Pour le reste, Monseigneur, je supplie tres humblement Votre Alteße Royalle, d’avoir la bonté de continüër ses bonnes graces envers moi, et d’être persuadèe que je n’ai rien tant à cœur, que de pouvoir être employé en des occasions plus dignes d’Elle et de son service, moi qui suis avec un zele sans pareil
Monseigneur
De Votre Altesse Royalle
Le tres humble et tres obeissant serviteur
Jean Sebastien Bach. Coethen, d. 24 mar. 1721

Ricorrere alla lingua francese per un Tedesco del settecento può forse stupire il grande pubblico di oggi, – ha osservato Ugo Mazzoli -, ma all’epoca di Bach ed ancor di più a quella di Mozart, la voce della cultura e della musica si esprimeva correntemente in Francese.

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Dopo aver salutato l’ingresso dell’orchestra Die junge Klassizität le ha ceduto immediatamente la scena.

Il direttore, in piedi, avvalendosi di un gesto essenziale e misurato della mano sinistra, ha diretto i musicisti accompagnandoli con la mano destra al clavicembalo utilizzato come basso continuo.
Questo concerto è costituito solo da due movimenti, intervallati solo da due accordi che – alla stregua di quanto soleva fare Bach stesso – hanno suggerito al direttore una breve improvvisazione, una specie di cadenza lenta, senza peraltro mirare a manifestare tutte le potenzialità espressive dello strumento.
Tuttavia il concerto che meglio anticipa il futuro è rappresentato dal Quinto Concerto Brandeburghese BWV1050, in re maggiore, vero e proprio banco di prova per il giovane direttore che ha rivestito, per quest’occasione, i panni di solista/concertatore.

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Qui il clavicembalo cessa di avere un ruolo di supporto, di basso continuo, secondo il gusto barocco del tempo, per assumere indipendenza ed impadronirsi della scena, anticipando così, profeticamente, la grande fortuna della tastiera solista che avrà nel genere della sonata. A buon diritto quest’opera è stata definita come il primo concerto per clavicembalo della storia della musica, aprendo la strada ai futuri concerti per pianoforte, non fosse altro che per l’ardua cadenza che – dopo aver chiamato all’appello l’intera orchestra – conclude trionfalmente il primo movimento. «In queste 65 battute – scrive Francesco Mazzoli nella sua Storia e pratica della cadenza strumentale e solistica, Verona, 2009 – si ritrova tutto l’armamentario virtuosistico a cui era giunta la tecnica clavicembalistica dell’epoca: contrappunto a due e più voci, grandi tratti di agilità in spazio ridotto, progressioni modulanti, frammenti d’idee esposte nel concerto e ricapitolate in contrappunto o in trillo, pedali di tonica, dominante, settime diminuite di vario tipo, scale rapidissime, alternanza di ritmi binari e ternari. Il tutto condotto con una raffinatezza e un buon gusto che hanno pochi eguali nella storia della musica.»

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In questo splendido concerto fa la sua comparsa come strumento solista il flauto, magistralmente suonato daAndrea Stefanoni. La sua esecuzione cristallina, sempre elegante, ha contribuito non poco allo sviluppo di una forte intesa tra i solisti e l’orchestra, regalandoci pagine di assoluta bellezza.

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Il Concerto per clavicembalo per clavicembalo e orchestra BWV 1054 n° 3 in re maggiore, opera scritta nel 1740, era stato in un primo momento progettato per il violino, successivamente trasposto dallo stesso Bach per il clavicembalo. Si tratta di un’eccellente dimostrazione di virtuosismo barocco applicata ad una formazione orchestrale con solista. Il primo tempo dal portamento solenne, annuncia un Adagio lirico e descrittivo, per far spazio ad un terzo tempo (praticamente un Rondò) che – in virtù di un ritmo incalzante di chiara derivazione coreutica – trascina gli spettatori in un vortice di suoni che si risolvono in un epilogo gioioso e festoso.

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Il pubblico ha mostrato di apprezzare questi tre concerti mediante prolungati e reiterati applausi. L’orchestra, allora, ha ben volentieri acconsentito di suonare nuovamente il terzo tempo del Concerto per clavicembalo. Poiché gli applausi non davano segno di cessare, il direttore Francesco Mazzoli ha regalato al pubblico un’ultima pagina musicale al clavecembalo, Rigaudon et Double di Jean-Philippe Rameau, tratta da Pièces pour clavecin,1724 : una partitura ideale per far scaturire dalla tavola armonica di questo straordinario strumento tutto il ricco ventaglio di sonorità di cui è capace.

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Ugo Mazzoli & Gillian Rogell

Alla fine del concerto Gillian, violista professionista giunta dal Massachusetts appositamente per inserirsi nell’orchestra in occasione di questo concerto, ha rievocato la figura materna d’Irma Rogell, ultima allieva americana di Wanda Landowska, dell’età di novantaquattro anni ma ancora in buona salute, e vivente negli Stati Uniti vicino a Boston. Davanti ad un pubblico attentissimo e commosso ha rinnovato, esprimendosi in un buon francese, un pensiero riconoscente alla mamma la cui vita è stata interamente consacrata alla musica ed a sostenere la memoria di Wanda Landowska, Mamusiaper i piccoli Rogell all’epoca delle loro vacanze estive a Lakeville (Connecticut), verso la metà degli anni cinquanta, nella casa della Grande Clavicembalista franco-polacca.

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Gillian Rogell saluant en français le public

L’evento è stato registrato dal fonico professionista ing. Peter Ghirardini di Udine per Realsound ed in video da Riccardo Gasparini e Fiorenzo Barbazzeni per lo studio video-fotografico Luci&ombre.

Download del programma del concerto:

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Grand Concert de Noël de l’Alliance française 2012, programme

Pubblichiamo qui di seguito una recensione pervenuta da uno dei nostri spettatori, giornalista e musicologo, con i più vivi ringraziamenti:

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Critica L. M. Miraglia

 

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Cogliendo l’occasione del centesimo anniversario della fabbricazione di questo modello particolare di clavicembalo, l’Alliance française di Verona intende ricordare una storica Fabbrica francese, Pleyel Pianos, come pure il suo ingegnere dell’epoca, M. Gustave Lyon e Wanda Landowska. In virtù della collaborazione tra queste due personalità geniali è nato uno dei più interessanti progetti di costruzione dei clavicembali moderni.I pochi strumenti che sono sopravissuti sono conservati nei più importanti musei del mondo, negli Stati Uniti, a Parigi, a Berlino; un piccolo numero appartiene a collezionisti e musicisti privati.questo strumento è stato acquistato a Boston, negli Stati Uniti, dove era stato fornito nel 1958, in seguito ad un ordine inoltrato alla Maison Pleyel il 30 aprile 1957 personalmente da Wanda Landowska per la sua ultima allieva, Irma Rogell con la raccomandazione di dotarlo di una sonorità particolare. Successivamente questo clavicembalo ha accompagnato Irma Rogell ovunque nel mondo; negli Stati Uniti naturalmente, dove si è esibito in concerto nelle sale più prestigiose, la Carnegie Hall di New York, la Jordan Hall di Boston, in Brasile, a Rio de Janeiro e nel corso della tournée europea degli anni 1965/67, ad Amsterdam, a L’Aia, a Berlino, a Losanna, a Bruxelles, ad Atene, a Fiume, a Basilea.


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