20160603 Tulku Mattolin Verona Sala Congressi BPV

Un libro sui Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet


Sala convegni della Banca Popolare di Verona
via San Cosimo 10 (entrata accessibile da via Zambelli)
Venerdì 3 giugno 2016, ore 18.30
Ingresso libero

Tulku – Le incarnazioni mistiche del Tibet

Presentazione dell’omonimo libro all’incontro organizzato dall’associazione culturale «inAsia» con Piero Verni, autore dei testi, e il fotografo Giampietro Mattolin. Si tratta di una conferenza extra ciclo monografico 2015-16 sui templi d’oriente, con la quale «inAsia» desidera approfondire altri aspetti non meno intriganti delle culture asiatiche e dei loro rapporti con l’Occidente. Le incarnazioni sono uno degli aspetti più noti del buddismo tibetano, e al contempo una delle sue caratteristiche più misteriose. I Tulku, gli incarnati, sono coloro che, pur illuminati, hanno rinunciato al Nirvana per «restare» nel mondo dei viventi ed aiutarli compassionevolmente, appunto, a conseguire a loro volta la salvezza annunciata dal Buddha. Una fede, questa, che ha profondamente inciso sul contesto sociale delle popolazioni interessate. I tulku sono maestri spirituali che scelgono di ritornare nel mondo, esistenza dopo esistenza, per essere di aiuto agli esseri viventi. La tradizione di queste reincarnazioni mistiche è una caratteristica peculiare del Buddhismo vajrayana, la forma dell’insegnamento del Buddha diffusa in Tibet, regione himalayana e Mongolia. Radicata nelle culture di questi Paesi, fuori però dall’universo tibetano questa usanza è stata spesso fraintesa. Scopo del testo è fornire un quadro esauriente di cosa sia la tradizione dei tulku e di come interagisca con le società nelle quali è presente. Grazie alle interviste concesse agli autori dal Dalai Lama e da altri importanti lama buddhisti, il libro ricostruisce la storia, l’orizzonte religioso ed etnico, la condizione e il futuro di questa fondamentale componente della civiltà tibetana. Di particolare interesse i capitoli dedicati alla vita del sesto Dalai Lama (il più eterodosso di tutto il lignaggio) e all’infanzia dell’attuale 14ma reincarnazione, prima che venisse riconosciuta e insediata a Lhasa in qualità di massima autorità del Tibet.

Descrizione

tulku, ossia «corpo di emanazione» in lingua tibetana, sono determinati lama, ghesce o khenpo ritenuti la reincarnazione di influenti maestri buddhistivissuti in passato e perfettamente risvegliati che, anziché accedere al Nirvana, vi hanno rinunciato volontariamente per rimanere nel Saṃsāra allo scopo di guidare tutti gli esseri senzienti verso il Risveglio.

Un tulku può essere tanto un monaco completamente ordinato quanto un laico, ma in genere si tratta di un monaco.

Il lignaggio di tulku più antico è quello dei Karmapa, iniziato con Düsum Khyenpa nel 1110, la cui venuta fu predetta nel Samadhiraja Sutra e nelLankavatara Sutra, tuttavia l’esempio più famoso è quello dei Dalai Lama, ritenuti analogamente ai Karmapa la reincarnazione del Buddha della Compassione, iniziato con la nascita di Gendun Drup nel 1391. Altri lignaggi di tulku famosi sono quelli dei Panchen Lama e degli Shamarpa, ritenuti la reincarnazione di Amitabha, e quello dei Reting Rinpoce.

Processo di identificazione

Il processo di identificazione è relativamente semplice. Tenendo in considerazione quando e dove il monaco o il lama è morto, si calcola che la reincarnazione verrà concepita tra i diciotto e i venti mesi successivi. Subito dopo si deduce il luogo di nascita più probabile, se in Tibet o altrove. Se la rinascita avverrà all’estero, sarà sicuramente in Paesi come India, Nepal o Bhutan, ove vi sono molti tibetani e seguaci del Buddhismo. Per la città in particolare si deducono le probabilità in base agli avvenimenti della vita della precedente incarnazione.

Successivamente si approntano le squadre di ricerca che vengono mandate nella varie comunità, dove fanno domande su bambini di tre o quattro anni che abbiano dimostrato tratti caratteriali singolari. Per una reincarnazione possono esserci più candidati, ma spesso il campo si riduce a poche possibilità di scelta poiché il tulku defunto ha lasciato buoni indizi poco prima di morire. Spesso ai discepoli sopravvissuti appaiono sogni e presagi. Una volta identificati, i candidati vengono sottoposti a esami mnemonici atti a verificare se e cosa ricordano della vita precedente. In un esame famoso, a cui viene data particolare importanza, si richiede loro di riconoscere gli oggetti appartenuti al defunto.

Spesso, oltre a tutte queste attente prove, vengono consultati gli oracoli per ricevere ulteriori conferme.

I tulku e la Repubblica Popolare Cinese

Attualmente, nel tentativo di rafforzare il proprio controllo sulla Regione Autonoma del Tibet, il Partito Comunista di Cina ha rivolto la sua attenzione alla questione dei tulku, molto sentita dal popolo tibetano. Contrariamente alle consuete usanze tibetane, infatti, negli anni novanta i suoi funzionari hanno identificato il VII Reting Rinpoce in Sonam Phuntsok, e l’XI Panchen Lama in Qoigyijabu, facendo sapere altresì che in futuro procederanno alla nomina del XV Dalai Lama per mezzo di loro. Entrambi i candidati presentati dai cinesi dunque non sono mai stati riconosciuti dai Lama tibetani, e da allora intromissioni di questo tipo sono aumentate notevolmente.

Più in generale, i cinesi, stanno esercitando un controllo sempre più diretto sui monasteri nella provincia tibetana, tramite funzionari del Partito Comunista di Cina attentamente scelti che stabiliscono l’orario e l’argomento delle lezioni, in buona parte delle quali si studia l’ideologia ideologia comunista e si promuove una campagna tesa a sconfessare l’autorità teocratica dei Dalai Lama. Ciò sta comportando una rapida diminuzione della qualità dell’istruzione dei monaci, ragion per cui stanno venendo a mancare maestri capaci di ereditare il posto degli anziani. In tempi recenti a Pechino si è perfino deciso di ristabilire in Tibet il culto di Dorje Shugden, un demone tantrico di cui il XIV Dalai Lama nel 1975 mise al bando la pratica ritenendola fondamentalista. Secondo molte fonti, per mezzo di monaci dissidenti e tulku educati dalle autorità comuniste starebbero fiorendo a getto continuo templi e monasteri in onore a tale essere trascendente, oltre che una liturgia in continua evoluzione.

Nell’agosto 2007, inoltre, il governo cinese ha reso nota una nuova ordinanza in base alla quale le reincarnazioni dei vari «Buddha viventi» dovranno essere approvate tramite un attestato rilasciato dall’Ufficio per gli Affari Religiosi, pena severe sanzioni.

Tuttavia, sempre più tibetani riescono a mettere in salvo le nuove generazioni di tulku, inviandoli in gran segreto in India, Nepal e Bhutan, dove possono entrare in monasteri capaci di educarli come veri lama o ghesce, ricevendo il valore e la sostanza autentici del Buddhismo tibetano. Il Dalai Lama ha recentemente fatto sapere che dal Tibet gli vengono ripetutamente fatte richieste di nuovi sapienti da inviare al di la del confine.

foto da http://www.centromandala.org/