20160507 Iscrizioni Torre del Gardello Verona dismappa 31 Targhe e lapidi

Torre del Gardello: il primo orologio a campana di Verona


La torre del Gardello, in capo a Piazza Erbe, “fu eretta per prestigio civico” e da Cansignorio nel 1370 e su di essa batteva le ore un orologio a campana. Così recita l’iscrizione apposta sulla torre: 

TEMPORE, MARMOREAM
QUO CANSIGNORIUS URBAM REXIT
LEGE PIUS, TURRIM DISTINXIT ET HORAS
SCALIGER, AETERNIS TITULIS QUI DIGNA PEREGIT,
BIS SEPTEM LUSTRIS ANNI IN MILLE TRECENTIS.
20160507 Targa Torre del Gardello Verona dismappa 33

L’orologio era all’interno della torre; il quadrante all’esterno e tutto il meccanismo per il movimento delle sfere sono stati applicati nel 1421. Dopo il 1661 fu collocato un orologio anche sulla vicinissima Torre dei Lamberti. 

LA CAMPANA 

Ma anche la campana ha la sua storia legata alla torre ed ha un proprio significato spirituale e storico. Fusa da Mastro Jacopo nel 1370, come ricorda l’iscrizione e la lapide alla base della torre, fu la prima che in Verona vibrò stimolata dal battaglio meccanico dell’orologio per segnare ai pacifici cittadini il transito delle ore. 

20160507 Primo orologio a campana Torre del Gardello Verona dismappa 32

Da questa torre eretta da Conignorio della Scala sono per la prima volta in Verona nel 1370 un orologio a campana


La campana fu poi elevata sulla sommità della torre, perché potesse a suo maggior agio e senza vincoli di meccanica espandere la sua voce bronzea e festante: 

ALTIORI SONO JACTATUR EFFUSIOR, CLOCXXV


E l’altra a piè della torre: 

DOMINICUS BARBADICO PRAEF. SONOROS DUCTILRIIS FUNIBUS ORBES MENSA IN FRONTE
INSCRIBTA AETERNUM REDDENTES TEMPORA
VETUSTATE O NIMIA ATTRITOS USU
PATRIEQ DECORI RESTITERE AMUSSITATE CURA UT
TRIUMPHAVIT CLCLOO XX

Col passar del tempo disposta e tenuta non più come annunciatrice e regolatrice della vita cittadina, ma come ricordo del passato, contesa come freddo oggetto storico, dal Demanio e dal Comune, restò di diritto a quest’ultimo erede e custode di ciò che proveniva dal culto e dall’arte della sua mite e laboriosa popolazione. Ancor oggi giace muta, svestita della sua autorità secolare come rudere di un passato defunto. 

Fonte: Vita Veronese – 11-12/1952