20120809stagioneteatroamatorialecamployverona Teatro Camploy

Teatro amatoriale – Stagione 2012 2013 al Camploy


Teatro Camploy di Verona
27 ottobre 2012 – 21 aprile 2013

Stagione amatoriale al Teatro Camploy 2012 -2013Organizzata dal Comune di Verona – Cultura, dopo i successi estivi, viene proposta anche quest’anno la Stagione Amatoriale al Teatro Camploy con un cartellone molto fitto di appuntamenti che spazia dalla commedia al musical, dal dramma alla satira con molti testi di autore italiano contemporanei e alcuni liberi adattamenti.

Viene proposta anche per quest’anno la stagione teatrale amatoriale al teatro Camploy: un cartellone fitto di appuntamenti in programma dal 27 ottobre 2012 al 21 aprile 2013.

Sabato 27 ottobre ore 21.00
Domenica 28 ottobre ore 16.30
Tabula Rasa
Il diario di Adamo ed Eva – Peccato, per fortuna!
Adattamento e regia di Alessandra Marognoli e Alice Moresco da Mark Twain
Regia di Alice Moresco

Sabato 3 novembre ore 21.00
Domenica 4 novembre ore 16.30
Soledarte
Nightmare before Christmas
da Tim Burton
Adattamento e regia di Solimano Pontarollo

Sabato 10 novembre ore 21.00
Domenica 11 novembre ore 16.30
Compagnia Giorgio Totola
Attento alla cioccolata, Ispettore Callaghan!
di Paolo Quattrocchi e Mauro Cattivelli
Regia di Vincenzo Rose

Sabato 17 novembre ore 21.00
Domenica 18 novembre ore 16.30
Teatro Armathan
La fiacca
di Ricardo Talesnik
Regia di Marco Cantieri

Sabato 24 novembre ore 21.00
Domenica 25 novembre ore 16.30
Compagnia dell’Arca
Qualcuno di troppo. Dive si nasce Suore si diventa
di Paola Capasso, Valerio Bufacchi e Giulia Guandalini
Regia di Valerio Bufacchi

Sabato 1 dicembre ore 21.00
Domenica 2 dicembre ore 16.30
Einaudi – Galilei
L’importanza di chiamarsi Ernest
di Oscar Wilde
Regia di Renato Baldi

Sabato 8 dicembre ore 21.00
Domenica 9 dicembre ore 16.30
GTV Niù
Il povero Piero
di Achille Campanile
Regia di Luciano Criserà

Sabato 15 dicembre ore 21.00
Domenica 16 dicembre ore 16.30
Quartaparete
Opinioni di un clown
di Heinrich Böll
Adattamento e regia di Chiara Tietto

Sabato 5 gennaio ore 21.00
Domenica 6 gennaio ore 16.30
La Maschera
Favolescion
di Paolo Quattrocchi e Mauro Cattivelli
Regia di Ermanno Regattieri

Sabato 12 gennaio ore 21.00
Domenica 13 gennaio ore 16.30
Gli Insoliti Noti
Pallottole e cornetti. C’è un ostaggio nel palazzo?
Adattamento di Donato De Silvestri da Alain Reynaud-Fourton
Regia di Vincenzo Rose

Giovedì 17 gennaio ore 21.00
Venerdì 18 gennaio ore 21.00
Compagnia Veronese di Operette
Dee sull’orlo di una crisi di nervi
di Ulrika Calvori Moro
Regia di Ulrika Calvori Moro

Sabato 19 gennaio ore 21.00
Domenica 20 gennaio ore 16.30
La Pocostabile
Come vi piace
di William Shakespeare
Regia di Mario e Lucia Ruina Peretti

Sabato 26 gennaio ore 21.00
Domenica 27 gennaio ore 16.30
Lavanteatro
Assassino per forza
di Marc Gilbert Sauvajon
Regia di Renato Baldi

Sabato 2 febbraio ore 21.00
Domenica 3 febbraio ore 16.30
Micromega
E dev’essere un maschio
di Giuseppe Achille
Regia di Andrea Di Clemente e Renato Biroli

Giovedì 7 febbraio ore 21.00
Venerdì 8 febbraio ore 21.00
La Formica
Il processo per l’ombra dell’asino
di Friedrich Dürrenmatt
Regia di Francesco Arzone

Sabato 9 febbraio ore 21.00
Domenica 10 febbraio ore 16.30
Renato Simoni
I pettegolezzi delle donne
di Carlo Goldoni
Regia di Maurizio Ravazzin

Sabato 23 febbraio ore 21.00
Domenica 24 febbraio ore 16.30
Estravagario
Uomini sull’orlo di una crisi di nervi
di Alessandro Capone e Rosario Galli
Regia di Alberto Bronzato

Giovedì 28 febbraio ore 21.00
Venerdì 1 marzo ore 21.00
I’ Aseni del Borgo
Catemose in piassa
dell’Associazione Culturale I’Aseni del Borgo
Regia di Diego Zanetti

Sabato 2 marzo ore 21.00
Domenica 3 marzo ore 16.30
Verbavolant
La Signorina Papillon
di Stefano Benni
Regia di Laura Mistero

Sabato 9 marzo ore 21.00
Domenica 10 marzo ore 16.30
C.M.T. Musical Theatre Company
R+J story. A modern romance
da Leonard Bernstein
Adattamento e regia di Pia Sheridan

Sabato 23 marzo ore 21.00
Domenica 24 marzo ore 16.30
La Pajeta
Due tigri in salotto
di Paul Putcho
Regia di Andrea De Manincor

Sabato 6 aprile ore 21.00
Domenica 7 aprile ore 16.30
Zeropuntoit
General crazy hospital. L’ospedale più pazzo del mondo
da Ray Cooney
Adattamento e regia di Andrea Girardi

Sabato 13 aprile ore 21.00
Domenica 14 aprile ore 16.30
Modus Vivendi
Te speto in paradiso
di Adriano Mazzucco
Regia di Adriano Mazzucco

Sabato 20 aprile ore 21.00
Domenica 21 aprile ore 16.30
Trixtragos
Eva contro Eva
da Mary Orr
Adattamento e regia di Nunzia Messina

La Compagnia dell’Arca rappresenta il 24 e il 25 novembre “Qualcuno di troppo (Dive si nasce Suore si diventa)”  di Valerio Bufacchi, Paola Capasso e Giulia Guandalini, divertente quanto irriverente commedia musicale, ispirata a “Sister Act” e “A qualcuno piace caldo”. In un locale notturno due uomini, che sbarcano il lunario travestendosi da showgirl, si trovano inaspettatamente coinvolti in una complicata faccenda di malaffare. Costretti a darsi alla fuga, inseguiti da sicari, per una serie di coincidenze si trovano in un austero convento travestiti da suore ispettrici.

La Compagnia Einaudi-Galilei presenta l’1 e il 2 dicembre “L’importanza di chiamarsi Ernest”  di Oscar Wilde con la sua critica di costume della “rispettabile” società vittoriana. In lingua inglese, il nome Ernest significa onesto, franco ed è forse per questo che le signorine di buona famiglia, protagoniste della pièce, fanno letteralmente a gara per fidanzarsi con un uomo che porti tale nome. Ma che poi gli uomini in ballo di onesto abbiano solo il nome, senza una reale devozione al vero o alla lealtà coniugale, è ciò che anima l’intreccio permettendo all’autore di contestare il perbenismo aristocratico con la sua solita posa raffinata edecadènt.

Continua la stagione l’8 e il 9 dicembre con lo spettacolo “Il povero Piero” di Achille Campanile, presentato da G.T.V. Niù. La storia, ambientata in un appartamento borghese degli anni 60, stigmatizza ironicamente con un susseguirsi grottesco di eventi il decesso improvviso del capofamiglia. Ridicolizza i comportamenti usuali e tipicamente italiani, intrisi di convenienza per i vari parenti o amici. Le vicende si complicano con l’arrivo di nuovi personaggi, riuscendo ad imporre, come nell’intento dell’autore, un maestro del teatro dell’assurdo, un ritmo sempre più stringente ed esilarante verso il finale dalle imprevedibili conseguenze.

E’ in scena il 15 e il 16 dicembre la compagnia Quartaparete con “Opinioni di un clown” liberamente tratto dal romanzo di Heinrich Böll. Non esiste un attore che interpreta il personaggio principale, ma in scena ci sono alcuni clown che trovano abbandonata la valigia di Hans Schnier, famoso clown tedesco. Tutti sanno chi è, ma di lui ora racconteranno la storia più intima e privata. Vogliono partecipare al racconto, anche per pochi istanti e così subiranno la struggente malinconia della storia di Hans nel gioco comico e fanciullesco della clownerie.

La Maschera rappresenta il 5 e il 6 gennaio “Favolescion”  firmato da Paolo Quattrocchi e Mauro Cattivelli. Nel 2012, che coincide con il 200° anniversario della pubblicazione della prima raccolta di fiabe dei fratelli Grimm, il Regno delle Favole è in crisi perché la fantasia è stata rimpiazzata dall’opulenza della società tecnologica. La compagnia per far divertire prova a sfruttare tutte le potenzialità che questo testo, solo apparentemente creato per i più piccoli, offre: i luoghi comuni, i tormentoni, la raffica di battute demenziali, le situazioni comiche che rendono il copione teatrale fresco, esplosivo e sempre originale.

Il 12 e il 13 gennaio continua la compagnia Gli Insoliti Noti con “Pallottole e cornetti (C’è un ostaggio nel palazzo?)”adattamento di Donato de Silvestri da un testodi A. Reynaud-Fourton.  I piani di due amici aspiranti suicidi vengono sconvolti dall’incontro con tre improbabili rapinatori, di cui diventano vittime e persecutori in un susseguirsi esilarante di colpi di scena sul cui sfondo incombe la figura di una petulante quanto sagace portinaia. Commedia inedita in Italia che ha ottenuto all’estero un grande successo di pubblico e di critica risultando coinvolgente per il brillante mix di gags e intelligente ironia.

Prosegue il 17 e il 18 gennaio la Compagnia Veronese di Operette con  Dee sull’orlo di una crisi di nervi”  di Ulrika Calvori MoroNon esiste solo il nostro pianeta, l’universo è pieno di altri mondi e ce n’è uno magico… l’Olimpo. La regista sceglie di parlare delle dee o meglio della sensibilità femminile con un cast di sole donne. Le protagoniste decidono di scendere sulla terra sperando di trovare gratificazione, felicità, amore. Ma cosa trovano? Il pubblico viene condotto a scoprirlo in compagnia di Venere, Diana, Minerva e altre muse in un viaggio animato da gags, musiche, danze e burlesque.

Il 19 e il 20 gennaio è il turno della compagnia La Pocostabile, con “Come vi piace” di William Shakespeare. In questa commedia romantica viene contrapposta l’esistenza di chi è legato al potere a coloro che vivono una vita libera, tra campi e boschi. L’amore, nelle sue diverse forme, ora nascosto, ora svelato, ora incerto, ora dirompente è il movente che rende il lavoro un’amabile trama tra favola e realtà, tra finzione e rivelazione. Immersi nella simbologia e nel rispetto per la parola dell’autore la regia ci introduce ai temi sempre attuali dell’amore per la vita e per la natura.

Prosegue il 26 e il 27 gennaio la compagnia Lavanteatro con “Assassino per forza”di Marc Gilbert  Sauvajon. Il morto, l’assassino, l’intrigo, i colpi di scena, l’originale finale: gli ingredienti ci sono tutti, ma non è il classico thriller. Il morto è presente dall’inizio e l’assassino, reo confesso, è subito individuato. Assistiamo all’arguta montatura che una ricca famiglia francese cerca di imbastire per nascondere la verità, al solo scopo di salvare il perbenismo di facciata. Un testo molto interessante non tanto per l’intreccio giallo, quanto per l’energia “noir” che circola tra allusioni e sguardi, piccoli gesti rivelatori e ipocrite parole.

Il 2 e il 3 febbraio è la volta della compagnia Micromega con “E deve essere un maschio” di Giuseppe Achille. Una coppia in crisi, una coppia clandestina, un investigatore privato, uno scultore fallito e un’improbabile chiromante sono  gli ingredienti di questa “commedia all’italiana” della prima metà del secolo scorso. Pièce brillante  nella quale si susseguono divertenti situazioni create dalla voglia di “trasgredire” e dove l’ambientazione borghese, spesso caratterizzata da una sostanziale amarezza di fondo, stempera i contenuti comici. Una commedia coinvolgente per i suoi innumerevoli colpi di scena e avventurosi equivoci.

La compagnia La Formica è in scena, il 7 e l’8 febbraio, con “Il processo per l’ombra dell’asino” di Friedrich Dürrenmattuna divertente satira contro chi coltiva i propri interessi, forte della propria ideologia, nascosto dietro il paravento della rispettabilità e dei “giusti principi”. Si tratta di una storia antica attraverso la quale il drammaturgo svizzero parla alla modernità con spirito critico, ricordandoci che anche un gesto apparentemente innocuo può avere conseguenze catastrofiche.

Il G.A.D. Renato Simoni porta in scena il 9 e il 10 febbraio“I pettegolezzi delle donne” di Goldoni. Al centro della vicenda le chiacchiere gratuite e velenose fatte di mezze parole e di affermazioni perentorie quanto avventate, capaci di rovinare chi ne è colpito. Prerogativa femminile? Sembrerebbe di sì, ma l’altra metà del cielo (i maschi) non è certo da meno ed anzi brilla per creduloneria, millanteria, spavalderia. E proprio perché il pettegolezzo non ha età, la regia ha spostato l’ambientazione della commedia in una Venezia del 1930. Un campiello dove imperversa un meccanismo maligno, ma non mancherà il lieto fine a coronare i sogni della coppia di innamorati.

Prosegue la rassegna il 23 e il 24 febbraio la compagnia Estravagario che presenta Uomini sull’orlo di una crisi di nervidi Alessandro Capone e Rosario Galli. Che fatica essere uomini se anche una tranquilla riunione tra amici si trasforma in una seduta collettiva in cui lamentarsi delle perenni crisi con il gentil sesso! I protagonisti, insoddisfatti dei rapporti con mogli e compagne, condividono il sogno e la ricerca – via telefono – della loro donna ideale che, nelle fantasie di questo gruppo un po’ cialtrone e velleitario, deve essere bella, disponibile e soprattutto di poche parole. La realtà però si rivelerà molto diversa dalle attese.

Il 28 febbraio e l’1 marzo è in scena una compagnia di nuovo ingresso, l’associazione I’Aseni del Borgo con ”Catémose in Piassa”, frutto di unascrittura collettiva del gruppo. La notte di capodanno del 2000 arriva piena di speranze per il nuovo millennio. Un uomo e una donna settantenni si incontrano in internet e si danno appuntamento il primo giorno di primavera. La piazza è lo scenario dove si intrecciano storie antiche e vicende nuove. La commedia scritta in dialetto veronese racconta con ironia e umorismo la storia della Piazza dal dopoguerra ai giorni nostri.

Il 2 e il 3 marzo continua la compagnia Verbavolant con “La Signorina Papillon” di Stefano Benni. Campagna parigina di fine ottocento. Una sognatrice, Rose Papillon, chiusa nel suo giardino s’illude di poter sfuggire ad ogni tipo di tentazione, ma la sua serenità è minacciata da strani personaggi: Marie Louise, parigina alla moda, Armando, militare autoritario e razzista, e Millet, poeta mellifluo e millantatore… Divertente commedia surreale che gioca soprattutto su metafore, dialoghi brillanti e frizzanti nonsense.

Il 9 e il 10 marzo è la volta di C.M.T. Musical Theatre Company con “R+J Story. A modern romance”  adattamento di Pia Sheridan liberamente ispirato a “West Side Story” di Arthur Laurents, musiche di Leonard Bernstein. L’ambientazione viene portata ad una ipotetica Verona dei giorni nostri dove i temi della rivalità tra bande, dell’integrazione, della rabbia giovanile restano attuali così come nel quattordicesimo secolo di Romeo e Giulietta. La regia sposta parte dell’azione in mezzo alla platea, gli attori interagiscono col pubblico che si trova immerso nella vicenda.

Il 23 e il 24 marzo la compagnia La Pajeta propone “Due tigri in salotto”di Paul Patcho. Inizi novecento, in un salotto borghese, una famiglia è riunita nella trepida attesa dell’arrivo di un parente lontano, un esotico indiano, o malese, o borneese di quelli immortalati da Emilio Salgari. In occasione di questo incontro i protagonisti fantasticheranno sui contesti avventurosi di personaggi quali Sandokan, Yanez, la Perla di Labuan… e così rivivranno i tigrotti di Mompracem per opera di un manipolo di cialtroni pronti a giocare con i miti positivi e negativi di intere generazioni.

Prosegue il 6 e il 7 aprile la compagnia Zeropuntoit con “General Crazy Hospital (L’ospedale più pazzo del mondo)”, liberamente tratto da Ray Cooney, adattamento di Andrea Girardi. La molla che fa scattare il meccanismo degli equivoci è costituita dall’arrivo dell’ex infermiera di un ospedale, ex amante del candidato al posto di primario, nonché madre della figlia illegittima di quest’ultimo. Il protagonista, in una girandola di battute e gags, inventa una serie convulsa di bugie e inganni per la paura di essere coinvolto in uno scandalo, ma le sue bugie risulteranno talmente vere da sembrare meglio della stessa verità.

Continua Modus Vivendi che, il 13 e il 14 aprile, presenta la commedia dialettale popolare “Te speto in Paradiso” di Adriano Mazzucco. Orazio Molon, disoccupato e senza voglia di trovare un lavoro, per sbarcare il lunario tiene in casa il vecchio padre invalido, l’anziana e arteriosclerotica zia Evelina e un’altra vecchia zia nubile e timorata di Dio, che convogliano in famiglia le proprie pensioni. A complicare la situazione una portinaia impicciona che denuncia una situazione familiare alquanto strana. Un insieme di risate per un testo dal finale inaspettato.

Conclude la rassegna la compagnia Trixtragos che il 20 e il 21 aprile presenta “Eva contro Eva”ispirato al racconto di Mary Orr e all’omonimo film di J. L. Mankiewicz. Questo spettacolo è una commistione tra cinema e teatro, in cui viene narrato il complesso rapporto di rivalità anagrafica e professionale tra Margo Channing, diva ultraquarantenne, e la giovane arrampicatrice sociale Eva Harrington. Attorno a loro registi, sceneggiatori, produttori rendono viva la trama con dialoghi brillanti e pieni di crude verità.

Comune di Verona

Spettacolo

Teatro Camploy, Via Cantarane 32 – 37129 Verona

Tel 0458009549 Fax 0458009558

www.comune.verona.it/teatrocamploy

Teatro Camploy

  Il Progetto:

esterno Teatro CamployL’iter di realizzazione del Teatro Camploy è stato lungo e complesso, durato 16 anni, dal 1982 al 1998 con alcune battute d’arresto. Ma grazie all’Architetto Rinaldo Olivieri siamo arrivati ad un teatro nuovo e splendido che unisce in felicissima sintesi una struttura ottocentesca alle più ardite esperienze dell’architettura moderna, coniugando funzionalità ed eleganza.

Un nuovo teatro che esprime la sua teatro Camploy - facciata esternaspazialità e il disegno planimetrico nella continuità delle tradizioni dell’architettura teatrale veneta di cui l’Olimpico di Vicenza e il Teatro Romano di Verona sono tra gli esempi più significativi. Sull’esterno viene deciso il massimo recupero possibile della struttura preesistente: viene ripresa la facciata e la parete est verso Porta Vescovo e parte dell’abside, tutto in una composizione improntata   a una semplicità e a un rigore quasi francescano.
All’interno con grande libertà espressiva viene data la massima attenzione alla qualità dello spazio come unica espressione architettonica. E’ orchestrata la composizione su diagonali e asimmetrie che dilatano lo spazio reale permettendo al fruitore una messa in scena che inizia già entrando nel foyer del teatro

Foto Atrio 1 T. CamployLa cavea viene giocata su una enorme conchiglia sospesa la cui valve si appoggiano solo con lievi contatti alle vecchie pareti trattate con un morbido intonaco ambrato che permette di leggere le connessioni tra i vecchi mattoni. Un sobrio volume bianco minimalista armonicamente in sintonia con la le strutture preesistenti, sul quale si affacciano in singolare contrapposizione alcuni elementi tecnologici.

Foto atrio 2 T. Camploy

 

Straordinaria risulta la convivenza di antico e moderno delle rettilinee murature con la dinamica e morbida linea del guscio e ancora la dialettica dei materiali: la porosità dei sassi contro la levigatezza del guscio in gesso, la scabrezza delle vecchie murature contro la lucentezza dei pavimenti in marmo.

 

Foto cielo 1 T CamployFoto Scala Entrata T. CamployNella ricchezza di elementi che animano lo spazio importante risulta anche l’intervento pittorico di Sergio Piccoli con i suoi magici cieli che variano dai toni rosati del tramonto a quelli più accesi dei rossi ed arancioni e ai blu profondi della notte

 

Foto palco 1 T. CamployTeatro Camploy - platea

Siamo affascinati dalla cavea, dal grande palco, dalle ampie volte che si muovono come onde, sotto un cielo colorato incontrando nudi ciottoli. Un’emozione che ci viene confermata dalla meraviglia a dall’apprezzamento di chi si accosta per la prima volta a questo teatro.

Cenni Storici:

Il recupero architettonico e il conseguente utilizzo culturale del Camploy ha valorizzato un percorso della memoria urbana di Verona che ha visto quell’edificio prima innalzato come Chiesa di S. Francesco D’Assisi, poi ospitare il collegio degli Artigianelli per poi divenire asilo notturno denominato Camploy dal nome del suo donatore al Comune di Verona.

Nelle ricerche degli storici veronesi la chiesa di S. Francesco non ha posto perché il valore intrinseco dell’edificio risulta nullo, spesso i nomi di S. Francesco e S. Marta vengono confusi e la chiesa si sdoppia come denominazione in un tempio scomparso in via Collegio degli Artigianelli ed uno sconsacrato in via Cantarane, all’angolo con vicolo Madonnina.

Foto Sala prove T. CAmployOggi rimane il nome di S. Marta solo alla caserma e alla via perpendicolare a via Cantarane. Già negli elenchi del catasto napoleonico del 1802 risulta solo la parte conventuale demolita per lasciare spazio ad edifici di sussistenza militare, dato che la zona è in prossimità delle mura e del campo Marte. Probabilmente la chiesa e il monastero di S. Marta furono soppressi a seguito dell’eliminazione di ordini religiosi ed abbazie da parte dell’esercito di Buonaparte. In seguito intervennero i frati cappuccini, che abbandonarono il complesso di S. Marta all’autorità militare e deliberarono di erigere la chiesa di S. Francesco nel 1854 che fu poi ultimata nel 1863 e abbandonata immediatamente nel 1867, a causa della legge del 1866 che passò al Comune l’edificio.Da qui iniziò l’inserimento di S. Francesco nel circuito dell’assistenza pubblica veronese, nel 1869 si installò il collegio degli Artigianelli che vi restò fino alla prima guerra mondiale quando l’edificio venne occupato come altri complessi conventuali abbandonati da indigenti e diseredati fino al 1924.

Rimasti gli edifici inutilizzati per anni, furono poi sistemati per accogliervi l’asilo notturno Camploy trasferito da piazza Isolo. Il nome deriva da Giuseppe Camploy (1794 – 1890) che donò il suo cospicuo patrimonio al Comune di Verona a beneficio di quanti indigenti necessitassero un ricovero per la notte. Ed è curioso pensare che lo stesso Camploy fu proprietario del teatro S. Samuele a Venezia e impresario teatrale a Verona quasi fosse già destinata nel futuro una vocazione teatrale all’edificio.


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