Inaugurazione Venerdì 28 giugno alle ore 19.30 Daniel González presenterà la sua nuova installazione nel Cortile della Casa di Giulietta: "Romeo’s Balcony" A cura di Marco Meneguzzo, Verona, Via Cappello 23 L'installazione di Daniel González sarà visibile fino al 14 ottobre 2013 Mostre

Romeo’s Balcony di Daniel González


Inaugurazione Venerdì 28 giugno alle ore 19.30
Daniel González presenterà la sua nuova installazione nel Cortile della Casa di Giulietta:

“Romeo’s Balcony”

A cura di Marco Meneguzzo, Verona, Via Cappello 23

L’installazione di Daniel González sarà visibile fino al 14 ottobre 2013

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IL RAGAZZO DEL BALCONE ACCANTO

[…]Daniel Gonzalez è artista del nostro tempo, e come tale deve interpretare uno dei luoghi più dolcemente lacrimevoli del globo: può essere antipatico – come tutti coloro che ti rivelano una verità sgradita o difficile da accettare – ma i nuovi comportamenti umani impongono una revisione dei ruoli, per cui Romeo non è più ai piedi di Giulietta che sospira dal balcone, ma è sul balcone dirimpetto, in un rapporto visivo, formale, concettuale completamente diverso.

E’ il ragazzo della porta accanto, il ragazzo del quartiere, come in “West Side Story”?

Probabilmente sì, ma questa non è che una tappa della lenta emancipazione femminile che costringe Romeo, ogni Romeo, su di un balcone. Perché il luogo che Daniel costruisce di fronte a quello di Giulietta è il frutto stesso del balcone di Giulietta, dopo secoli di finti avvelenamenti e di veri pugnali. Oggi infatti la tragedia degli amanti si risolve in commedia, ma per fortuna non ancora in farsa.

E’ un Romeo sgargiante, un po’smargiasso e molto insicuro quello che si affaccia idealmente al suo balcone, che ne è il riflesso oggettuale[…]

Tra un ragazzo e una ragazza, oggi è il ragazzo a trovarsi più spiazzato, più in cerca di identità, la cui carenza è mascherata dalla “confezione”, che Daniel costruisce con quell’ironia che, si sa, è anche il contraltare di una profonda empatia […]

Perché, quali parole potrà mai pronunciare il Romeo di quel balcone da quel balcone? Neppure il Francesco del Cyrano di Rostand riuscirebbe ad essere più goffo, e neppure quegli ispanici dei ghetti nordamericani che affidano il loro fascino agli ammortizzatori basculanti delle loro Cadillac. Come accade oggi, tutti i Romeo del mondo stanno in silenzio, si mostrano, e soprattutto non aspettano altro che di essere corteggiati.

 

Marco Meneguzzo

Romeo’s Balcony è una fiaba che vive ai confini del nostro mondo, un monumento fantastico.

Un’opera che prende forma attraverso l’estetica dei disegni progettuali, ricreando l’archetipo di una favola d’amore architettonica tra passato e presente. Su Romeo’s Balcony sfila una collezione prêt-à-porter di vasi di fiori, come se Vivienne Westwood, Alexander Mc Queen e Jean-Paul Gaultier lavorassero insieme per creare racconti visivi sulla media borghesia, i suoi vizi, le sue abitudini. Qui il dato fashion cosmico viene completato dalla presenza di vita, piante vere che portano i segni di un reale quotidiano. Creata appostitamente per il cortile di Giulietta, l’istallazione fonde l’architettura con i bisogni sociali dell’uomo,facendo sconfinare il mito di Shakespeare in un territorio tra realtà e immaginazione, in un fantastico universo onirico dove si mischiano magicamente pensieri, ricordi d’infanzia, memorie, ossessioni, fatti reali e sognati.

Come un archeologo della memoria cinematografica, mescolo i film di Romeo e Giulietta, 8 1/2 di Fellini, Network di Sidney Lumet, Bellissima di Luchino Visconti, fino a far diventare Romeo il signore della porta accanto in perfetto stile Truffaut. Così come nelle architetture effimere o nelle macchine di feste barocche che venivano realizzate per commemorare incoronamenti o vittorie in guerra, portando tutto il popolo a vivere una condizione straordinaria, Romeo’s Balcony celebra l’Evento d’Amore dell’umanità e nel suo manifestarsi trasforma il valore semantico del luogo.

Sul vento del dramma shakespeariano si svolge la performance che fa rinascere la passione di Romeo e Giulietta attraverso una visione che ci riporta alla commedia all’italiana con la collaborazione del Teatro Stabile di Verona e il suo direttore Paolo Valerio. Romeo’s Balcony è un’idea che entra nel vissuto, un luogo dove poter vivere un’esperienza dentro un sogno.

Daniel González

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[learn_more caption=”Daniel González”]

Daniel González è nato in Argentina nel 1963, vive e lavora tra Berlino e New York.

Il suo lavoro nasce da una ricerca sul rito della celebrazione e si declina in progetti pubblici, banner-painting di paillette e pezzi unici indossabili presentati in performance ad alto impatto. González crea mondi deliranti, sexy e pieni di energia: spazi di libertà dove le convenzioni esistenti collassano.

Ha esposto a Viafarini (Milano), al Neuer Kunstverein di Aachen ed alla seconda Biennale di Praga. Nel 2008 Daniel González ha realizzato un workshop performance per Manifesta 7 creando fashion ritratti trasformando i vestiti degli avventori dopo un’intervista di un minuto. Nel 2010 ha partecipato al Witte de Withstraat festival di Rotterdam dove ha presentato la sua prima Pop-up Building, coprendo una chiesa storica con cartone intagliato, come un libro pop-up gigante. Nel 2011 ha partecipato Biennale del Museo del Barrio a New York creando Pop-up Museo Disco Club, scultura-installazione che trasformava la facciata del museo sulla 5th avenue e l’atrio in un block party di sei mesi di durata. Nel 2012 e` stato selezionato per il Premio Michetti di Francavilla al Mare.

Dal 2007 Daniel González collabora con Anna Galtarossa a progetti pubblici su larga scala. Il primo, Chili Moon Town Tour, una città utopica galleggiante, ha inaugurato nel Bosque de Chapultepec a Città del Messico nel 2007.

Il secondo, Homeless Rocket with Chandeliers, prodotto a Lambrate (Milano) è una gru-installazione usata in un cantiere, contaminata da oggetti e materiali che si riferiscono alla cultura di strada e alla libertà che essa trasmette.

Insieme hanno esposto in numerosi musei e collezioni internazionali come la Zabludowicz Collection di Londra e il Musée d’Art Contemporain de Bordeaux.

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