VERONA - Sarà la Popular Shakespeare Kompany a inaugurare, mercoledì 3 luglio alle 21.15 (repliche sino al 6 luglio) al Teatro Romano, il 65° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale con un dramma che il Bardo scrisse attorno al 1596: Il mercante di Venezia, che viene rappresentato al Teatro Romano per la nona volta. A interpretare il protagonista, l’usuraio Shylock, personaggio ambiguo e complesso, è Silvio Orlando, affiancato da quel gruppo di giovani attori che il pubblico veronese ha già apprezzato lo scorso anno, sempre al Teatro Romano, in un altro spettacolo shakespeariano, La tempesta che ne ha segnato la nascita ufficiale. Come nel 2012, anche per quest’allestimento il regista è Valerio Binasco, artefice e fondatore della Popular Shakespeare Kompany che, fedele alla sua “filosofia”, intende proporre un classico rivisitato con spirito innovativo. In questi giorni la PSK sta ultimando le prove al Teatro Romano in vista della prima nazionale di mercoledì. Il mercante di Venezia, modellato in parte sull’ Ebreo di Malta di Christopher Marlowe (1564-1593 e quindi coevo di Shakespeare), mescola intrecci e avventure che ruotano attorno al mercante del titolo che non è l’ebreo Shylock bensì Antonio, figura di rilievo e insieme motore della vicenda che si svolge nel XVI secolo. Proprio dal suo desiderio di aiutare economicamente l’amico Bassanio impegnato a conquistare la giovane e ricca Porzia vincendo la concorrenza di altri danarosi candidati, andrà incontro alla rovina. Per ottenere tremila ducati in prestito, infatti, Antonio si rivolge a Skylock che si dichiara disponibile ad aiutarlo ponendo però delle condizioni durissime in caso di mancata restituzione del denaro: se non salderà il suo debito entro tre mesi, Antonio dovrà dare a Shylock una libbra della sua carne, presa vicino al cuore. È evidente che, in un simile contesto, la figura dell’usuraio è avvolta in una luce sinistra, tutta meschinità, cattiveria e senso di rivalsa. Eppure Shakespeare finisce per descrivere l’usuraio (che, grazie a un cavillo scovato dai suoi avversari non riuscirà a ottenere soddisfazione alla sua richiesta e ne resterà anzi beffato) anche come vittima di pregiudizi e intolleranze. Un esempio illuminante è il bellissimo monologo che Shylock recita: “Sono un ebreo. Ma non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, membra, sensi, affetti, passioni? Non si nutre degli stessi cibi, non è ferito dalle stesse armi…come lo è un cristiano?”. Nelle note di regia Valerio Binasco ammette, senza mezzi termini, la sua totale simpatia per Shylock. «La terribile, umiliante, meschina sconfitta di Skylock – scrive – giusta o non giusta che sia, mi mette a disagio. Annuncio fin da ora che starò dalla sua parte. Del resto, il bene e il male si spostano di continuo nel corso della pièce». Nella messinscena della PSK, le categorie del male e del bene sono sviscerate nel profondo e infine rimescolate: di qui deriva lo scontro tra una moltitudine di “uguali”, ovvero i cristiani di Antonio, e il singolo diverso, Shylock, appunto. Eppure il male esiste: è il denaro. Quanto al presunto antisemitismo del testo, Binasco sottolinea: «Nel Mercante di Venezia le differenze religiose sono tratteggiate in modo fatuo: non è un problema di fede, ma di conformismo. L’essenziale, riguardo a Shylock, non è che è un eretico o un ebreo, ma che è un outsider». Un outsider che ha il volto di Silvio Orlando, attore culto di Nanni Moretti, Gabriele Salvatores, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti. Il precedente allestimento di quest’opera risale a quattro anni fa: nell’estate 2009 il Teatro Romano ospitò un Mercante di Venezia in prova con la regia di Roberto Andò e con l’interpretazione di Moni Ovadia e di Shel Shapiro (l’ex leader dei Rokes, gruppo rock degli anni Sessanta) che vestiva i panni di Shylock. Video applausi

Prima de Il mercante di Venezia al Teatro romano


Mercoledì 3 luglio s’inaugura al Teatro Romano il 65° Festival Shakespeariano. In scena Il mercante di Venezia con Silvio Orlando. Accanto a lui gli attori della Popular Shakespeare Kompany. Regia di Valerio Binasco. Repliche fino al 6 luglio.

 

VERONA – Sarà la Popular Shakespeare Kompany a inaugurare, mercoledì 3 luglio alle 21.15 (repliche sino al 6 luglio) al Teatro Romano, il 65° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale con un dramma che il Bardo scrisse attorno al 1596: Il mercante di Venezia, che viene rappresentato al Teatro Romano per la nona volta. A interpretare il protagonista, l’usuraio Shylock, personaggio ambiguo e complesso, è Silvio Orlando, affiancato da quel gruppo di giovani attori che il pubblico veronese ha già apprezzato lo scorso anno, sempre al Teatro Romano, in un altro spettacolo shakespeariano, La tempesta che ne ha segnato la nascita ufficiale. Come nel 2012, anche per quest’allestimento il regista è Valerio Binasco, artefice e fondatore della Popular Shakespeare Kompany che, fedele alla sua “filosofia”, intende proporre un classico rivisitato con spirito innovativo. In questi giorni la PSK sta ultimando le prove al Teatro Romano in vista della prima nazionale di mercoledì.
Il mercante di Venezia, modellato in parte sull’ Ebreo di Malta di Christopher Marlowe (1564-1593 e quindi coevo di Shakespeare), mescola intrecci e avventure che ruotano attorno al mercante del titolo che non è l’ebreo Shylock bensì Antonio, figura di rilievo e insieme motore della vicenda che si svolge nel XVI secolo. Proprio dal suo desiderio di aiutare economicamente l’amico Bassanio impegnato a conquistare la giovane e ricca Porzia vincendo la concorrenza di altri danarosi candidati, andrà incontro alla rovina. Per ottenere tremila ducati in prestito, infatti, Antonio si rivolge a Skylock che si dichiara disponibile ad aiutarlo ponendo però delle condizioni durissime in caso di mancata restituzione del denaro: se non salderà il suo debito entro tre mesi, Antonio dovrà dare a Shylock una libbra della sua carne, presa vicino al cuore. È evidente che, in un simile contesto, la figura dell’usuraio è avvolta in una luce sinistra, tutta meschinità, cattiveria e senso di rivalsa. Eppure Shakespeare finisce per descrivere l’usuraio (che, grazie a un cavillo scovato dai suoi avversari non riuscirà a ottenere soddisfazione alla sua richiesta e ne resterà anzi beffato) anche come vittima di pregiudizi e intolleranze. Un esempio illuminante è il bellissimo monologo che Shylock recita: “Sono un ebreo. Ma non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, membra, sensi, affetti, passioni? Non si nutre degli stessi cibi, non è ferito dalle stesse armi…come lo è un cristiano?”.

Nelle note di regia Valerio Binasco ammette, senza mezzi termini, la sua totale simpatia per Shylock. «La terribile, umiliante, meschina sconfitta di Skylock – scrive – giusta o non giusta che sia, mi mette a disagio. Annuncio fin da ora che starò dalla sua parte. Del resto, il bene e il male si spostano di continuo nel corso della pièce». Nella messinscena della PSK, le categorie del male e del bene sono sviscerate nel profondo e infine rimescolate: di qui deriva lo scontro tra una moltitudine di “uguali”, ovvero i cristiani di Antonio, e il singolo diverso, Shylock, appunto. Eppure il male esiste: è il denaro. Quanto al presunto antisemitismo del testo, Binasco sottolinea: «Nel Mercante di Venezia le differenze religiose sono tratteggiate in modo fatuo: non è un problema di fede, ma di conformismo. L’essenziale, riguardo a Shylock, non è che è un eretico o un ebreo, ma che è un outsider». Un outsider che ha il volto di Silvio Orlando, attore culto di Nanni Moretti, Gabriele Salvatores, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti. Il precedente allestimento di quest’opera risale a quattro anni fa: nell’estate 2009 il Teatro Romano ospitò un Mercante di Venezia in prova con la regia di Roberto Andò e con l’interpretazione di Moni Ovadia e di Shel Shapiro (l’ex leader dei Rokes, gruppo rock degli anni Sessanta) che vestiva i panni di Shylock.
Nell’ambito dell’iniziativa “fuoriTeatro dentro la bibliotecavenerdì 5 luglio alle 17.45 nella Sala Nervi della Biblioteca Civica (via Cappello 43) Valerio Binasco, Silvio Orlando e gli attori della Popular Shakespeare Kompany incontreranno il pubblico che potrà intervenire con domande agli artisti. L’incontro sarà condotto da Silvia Bernardi.

VERONA - Sarà la Popular Shakespeare Kompany a inaugurare, mercoledì 3 luglio alle 21.15 (repliche sino al 6 luglio) al Teatro Romano, il 65° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale con un dramma che il Bardo scrisse attorno al 1596: Il mercante di Venezia, che viene rappresentato al Teatro Romano per la nona volta. A interpretare il protagonista, l’usuraio Shylock, personaggio ambiguo e complesso, è Silvio Orlando, affiancato da quel gruppo di giovani attori che il pubblico veronese ha già apprezzato lo scorso anno, sempre al Teatro Romano, in un altro spettacolo shakespeariano, La tempesta che ne ha segnato la nascita ufficiale. Come nel 2012, anche per quest’allestimento il regista è Valerio Binasco, artefice e fondatore della Popular Shakespeare Kompany che, fedele alla sua “filosofia”, intende proporre un classico rivisitato con spirito innovativo. In questi giorni la PSK sta ultimando le prove al Teatro Romano in vista della prima nazionale di mercoledì. Il mercante di Venezia, modellato in parte sull’ Ebreo di Malta di Christopher Marlowe (1564-1593 e quindi coevo di Shakespeare), mescola intrecci e avventure che ruotano attorno al mercante del titolo che non è l’ebreo Shylock bensì Antonio, figura di rilievo e insieme motore della vicenda che si svolge nel XVI secolo. Proprio dal suo desiderio di aiutare economicamente l’amico Bassanio impegnato a conquistare la giovane e ricca Porzia vincendo la concorrenza di altri danarosi candidati, andrà incontro alla rovina. Per ottenere tremila ducati in prestito, infatti, Antonio si rivolge a Skylock che si dichiara disponibile ad aiutarlo ponendo però delle condizioni durissime in caso di mancata restituzione del denaro: se non salderà il suo debito entro tre mesi, Antonio dovrà dare a Shylock una libbra della sua carne, presa vicino al cuore. È evidente che, in un simile contesto, la figura dell’usuraio è avvolta in una luce sinistra, tutta meschinità, cattiveria e senso di rivalsa. Eppure Shakespeare finisce per descrivere l’usuraio (che, grazie a un cavillo scovato dai suoi avversari non riuscirà a ottenere soddisfazione alla sua richiesta e ne resterà anzi beffato) anche come vittima di pregiudizi e intolleranze. Un esempio illuminante è il bellissimo monologo che Shylock recita: “Sono un ebreo. Ma non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, membra, sensi, affetti, passioni? Non si nutre degli stessi cibi, non è ferito dalle stesse armi…come lo è un cristiano?”. Nelle note di regia Valerio Binasco ammette, senza mezzi termini, la sua totale simpatia per Shylock. «La terribile, umiliante, meschina sconfitta di Skylock – scrive – giusta o non giusta che sia, mi mette a disagio. Annuncio fin da ora che starò dalla sua parte. Del resto, il bene e il male si spostano di continuo nel corso della pièce». Nella messinscena della PSK, le categorie del male e del bene sono sviscerate nel profondo e infine rimescolate: di qui deriva lo scontro tra una moltitudine di “uguali”, ovvero i cristiani di Antonio, e il singolo diverso, Shylock, appunto. Eppure il male esiste: è il denaro. Quanto al presunto antisemitismo del testo, Binasco sottolinea: «Nel Mercante di Venezia le differenze religiose sono tratteggiate in modo fatuo: non è un problema di fede, ma di conformismo. L’essenziale, riguardo a Shylock, non è che è un eretico o un ebreo, ma che è un outsider». Un outsider che ha il volto di Silvio Orlando, attore culto di Nanni Moretti, Gabriele Salvatores, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti. Il precedente allestimento di quest’opera risale a quattro anni fa: nell’estate 2009 il Teatro Romano ospitò un Mercante di Venezia in prova con la regia di Roberto Andò e con l’interpretazione di Moni Ovadia e di Shel Shapiro (l’ex leader dei Rokes, gruppo rock degli anni Sessanta) che vestiva i panni di Shylock.

Teatro romano sold out per la prima de Il mercante di Venezia

Video dei calorosi applausi


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