20150606 Paolo Sorrentino Accessibile meglio Verona dismappa Spettacoli

Paolo Sorrentino: Accessibile è meglio da Oscar!


Il regista premio Oscar Paolo Sorrentino testimone per dismappa dopo l’incontro al Festival della Bellezza, ieri sera al Teatro Romano di Verona

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Paolo Sorrentino

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Paolo Sorrentino (Napoli31 maggio 1970) è un registasceneggiatore e scrittore italiano[1][2].

Nel 2010 ha esordito nel mondo letterario con Hanno tutti ragione, romanzo terzo classificato al Premio Strega2010.

Nel 2014 il suo film La grande bellezza vince l’Oscar come miglior film straniero, il Golden Globe e il BAFTA nella stessa categoria, quattro European Film Awards 2013, nove David di Donatello 2014 e cinque Nastri d’argento 2013.

Biografia

Nato a Napoli, nel quartiere Vomero, a 17 anni rimane orfano di entrambi i genitori. Dopo aver studiato per alcuni anni alla facoltà di Economia e Commercio, a 25 anni decide di lavorare nel mondo del cinema.[3] Paolo Sorrentino è sposato con la giornalista Daniela D’Antonio. La coppia ha due figli, Anna e Carlo[3].

I primi lavori

Paolo Sorrentino esordisce con il cortometraggio Un paradiso, co-diretto con Stefano Russo[4]. Lo stesso anno lavora come ispettore di produzione al filmIl verificatore di Stefano Incerti: a detta dello stesso Sorrentino, l’esperienza è stata decisamente negativa[5]. Lavora poi come aiuto-regista nel cortometraggio Drogheria di Maurizio Fiume, scrive insieme a Silvestro Sentiero la sceneggiatura per il lungometraggio Napoletani[6], che nonostante ilPremio Solinas non sarà realizzato, e collabora con il regista Antonio Capuano alla scrittura di Polvere di Napoli (1998). Contemporaneamente inizia a lavorare anche per la televisione, scrivendo alcuni episodi della serie televisiva La squadra.

Il cortometraggio L’amore non ha confini (1998), surreale storia d’amore ricca di rimandi cinematografici, segna l’inizio della collaborazione di Sorrentino con la neonata Indigo Film, che produrrà tutti i film del regista. Tra il 1998 e il 1999 scrive con Umberto Contarello la sceneggiatura La voce dell’amore per un film sulla musica neomelodica napoletana (che non sarà realizzato) da affidare al regista Michele Placido. Il corto successivo, La notte lunga (2001), è coprodotto dalla Regione Lombardia nell’ambito di una campagna contro l’uso di droga.

I primi lungometraggi

Realizza il suo primo lungometraggio nel 2001 con L’uomo in più del quale è anche sceneggiatore, presentato al Festival di Venezia e vincitore di vari premi tra cui il Nastro d’Argento per il miglior regista esordiente, il Ciak d’Oro per la miglior sceneggiatura e la Grolla d’Oro al protagonista Toni Servillo, oltre a tre candidature al David di Donatello 2002. Nel 2002 partecipa al documentario collettivo La primavera del 2002. L’Italia protesta, l’Italia si ferma, coordinato da Francesco Maselli. Il sodalizio con Servillo prosegue con il successivo Le conseguenze dell’amore (2004), presentato al Festival di Cannes.

Il film ottiene un successo critico ancora maggiore dell’opera precedente, vincendo 5 David di Donatello 2005 (miglior film, regista, sceneggiatura, attore protagonista e direttore della fotografia) e 3 Nastri d’Argento (migliore attore protagonista, attore non protagonista e direttore della fotografia), e rivela il regista al grande pubblico. Lo stesso anno torna a collaborare con Servillo, girando per Rai 2 una versione televisiva della commedia Sabato, domenica e lunedì di Eduardo De Filippo, che viene trasmessa nella notte del 25 dicembre. Dopo un breve cameo in Il caimano (2006) di Nanni Moretti, gira L’amico di famiglia (2006), nuovamente scelto per il Festival di Cannes, che riscuote un successo di pubblico e critica inferiore al film precedente. Lo stesso anno gira uno spot televisivo per la Fiat Croma interpretato da Jeremy Irons.

Il successo internazionale

Nel maggio 2008 partecipa alla selezione ufficiale del Festival di Cannes 2008 con il film Il divo, ispirato alla figura di Giulio Andreotti e interpretato da Toni Servillo. Il film si aggiudica il Premio della giuria, viene accolto con recensioni molto positive dalla critica italiana e internazionale[7] e riscuote un buon successo di pubblico. Nel 2009 documenta con il videoreportage L’assegnazione delle tende, realizzato per l’edizione online del quotidiano La Repubblica, gli effetti del terremoto all’Aquila. Nello stesso anno partecipa al progetto perFiducia, una serie di cortometraggi sul tema della fiducia che vede anche la partecipazione di Ermanno Olmi e Gabriele Salvatores, dirigendo il corto La partita lenta e supervisionando L’altra metà, diretto da Pippo Mezzapesa.

Il 27 settembre 2009 è tra i firmatari dell’appello rivolto alle autorità svizzere per il rilascio del regista Roman Polanski, detenuto in attesa di essere estradato negli Stati Uniti.[8] L’anno seguente pubblica per Feltrinelli il suo primo romanzo, Hanno tutti ragione, con il quale ottiene una candidatura alPremio Strega e all’Alabarda d’oro. Sempre nel 2010 partecipa al film collettivo Napoli 24 con l’episodio La principessa di Napoli. Nel 2011 dirige uno spottelevisivo per Yamamay interpretato da Isabella Ferrari.

Il suo primo film in lingua inglese, This Must Be the Place, vede Sean Penn nel ruolo del protagonista e viene presentato in concorso al Festival di Cannes 2011.[9] Il film ha un buon successo al botteghino italiano, con circa 6 milioni di euro di incasso,[10] e vince il David di Donatello per la migliore sceneggiatura, scritta insieme a Umberto Contarello.

La grande bellezza

Il 21 maggio 2013 presenta alla 66ª edizione del Festival di Cannes il film La grande bellezza, scritto con Umberto Contarello e nuovamente interpretato da Toni Servillo[11]. Accolto in modo contrastante dalla critica italiana, il film realizza il miglior successo del regista al botteghino, con un incasso di oltre 9 milioni di euro[12][13]. In seguito La grande bellezza ottiene riconoscimenti critici più solidi all’estero, in particolare nel Regno Unito e negli Stati Uniti[14], incassando oltre 20 milioni di dollari in tutto il mondo[12].

Il successo critico continua con una serie di riconoscimenti internazionali: il film vince 4 European Film Awards (miglior filmmiglior registamiglior attore emiglior montaggio), il Golden Globe per il miglior film straniero, il Premio BAFTA al miglior film straniero e 5 Nastri d’Argento (miglior attore non protagonista a Carlo Verdonemiglior attrice non protagonista a Sabrina Ferillimiglior sonoro in presa diretta a Emanuele Cecere, miglior fotografia aLuca Bigazzi e un premio speciale a Toni Servillo)[15].

Il 2 marzo 2014 si aggiudica l’Oscar al miglior film straniero, quindici anni dopo il trionfo dell’ultimo film italiano nella stessa categoria, ossia La vita è belladi Roberto Benigni (1999). Il regista ha ricevuto il premio da Ewan McGregor e Viola Davis ed ha ritirato la statuetta insieme a Toni Servillo e Nicola Giuliano. Nelle sue prime dichiarazioni ha ringraziato gli attori, lo staff e il team di produzione del film, la sua famiglia, le città di Roma e Napoli e le sue fonti di ispirazione, rappresentate da Federico FelliniMartin Scorsese, i Talking Heads e Diego Armando Maradona[16], infine ha dedicato il premio ai suoi genitori[17]. Il 14 marzo 2014 Sorrentino ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Roma dal sindaco Ignazio Marino[18].

Il 2 novembre 2014 va in onda su Rai 1, per celebrare il trentennale dalla scomparsa di Eduardo De Filippo, la commedia Le voci di dentro, di cui Sorrentino cura la regia televisiva. Il cast dello spettacolo, trasmesso in diretta dal Teatro San Ferdinando di Napoli, comprende Toni Servillo (che lo ha portato nei teatri con un’acclamata tournée) e Peppe Servillo[19].

Youth – La giovinezza

Il 20 maggio 2015, in concomitanza con la sua partecipazione in concorso al Festival di Cannes 2015, esce il suo nuovo film Youth – La giovinezza, il secondo in lingua inglese dopo This Must Be the Place. Nel cast del film compaiono Michael CaineHarvey KeitelRachel WeiszPaul Dano e Jane Fonda.[20] Il film, dedicato a Francesco Rosi, è ambientato e girato prevalentemente in Svizzera.

Filmografia

Regista

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

  • Sabato, domenica e lunedì (2004)
  • Le voci di dentro (2014)

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Spot pubblicitari

Sceneggiatore

Cinema

Televisione

Attore

Cinema

Televisione

Libri

Romanzi
Racconti
Saggistica

Premi e nomination

FESTIVAL DELLA BELLEZZA. L’incontro col regista premiato con l’Oscar

Paolo Sorrentino «Quasi giravo un film a Verona»

Adamo Dagradi

Per «Le conseguenze dell’amore» venne anche nella nostra città alla ricerca dell’hotel adatto per le riprese. Ma non lo trovò e ripiegò su Treviso

lunedì 08 giugno 2015 SPETTACOLI, pagina 43

Tutto si può dire, di Paolo Sorrentino, ma non che si sia montato la testa: il regista premio Oscar, ospite del Festival della bellezza, si è raccontato con umiltà, in un continuo e autoironico gioco al ribasso. Due ore d’intervista, intervallata da segmenti dei suoi sette lungometraggi, davanti a un Teatro Romano sold out, così come si è ripresentato ieri sera per l’ultimo dei dodici appuntamenti, quello con Massimo Cacciari dopo l’incontro pomeridiano con Jasmine Trinca a Palazzo Giusti. Ad accompagnare Sorrentino nella conversazione Alessandra Zecchini, responsabile organizzativa di Idem.
Una carriera fulminante iniziata con L’uomo in più: «del quale posso raccontare anche il finale, tanto non l’ha visto nessuno…». Prima delle quattro collaborazioni con Toni Servillo. «Toni è più grande di me e mi aiuta spesso a scegliere le sceneggiature. Non è la prima volta che vado da lui entusiasta di un testo e mi fa notare che si tratta di un bidone…»: un’amicizia consolidata, dentro e fuori dal set, come quella con il direttore della fotografia Luca Bigazzi. «Siamo come due zitelle di una vecchia commedia all’italiana, passiamo il tempo a litigare ma ci vogliamo bene. Per fortuna invecchiando s’è addolcito… La verità è che senza di lui sarebbe un guaio: è veloce e questo mi regala tanto tempo da sfruttare sul set con gli attori».
Le conseguenze dell’amore è diventato un film di culto. «L’ho pensato in un periodo in cui leggevo tantissimi libri sulla mafia. Volevo fare un film sulla mafia, alla fine ne ho fatto uno su un personaggio tangente a quel tipo di criminalità. Girammo per mesi alla ricerca dell’hotel in cui effettuare le riprese, pure qui a Verona. Anche se il film è ambientato in Svizzera, la location la trovammo a Treviso. Preferisco i luoghi veri, perché sono scomodi e ciò tiene alta l’attenzione, in un teatro di posa è tutto troppo silenzioso e pulito».
L’amico di famiglia secondo alcuni critici è stato un passo falso. «Ho cercato di fare una commedia. Non ha mai riso nessuno, vedendolo, a parte il regista inglese Mike Leigh, uno dei miei miti, al Festival di Londra. Lui ha riso in modo ossessivo per tutta la proiezione mentre la platea era muta. Oggi mi rendo conto che era impossibile fare la commedia raccontando di un usuraio che molesta le ragazzine…».
Il Divo segna la trasformazione più impressionante di Servillo, che diventa Giulio Andreotti. «Quando girava per il set truccato ci dimenticavamo che lì sotto c’era ancora Toni, lo trattavamo tutti con timore reverenziale, come se il vero Andreotti fosse presente e potesse farci chiudere baracca». Altro film altro grande attore: Sean Penn in This Must Be The Place: «Ero terrorizzato, non capivo se aveva capito che avrebbe dovuto recitare col cerone e il rossetto. Lui non ne parlava mai e avremmo fatto fatica a intenderci, data la qualità scadente del mio inglese. Non ebbi neanche il coraggio di chiedergli una prova, fu lui a chiederla a me e non solo aveva capito tutto, scomparve nel personaggio».
Il resto è storia recente: La Grande Bellezza, l’Oscar, la nuova avventura di Youth. Manca qualche approfondimento più personale. Perché un regista di 43 anni, attivo dai 31, crea solo personaggi di mezza età o più anziani, malinconici e ossessionati dalla giovinezza? Dove nasce questo «tempo perduto»? Come sposa la geometria delle inquadrature con la realtà grottesca che incasellano? Qual è il suo rapporto col tanto citato Fellini? Ma il tempo per fargli domande non c’è stato, due ore sono volate via. Le risposte, magari, l’anno prossimo.


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