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Nuova palestra per la riabilitazione a Borgo Roma


È nata la palestra riabilitativa neurologica

Strumentazioni ad hoc per pazienti con problemi motori e cognitivi. Il direttore generale Caffi:  «Centro di riferimento nazionale per i malati» (fonte)

La palestra riabilitativa con i nuovi macchinari DIENNEFOTO

La palestra riabilitativa con i nuovi macchinari DIENNEFOTO

Una vera e propria palestra per la riabilitazione neurologica, dotata di macchinari e strumentazioni ad hoc per pazienti con problemi motori e cognitivi. Il traguardo è stato raggiunto gradualmente, dopo anni e anni di ricerche, progetti, di nuove apparecchiature che sono andate col tempo ad arricchire attività e risultati del Centro di ricerca in Riabilitazione neuromotoria e cognitiva di Borgo Roma, che fa parte del Dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento dell’Università di Verona.

La ricerca, dunque, ma applicata alla realtà quotidiana, cioé nelle corsie d’ospedale. Ed ecco, infatti, che questo Centro opera in stretta sinergia con l’unità di Riabilitazione neurologica dell’Azienda ospedaliera di Verona. «L’emblema», per usare le parole dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, «di quella collaborazione tra ateneo e ospedale che si è voluta realizzare attraverso la creazione dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona».
Particolarmente orgoglioso dei risultati raggiunti il direttore generale Sandro Caffi. «Ciò che viene presentato è il frutto di un lungo lavoro», è stato ieri il commento del dg dell’Azienda ospedaliera. «Va sottolineato che il 30% delle persone seguite dall’Area delle Neuroscienze proviene da altre regioni, a testimonianza di come il nostro centro sia diventato un punto di riferimento a livello nazionale».
Ma com’è nata e a chi è rivolta questa speciale palestra? Lo spiega il vero promotore del progetto, Nicola Smania, responsabile dell’Unità organizzativa (Uso) di Riabilitazione neurologica di Borgo Roma: «In sei anni, cioé da quando è stato avviato nel 2007, il Centro ha mostrato un’intensa attività e tramite la partecipazione a una ventina di progetti di ricerca, donazioni, collaborazioni con enti pubblici e privati, ha acquisito numerosi strumenti tecnologici sia per la valutazione che per il trattamento delle disabilità motorie e cognitive». I macchinari, che hanno un valore complessivo di circa un milione di euro, sono rivolti a persone con lesioni del sistema nervoso centrale, provocate da ictus cerebrale, malattia di Parkinson, sclerosi multipla, Alzheimer, paralisi cerebrali o malattie oncologiche infantili. «I pazienti vengono seguiti nella fase acuta, subacuta e cronica: l’obiettivo è permettere loro di recuperare la piena funzionalità motoria e cognitiva», ha illustrato Smania. «Di recente tramite un joint project dell’Università con l’azienda Reha Technology è stato possibile ottenere uno degli strumenti robotici più innovativi per la riabilitazione».
Alfredo Guglielmi, presidente della Scuola di Medicina, ha infatti sottolineato come Università e l’Azienda ospedaliera siano terze nella graduatoria nazionale per livello di ricerca, mentre Giancesare Guidi, prorettore dell’Ateneo, si è detto soddisfatto per gli obiettivi raggiunti: «L’Università ha sempre avuto un occhio di riguardo per la riabilitazione, un settore dove i risultati della ricerca devono essere continuamente aggiornati».
Manuela Trevisani