Martedì 3 febbraio alle 17,30 in Sala Farinati si terrà la presentazione del libro Archeologia del Novecento Archivio Bassotto a cui seguirà, in Protomoteca, l’inaugurazione della mostra bibliografica, promossa dalla Biblioteca Civica, che ripercorre trent'anni di fotografie dell'Archivio. Oltre a Raffaello Bassotto, interverranno Antonia Pavesi, consigliere del Comune di Verona con delega alla Cultura, Erika Bossum, coordinatrice regionale dell'A.I.P.A.I. (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) e ricercatrice, Daniela Rosi, insegnante presso l'Accademia di Belle Arti di Verona ed esperta in Outsider Art, Ugo Brusaporco, esperto multimediale e critico cinematografico, Enrico Gusella, critico e storico dell'arte. Mostre

Mostra Archeologia del Novecento – Archivio Bassotto


Biblioteca Civica di Verona
3-7 febbraio 2015

Martedì 3 febbraio alle 17,30 in Sala Farinati si terrà la presentazione del libro
Archeologia del Novecento
Archivio Bassotto

a cui seguirà, in Protomotecal’inaugurazione della mostra bibliografica, promossa dalla Biblioteca Civica, che ripercorre trent’anni di fotografie dell’Archivio.

Le foto nelle teche sono difficili da vedere se si visita in carrozzina, vedi

La mostra non si mostra, ovvero quando le teche sono barriere

Oltre a Raffaello Bassotto, interverranno Antonia Pavesi, consigliere del Comune di Verona con delega alla Cultura, Erika Bossum, coordinatrice regionale dell’A.I.P.A.I. (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) e ricercatrice, Daniela Rosi, insegnante presso l’Accademia di Belle Arti di Verona ed esperta in Outsider Art, Ugo Brusaporco, esperto multimediale e critico cinematografico, Enrico Gusella, critico e storico dell’arte.

Oggetti, abitudini, luoghi, paesaggi prodotti nel Novecento, seppur significativi, sono scomparsi nel vortice del dinamismo e nel rapido turnover dettato dalla società dell’epoca industriale. La velocità, si sa, è nemica della memoria e la selezione di cosa sia significativo e vada quindi preservato per garantirne la memoria richiede tempo.
Nel secolo scorso la fretta del progresso ha portato ad agire senza responsabilità su ciò che si andava a demolire e per questo le eredità del Novecento spesso paiono insignificanti.
Eppure, lo sguardo sensibile dell’artista ha ritratto gli iconemi della società moderna, riconoscendo l’interesse di certe realtà, vivaci e condivise, o relegate ai margini della percezione comune.

Si conviene che la fotografia costituisce una fonte documentaria di primaria importanza e in quanto testimonianza degli effetti prodotti dall’industria sulla società essa sia un bene del patrimonio industriale. Decisamente più complesso è definire quali categorie di beni rientrino a far parte di questo patrimonio.

Se non vi sono dubbi nel considerare emblematiche del Novecento le forme che hanno segnato il paesaggio, quali le reti infrastrutturali e le fabbriche, meno ovvio ma legittimo risulterà includere le fotografie dei parcheggi dei centri commerciali, delle stazioni di benzina, delle cabine telefoniche, dei manifesti affissi ai muri dei quartieri, delle insegne disposte lungo le strade.

Ciò dimostra che il concetto di patrimonio industriale é ancora in fase di evoluzione, così come lo è il dibattito attorno al paesaggio e alla tutela della sue componenti.

Nel Novecento la fotografia ha comunicato l’industria allo scopo di identificare nelle architetture dei modelli tipologici
. Nel tempo, la presa di coscienza della complessità del fenomeno ha portato a spaziare dalla vastità dei paesaggi industriali alla particolarità dei volti di chi ha vissuto e lavorato in questi luoghi, ai prodotti dell’industria in tutte le sue forme e all’effetto di questi sulla società, l’arte e la cultura in generale.
Ciò che l’occhio segreto dei Bassotto ha saputo cogliere nel tempo è divenuto patrimonio e necessita di sopravvivere come testimonianza storica.
Perciò va riconosciuta l’importanza di una accurata conservazione dei beni fotografici negli archivi di impresa, dei comuni, di istituzioni, di professionisti, di uomini comuni.
Il bacino documentario fornito dalla fotografia è molteplice e dipende dalle regole dettate dalla committenza, dallo scopo e dalla sensibilità degli autori.

Foto dell’Archivio Bassotto
Novecento già archeologico
martedì 03 febbraio 2015 CULTURA, pagina 49
Oggi alle 17,30 nella Sala Farinati della Biblioteca Civica presentazione del libro Archeologia del Novecento, fotografie dell’Archivio Bassotto (Aurora edizioni), a cui seguirà in Protomoteca l’inaugurazione della mostra che ripercorre trent’anni di fotografie dei fratelli Enzo e Raffaello Bassotto attraverso i loro libri. Con Raffaello Bassotto interverranno Antonia Pavesi, consigliere del Comune di Verona con delega alla Cultura, Erika Bossum, coordinatrice regionale dell’Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale, Daniela Rosi, insegnante all’Accademia di belle arti di Verona, Ugo Brusaporco ed Enrico Gusella.
Fotografie di oggetti, abitudini, luoghi, paesaggi del Novecento, perlopiù già scomparsi: cose e posti qualunque, all’epoca (ieri). Oggi testimonianze storiche di un paesaggio urbano e suburbano in continuo mutamento, normalmente incontrollato: fabbriche, parcheggi dei centri commerciali, stazioni di servizio, cabine telefoniche, muri tappezzati di manifesti, insegne lungo le strade… La mostra rimarrà aperta con ingresso libero fino al 7 marzo, orario lunedì 14-19, da martedì a venerdì 9-19, sabato 9-14.M.T.F.