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Margherita Sciarretta e i sogni di Shakespeare (video)


“E così Mab galoppa, notte dopo notte, dentro i cervelli degli amanti, ed essi sognano d’amore, o sulle ginocchia dei cortigiani che allora sognano inchini e cerimonie, o sulle dita dei legali che allora sognano compensi…. o s’avvicina al naso d’un prelato che dorme, e lo sfiora piano con la coda d’un porcellino della decima, ed ecco il sogno di un nuovo beneficio…”
“Basta,Mercuzio, basta! Taci! Tu parli di nulla!”
“Parlo, infatti, dei sogni, figli della mente in ozio, che nascono da una vana fantasia, la quale ha natura leggera come l’aria e più incostante del vento…”
(Shakespeare, Romeo e Giulietta, I, 4).

[…] Romeo: Ho fatto un sogno questa notte
Mercuzio: Anch’io
Romeo: Ebbene, che hai sognato?
Mercuzio: Che i sognatori spesso mentono…
Romeo: Quando dormono e sognano cose vere.
Mercuzio: Ecco: la regina Mab è certo venuta da te. Mab, levatrice delle fate, appare non più grande di un’agata che splende sull’indice a un priore. In volo, la tira una muta d’invisibili farfalle sul naso di chi dorme. Le ruote del cocchio girano con raggi di lunghe zampe di ragno. Sono le redini di lieve ragnatela, il mantice d’ali di cavallette, i finimenti d’umidi raggi di luna; un osso di grillo serve per la frusta, la sferza è una membrana, cocchiere un moscerino in livrea grigia grande meno della metà del verme che gonfia il dito alle fanciulle prigre.
Il suo cocchio è un guscio di nocciola: uno scoiattolo che lavora il legno o un vecchio lombrico, da tempo assai lontano, fanno i piccoli carri delle fate.
E cosi Mab galoppa, notte dopo notte, dentro i cervelli degli amanti, ed essi sognano d’amore, o sulle ginocchia dei cortigiani che allora sognano inchini e cerimonie o sulle dita dei legali che allora sognano compensi, o sulle labbra delle donne che allora sognano baci: labbra che spesso Mab copre di bollicine perchè fiatano aria di guaste confetture.
Talvolta galoppa sul naso a un cortigiano che allora sogna l’odore d’una buona carica, o s’avvicina al naso d’un prelato che dorme, e lo sfiora piano con la coda d’un porcellino della decima, ed ecco il sogno d’un nuovo beneficio. Altre volte passa sul collo d’un soldato, che allora sogna gole nemiche tagliate, brecce, imboscate, lame spagnole, brindisi con tazze profonde cinque braccia; poi risuona di colpo un tamburo al suo orecchio: il soldato si scuote impaurito e si sveglia, bestemmia una preghiera e s’addormenta ancora.
Questa è Mab, la stessa che di notte arruffa le criniere dei cavalli e impasta, nei luridi e grassi crini, nodi d’elfi, che a scioglierli portano sventura; Mab è la strega che se trova supine le ragazze le costringe all’abbraccio, ed è così che insegna a “portare” per la prima volta; e le fa donne di buon “portamento”. Questa è colei…
Romeo: Basta, basta, Mercuzio! Taci! Tu parli di nulla!
Mercuzio: Parlo, infatti, dei sogni, figli della mente in ozio, che nascono da una vana fantasia la quale ha natura leggera come l’aria e più incostante del vento.