UNA FINESTRA SULL’INDIA DI LE CORBUSIER A cinquant’anni dalla scomparsa del maestro, in mostra a Verona l’India di Le Corbusier, architetto e urbanista franco-svizzero. Nel percorso espositivo l’India in bianco e nero di Le Corbusier, maestro del Movimento Moderno, si accompagna all’India “colorata” delle strade, delle persone, degli scorci più nascosti della città, raccontata attraverso gli scatti dell’architetto e fotografo veronese Diego Martini. Una doppia lettura interpretativa che gioca sul contrasto. Il breve percorso fotografico a colori della “vita di strada” indiana conduce alle quattro finestre che inquadrano l’opera indiana di Le Corbusier, rappresentata volutamente in bianco e nero: dal Palazzo dell’Associazione dei Cotonieri ad Ahmedabad al Parlamento di Chandigarh, le due città simbolo della modernità indiana diventano emblema del carattere sperimentale e rivoluzionario del concetto di città e di abitare sviluppato da Le Corbusier e rappresentano il punto d'arrivo della sua ardita e pionieristica ricerca. La mostra, a ingresso libero, è inaugurata martedì 15 dicembre alle ore 17 con un convegno della storica dell’architettura Maria Bonaiti, docente allo IUAV di Venezia - con un contributo su «Il Funambolo dell’Architettura» Le Corbusier in India. Chandigarh e Ahmedabad - e Edoardo Narne, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, edile e ambientale (ICEA) dell’Università di Padova che, nel suo intervento “After the master. L’India dopo Le Corbusier”, traccia il lascito del maestro franco-svizzero nel continente indiano. L’opera di Le Corbusier ha segnato, infatti, un’intera generazione di architetti: Doshi, Correa, Raj Rewal hanno saputo assimilarla e rielaborarla, dando vita ad una nuova architettura contemporanea indiana. Curata da Roberto Bosi, direttore di ProViaggiArchitettura, società specializzata in viaggi d’architettura rivolti a studenti e professionisti e da Diego Martini con il coordinamento di Silvia Lugari, la mostra fotografica è occasione per raccontare l’esperienza di viaggio in India, nata per approfondire la conoscenza delle opere di Le Corbusier in Asia, condivisa con ProViaggiArchitettura e alcuni professionisti, tra cui lo stesso Diego Martini. Ordine degli Ingegneri di Verona

L’india di Le Corbusier in mostra al Magazzino 1


Magazzino 1- sede dell’Ordine degli Ingegneri
Verona Via S. Teresa, 12
15 dicembre 2015 – 31 gennaio 2016
Ingresso libero

UNA FINESTRA SULL’INDIA DI LE CORBUSIER

UNA FINESTRA SULL’INDIA DI LE CORBUSIER A cinquant’anni dalla scomparsa del maestro, in mostra a Verona l’India di Le Corbusier, architetto e urbanista franco-svizzero. Nel percorso espositivo l’India in bianco e nero di Le Corbusier, maestro del Movimento Moderno, si accompagna all’India “colorata” delle strade, delle persone, degli scorci più nascosti della città, raccontata attraverso gli scatti dell’architetto e fotografo veronese Diego Martini. Una doppia lettura interpretativa che gioca sul contrasto. Il breve percorso fotografico a colori della “vita di strada” indiana conduce alle quattro finestre che inquadrano l’opera indiana di Le Corbusier, rappresentata volutamente in bianco e nero: dal Palazzo dell’Associazione dei Cotonieri ad Ahmedabad al Parlamento di Chandigarh, le due città simbolo della modernità indiana diventano emblema del carattere sperimentale e rivoluzionario del concetto di città e di abitare sviluppato da Le Corbusier e rappresentano il punto d'arrivo della sua ardita e pionieristica ricerca. La mostra, a ingresso libero, è inaugurata martedì 15 dicembre alle ore 17 con un convegno della storica dell’architettura Maria Bonaiti, docente allo IUAV di Venezia - con un contributo su «Il Funambolo dell’Architettura» Le Corbusier in India. Chandigarh e Ahmedabad - e Edoardo Narne, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, edile e ambientale (ICEA) dell’Università di Padova che, nel suo intervento “After the master. L’India dopo Le Corbusier”, traccia il lascito del maestro franco-svizzero nel continente indiano. L’opera di Le Corbusier ha segnato, infatti, un’intera generazione di architetti: Doshi, Correa, Raj Rewal hanno saputo assimilarla e rielaborarla, dando vita ad una nuova architettura contemporanea indiana. Curata da Roberto Bosi, direttore di ProViaggiArchitettura, società specializzata in viaggi d’architettura rivolti a studenti e professionisti e da Diego Martini con il coordinamento di Silvia Lugari, la mostra fotografica è occasione per raccontare l’esperienza di viaggio in India, nata per approfondire la conoscenza delle opere di Le Corbusier in Asia, condivisa con ProViaggiArchitettura e alcuni professionisti, tra cui lo stesso Diego Martini.

A cinquant’anni dalla scomparsa del maestro, in mostra a Verona l’India di Le Corbusier, architetto e urbanista franco-svizzero.

UNA FINESTRA SULL’INDIA DI LE CORBUSIER  A cinquant’anni dalla scomparsa del maestro, in mostra a Verona l’India di Le Corbusier, architetto e urbanista franco-svizzero.  Nel percorso espositivo l’India in bianco e nero di Le Corbusier, maestro del Movimento Moderno, si accompagna all’India “colorata” delle strade, delle persone, degli scorci più nascosti della città, raccontata attraverso gli scatti dell’architetto e fotografo veronese Diego Martini. Una doppia lettura interpretativa che gioca sul contrasto. Il breve percorso fotografico a colori della “vita di strada” indiana conduce alle quattro finestre che inquadrano l’opera indiana di Le Corbusier, rappresentata volutamente in bianco e nero: dal Palazzo dell’Associazione dei Cotonieri ad Ahmedabad al Parlamento di Chandigarh, le due città simbolo della modernità indiana diventano emblema del carattere sperimentale e rivoluzionario del concetto di città e di abitare sviluppato da Le Corbusier e rappresentano il punto d'arrivo della sua ardita e pionieristica ricerca.  La mostra, a ingresso libero, è inaugurata martedì 15 dicembre alle ore 17 con un convegno della storica dell’architettura Maria Bonaiti, docente allo IUAV di Venezia - con un contributo su «Il Funambolo dell’Architettura» Le Corbusier in India. Chandigarh e Ahmedabad  - e Edoardo Narne, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, edile e ambientale (ICEA) dell’Università di Padova che, nel suo intervento “After the master. L’India dopo Le Corbusier”, traccia il lascito del maestro franco-svizzero nel continente indiano. L’opera di Le Corbusier ha segnato, infatti, un’intera generazione di architetti: Doshi, Correa, Raj Rewal hanno saputo assimilarla e rielaborarla, dando vita ad una nuova architettura contemporanea indiana.  Curata da Roberto Bosi, direttore di ProViaggiArchitettura, società specializzata in viaggi d’architettura rivolti a studenti e professionisti e da Diego Martini con il coordinamento di Silvia Lugari, la mostra fotografica è occasione per raccontare l’esperienza di viaggio in India, nata per approfondire la conoscenza delle opere di Le Corbusier in Asia, condivisa con ProViaggiArchitettura e alcuni  professionisti, tra cui lo stesso Diego Martini.

Nel percorso espositivo l’India in bianco e nero di Le Corbusier, maestro del Movimento Moderno, si accompagna all’India “colorata” delle strade, delle persone, degli scorci più nascosti della città, raccontata attraverso gli scatti dell’architetto e fotografo veronese Diego Martini.
Una doppia lettura interpretativa che gioca sul contrasto. Il breve percorso fotografico a colori della “vita di strada” indiana conduce alle quattro finestre che inquadrano l’opera indiana di Le Corbusier, rappresentata volutamente in bianco e nero: dal Palazzo dell’Associazione dei Cotonieri ad Ahmedabad al Parlamento di Chandigarh, le due città simbolo della modernità indiana diventano emblema del carattere sperimentale e rivoluzionario del concetto di città e di abitare sviluppato da Le Corbusier e rappresentano il punto d’arrivo della sua ardita e pionieristica ricerca.

UNA FINESTRA SULL’INDIA DI LE CORBUSIER A cinquant’anni dalla scomparsa del maestro, in mostra a Verona l’India di Le Corbusier, architetto e urbanista franco-svizzero. Nel percorso espositivo l’India in bianco e nero di Le Corbusier, maestro del Movimento Moderno, si accompagna all’India “colorata” delle strade, delle persone, degli scorci più nascosti della città, raccontata attraverso gli scatti dell’architetto e fotografo veronese Diego Martini. Una doppia lettura interpretativa che gioca sul contrasto. Il breve percorso fotografico a colori della “vita di strada” indiana conduce alle quattro finestre che inquadrano l’opera indiana di Le Corbusier, rappresentata volutamente in bianco e nero: dal Palazzo dell’Associazione dei Cotonieri ad Ahmedabad al Parlamento di Chandigarh, le due città simbolo della modernità indiana diventano emblema del carattere sperimentale e rivoluzionario del concetto di città e di abitare sviluppato da Le Corbusier e rappresentano il punto d'arrivo della sua ardita e pionieristica ricerca. La mostra, a ingresso libero, è inaugurata martedì 15 dicembre alle ore 17 con un convegno della storica dell’architettura Maria Bonaiti, docente allo IUAV di Venezia - con un contributo su «Il Funambolo dell’Architettura» Le Corbusier in India. Chandigarh e Ahmedabad - e Edoardo Narne, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, edile e ambientale (ICEA) dell’Università di Padova che, nel suo intervento “After the master. L’India dopo Le Corbusier”, traccia il lascito del maestro franco-svizzero nel continente indiano. L’opera di Le Corbusier ha segnato, infatti, un’intera generazione di architetti: Doshi, Correa, Raj Rewal hanno saputo assimilarla e rielaborarla, dando vita ad una nuova architettura contemporanea indiana. Curata da Roberto Bosi, direttore di ProViaggiArchitettura, società specializzata in viaggi d’architettura rivolti a studenti e professionisti e da Diego Martini con il coordinamento di Silvia Lugari, la mostra fotografica è occasione per raccontare l’esperienza di viaggio in India, nata per approfondire la conoscenza delle opere di Le Corbusier in Asia, condivisa con ProViaggiArchitettura e alcuni professionisti, tra cui lo stesso Diego Martini.

La mostra, a ingresso libero, è inaugurata martedì 15 dicembre alle ore 17 con un convegno della storica dell’architettura Maria Bonaiti, docente allo IUAV di Venezia – con un contributo su «Il Funambolo dell’Architettura» Le Corbusier in India. Chandigarh e Ahmedabad  – e Edoardo Narne, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, edile e ambientale (ICEA) dell’Università di Padova che, nel suo intervento “After the master. L’India dopo Le Corbusier”, traccia il lascito del maestro franco-svizzero nel continente indiano.
L’opera di Le Corbusier ha segnato, infatti, un’intera generazione di architetti: Doshi, Correa, Raj Rewal hanno saputo assimilarla e rielaborarla, dando vita ad una nuova architettura contemporanea indiana.

20151215 India Le Corbusier Ingegneri Verona 04

Curata da Roberto Bosi, direttore di ProViaggiArchitettura, società specializzata in viaggi d’architettura rivolti a studenti e professionisti e da Diego Martini con il coordinamento di Silvia Lugari, la mostra fotografica è occasione per raccontare l’esperienza di viaggio in India, nata per approfondire la conoscenza delle opere di Le Corbusier in Asia, condivisa con ProViaggiArchitettura e alcuni  professionisti, tra cui lo stesso Diego Martini.