Lettering dell’ex Cinema Teatro Corallo
Il cinema Corallo è chiuso da molti anni, ma il sito di Lorenzo Linthout documenta gli interni con una bella galleria fotografic.
L’ex Cinema Teatro Corallo di Verona sorge su parte dello storico Palazzo Della Torre, bombardato durante l’ultimo conflitto bellico e riaperto nel 1947 con la proiezione del film “Sangue e arena”, con Tyrone Power e Rita Hayworth. E’ un luogo dell’immaginario, depositario delle evanescenti tracce di vite reali o fittizie, di desideri, di sogni e di speranze, di risate e di commozione.
In questo luogo abbandonato, dove il tempo si è fermato a dieci anni fa sono ancora presenti le vecchie locandine appese nelle bacheche, il bancone della biglietteria in legno, le vecchie tappezzerie e le boiserie in legno (tutti materiali non più a norma antincendio). C’è un odore di muffa che mi ha accompagnato all’interno del Cinema e che fa parte del fascino di un luogo di questo tipo.
Sul sito 370 – fotografia a tutto tondo si può vedere un servizio fotografico ambientato nel vecchio teatro:
Ex Cinema Corallo
Un altro brandello di iformazione su Corriere del Veneto
Palazzo Dolci Della Torre, nascosto in fondo a vicolo cieco Padovano, è niente meno che il primo e unico progetto urbano che la città di Verona abbia visto realizzato (solo parzialmente tra il 1555 e il 1568) per mano di Palladio che lo disegnò per la famiglia Della Torre, la stessa che commissionò la villa Della Torre di Volargne e il palazzo poi Ederle a San Fermo. Rimase incompiuto per la morte dell’illuminato committente, Giambattista Della Torre, e si decise di collegarlo ad edifici trecenteschi preesistenti verso via Quattro Spade. Secoli dopo finì sotto le bombe della seconda guerra mondiale, e la Soprintendenza decise di scarificare una parte giudicata pericolante a favore della costruzione del cinema Corallo, approvato nel 1946 ma per il quale la famiglia Dolci aveva già presentato un progetto negli anni Trenta. Si salvarono le finestre trecentesche, inserite nella facciata del cinema. La famiglia Dolci era diventata proprietaria del palazzo palladiano, dandogli il nome, già nel Settecento e lo abitò fino al 1970.