laura boldrini presidente della camera dei deputati cita i disabili nel discorso di insediamento Segnalazioni

Laura Boldrini, Presidente della Camera, cita i disabili nel discorso di insediamento


Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la richezza interiore e inesplorata di un disabile

Laura Boldrini

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Laura Boldrini
Laura Boldrini by Cecilia Dubla - International Journalism Festival 2012.jpg

Presidente della Camera dei Deputati
In carica
Inizio mandato 16 marzo 2013
Presidente Giorgio Napolitano
Predecessore Gianfranco Fini
on. Laura Boldrini
Bandiera italiana
Parlamento italiano Camera dei deputati
Luogo nascita Macerata
Data nascita 28 aprile 1961
Titolo di studio Laurea in giurisprudenza
Professione Funzionario
Partito Sinistra Ecologia Libertà
Legislatura XVII
Coalizione Italia. Bene Comune
Circoscrizione Sicilia 2

Laura Boldrini (Macerata, 28 aprile 1961) è una giornalista e politica italiana, ex portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). È Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana nellaXVII legislatura.

Laureata in Giurisprudenza presso la Sapienza Università di Roma nel 1985, ha lavorato in Rai, sia per la televisione sia per la radio. Nel 1989 ha cominciato la sua carriera all’ONU lavorando per quattro anni alla FAO, dove si occupava della produzione video e radio.

Biografia

Dal 1993 al 1998 ha lavorato presso il Programma Alimentare Mondiale (WFP) come portavoce per l’Italia. Dal 1998al 2012 è stata Portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) per il quale ha coordinato anche le attività di informazione in Sud-Europa. In questi anni si è in particolare occupata dei flussi di migranti e rifugiati nelMediterraneo. Ha svolto numerose missioni in luoghi di crisi, tra cui ex Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran,Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999), il titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2004), ilPremio Consorte del Presidente delle Repubblica (2006) e il Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell’Anno del Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti (2009). Il settimanale Famiglia Cristiana, nel suo numero 1 del 2010, l’ha indicata quale italiana dell’anno 2009, in ragione del «costante impegno, svolto con umanità ed equilibrio, a favore di migranti, rifugiati e richiedenti asilo» della «dignità e (…) fermezza mostrate nel condannare (…) i respingimenti degli immigrati nel Mediterraneo effettuati» nell’estate del 2009.[1] È stata insignita nel 2011 del Premio Renato Benedetto Fabrizi, premio nazionale ANPI. Nell’aprile del 2010 pubblica per Rizzoli Tutti indietro, il suo racconto di passioni e di condanne per una causa inespugnata[non chiaro] e a cui l’autrice ha dedicato tutta la sua vita professionale. Scrive in diverse riviste e tiene il blog Popoli in Fuga sul sito del quotidiano la Repubblica. A Cesena, il 14 dicembre 2011, Boldrini ha ricevuto il premio Cesena Città della Pace nella “Sala degli Specchi” delPalazzo Comunale della città.[2]E’ stata sposata con il giornalista Luca Nicosia, dal matrimonio è nata una figlia.

Deputato della Repubblica Italiana

Alle elezioni politiche italiane del 2013 Laura Boldrini è candidata alla Camera dei deputati nelle circoscrizioni Sicilia 1 e 2 e Marche come capolista di Sinistra Ecologia Libertà[3] (la sua presenza nelle liste di Sel è stata voluta fortemente dal leader del partito Nichi Vendola). La sua candidatura è stata inclusa tra le ventitré persone scelte dall’assemblea nazionale del partito senza passare dalle primarie[4]. Risultata eletta deputata in tutte le tre circoscrizioni, opta per il seggio nella circoscrizione Sicilia 2.

Presidente della Camera dei deputati

Il 16 marzo 2013, a seguito di una riunione fra il Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Centro Democratico, è stata indicata dalla coalizione Italia. Bene Comune come candidata alla Presidenza della Camera dei deputati. È stata eletta Presidente della Camera dei deputati lo stesso giorno, ottenendo 327 voti su 618 votanti.[5] È la terza donna, dopo Nilde Iotti(1979-1992) ed Irene Pivetti (1994-1996), a ricoprire questo ruolo.

Opere [modifica]

  • Tutti indietro, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817039901

Onorificenze [modifica]

immagine del nastrino non ancora presente Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna
— 1999
Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana
— 2004

Note [modifica]

  1. ^ (v. 2009: Confesso che ho vissuto, in Famiglia Cristiana, 3 gennaio 2010, n. 1/2010)
  2. ^ Il premio ‘Cesena città della pace’ a Laura Boldrini. il Resto del Carlino – Cesena, 14 12 2011, p. 3.
  3. ^ http://www.lasicilia.it/index.php?id=90383&template=lasiciliait
  4. ^ http://www.huffingtonpost.it/2012/12/22/da-laura-boldrini-a-giorgio-airaudo_n_2352254.html
  5. ^ Laura Boldrini eletta presidente della Camera in ANSA.it. 16 marzo 2013. URL consultato in data 16 marzo 2013.

Collegamenti esterni

Laura Boldrini alla Camera: dalla parte degli esclusi
Laura Boldrini è il nuovo presidente della Camera. Il raggiungimento del quorum di 310 voti è stato salutato da un fragoroso applauso. Un omaggio quasi da tutti, anche dai deputati del Movimento 5 stelle e della Lista Civica: a non applaudire, unici, sono stati i deputati Pdl. Alla fine del conteggio Laura Boldrini ha ottenuto 327 voti, cioè la maggioranza assoluta. Nel suo discorso di insediamento la Boldrini, 52 anni, nata a Macerata, già portavoce dell’Agenzia Onu per i rifugiati, ha reso omaggio al presidente Napolitano, ha ricordato la sua lunga militanza per i diritti umani, riferendosi alle donne vittime di violenza, ai migranti morti in mare. Ha parlato degli esodati, ha salutato “con speranza” Papa Francesco, ha detto che sarà la presidente di tutti e ha auspicato che il Parlamento torni a essere la casa della buona politica. “In Parlamento sono stati scritti questi diritti, ma sono stati costruiti fuori da qui liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo”, ha detto in un passaggio la presidente della Camera. SENATO Fumata nera per la terza votazione al Senato. Il Presidente verrà eletto al quarto scrutinio con un ballottaggio tra Grasso e Schifani., in programma alle 16.30  La terza votazione ha registrato 120 voti per Grasso, 111 per Schifani, 52 per Orellana, 2 per Finocchiaro e Marin, un voto per Casini e Quagliariello. Le schede bianche sono state 22. Le presidenze di Montecitorio e palazzo Madama precedono quella del presidente della Repubblica per la quale il Parlamento in seduta congiunta e integrata con i rappresentanti delle Regioni è convocato a partire dal 15 aprile. Il mandato di Giorgio Napolitano, che non ha più il potere di sciogliere le Camere, scade il 15 maggio. IL DISCORSO DI BOLDRINI Mette la mano sul cuore appena salita allo scranno più alto della Camera. Unisce il suo applauso a quello dell’Aula in omaggio a Giorgio Napolitano, “custode rigoroso dell’unità del Paese e dei valori della Costituzione repubblicana”. Poi augura buon lavoro a tutti “specialmente ai più giovani, a chi siede per la prima volta in quest’Aula”. È breve ma denso il primo discorso da Presidente della Camera di Laura Boldrini. “Sono sicura che in un momento così dificile per il Paese insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane”, dice ancora riconoscendo a Fini di aver “svolto con responsabilità la sua funzione istituzionale”. La Boldrini si presenta dicendo “arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera”. “Farò in modo – promette l’ex rappresentante dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati – che questa istituzione sia anche un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno”, e subito dopo declina la sua ‘road map’: donne, esodati, ma anche imprenditori in difficoltà, giovani senza lavoro, pensionati. Gli ultimi dei nostri tempi ai quali Boldrini garantisce “non vi abbiamo dimenticato” e promette una politica trasparente e sobria. E allora “il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze”, per “dare piena dignità a ogni diritto”, per “ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri”. Perchè “in quest’Aula sono stata scritti i principi fondamentali della nostra Costituzione, la più bella del mondo” e allora “quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall’Italia”. Si susseguono gli applausi, che diventano vera e propria, lunga, standing ovation quando la presidente della Camera avverte che “dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”. “Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare l’aiuto o la forza per rialzarsi – prosegue – ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come autorevolmente denunciato dalla Corte europea per i diritti umani”. Poi c’è il capitolo lavoro. “Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati che nessuno di noi ha dimenticato”. E subito dopo, l’esponente Sel ora presidente della Camera parla dei “tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana”. Applausi anche per quegli imprenditori “oggi schiacciati dal peso della crisi”, cui seguono, nella ‘scaletta’, “quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti”. “Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la richezza interiore e inesplorata di un disabile”, dice Boldrini che ricorda: “In Parlamento sono stati scritti questi diritti ma costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo”. Ricorda anche “i morti per mano mafiosa”, saluta la manifestazione a Firenze di don Ciotti, e rileva subito dopo che “molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta”. “Questo è un Parlamento largamente rinnovato, scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica”, è l’esortazione programmatica. “Rendiamo il Parlamento e il nostro lavoro trasparenti, anche in una scelta di sobrietà che dobbiamo agli italiani. Sarò la presidente di tutti, a partire da chi non mi ha votato: mi impegnerò perchè la mia funzione sia luogo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il Paese”, assicura. Boldrini richiama al rapporto tra Italia e Europa, al pensiero di Altiero Spinelli e chiede di lavorare “perchè l’Europa torni a essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle persone, un luogo di libertà, fraternità e pace”. Insieme a un saluto “carico di speranze” a Papa Francesco. Impossibile non dedicare memoria ai “molti, troppi morti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce”. La presidente della Camera accoglie il richiamo di Napolitano all’unità del Paese, alla politica come servizio e passione. Un appello la cui risposta è racchiusa nella chiusa del primo discorso della terza presidente donna della Camera: “Stiamo iniziando un viaggio, oggi iniziamo un viaggio, e cercherò di portare assieme a ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che alla poltica oggi rivolgono tutti gli italiani, soprattutto i nostri figli”.

Camera, Laura Boldrini eletta presidente. “Arrivo qui dopo anni trascorsi con gli ultimi”

Mossa a sorpresa del Pd che candida l’ex portavoce dell’Agenzia Onu per i rifiugiati politici e la fa eleggere con 327 voti. Il M5S resta fermo su Fico, mentre centrodestra e Monti scelgono scheda bianca. Discorso d’insediamento di forte rottura con richiami ai precari, le donne, gli esodati e i detenutiCamera, Laura Boldrini eletta presidente. "Arrivo qui dopo anni trascorsi con gli ultimi"Laura Boldrini alla presidenza di Montecitorio 

ROMA – Tanti eletti alla prima esperienza politica, tante donne, tanti giovani. Ma gli elementi di rottura con il passato riservati dal nuovo Parlamento non sono finiti qui. Anche l’elezione a sorpresa alla presidenza della Camera di Laura Boldrini, candidata nelle liste di Sel ed ex portavoce dell’Agenzia Onu per i rifugiati politici, ribalta tutte le previsioni della vigilia e segnala un forte cambiamento. LA BIOGRAFIA – LE FOTO La notte forse porta davvero consiglio, e quando tutti davano ormai per scontata una soluzione nel solco della “vecchia politica”, con il Pd deciso dall’incomunicabilità con le altre forze politiche ad eleggere il suo capogruppo a Montecitorio Dario Franceschini, ecco che dal cilindro dei democratici è uscita fuori la proposta in grado di sparigliare una partita apparentemente bloccata. La candidatura della Boldrini alla guida della Camera nel corso della quarta e decisiva elezione è stata lanciata infatti in tandem con quella di Piero Grasso per la presidenza del Senato alla terza votazione. Una mossa inaspettata, che ridà fiato e credibilità tanto al Pd quanto al progetto di convergenza con il Movimento 5 Stelle coltivato con caparbietà da Pierluigi Bersani. Da un lato la Boldrini, per il suo passato, il suo essere donna, la sua età e soprattutto per le sue esperienze professionali, rappresenta senz’altro un elemento di rottura che difficilmente può essere ignorato da chi chiede un rinnovamento all’interno dello stesso Partito democratico, ma soprattutto dai 5 Stelle. A Montecitorio centrodestra e montiani, sapendo di non avere i numeri, sono andati avanti con le schiede bianche, mentre il M5S ha continuato a votare per il suo Roberto Fico. Alla fine il conteggio parla di 327 voti a Laura Boldrini, 108 a Fico, 18. voti dispersi, 10 nulle e 155 bianche. Ma è difficile che il M5S possa far finta di non cogliere il segnale arrivato dal Pd. Ancora più complicato sarà oggi pomeriggio per il Movimento porre sullo stesso piano al Senato la candidatura dell’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e quella del presidente uscente Renato Schifani. Del resto a dare il segno tangibile della svolta è stato anche il discorso d’insediamento pronunciato dalla Boldrini, con richiami agli “ultimi”, agli “esodati”, all’antifascismo, ai detenuti e alla necessità di porre fine alla violenza sulle  donne. “Sono sicura che in un momento così dificile per il Paese insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane”, ha detto riconoscendo al presidente uscente Gianfranco Fini di aver “svolto con responsabilità la sua funzione istituzionale”. “Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera”, ha aggiunto. “Farò in modo – ha promesso ancora – che questa istituzione sia anche un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno”.  “Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze”, ha proseguito, per “dare piena dignità a ogni diritto”, per “ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri”. Perché “in quest’Aula sono stati scritti i principi fondamentali della nostra Costituzione, la più bella del mondo” e allora “quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall’Italia”. Parole scandite da un susseguirsi di applausi, diventati un vera e propria, lunga, standing ovation quando la presidente della Camera avverte che “dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”. “Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare l’aiuto o la forza per rialzarsi – ha scandito ancora – ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come autorevolmente denunciato dalla Corte europea per i diritti umani”. “Dovremo – ha insistito – dare strumenti a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati che nessuno di noi ha dimenticato”, così come i “tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana”. “In Parlamento sono stati scritti questi diritti – ha detto ancora – ma costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo”. Ricorda anche “i morti per mano mafiosa”, saluta la manifestazione a Firenze di don Ciotti, e rileva subito dopo che “molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta”. “Questo è un Parlamento largamente rinnovato, scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica”, è stata infine l’esortazione programmatica. Googleata

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Il testo del discorso di insediamento di Laura Boldrini

Le parole della neopresidente in aula

Il testo del discorso di insediamento di Laura Boldrini
Care deputate e cari deputati, permettetemi di esprimere il mio più sentito ringraziamento per l’alto onore e responsabilità che comporta il compito di presiedere i lavori di questa assemblea.

Vorrei innanzitutto rivolgere il saluto rispettoso e riconoscente di tutta l’assemblea e mio personale al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che è custode rigoroso dell’unità del Paese e dei valori della costituzione repubblicana. Vorrei inoltre inviare un saluto cordiale al Presidente dalla Corte costituzionale e al Presidente del consiglio. Faccio a tutti voi i miei auguri di buon lavoro, soprattutto ai più giovani, a chi siede per la prima volta in quest’aula. Sono sicura che in un momento così difficile per il nostro paese, insieme, insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane. Vorrei rivolgere inoltre un cordiale saluto a chi mi ha preceduto, al presidente Gianfranco Fini che ha svolto con responsabilità la sua funzione costituzionale. Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi in Italia come in molte periferie del mondo. E’ un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno. Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremmo impegnarci tutti a restituire  piena dignità a ogni diritto. Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri. In questa aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno. Quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Di una generazione cha ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia. Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore. Ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento. Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato. Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio. Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti. Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore inesplorata di un disabile. In Parlamento sono stati scritti questi diritti, ma sono stati costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo. Ricordiamo il sacrificio di chi è morto per le istituzioni e per questa democrazia. Anche con questo spirito siamo idealmente vicini a chi oggi a Firenze, assieme a Luigi Ciotti, ricorda tutti i morti per mano mafiosa. Al loro sacrificio ciascuno di noi e questo Paese devono molto. E molto, molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta che ricordiamo con commozione oggi nel giorno in cui cade l’anniversario del loro assassinio. Questo è un Parlamento largamente rinnovato. Scrolliamoci di dosso ogni indugio, nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica. Rendiamo il Parlamento e Il nostro lavoro trasparenti, anche in una scelta di sobrietà che dobbiamo agli italiani. Sarò la presidente di tutti, a partire da chi non mi ha votato, mi impegnerò perché la mia funzione sia luogo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il Paese. L’Italia fa parte del nucleo dei fondatori del processo di integrazione europea, dovremo impegnarci ad avvicinare i cittadini italiani a questa sfida, a un progetto che sappia recuperare per intero la visione e la missione che furono pensate, con lungimiranza, da Altiero Spinelli. Lavoriamo perché l’Europa torni ad essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle persone, un luogo della libertà, della fraternità e della pace. Anche i protagonisti della vita spirituale religiosa ci spronano ad osare di più: per questo abbiamo accolto con gioia i gesti e le parole del nuovo pontefice, venuto emblematicamente “dalla fine del mondo”. A papa Francesco il saluto carico di speranze di tutti noi. Consentitemi un saluto anche alle istituzioni internazionali, alle associazioni e alle organizzazioni delle Nazioni Unite in cui ho lavorato per 24 anni e  permettetemi – visto che questo è stato fino ad oggi il mio impegno – un pensiero per i molti, troppi morti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce. Un mare che dovrà sempre più diventare un ponte verso altri luoghi, altre culture, altre religioni. Sento forte l’alto richiamo del Presidente della Repubblica sull’unità del Paese, un richiamo che questa aula è chiamata a raccogliere con pienezza e con convinzione. La politica deve tornare ad essere una speranza, un servizio, una passione. Stiamo iniziando un viaggio, oggi iniziamo un viaggio. Cercherò di portare assieme a ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che alla politica oggi rivolgono tutti gli italiani, soprattutto in nostri figli. Grazie.