La prima messa a Verona
La Chiesa Ss. Siro e Libera si trova in luogo decisamente non accessibile, sopra lunghe scalinate, ma la facciata e l’iscrizione si possono vedere dalla platea del Teatro Romano
Per chi, come me, non può visitarla ecco la chiesetta in un video realizzato da studenti:
La chiesa dei Santi Siro e Libera, nota anche come chiesa di Santa Libera, è una chiesa di Verona situata vicino il Teatro romano.
La chiesetta, fondata nel X secolo in onore di san Siro, sorge tra i ruderi del teatro romano. Solo nel XIV secolo venne intitolata anche a Santa Libera, anche se il motivo non è stato trovato in nessun documento ed è quindi sconosciuto. Nel 1517 la chiesa esistente fu concessa ad una confraternita del Sacramento, che provvide a ristrutturarla ed ampliarla con delle cappelle laterali ed un coro maggiore.
La porta d’ingresso alla chiesa si trova alla conclusione di una gradinata a due rami costruita tra il 1697 ed il 1703. Nella facciata intonacata sono visibili anche i segni dell’innalzamento della chiesa, avvenuto insieme alla costruzione della scalinata. Del XIV secolo è invece il protiro pensile ad arco acuto della facciata e gli affreschi posti sotto l’arco dove una chiara iscrizione dice che in questa chiesa venne celebrata a Verona la prima messa. Sopra l’entrata è presente anche una statua (lignea) di santa Libera, mentre su di un fianco vi è una iscrizione romana di Cornelio Melibeo.
Internamente ci sono quattro altari laterali e due cappelle aperte alla fine del XVIII secolo, con dei ritratti del Cignaroli e del Voltolini. L’altare maggiore presenta il parapetto di marmo intarsiato e madreperla. All’interno della chiesa è sepolto il Cignaroli, importante pittore veronese.
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dei_Santi_Siro_e_Libera
Cenni storici
La chiesetta dei Santi Siro e Libera sorge tra i ruderi del teatro romano. Fondata in onore di San Siro nel all’inizio del sec. X, fu lasciata per testamento al convento di Santa Maria in Organo. Nei primi anni del sec. XIV aggiunse al suo titolo anche quello di Santa Libera, non si sa per quale motivo. Nel 1517 la chiesa esistente fu concessa ad una confraternita del Sacramento, che provvide a trasformarla: in particolare, furono aggiunte le cappelle laterali e fu ingrandito il coro.
Architettura ed arte
Esterno. La porta d’ingresso è alla fine di una bella gradinata a due rami costruita fra il 1697-1703. Nella facciata, intonacata, si scorgono i segni dell’innalzamento, che ebbe la chiesa nel 1697-1703. Elegante in facciata è un bel protiro ad arco acuto, del sec. XIV; della seconda metà del sec. XIV sono pure gli affreschi del sottarco (Battista, S. Dorotea e Cristo), e il San Siro della lunetta. Una statua lignea di Santa Libera è collocata sopra la porta d’entrata. Sul fianco destro è murata una bella iscrizione romana di Cornelio Melibeo.
Interno. L’interno ha quattro altari laterali, due in cappelle profonde, che furono aperte, una nel 1672 ed una nel 1697-1703. Nella prima si ammira un ritratto di San Gaetano e Maria di G.B. Cignaroli, nella seconda Santa Libera e Maria del Voltolini. Prezioso è l’altare maggiore che ha il parapetto di marmi intarsiati e madreperla, ed è ornato da un ovale dell’Addolorata di D. Aglio: gli angeli del mezzo sono di C. Schiavi, e gli altri lavori di Diomiro Cignaroli.
Splendido lavoro d’intaglio è il coro (1717-1720) cominciato da Andrea Kraft e finito da altri due tedeschi C. Petendorf e R. Siut. Nel coro stesso, vi è una tavola dell’Annunciazione del Ridolfi. La sedia centrale ha la spalliera mobile, per essa si penetra in un arcovolo del teatro, dove si vede un affresco di San Siro forse del XV sec. Sopra la porta maggiore vi è un busto di Clemente XIII, mentre nel mezzo della chiesa è sepolto il pittore veronese G.B. Cignaroli.
Il mausoleo dove riposa Cignaroli
LA VERONA NASCOSTA: LA CHIESETTA DEI SANTI SIRO E LIBERA. Sorge sulla cavea del Teatro Romano ma fino al 1834 si era sopra una scalinata in un rione povero
Pochi sanno che qui si trova la tomba di uno dei più noti pittori veronesi attorniata da importanti opere d’arte
La chiesa dei Santi Siro e Libera, restaurata, nella cavea del Teatro Romano
In una foto d’epoca del 1880 la chiesa dei santi Siro e Libera prima degli scavi per il Teatro Romano
La chiesa dei Santi Siro e Libera, restaurata, nella cavea del Teatro Romano In una foto d’epoca del 1880 la chiesa dei santi Siro e Libera prima degli scavi per il Teatro Romano
La sua facciata è nota a tutti, in quanto completa il magnifico scenario del Teatro Romano, ma chi può dire di essere entrato a visitarla? Eppure qui ci sono opere d’arte di indubbia bellezza ed anche la tomba di uno dei maggiori pittori veronesi, Giambettino Cignaroli. Stiamo parlando della chiesetta dei Santi Siro e Libera che sorge sulla cavea del Teatro Romano.
SAN SIRO. Ma va ricordato che, fino al 1834, prima degli scavi di Andrea Monga (1794-1861), questo edificio religioso si ergeva sopra una alta scalinata, in un rione di povere case. “Ah Santa Libara/su do scalete,/ unica in pulpito fra le cesete…” aveva poetato Berto Barbarani. La chiesa fu fondata in onore di san Siro all’inizio del decimo secolo dal chierico Giovanni, cancelliere del re Berengario: una leggenda narra che la prima messa celebrata a Verona sarebbe stata officiata da san Siro nell’area del Teatro Romano e avrebbe determinato la conversione di una gran folla di pagani. San Siro sarebbe stato, secondo una leggenda fiorita in Italia, il giovinetto che porse a Gesù i pani e i pesci per il miracolo della moltiplicazione. Sarebbe poi giunto in Italia al seguito di Pietro e Marco e sarebbe stato inviato ad evangelizzare Pavia di cui divenne poi il primo vescovo. Ma Siro estese la sua attività missionaria dal Ticino all’Adige, predicando anche a Verona.
SANTA LIBERA. Dedicata inizialmente solo a questo santo, la chiesa primitiva era un piccolo edificio a pianta quadrata, con orientamento determinato dalla disposizione dei muri radiali che sostenevano la cavea del teatro. Non si sa perchè nei primi anni del Trecento aggiunse al suo titolo anche quello di santa Libera, cioè santa Liberata da Como. Venne ricostruita in questo secolo; ma del rifacimento resta solo il bel portale affrescato (con, nel sottarco, Cristo, san Giovanni Battista, santa Dorotea; nella lunetta, san Siro in cattedra tra due sante) sul quale era collocata la statuetta lignea di santa Libera, ora esposta a Castelvecchio.
MELIBEO. Sull’angolo destro della facciata, è incastrata nel muro una lapide funeraria romana, con iscrizione che ricorda il medico Cornelio Melibeo. La chiesa, in possesso dei Frati Olivetani di Santa Maria in Organo, venne concessa in uso in cambio di un tributo annuo di cera lavorata alla Confraternita segreta del Santissimo Corpo di Cristo, costituitasi nel 1517. Solo nel corso del XVII secolo, l’edificio assunse la configurazione attuale: nel 1613 venne abbattuta la chiesetta di Santa Maria della Cava (che è la cavea del Teatro romano), posta sul retro, e al suo posto venne edificato il coro; furono inoltre aperte le cappelle laterali.
CONFRATERNITA. Della fine del secolo è la scenografica scalinata di accesso, con stemma centrale degli Olivetani. La Confraternita annoverò fra i suoi membri molte figure importanti per l’arte veronese: Francesco Morone, Sante Creara, Pasquale Ottino, Domenico e Giambettino Cignaroli, del quale è visibile la pietra tombale sul pavimento della chiesa, e con loro anche il papa Clemente XIII (1693-1769), cui è dedicato un busto. Non sono più conservati qui per ragioni di sicurezza i dipinti e le pale d’altare: c’era, fra gli altri, un ritratto di san Gaetano e Maria di Giambettino Cignaroli. È rimasto l’altare maggiore (probabile opera dei Rangheri), dedicato alla Concezione della Vergine che ha il parapetto di marmi intarsiati e madreperla ed è ornato da un ovale dell’Addolorata di Domenico Aglio: gli angeli del mezzo sono di Cesare Schiavi e gli altri lavori di Diomiro Cignaroli.
IL CORO. Splendido lavoro d’intaglio è il coro (1717-1720), cominciato da Andrea Kraft e finito da altri due artisti tedeschi Petendorf e Siut: è occupato da stalli e banchi in legno sormontati da putti scolpiti a tutto tondo. Una curiosità: la sedia centrale ha la spalliera mobile ed attraverso di essa si penetra in un arcovolo del teatro, dove si vede un affresco di san Siro forse del Quattrocento. Sul lato orientale della chiesa, dove si ammira un portale barocco, si estendono terrazze sulle quali sono distribuiti elementi in pietra di età romana. Per visitare la chiesa, occorre entrare al Museo archeologico del Teatro Romano, via Regaste Redentore 2. Info 045-8000360.
Fonte http://m.larena.it/stories/Home/495837__il_mausoleo_dove_riposa_cignaroli/