La favola di un’altra giovinezza
Venerdì 7 marzo ore 21.00
Teatro Laboratorio
LA FAVOLA DI UN’ALTRA GIOVINEZZA
Spettacolo vincitore del bando Kilowatt Festival Visionari 2013
drammaturgia Giordano V. Amato
con Eliana Cantone
musica dal vivo Elisa Fighera
Produzione Il Mutamento Zona Castalia in collaborazione con Salone Internazionale del Libro Off Torino e Circuito Teatrale Piemonte.
Intreccio tra letteratura, cinema e teatro a partire dal romanzo di Mircea Eliade e dall’omonimo film di Francis Ford Coppola.
La storia segue le esperienze della protagonista italo-rumena Maria Piarulli, figlia di immigrati italiani in Romania alla fine dell’800.
All’età di sessantacinque anni Maria vien colpita da un fulmine che, anziché ucciderla, le dona una nuova possibilità: una seconda giovinezza.
Una favola insolita e paradossale, un viaggio in chiave ironica ed onirica verso la ricerca di una seconda possibilità di vita, di un’altra giovinezza. Una fiaba dell’eterno ritorno, una riflessione sul tempo e l’eternità.
Era nera la notte come quando sta per piovere, anzi, come quando sai che pioverà e non solo, come quando deve succedere qualcosa che forse sarà il vento,
che tirerà giù gli alberi e che si allagheranno i campi, e che tutto tira e che prende, che il silenzio diventa come di vetro, che tutto sprofonda…aspettavo…
Mi sono messa le mani sulla testa, così ..non volevo sentire se il cielo cadeva, perchè era così grande, così pesante che poteva cadere…
Appoggiava sul cuore, qui, proprio qui… Tutto era buio, io anche, neanche i piedi mi vedevo più…
Aspettavo…così… Poi, una luce, illumina tutto, una luce che viene dal cielo, entra nella terra, come una lancia di guerra.
Uuuuuuu… che botta !!! …mah forte, forte…Poi un’ altra e un’ altra più forte… Tutte le creature s’ingoiavano il respiro, tremavano. Io pure tremavo.
Improvviso, non so, uscivano dalla mia bocca tante parole che così tante non sapevo di averne…una parola e un’ altra
e un altra…ne ho dette tante di cose, con parole che neanche conoscevo, discorsi che non capivo…non mi parevo neanche io a dirli…
Non mi potevo fermare, la lingua andava, una furia e a sentire sembravano mille tamburi…che battevano, mi battevano e tuonava, tremava, tuonava…rinfrescava.
Una lancia mi attraversò, mi entrò dalla bocca che ancora parlavo, sono caduta, ho sentito la terra entrare giù fino in gola, quel gusto amaro… allora, ho capito che il mio cuore era rotto.