20121121-stellacometapiazzabrarenaverona Gratis a Verona

La stella non ancora cometa in Piazza Bra


Nel periodo natalizio piazza Bra ospita la  Stella cometa, una grande archi-scultura in metallo dell’architetto Rinaldo Olivieri, che spunta dal centro dell’Arena disegnando uno spettacolare arco luminoso alto settanta metri. Ideata per l’inaugurazione della prima Rassegna internazionale dei Presepi, la Stella cometa, che indica l’entrata alla mostra,  è divenuta il simbolo più famoso del Natale veronese.

La stella pesa  78 tonnellate, per allestirla è impiegata la più potente gru d’Europa e i lavori di assemblaggio richiedono alcuni giorni.  Una copia in miniatura è stata donata a Papa Giovanni Paolo II, Gorbaciov e Reagan. Quest’ultimo utilizzò l’immagine della stella in occasione del messaggio di fine anno agli americani, come simbolo di pace e fratellanza nel mondo.

Rinaldo Olivieri

SCENOGRAFO

Dopo aver svolto l’attività di architetto in Italia e all’estero, Rinaldo Olivieri (1931-1998) si è dedicato alle scenografie teatrali per l’Arena di Verona, per il Theatre Royale de Wallonie di Liegi, per il Großes Festspielhaus di Salisburgo, nonchè per l’Olympic Pool di Tokyo, per i grandi spazi della Messe di Francoforte, successivamente per Berlino, Vienna e negli ultimi anni per Lubiana e Cipro.
In particolare per l’Arena di Verona è stato direttore allestimenti scenici dal 1987 al 1991, ha messo in scena Nabucco di Verdi nel 1991, la ripresa della storica Aida del 1913 e Carmen di Bizet nel 1993.
Per il Teatro Filarmonico di Verona ha curato le scene dei balletti Laudes evangelii di Bucchi e del Figliol prodigo di Prokofiev e delle opere La Figlia di Iorio di Roberto Hazon, I Pagliaccidi Leoncavallo, Otello e Trovatore di Verdi.
Nel 1998 ha progettato in Germania il teatro nel centro di Oberhausen e le scenografie per il musical Il Signore degli anelli a Berlino. Dello stesso anno è anche l’inaugurazione del Teatro Camploy di Verona, opera progettata già nel 1982.
Da ricordare naturalmente la nota archiscultura della stella che dal 1984 ogni anno, nel periodo natalizio, incornicia l’Arena di Verona.

Mercoledì 27 Dicembre 2000

E la grande stella in Bra ha fatto centro anche quest’anno

Chiarezza sulla paternità dell’opera: Alfredo Troisi ne è stato l’ideatore, l’architetto Rinaldo Olivieri il progettista

Da 17 anni è in tutto il mondo il simbolo del Natale di Verona. È posta proprio nel cuore del centro, fra piazza Bra e l’Arena, il monumento simbolo della città. Per venirla a vedere, anche per l’ennesima volta, vengono da
tutta Italia e dall’estero. Piace, non c’è dubbio, la stella cometa bianca, che si accompagna da altrettanti anni alla rassegna dei presepi nell’arte e nella tradizione. L’hanno richiesta a New York, a Francoforte, appassiona i
veronesi, ma da anni per vari motivi fa discutere. Toglierla del tutto?
Cinque anni fa ci si è andati seriamente vicini e a lasciarla in Bra durante le feste ha contribuito anche il nostro giornale, con un sondaggio telefonico fra i lettori che ha avuto un esito a dir poco bulgaro: «Giù le mani dalla stella», titolava L’Arena il 5 novembre 1995, riassumendo l’esito del sondaggio.
Stella a rischio anche quest’anno, per il Natale 2000. La Camera di commercio (che ne è proprietaria) voleva cederla al Comune, che non ha gradito e non ha accettato: troppo costoso mantenerla. E se oggi la cometa fa bella mostra di sé lo si deve all’intervento della Fondazione Arena, presieduta da Giordano Veronesi, che ha trovato un accordo con l’Amministrazione comunale e l’Azienda di promozione turistica e ha manifestato l’intenzione di riproporla ogni anno, in futuro.
Ma a tenere banco in questi giorni c’è anche la questione della paternità della stella, oggetto di una lettera inviata all’ Arena , a pochi giorni da un’altra in cui si stigmatizzava il fatto che l’architetto Rinaldo Oliveri (progettista dell’opera, oggi scomparso) sia stato dimenticato.
Sulla questione abbiamo interpellato il presidente dell’Azienda di promozione turistica di Verona, Alfredo Troisi. «Nel 1982», spiega, «ebbi l’idea di utilizzare, per la prima volta d’inverno, gli arcovoli dell’Arena per realizzare una rassegna internazionale dei presepi con un grande simbolo natalizio, una stella cometa. Il professor Carlo Gorni fece dei disegni preliminari che sottoposi nel 1983 a Renzo Giacchieri, allora sovrintendente dell’Ente lirico, oggi Fondazione, chiedendogli se poteva suggerirmi il nome di un architetto, capace e geniale, in grado di realizzare un progetto definitivo. Mi fece il nome dell’architetto Rinaldo Olivieri».
È da quel momento, sottolinea Troisi, «che nacque il nostro sodalizio che, grazie anche al contributo dell’ingegner Alvise Zanolini per i calcoli statici, del geometra Fidenzio Pasqualini e di altri tecnici per il montaggio e alla generosa disponibilità delle aziende veronesi Lonardi e Manni, portò nel 1985 alla realizzazione della stella».
Troisi ideatore, quindi, Olivieri progettista. «Personalmente e pubblicamente, poi, in tutte le occasioni più importanti», conclude il presidente dell’Apt, «compresa quella della recente inaugurazione della
mostra e nelle pubblicazioni riguardanti la rassegna internazionali dei presepi, ho sempre ricordato la figura, umana e professionale, di Rinaldo Olivieri e la sua genialità di progettista».

dalla pagina su Piazza Bra di Wikipedia:

Nel periodo natalizio si tiene all’interno degli arcovoli dell’Arena la Rassegna Internazionale dei Presepi, evento nato nel 1984 dalla mente di Alfredo Troisi, insieme alla stella cometa simbolo dell’evento che, dall’invaso dall’Arena, va a tuffarsi nella Bra. Con il passare degli anni la stella ha assunto significati e valori autonomi rispetto alla rassegna dei presepi, tanto da essere apprezzata di per sé. Questa architettura-scultura è stata progetta dall’architetto e scenografo Rinaldo Olivieri: la sua intuizione giunse guardando una pianta della città, caratterizzata da due grandi vuoti, quello della cavea dell’Arena e quello della piazza antistante. Fu da questa impressione che nacque una linea ideale, un immenso arco che collega lo spazio areniano con quello urbano, un arco di luce e acciaio che partendo dal tempio della musica va a cadere ed esplodere tra i cittadini.[14]