La regista e autrice teatrale Ilaria Dalle Donne con la ballerina performer Simona Rinaldo testimoni di accessibilità per dismappa dopo lo spettacolo Rumore bianco, ultimo appuntamento di Are We Human ospitato da Verona Risuona Teatro

Ilaria e Simona per Accessibile è meglio + Rumore bianco


La regista e autrice teatrale Ilaria Dalle Donne con la ballerina performer Simona Rinaldo testimoni di accessibilità per dismappa dopo lo spettacolo Rumore bianco, ultimo appuntamento di Are We Human ospitato da Verona Risuona nel giardino di Palazzo Bocca Trezza.

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ILARIA DALLE DONNE

«Danza e parola per raccontare il colore bianco»

Simone Azzoni

mercoledì 25 maggio 2016 SPETTACOLI, pagina 55

Are We Human chiude il suo cartellone oggi. Nel giardino di Palazzo Bocca Trezza, in via XX Settembre a partire dalle 18,30 (prima è previsto un aperitivo), va in scena ad ingresso libero, Rumore Bianco, spettacolo con Simona Rinaldo diretto da Ilaria Dalle Donne. In collaborazione con Verona Risuona, lo spettacolo parte da un testo di Foster Walace e nasce dall’incontro con Simona Rinaldo, attrice e performer.«Lei mi aveva scelto come Mentor per presentare un primo studio al festival IT (Progetto Mentor appunto) alla Fabbrica del Vapore di Milano nel 2015», spiega Ilaria Dalle Donne, attrice che ha già collaborato con Babilonia, Motus, Pippo Delbono, e lo scorso anno in residenza con il progetto What A Curious Feeling al WorkSpaceBrussel di Bruxelles.Da dove siete partite? Simona si era rivolta a me con una vaga idea di voler rappresentare quel qualcosa che assopisce che rende tranquilli e quieti davanti ad un profondo dramma. Subito collegai la sua ispirazione al Rumore Bianco usato per rilassare, per non pensare, per dimenticare. In realtà siamo circondati da umore bianco. Senza avere coscienza di ciò che realmente accade chiudiamo gli occhi e delicatamente aspettiamo che arrivi domani.Quali aspetti espressivi dell’attrice hai valorizzato con questo lavoro?Simona deriva dalla danza e come prima immagine per questo spettacolo è stata immediata la visione di lei vestita da ballerina, quelle ballerine da carillon che fanno sempre lo stesso movimento sulla stessa melodia. Potrebbe capitare il peggio ma la ballerina continua a ballare. Ecco il perché dell’inserimento di un breve testo di Wallace che si trova in Oblio e si intitola Incarnazione di bambini bruciati un dramma che si svolge in una piccola cucina in cui potrebbe essere presente quel carillon ad assistere al tremendo avvenimento.Qual è stato l’obbiettivo della traduzione-trasposizione?Il mio obiettivo non era quello di esasperare il dramma raccontato, ma di farlo percepire allo spettatore come una morte bianca, solo alla fine ci si rende conto di quello che è accaduto in una scena di semi staticità, in un non luogo. Ci sarà pure un importante testo introduttivo, dal titolo Lucido, scritto da Stefano Brunetto sui sensi e i ricordi legati ad essi.Parola o gesto dunque?In questo lavoro prevale la parola, la parola simbolica che come nei sogni si avverte, come presenza lontana ma profonda di cui al mattino ci ricordiamo i frammenti più importanti. Le azioni sono precise e contrastano i testi recitati, anche la recitazione e la ricerca sulla voce lavorano al contrario del testo.

xxx su dismappa


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