Lo Stabile del Veneto è Teatro Nazionale. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo lo ha annunciato nel pomeriggio di martedì 24 febbraio, rendendo noto l’elenco dei sette teatri cui ha attribuito la prestigiosa qualifica prevista dalla nuova normativa della prosa. Teatro Nuovo

Il teatro stabile diventa nazionale


Lo Stabile del Veneto è Teatro Nazionale. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo lo ha annunciato nel pomeriggio di martedì 24 febbraio, rendendo noto l’elenco dei sette teatri cui ha attribuito la prestigiosa qualifica prevista dalla nuova normativa della prosa.
verona_teatro stabile nazionaleAngelo Tabaro, Presidente del Teatro Stabile del Veneto, ha espresso la propria soddisfazione nell’apprendere “la decisione appena comunicataci, della quale voglio ringraziare il Ministero e il suo Direttore Generale per lo Spettacolo dal vivo, Salvatore Nastasi. È il riconoscimento della dimensione metropolitana che lo Stabile del Veneto ha assunto in una regione di grandissima tradizione e cultura teatrale: proprio oggi abbiamo annunciato, infatti, l’entrata – decisa alla fine dello scorso mese di gennaio – del Teatro Stabile di Verona a rafforzare la nostra compagine, conferendole un radicamento sul territorio e una potenzialità culturale che ha pochi eguali nel nostro Paese”.
La decisione del Ministero giunge come una conferma della qualità del progetto dello Stabile, rivolto al potenziamento dell’offerta verso il pubblico e alla valorizzazione dei talenti e delle risorse del territorio “facendo al contempo sì che – come ha sottolineato Massimo Ongaro, Direttore dello Stabile – il nostro Teatro si candidi a diventare interlocutore privilegiato per grandi progettualità che garantiscano apertura verso il mondo. Un compito nel quale siamo felici di avere assieme a noi il Teatro Stabile di Verona, il cui Direttore, Paolo Valerio ha da subito creduto alla bontà di una scelta innovativa che mette insieme teatro pubblico e teatro privato”.

TEATRO. A giugno la prima produzione del nuovo Stabile del Veneto

Romeo e Giulietta
«inaugurano»
il Teatro Nazionale

Daniela Bruna Adami

Il riconoscimento ministeriale «frutto di un lavoro di squadra senza precedenti» coordinato da Regione Veneto e Agis

giovedì 21 maggio 2015 SPETTACOLI, pagina 59

Sarà il Romeo e Giulietta di Shakespeare la prima produzione del Teatro Stabile del Veneto in qualità di Teatro Nazionale, e andrà in scena tutte le sere da giugno a settembre nei luoghi veronesi narrati da Shakespeare (sono in corso i provini), realizzato dalla Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona che del Teatro Nazionale è una delle due anime insieme allo storico Stabile Veneto.
Ieri mattina la presentazione ufficiale di tutti coloro che hanno contribuito ad ottenere a febbraio il prestigioso riconoscimento dal Ministero dei Beni Culturali, un impegno collettivo senza precedenti, trasversale agli schieramenti politici: il Teatro Stabile del Veneto, nelle figure del suo presidente Angelo Tabaro e del direttore Massimo Ongaro, il Teatro Stabile di Verona con il suo direttore artistico Paolo Valerio, la Regione Veneto con la dirigente Maria Teresa De Gregorio e il consigliere Roberto Fasoli, l’Agis Triveneto col suo presidente Franco Oss Noser, il Comune di Verona (presenti il vicesindaco Stefano Casali e il consigliere delegato alla cultura Antonia Pavesi) e Provincia di Verona (il consigliere delegato Luca Zamperini), l’Estate Teatrale Veronese (il direttore artistico Gianpaolo Savorelli).
QUEST’ESTATE poi debutterà al Teatro Romano I Rusteghi di Goldoni, con gli attori dello Stabile veneziano, e nel marzo 2016 al Nuovo Il deserto dei Tartari di Buzzati, per la prima volta in versione teatrale, con la regia di Paolo Valerio.
«Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento, andato a soli sette teatri in Italia» ha sottolineato Tabaro: «Siamo stati premiati non solamente per i grandi numeri in termini di spettatori e di serate, ma soprattutto per il progetto artistico di spessore che si sviluppa da Verona (Teatro Nuovo), a Padova (Teatro Verdi) e Venezia (Teatro Goldoni). Il nuovo Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale non sarà solo un luogo di spettacolo ma anche un cantiere di cultura dove vengono valorizzate le professionalità venete e il territorio».
«Un risultato che non sarebbe mai stato possibile senza un lavoro di squadra» ha aggiunto la De Gregori che, con i consiglieri Roberto Fasoli e Nereo Laneri della Commissione cultura, ha coordinato e supportato il percorso insieme all’Agis. Fasoli precisa che «non è stato facile e ad un certo punto sembrava saltasse tutto» e che «questo è solo l’inizio»: «C’è la disponibilità di tutti a continuare con lo stesso spirito di collaborazione, ci sono infatti altre realtà da aggregare per sostenere la loro qualità e la loro storia, altrimenti a rischio, come ad esempio l’Accademia d’arte circense di Verona, unica in Italia».
SAVORELLI ha parlato di «scelta intelligente» dei due teatri, assicurando che il Comune di Verona continuerà la collaborazione con il teatro Nuovo anche ora che è parte dello Stabile Veneto, iniziando appunto con i Rusteghi.
La scelta di diventare Teatro Nazionale è venuta a seguito del decreto ministeriale del 1° luglio 2014 che razionalizzava l’erogazione del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) incentivando gli accorpamenti e le collaborazioni tra teatri, in modo da aumentare la solidità economica e artistica dei nuovi soggetti produttivi.
«UN RISULTATO straordinario, che ha visto soggetti pubblici e privati lavorare insieme per un unico obiettivo» ha spiegato Paolo Valerio, «perché non importa se un teatro è pubblico o privato, quando è a disposizione del territorio e fa proposte di qualità». Il nuovo Stabile Veneto non si occuperà solo di prosa ma anche di musica e danza e in generale di spettacolo dal vivo, «e ci saranno anche ospitalità e formazione, accanto alle produzioni teatrali, mantenendo comunque ciascun teatro la sua autonomia» ha aggiunto Valerio, che ha ringraziato anche l’on. Alessia Rotta per l’impegno, auspicando che il Ministero continui a sostenere in modo adeguato queste nuove realtà teatrali, alle quali viene richiesto un impegno pluriennale e alta qualità.