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Il Macbeth di Verdi al Teatro Filarmonico


Locandina AidaMacbeth di Giuseppe Verdi, nuova produzione della Fondazione Arena di Verona. Sul podio dell’Orchestra areniana Omer Meir Wellber, fra i più giovani direttori d’orchestra emergenti.

Regia, scene e costumi  coordinati da Stefano Trespidi,  la regia video è firmata da Amerigo Daveri. Completano le coreografie di Maria Grazia Garofoli, Direttore del Corpo di ballo dell’Arena di Verona. Protagoniste in scena voci internazionali, a partire dal ruolo del titolo interpretato da Andrzej Dobber (13, 16, 20 e 23 dicembre) che si darà il cambio con Marco Vratogna (18 e 21 dicembre). Lady Macbeth sarà Susanna Branchini (13, 16, 20 e 23 dicembre) in alternanza a Tiziana Caruso (18 e 21 dicembre). Nei panni di Macduff vedremo Massimiliano Pisapia (13, 16, 20 e 23 dicembre) e Alejandro Roy (18 e 21 dicembre), Banco sarà Roberto Tagliavini, in Malcolm Giorgio Misseri, ne La Dama Francesca Micarelli, nel duplice ruolo del Medico e dell’Araldo Dario Giorgelè, e di Un domestico e de Il Sicario Seung Pil Choi, infine nelle tre Apparizioni ancora Seung Pil Choi con Alberto Testa e Vittoria Sancassani.

Macbeth replica per 5 date: 16, 18, 20, 21 e 23 dicembre 2012.

Macbeth

Melodramma in 4 atti di Giuseppe Verdi

Atto Primo

Tre crocchi di streghe si raccontano tra lampi e fulmini le proprie azioni scellerate («Che faceste? dite su!»), quando vengono interrotte dall’arrivo di Macbeth e Banco, due generali del re scozzese Duncano. Le streghe predicono a Macbeth la signoria di Glamis e Caudor, nonché il trono di Scozia, mentre annunciano a Banco che, se non sarà re, sarà pur sempre padre di re. Appena scomparse le streghe, Macbeth riceve la notizia che il re Duncano lo ha nominato sire di Caudor al posto del precedente vassallo, giustiziato per tradimento. Macbeth, invaso da un profondo sgomento («Due vaticini compiuti or sono»), informa della predizione la moglie, che non esita a incoraggiare il marito sulla strada del delitto, pur di ottenere il trono promessogli dalle streghe («Nel dì della vittoria…» «Vieni t’affretta…» «Or tutti sorgete,ministri infernali»), e gli suggerisce di assassinare Duncano, quella notte stessa ospite al loro castello. Macbeth, dopo aver vinto i suoi dubbi, entra nelle stanze del re per ucciderlo («Mi si affaccia un pugnal?»). Ma il delitto compiuto lo atterrisce («Fatal mia donna»), mentre la Lady, incrollabile nella sua sanguinaria ambizione, decide di far ricadere sui soldati di guardia la colpa del regicidio. Sopraggiunge il nobile scozzese Macduff, che, venuto a svegliare il re, scopre il mostruoso delitto: tutti accorrono alle grida di Macduff e Banco e invocano la punizione di Dio sull’assassino («Schiudi inferno»).

Atto Secondo

Macbeth, pur proclamato re, continua a essere attanagliato da timori e dubbi: il suo trono è vacillante, dato che le streghe hanno predetto che in futuro regneranno sul trono di Scozia i figli di Banco. La moglie lo spinge allora a uccidere l’antico amico e la sua prole («La luce langue…» «O voluttà del soglio!»). Il delitto viene portato a termine da un gruppo di sicari («Sparve il sol!»), ma il figlio di Banco riesce a fuggire («Studia il passo…» «Come dal ciel precipita»). La notizia dell’omicidio viene portata a Macbeth durante un sontuoso banchetto da lui organizzato. Al culmine dei festeggiamenti («Si colmi il calice»), appare al tiranno lo spettro di Banco, che lo getta nel più indicibile terrore («Di voi chi ciò fece?»). Anche se la Lady cerca di scusare davanti ai presenti il comportamento del marito, in tutti si insinua il sospetto di colpe mostruose e Macduff lascia l’ormai insicuro suolo di Scozia. Macbeth, sconvolto, decide di tornare dalle streghe per conoscere fino in fondo il suo destino («Sangue a me quell’ombra chiede»).

Atto terzo

Macbeth si reca in un’oscura caverna, dove trova le streghe intente ai loro incantesimi («Tre volte miagola la gatta in fregola»). Quando il re chiede loro di conoscere il proprio futuro («Che fate voi, misteriose donne?»), le fattucchiere evocano gli spiriti, che mettono in guardia Macbeth da Macduff, gli predicono che nessun nato da donna potrà ucciderlo e che il suo regno durerà finché la foresta di Birnam non si muoverà verso il suo castello. Alla fine però appare Banco con la sua discendenza, destinata a regnare sul trono di Scozia («Fuggi, regal fantasma»). Macbeth, atterrito dalla profezia, sviene. Le streghe svaniscono e sopraggiunge la Lady, alla quale il marito racconta quanto ha veduto: i due sposi decidono insieme di sterminare tutti i loro nemici, compreso Macduff e la sua famiglia («Ora di morte e di vendetta»).

Atto quarto

In un luogo deserto, ai confini tra Scozia e Inghilterra, i profughi scozzesi piangono per le condizioni della loro terra oppressa dal sempre più sanguinario Macbeth («Patria oppressa!»). Fra loro vi è Macduff, straziato dalla notizia dell’uccisione della moglie e dei figli per mano di Macbeth («O figli, o figli miei!…» «Ah, la paterna mano»). Sopraggiunge Malcolm, figlio di Duncano, che ordina di tagliare i rami degli alberi della foresta di Birnam e avanzare coperti dalle fronde verso il castello di Macbeth («La patria tradita»). Intanto la Lady, tormentata dagli incubi, vaga di notte nel castello in preda a un sonnambulismo che la spinge a rivelare gli orribili delitti di cui si è macchiata («Una macchia… è qui tuttora!»). La situazione precipita: Macbeth, in procinto di scendere in battaglia contro gli insorti («Perfidi! All’Anglo contro me v’unite!…» «Pietà, rispetto, onore»), apprende la notizia della morte della moglie, un annuncio che lo lascia quasi indifferente, mentre lo sconvolge molto di più il racconto dei suoi guerrieri, che narrano come la foresta di Birnam stia muovendo verso il castello.Macbeth comprende che la fine del suo regno è prossima, ma non rinuncia a combattere. Durante la battaglia il tiranno si trova di fronte Macduff, al quale rivela di essere invincibile perché nessun nato da donna potrà mai colpirlo,ma con suo grande stupore il rivale ribatte di essere stato strappato al momento della nascita dal grembo materno: le streghe hanno dunque beffato Macbeth, che viene ucciso in duello da Macduff. Irrompe vittorioso l’esercito dei ribelli, che proclama Malcolm nuovo re di Scozia («Macbeth, Macbeth ov’è»).

Macbeth

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Macbeth
Tragedia in cinque atti
Lady Macbeth in un dipinto di George Cattermole

Lady Macbeth in un dipinto di George Cattermole

Autore William Shakespeare
Titolo originale Macbeth
Lingua originale Inglese
Genere Tragedia
Composto nel 1605-1608
Personaggi
  • Duncan re di Scozia
  • Malcolm, Donalbain suoi figli
  • Macbeth generale dell’esercito di Duncan
  • Banquo generale dell’esercito di Duncan
  • Macduff, Lennox, Ross, Menteith, Angus, Cathness nobili scozzesi
  • Fleance figlio di Banquo
  • Siward Conte di Northumberland e generale dell’esercito inglese
  • Giovane Siward suo figlio
  • Seyton ufficiale di Macbeth
  • Bambino figlio di Macduff
  • Dottori inglesi e scozzesi
  • Un soldato
  • Un portiere
  • Un vecchio
  • Lady Macbeth
  • Lady Macduff
  • Dame di compagnia Lady Macbeth
  • Streghe (Ecate e altre tre streghe)
  • Gentiluomini, Ufficiali, Soldati, Messaggeri, Assassini
Trasposizioni operistiche Macbeth di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave
Riduzioni cinematografiche Vedi apposita sezione

Macbeth è tra i più conosciuti drammi di Shakespeare, nonché la tragedia più breve[1]. Frequentemente rappresentata e riadattata nel corso dei secoli, è divenuta archetipo della brama di potere e dei suoi pericoli.

Per la trama Shakespeare si ispirò liberamente al resoconto storico del re Macbeth di Scozia di Raphael Holinshed[2] e quello del filosofo scozzese Hector Boece. Ci sono molte superstizioni fondate sulla credenza che il dramma sia in qualche modo “maledetto” e molti attori non vogliono menzionarne ad alta voce il titolo, riferendosi ad esso come “Il dramma scozzese”[3]. Pronunciare il suo nome dentro un teatro è considerato un atto capace di trasformare qualsiasi spettacolo in un fiasco[4]

Molto popolare è anche la versione operistica di questa tragedia, musicata da Verdi su libretto di Francesco Maria Piave e considerata, se possibile, ancora più malaugurante del dramma shakespeariano.

La tragedia si apre in un’atmosfera di lampi e tuoni; tre Streghe (Le Sorelle Fatali, le Norne) decidono che il loro prossimo incontro dovrà avvenire in presenza di Macbeth. Nella scena seguente, un ufficiale ferito riporta al re Duncan di Scozia che i suoi generali, Macbeth, barone di Glamis, e Banquo, hanno appena sconfitto le forze congiunte di Norvegia e Irlanda, guidate dal ribelle Macdonald. Macbeth, congiunto al re, viene lodato per il suo coraggio e prodezza in battaglia.

La scena cambia: Macbeth e Banquo stanno facendo considerazioni sul tempo e sulla loro vittoria. Mentre passeggiano nella brughiera, le tre streghe, che li stavano aspettando, compaiono a loro e pronunciano profezie. Anche se Banquo per primo le sfida, esse si rivolgono a Macbeth. La prima lo saluta come Barone di Glamis, la seconda come Barone di Cawdor, e la terza gli preannuncia che diverrà re in futuro. Macbeth sembra basito nel suo silenzio, così Banquo ancora una volta le sfida. Le streghe lo informano che Banquo, d’altra parte, sarà il capostipite di una dinastia di re. Mentre i due uomini si stupiscono delle parole delle tre streghe, queste svaniscono e un altro barone, Ross, un messaggero del re, subito arriva e informa Macbeth del titolo che questi ha appena acquisito: Barone di Cawdor. La prima profezia è così realizzata. Immediatamente Macbeth incomincia a nutrire l’ambizione di diventare re.

Macbeth scrive alla moglie riguardo le profezie delle tre streghe. Quando Duncan decide di soggiornare al castello di Macbeth a Inverness, Lady Macbeth escogita un piano per ucciderlo e assicurare il trono di Scozia al marito. Anche se Macbeth mostra preoccupazione all’idea di un regicidio, Lady Macbeth alla fine lo persuade a seguire il suo piano.

Nella notte della visita, Macbeth uccide Duncan. Macbeth non viene scoperto da nessuno, ma rimane talmente scosso che Lady Macbeth deve assumere il comando di tutto. Secondo il suo piano, dirotta i sospetti sulle guardie del re addormentate davanti alla porta della stanza di Duncan, facendo trovare i pugnali insanguinati in mano loro. Il mattino dopo arrivano Lennox, un nobile scozzese, e MacDuff, il leale barone di Fife. Il portiere apre il portone e Macbeth li conduce nella stanza del re dove MacDuff scopre il cadavere di Duncan. In un simulato attacco di rabbia, Macbeth uccide le tre guardie prima che queste possano reclamare la propria innocenza.

MacDuff è subito dubbioso riguardo alla condotta di Macbeth, ma non rivela i propri sospetti pubblicamente. Temendo per la propria vita, i figli di Duncan scappano: Malcolm in Inghilterra e Donalbain in Irlanda. La fuga dei legittimi eredi li rende però dei sospetti e Macbeth sale al trono di Scozia in qualità di congiunto dell’ex re defunto.

A dispetto del suo successo, Macbeth non è a suo agio circa la profezia per cui Banquo sarebbe diventato il capostipite di una dinastia di re. Così invita Banquo a un banchetto reale e viene a sapere che Banquo e il suo giovane figlio, Fleance, sarebbero usciti per una cavalcata quella sera stessa. Macbeth ingaggia due sicari per uccidere Banquo e Fleance (un terzo sicario compare misteriosamente nel parco prima dell’omicidio). Mentre gli assassini uccidono Banquo, Fleance riesce a fuggire. Al banchetto si presenta il fantasma di Banquo che siede al posto riservato a Macbeth ma solo Macbeth può vederlo. Il resto dei convitati è spaventato dalla furia di Macbeth verso un seggio vuoto finché una disperata Lady Macbeth ordina a tutti di andare via.

Macbeth, sconvolto, si reca dalle streghe ancora una volta. Queste evocano tre spiriti latori di ulteriori profezie e avvertimenti:

« Guardati da MacDuff! »
(Prima apparizione: Una testa armata, Atto IV, scena I)
« Nessuno nato da donna potrà far danno a Macbeth »
(Seconda Apparizione: Un bambino insanguinato, Atto IV, scena I)
« Macbeth non verrà mai sconfitto finché il grande bosco di Birnan non avanzi verso l’alto colle di Dunsinane contro di lui »
(Terza Apparizione: Un bambino incoronato con un ramo d’albero nella mano, Atto IV, scena I)

Dal momento che MacDuff è in esilio in Inghilterra, Macbeth crede di essere al sicuro. La famiglia di MacDuff cade però preda della follia omicida di Macbeth che manda dei sicari al castello dei MacDuff, con l’incarico di ucciderne la moglie e i giovani figli.

Johann Zoffany: Garrick e Pritchard come Macbeth e Lady Macbeth

Lady Macbeth incomincia ad essere tormentata dal peso degli omicidi ordinati, che grava sul suo subconscio. In una famosa scena, Lady Macbeth cammina nel sonno e prova a lavare via l’immaginaria macchia di sangue dalle sue mani confessando tutti i misfatti, tra la paura e il piacere, senza l’ombra del minimo pentimento anche nelle ore estreme della sua esistenza.

In Inghilterra MacDuff e Malcolm pianificano l’invasione della Scozia. Macbeth, adesso identificato come un tiranno, vede che molti baroni disertano. Malcolm guida un esercito con MacDuff e Seyward, conte di Northumbria, contro il castello di Dunsinane. Ai soldati, accampati nel bosco di Birnan, viene ordinato di tagliare i rami degli alberi per mascherare il loro numero. Con ciò si realizza la terza profezia delle streghe: reggendo i rami degli alberi, innumerevoli soldati rassomigliano al bosco di Birnan che avanza verso Dunsinane. Nel frattempo Macbeth pronuncia il famoso soliloquio (“Domani e domani e domani”) alla notizia della morte di Lady Macbeth (la causa non è chiara; si presume che ella si sia suicidata).

La battaglia culmina con l’uccisione del giovane Seyward e col confronto finale tra Macbeth e MacDuff. Macbeth pensa con arroganza che non ha alcun motivo di temere MacDuff perché non può essere ferito o ucciso da “nessuno nato da donna”. MacDuff però dichiara di“essere stato strappato prima del tempo dal ventre di sua madre” e che quindi non era propriamente “nato” da donna. Macbeth capisce troppo tardi che le streghe lo avevano fuorviato. I due combattono e MacDuff decapita Macbeth, realizzando così l’ultima delle profezie.

Anche se Malcolm, e non Fleance, sale al trono, la profezia delle streghe riguardante Banquo venne ritenuta veritiera dal pubblico di Shakespeare, che riteneva che re Giacomo I fosse diretto discendente di Banquo.

Una tragedia cruenta

Si tratta di una tragedia fosca, cruenta, in cui domina il male e in cui i personaggi sono complessi ed ambigui. Lady Macbeth, personificazione del male, è animata da grande ambizione e sete di potere: è lei a convincere il marito, spesso indeciso, a commettere il regicidio (atto I). Macbeth presenta una certa ambiguità: la sua sete di potere lo induce al delitto, ma ne prova anche rimorso pur essendo incapace di pentimento. Il soprannaturale è presente con apparizioni di spettri, fantasmi, che rappresentano le colpe e le angosce dell’animo umano. Nella follia sanguinaria Macbeth ha un solo conforto attraverso il contatto con il soprannaturale e, all’inizio del IV atto, egli si reca nuovamente dalle streghe per conoscere il proprio destino. Il responso è solo in apparenza rassicurante, in realtà è molto enigmatico, eppure Macbeth vi si appiglia con convinzione ed affronta i nemici (V atto) fino al momento in cui scopre il vero significato di quelle oscure profezie. Il tema del potere è sviluppato anche da altri personaggi, come il giovane figlio di Duncan che finge di essere indegno del titolo di re e allora il nobile scozzese gli spiega quale sia la vera essenza del potere e quale differenza intercorra tra il regno, anche quello di una persona ambiziosa e corrotta, e la tirannide. Interessante poi è la riflessione esistenziale (atto V, scena V) con una famosa definizione della vita umana, dominata da precarietà ed incertezza, temi dominanti nel Barocco, età in cui Shakespeare visse: “La vita non è che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla”.

Versioni cinematografiche [modifica]

Macbeth
  • Macbeth, regia di Orson Welles (1948)
  • Trono di sangue, regia di Akira Kurosawa (1957)
  • Macbeth, regia di Roman Polanski (1971)
  • Macbeth, regia di Bryan Enk (2003)
  • Macbeth – Lotta per il potere, ripresa in chiave moderna del Macbeth, ambientata sullo sfondo di una violenta guerra tra bande nell’Australia del Sud. Il film, come il Romeo e Giulietta girato da Baz Luhrmann, mantiene gli stessi dialoghi dell’opera teatrale. Regia di Geoffrey Wright (2006)

Note

  1. ^ Risulta composto da 18301 parole. Da William.shakespeare.info
  2. ^ Quadro comparativo tra il Macbeth e The Chronicles of England, Scotland and Ireland di Raphael Holinshed
  3. ^ Da Novefirenze.it.
  4. ^ .Un incubo della mente con «Macbeth» satanico di Claudia Cannella, dal Corriere della Sera del 4 marzo 2004.

Collegamenti esterni