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Giorgio Vigna. Stati Naturali - Un percorso di segni, interventi puntuali dell’artista, disseminati lungo gli spazi museali, che metteranno in relazione alcuni tra i più rappresentativi lavori di Giorgio Vigna con le opere antiche allestite all’interno del museo scarpiano, dal giardino fino a Sala Boggian, dove saranno esposte le opere più significative della sua ricerca artistica. L’acqua è la metafora che meglio racconta la mostra; l’acqua dell’Adige, che fin da piccolo ha affascinato Giorgio Vigna, nato a Verona, che ha percepito il fiume come un punto di riferimento, capace di determinare il suo orientamento con una partitura densa di emozioni e suggestioni: trasparenza/fluidità, vuoto/pieno, leggero/pesante, visibile/nascosto. A supporto di questo viaggio immaginario, il vetro, il metallo, la carta, nell’incontro tra la materia e le sue diverse sperimentazioni. A partire da Acquaria, l’installazione di sassi di vetro di Murano creata appositamente per la fontana d’ingresso, che al termine della mostra troverà una sede permanente nella vasca grande; si passa per Acqua, una ciotola colma d’acqua purissima posta ai piedi del Cristo Crocefisso di Jacopo Bellini (1435 – 1445), internamente realizzata con lastra in rame tornita e vetro di Murano; fino ad arrivare alle opere rarefatte di Sala Boggian dove con vetro, carta, metalli, l’esplorazione dei materiali ne sfida i limiti per farne emergere forme inaspettate, dinamiche e pacificatorie al tempo stesso

Giorgio Vigna. Stati Naturali – Un percorso di segni, interventi puntuali dell’artista, disseminati lungo gli spazi museali, che metteranno in relazione alcuni tra i più rappresentativi lavori di Giorgio Vigna con le opere antiche allestite all’interno del museo scarpiano, dal giardino fino a Sala Boggian, dove saranno esposte le opere più significative della sua ricerca artistica. L’acqua è la metafora che meglio racconta la mostra; l’acqua dell’Adige, che fin da piccolo ha affascinato Giorgio Vigna, nato a Verona, che ha percepito il fiume come un punto di riferimento, capace di determinare il suo orientamento con una partitura densa di emozioni e suggestioni: trasparenza/fluidità, vuoto/pieno, leggero/pesante, visibile/nascosto. A supporto di questo viaggio immaginario, il vetro, il metallo, la carta, nell’incontro tra la materia e le sue diverse sperimentazioni. A partire da Acquaria, l’installazione di sassi di vetro di Murano creata appositamente per la fontana d’ingresso, che al termine della mostra troverà una sede permanente nella vasca grande; si passa per Acqua, una ciotola colma d’acqua purissima posta ai piedi del Cristo Crocefisso di Jacopo Bellini (1435 – 1445), internamente realizzata con lastra in rame tornita e vetro di Murano; fino ad arrivare alle opere rarefatte di Sala Boggian dove con vetro, carta, metalli, l’esplorazione dei materiali ne sfida i limiti per farne emergere forme inaspettate, dinamiche e pacificatorie al tempo stesso

Giorgio Vigna. Stati Naturali – Un percorso di segni, interventi puntuali dell’artista, disseminati lungo gli spazi museali, che metteranno in relazione alcuni tra i più rappresentativi lavori di Giorgio Vigna con le opere antiche allestite all’interno del museo scarpiano, dal giardino fino a Sala Boggian, dove saranno esposte le opere più significative della sua ricerca artistica. L’acqua è la metafora che meglio racconta la mostra; l’acqua dell’Adige, che fin da piccolo ha affascinato Giorgio Vigna, nato a Verona, che ha percepito il fiume come un punto di riferimento, capace di determinare il suo orientamento con una partitura densa di emozioni e suggestioni: trasparenza/fluidità, vuoto/pieno, leggero/pesante, visibile/nascosto. A supporto di questo viaggio immaginario, il vetro, il metallo, la carta, nell’incontro tra la materia e le sue diverse sperimentazioni. A partire da Acquaria, l’installazione di sassi di vetro di Murano creata appositamente per la fontana d’ingresso, che al termine della mostra troverà una sede permanente nella vasca grande; si passa per Acqua, una ciotola colma d’acqua purissima posta ai piedi del Cristo Crocefisso di Jacopo Bellini (1435 – 1445), internamente realizzata con lastra in rame tornita e vetro di Murano; fino ad arrivare alle opere rarefatte di Sala Boggian dove con vetro, carta, metalli, l’esplorazione dei materiali ne sfida i limiti per farne emergere forme inaspettate, dinamiche e pacificatorie al tempo stesso

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