Concerto Tannhäuser luca pighi batteria e zeno fatti alla tromba Teatro Ristori

Gli spettacoli di Infinitamente 2014


OMAGGIO A BRIGITTE BARDOT

brigitte bardot 2
10 marzo 2014 dalle 20.15
Polo Zanotto
Serata evento con conferenza “Attrice e diva: i due volti di Brigitte Bardot” di Cristina Jandelli (La diva indifferente) e Alberto Scandola (Da Vadim a Godard: filmare B.B.)Attrice, modella, ballerina, attivista politica, ma soprattutto icona. Brigitte Bardot – che nel 2014 festeggerà il traguardo degli 80 anni – ha rivoluzionato il costume e il gusto del nostro dopoguerra incarnando un modello di seduzione tanto nuovo quanto perturbante: non più la maggiorata latina (Sofia Loren) e nemmeno la dumb blonde hollywoodiana (Marilyn Monroe), ma una donna dall’aspetto “naturale” (piedi scalzi, capelli spettinati, sigaretta tra le dita) e apparentemente indifferente allo sguardo maschile. Il contrasto tra la sensualità adulta del portamento e il timbro infantile della voce le permette di costruire, di personaggio in personaggio, il modello di una femminilità nuova, che anticipa di almeno dieci anni la rivoluzione sessuale.

A seguire proiezione di La vérité (H.-G. Clouzot, 1960).

Dominique, una ragazza libera di costumi, viene processata con l’accusa di aver ucciso il suo amante. Senza negare la sua colpevolezza, la ragazza cerca però di spiegare come si sono svolti i fatti, circondata dall’ostilità generale. Film insostituibile per capire il fenomeno Brigitte Bardot. Sotto il gelido sguardo di Clouzot, la spregiudicata attrice diventa una figura dolente, quasi romantica. David di Donatello 1961 a Brigitte Bardot come migliore attrice straniera e candidato
all’Oscar come miglior film straniero.

 

CAMBIERÒ, CAMBIERÒ, APRITI CUORE. I VOLI VERTIGINOSI DI LUCIO DALLA

Lucio Dalla
13 marzo alle 21.30
Teatro Ristori

Reading-concerto a cura di Enrico de Angelis
Con il patrocinio del Club Tenco
Voce narrante: Enrico de Angelis
Letture: Maria Fiorenza Coppari

Canto: Giuliana Bergamaschi, Grazia De Marchi, Laura Facci, Deborah Kooperman, Veronica Marchi, Karin Mensah, Ilaria Peretti, Alice Ronzani, Daria Toffali, Terry Veronesi

Arrangiamenti, direzione musicale, chitarra: Claudio Moro
Basso elettrico: Marco Bosco
Chitarra elettrica: Enrico Breanza
Tastiere: Roberto Cetoli
Clarinetto, sax: Luca Donini
Batteria: Luca Pighi
Violino: Maria Vicentini

Calando il tema del “cambiamento” nella piccola storia della canzone italiana, viene subito da pensare a Lucio Dalla. Perché raramente come nella sua vita artistica si sono riscontrati mutamenti di genere, di linguaggio, di scrittura:  trasformazioni, scarti, deviazioni, passaggi imprevisti, voli da un fiore all’altro della musica e della poesia. Da clarinettista a cantante a cantautore a drammaturgo. Dai primi dischi cantati, infarciti di rhythm ‘n blues, soul, vocalità nera, comprese un paio di cover di James Brown, al periodo beat ma anche al primo successo melodico, “Il cielo”. Dal filone favolistico e narrativo inaugurato con “4/3/1943” alla eccezionale trilogia scritta col poeta Roberto Roversi. Dalle collaborazioni con “parolieri” di qualità (Gino Paoli, Sergio Bardotti, Gianfranco Baldazzi, Paola Pallottino, Francesco De Gregori, Ron) alla sorprendente e folgorante svolta dei testi scritti da lui stesso, grondanti di commozione e ironia insieme; senza però tralasciare nuove scritture diversificate realizzate con Guccini, Cocciante, Morandi, Mariella Nava e persino Toni Servillo. Dai suoni ruspanti degli Stadio all’elettronica scintillante di Mauro Malavasi. Dalle prime esperienze per il cinema e il teatro, datate già anni ’70, alle grandi opere teatral-musicali applaudite finanche all’Arena di Verona, quasi un nuovo genere di melodramma contemporaneo.

Se i suoi primi interventi strumentali sono documentati fin dal 1961 nei dischi della Second Roman New Orleans Jazz Band o dei primi “complessi” (allora si chiamavano così) come i Flippers e gli Idoli, il suo jazz lo si ritroverà nei numerosi divertissement cantati in puro scat, così come negli album incisi con la Dr.Dixie Jazz Band di Pupi Avati o col pianista Marco di Marco.

Tra il 45 giri d’esordio, versione italiana di uno spiritual, e il successo popolare e ossessivo di “Attenti al lupo”, passano in mezzo le canzoni da Festival di Sanremo ma anche la Targa Tenco per la spiazzante “Caruso”, che appare un classico della canzone napoletana prima ancora di diventarlo veramente.

Con Francesco De Gregori sancisce nel 1979 la prima mega-tournée italiana, di strepitosa bellezza, (miracolosamente rinnovata nel 2010), dove tra l’altro i due sono tra i primi a proporre una cover di Paolo Conte. Ma nel repertorio di Dalla le cover non sono mai mancate, saltando di palo in frasca da Bessie Smith ai classici napoletani (autentici in questo caso), da Ray Charles al Quartetto Cetra, da Curtis Mayfield a Carole King, dai Peddlers a Juan Luis Guerra, da Steve Goodman al Mauro Lusini di “C’era un ragazzo…”. Con De Gregori e con Venditti Dalla ha inciso persino “L’Internazionale”.

 

ECCE HOMO

Lucilla Giagnoni

14 marzo alle 21
Teatro Nuovo

Di e con Lucilla Giagnoni
Musiche Paolo Pizzimenti Produzione:Fondazione Teatro Piemonte Europa,Centro Teatrale Bresciano

 

Uno spettacolo che mette in scena il senso della vita e tocca temi come il cambiamento, la religione e l’educazione dei bambini ai giorni nostri. Tutto questo è “Ecce Homo” di Lucilla Giagnoni, un monologo che indaga le origini dell’essere umano e porge uno sguardo al futuro. Dopo anni di approfondimenti nei campi più diversi, dalla fisica alla chimica, passando dalla teologia e la letteratura, l’attrice si è concentrata sui testi sacri, in particolare sulla Bibbia, in stretto dialogo con la poesia e la scienza, senza mai rinunciare alla forza delle rappresentazioni che ciascun linguaggio porta con sé. “Ecce Homo” (Giovanni 19, 5), espressione che significa letteralmente Ecco l’Uomo, è infatti la frase che Ponzio Pilato, allora governatore romano della Giudea, rivolse ai Giudei nel momento in cui mostrò loro Gesù flagellato.

Se dicessimo oggi Ecco l’Uomo, che cosa vedremmo? chiede l’autrice nel suo spettacolo. In “Ecce homo” c’è l’invito a prendere coscienza del nostro essere homo sapiens, attraverso diverse modalità di racconti: quello scientifico, con le ultime scoperte sulle origini e sull’evoluzione dell’uomo, quello della fiaba di Pinocchio di Collodi e quello più sacrale del Vangelo.

Lucilla Giagnoni

Attrice e autrice di teatro, cinema, televisione e radio. Ha frequentato negli anni ‘80 la Bottega di Vittorio Gassman dove, oltre allo stesso Gassman, ha incontrato e lavorato con grandi personaggi come Paolo Giuranna e Jeanne Moreau. Dal 1985 al 2002 ha lavorato e collaborato all’attività del Teatro Settimo, compagnia teatrale torinese diretta da Gabriele Vacis. Dopo anni di teatro e importanti collaborazioni si dedica alla creazione e produzione dei propri spettacoli. Nel suo percorso artistico ha lavorato con: Luigi Squarzina, Franco Piavoli, Nicola Campogrande, Alessandro Baricco, Paola Borboni, Giuseppe Bertolucci, Katie Mitchell. È impegnata in attività didattica e di formazione per ragazzi e adulti.

TRASFIGURAZIONI SONORE: LA DANZA SI FA STRUMENTO

15 marzo 2014 dalle 18.00
Auditorium Nuovo Montemezzi

Da Brahms a Thielemans, rinnovando il linguaggio musicale
Ensemble cameristici del Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” di Verona
Musiche di Brahms, Milhaud, Parker, Martino, Thielemans, Hebb e RAD

Ensemble cameristici del Conservatorio di Musica “E. F. Dall’Abaco” di Verona

Trasfigurazioni sonore: la danza si fa strumento
Da Brahms a Thielemans, rinnovando il linguaggio musicale

 Musiche di J. Brahms, D. Milhaud, C. Parker, B. Martino, T. Thielemans, B. Hebb e Rad

Il linguaggio musicale si è rinnovato nel corso dei secoli sia sperimentando nuove espressioni sia ricorrendo a trasformazioni e mutazioni dell’esistente o del passato. Questo processo, originatosi nel medioevo, ha subito un’evidente accelerazione a partire dalla seconda metà dell’ottocento quando si fece più sentita la necessità di sposare varie lingue, abbinare il colto e il popolare, mescolare generi diversi. In occasione del Festival Infinitamente il Conservatorio di Musica “E. F. Dall’Abaco” esemplificherà alcune tra le trasfigurazioni più caratteristiche del secolo scorso: quelle intorno alla danza, elaborata per voce, evocatrice del passato o improvvisata. La selezione di Liebeslieder Walzer op. 52  di Johannes Brahms rappresenta pienamente il tema del concerto: essa allude ad una danza, il valzer, non più destinata al ballo ma affidata al canto, in molteplici qualità ritmiche ed espressive. Le cinque voci dei fiati di La Cheminé du Roi Réné di Darius Milhaud, calando un linguaggio arcaico in armonie moderne,  offriranno, invece, un ritratto ironico della giornata in una corte reale, alludendo alle sue complicità, agli intrecci, alle danze, ai nobili intrattenimenti: un esempio di come, anche attraverso la danza, il moderno si coniuga con l’antico. E poi il jazz esprimerà aspetti originali della plasmabilità del linguaggio musicale, dei suoi ritmi più pungenti, attraverso una carrellata di autori, da Charlie Parker a Rad, da Toots Thielemans  a Bobby Hebb che del cambiamento, dell’improvvisazione furono autentici portavoce.

Programma

Johannes Brahms Selezione da Liebeslieder Walzer op.52 per pianoforte a quattro mani e quartetto vocale

Lee Chia Jung, soprano

Eva Joy Smith Leggatt, mezzosoprano

Hu Guang, tenore

Dominique Murray, baritono

Natalia Psenita e Corrado Valvo, pianoforte

Darius Milhaud

La Cheminé du Roi Réné op. 205 suite per quintetto di fiati

Cortège

Aubade

Jongleurs

La maousinglade

Joutes sur l’Arc

Chasse à Valabre

Madrigal nocturne    

Federica Canello flauto

Rebecca Saggin oboe

Isabella Alberti clarinetto

Giordano Calciolari corno

Alberto Tosato fagotto

Charlie Parker My little suede shoes

Toots Thielemans Bluesette

Bruno Martino Estate

Bobby Hebb Sunny

Rad Old Worn Shoes

Daniele Rotunno, pianoforte jazz

Carlo Alberto Danieli, contrabbasso jazz

Silvano Martinelli, batteria jazz

UN’ALLEGRA FIN DE SIÈCLE – IN RECITAL

Lina Wertmuller
15 marzo alle 21
Teatro Nuovo

Di e con Lina Wertmüller

Un viaggio tra parole e musica toccando gli avvenimenti storici che hanno segnato il Novecento. All’insegna dell’ironia e con la vena dissacrante che ha contribuito a renderla un’icona del cinema italiano e internazionale, Lina Wertmüller racconta un secolo martoriato da due Guerre Mondiali e caratterizzato da numerosi dittatori e personaggi storici che si sono presi la scena uno dopo l’altro e che rivivono sul palco grazie alla voce della regista e sceneggiatrice: da Vittorio Emanuele a Stalin, da Mussolini a Hitler e per finire Einstein, Tito e Bin Laden, tutti protagonisti di un secolo pieno di luci e ombre, continuamente in bilico tra il bene e il male.

“Un’allegra fin de siècle” non è un freddo susseguirsi di importanti eventi storici, ma anche di piccoli avvenimenti e di donne che hanno amato i propri uomini condividendone il destino, in particolare Claretta Petacci ed Eva Braun. Ad accompagnare il recital saranno i motivi musicali inediti scritti dalla stessa Wertmüller, composti da Lucio Gregoretti insieme al maestro Italo “Lilli” Greco, e interpretati dall’eclettica Nicoletta della Corteaccompagnata al piano da Andrea Bianchi.

Lina Wertmüller

Regista e sceneggiatrice cinematografica ha diretto numerosi film, caratterizzati e intrisi di una forte satira sociale, grottesca e travolgente, raggiungendo vasta notorietà anche all’estero. Tra essi si ricordano: Mimì metallurgico ferito nell’onoreTravolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agostoPasqualino Settebellezze,  Film d’amore e d’anarchia… Ha lavorato anche per la televisione e il teatro. Nel 2012 ha pubblicato l’autobiografia Tutto a posto e niente in ordine. In Un’allegra fin de siecle la Wertmüller per la prima volta si presenta sulla scena nelle vesti di attrice.

“BOCCA BACIATA NON PERDE VENTURA, ANZI RINNUOVA COME FA LA LUNA”. OVVERO LA FATAL SORTE DELLA BELLA ALATIEL CHE DI SVENTURA FECE SUA FORTUNA.

20130316 David Riondino Teatro Ristori Verona

16 marzo ore 21.30
Teatro Ristori

Da Boccaccio, con David Riondino
e la partecipazione di Mirio Cosottini(tastiere e tromba), Paolo Ceccarelli(Chitarra) e Monica Demuru (voce)

Lo spettacolo trae spunto dalla settima novella della seconda giornata del Decameron in cui si parla di avventure a lieto fine. Panfilo narra la vicenda di Alatiel, bellissima figlia del sultano di Babilonia, Beminedab, da lui mandata in sposa al re del Garbo (Marocco) per ringraziarlo d’averlo soccorso in battaglia.  Durante il viaggio, però, la nave fa naufragio in vista di Maiorca e da qui hanno inizio le peripezie della protagonista che per i successivi quattro anni passa dalle mani di nove uomini differenti, peregrinando per i principali porti del Mediterraneo. La sua bellezza tutti ammalia e la giovane deve affrontare rocambolesche avventure, finché riesce infine a tornare salva a casa. Saprà raccontare al padre la sua sorte con grande sagacia, tanto che egli la darà finalmente in sposa al re del Garbo col quale l’astuta Alatiel saprà proporsi ancora “pulcella”. David Riondino ripropone l’invenzione boccaccesca, accompagnandola con il mix di proposta culturale, digressioni ironiche e di divagazioni in musica che sono la cifra della sua proposta artistica.

David Riondino

Cantante, scrittore, attore, regista e interprete. Nato artisticamente negli anni ’70 da allora, la sua attività spazia tra musica, scrittura, televisione, radio e cinema. Il teatro è la sua attività principale: un teatro all’insegna della commistione di generi fra poesia, satira, testi classici e musica dal vivo. Da alcuni anni si occupa del recupero della tradizione orale in Toscana dove ha costituito la Fondazione Accademia dell’Ottava. Collabora attivamente con Stefano Bollani, Milo Manara, Neri Marcorè,  Flavio Oreglio e Dario Vergassola.