deportati-campi-di-sterminio Teatro Filarmonico

Giorno della Memoria 2013 a Verona


Iniziative a Verona per il giorno della Memoria

Il programma delle Commemorazioni organizzate dal Comune di Verona per il Giorno della Memoria:

»  dal 24 gennaio all’ 1 febbraio 2013 – Piazza Bra
esposizione sul Liston di un carro ferroviario utilizzato dal 1943 al 1945 per le deportazioni nei campi di sterminio, al cui interno (inaccessibile, qui sotto il video) vengono recitati i nomi dei 260 veronesi deportati, ricordati anche all’esterno nelle schede biografiche

»  Venerdì 25 gennaio 2013
programma manifestazioni commemorazione ufficiale:

  • Ore 8.45 – Piazza Bra (zona Liston)
    Ritrovo
  • Ore 9.00 – deposizione corona di alloro al Monumento ai Deportati
  • dalle ore 9.20 – Teatro Filarmonico  entrata da Via Roma e Via dei Mutilati
    • Saluto del Prefetto della provincia di Verona, Perla Stancari, conferimento e consegna delle medaglie d’onore ai cittadini italiani, insigniti, deportati e internati nei lager nazisti
    • Saluto del  Sindaco della Città di Verona, Flavio Tosi, e consegna della Medaglia della Città a ricordo delle celebrazioni della giornata della memoria
    • ore 10.00 – presentazione dello scrittore di romanzi e racconti israeliano Uri Orlev (vero nome Jerzy Henryk Orlosky). Lettura di alcune sue poesie e breve intervista all’autore
    • Presentazione da parte della regista Ambra Laurenzi del documentario prodotto dall’A.N.E.D.Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti e dalla Fondazione Memoria della Deportazione “Le Rose di Ravensbruck – Storia di deportate italiane”
    • Chiusura della manifestazione

Altre iniziative di commemorazione:

  • venerdì 25 Gennaio ore 14.30 – Cimitero Ebraico di Via Badile
    Cerimonia commemorativa con deposizione di una corona al “Monumento agli Ebrei Deportati da Verona”
  • Cimitero Monumentale di Verona Sacrario militare
    Deposizione di una corona di alloro in ricordo dei Deportati
  • nella sede dell’Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea
    Via Cantarane, 26 – tel 045 8006427:

    • sabato 19 gennaio ore 16.20
      “Misha Seifert il boia del lager di Bolzano”
      Conferenza di Bartolomeo Costantini, già procuratore capo al Tribunale Militare di Verona, con proiezione di filmati sulla vicenda dell’estradizione di Seifert
    • sabato 26 gennaio ore 16.20
      “L’infinita mole di dolore”
      Proiezione del dvd curato da Roberto Zoppi su progetto e consulenza storica di Carlo Saletti, per la regia di Enzo Garlato
      Introduce  Roberto Buttura
      Intervengono: Dario Basevi, Carlo Saletti, Roberto Zoppi
      visualizza la locandina
      E’ stata spostata a data da destinarsi la prevista conferenza di Roberto Zamboni “Alla ricerca dei luoghi di sepoltura dei veronesi, civili, militari, morti nei campi di concentramento tedeschi”
    • sabato 23 febbraio ore 16.20
      “Appuntamento nel lager di Bolzano. Vite parallele di Ada Buffolini e Carlo Venegoni”
      conferenza di Dario Venegoni (vicepresidente A.N.E.D.Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti)
  • Appuntamenti a cura dell’Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea:
    • dal 4 febbraio al 2 marzo – Biblioteca Civica Ragazzi
      Mostra storico-documentaria
      “Ritorno a scuola. L’educazione dei bambini e dei ragazzi ebrei a Venezia tra leggi razziali e dopoguerra”
      Visite guidate su prenotazione: iversrec@tin.itInaugurazione della mostra
      lunedì 4 febbraio alle 16.30, sala Farinati
      Intervengono:
      Maurizio Zangarini, Presidente dell’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea
      Roberto Israel, Associazione Figli della Shoah
      Maria Teresa Sega e Laura Voghera Luzzatto, curatrici della mostra
      Donatella Levi, psicanalista
      Lia Finzi e Carla Viterbo Bassani, testimoni della Scuola Ebraica
    • 15 e 22 febbraio, ore 9.30 – Biblioteca Civica
      Eventi per le scuole
    • martedì 19 febbraio, ore 16.30 – Biblioteca Civica
      Seminario per insegnanti, curato da Donatella Levi
    • domenica 3 febbraio, ore 16.30 – Associazione Murmure, via Pisano 67 (Borgo Venezia), Verona
      Spettacolo per bambini e famiglie
      “Bambini, un racconto per la memoria. Piccole storie narrano la Grande Storia”
      in collaborazione con A.N.E.D.Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti» martedì 19 febbraio ore10.30 lo spettacolo viene rappresentato per le scuole

Il giorno della Memoria ricorre il 27 gennaio
Commemorazioni a Verona dal 24 gennaio all’ 1 febbraio 2013
Le iniziative organizzate dall’Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea iniziano il 19 gennaio e si concludono il 2 marzo 2013

Giorno della Memoria

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Il testo dell’articolo 1 della legge italiana definisce così le finalità del Giorno della Memoria:

« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.[1] »

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto, e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Il testo dell’articolo 1 della legge italiana definisce così le finalità di questo giorno: « La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché , anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio. Nel 1939 le truppe Dell’Unione Sovietica “l’Armata Rossa”, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città della Polonia in Oświęcim nota con il suo nome tedesco di Auschwitz, scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo, l’orrore del genocidio .

Nella parola Shoah, voce biblica che significa “catastrofe, disastro”, è implicito che quanto è accaduto non ha alcun significato religioso, contrariamente a ciò che richiama il termine olocausto. La Shoah è piuttosto un genocidio, ovvero un’azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso. è celebrato anche da molte altre nazioni, tra cui la Germania e la Gran Bretagna, così come dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi di concentramento, che sono anche detti di "annientamento" .Questi erano vere e proprie fabbriche di morte dove i prigionieri e i deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo pochi.Tuttavia l'apertura dei cancelli ad Auschwitz, dove 10-15 giorni prima i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con sé in una "marce della morte (olocausto)" tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa, mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento del lager.In Italia, sono ufficialmente più di 400 le persone ricordate per il loro impegno a favore degli ebrei perseguitati durante l'Olocausto.Dalla metà del XX secolo con il termine Olocausto si indica, il genocidio da parte della Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa. Esso consistette nello sterminio di un numero compreso tra i 5 e i 6 milioni di ebrei, di ogni sesso ed età.

La distruzione di circa i due terzi degli ebrei d’Europa, venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel 1933 con la segregazione degli ebrei tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l’Europa occupata dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, con il concentramento e la deportazione e quindi culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reparti speciali e soprattutto in strutture di annientamento appositamente predisposte . Questo evento non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista. La parola “Olocausto” deriva dal greco ,e significa “bruciato interamente”. L’uso del termine Olocausto viene anche esteso a tutte le persone, gruppi etnici e religiosi ritenuti “indesiderabili” dalla dottrina nazista, e di cui il Terzo Reich aveva previsto e perseguito il totale annientamento nel medesimo evento storico: essi potevano comprendere, secondo i progetti del Generalplan Ost, popolazioni delle regioni orientali europee occupate e ritenute “inferiori”, e includere quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, nazioni e gruppi etnici quali Rom, Sinti, Jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap. Adolf Hitler non diramò alcuna direttiva scritta per l’attuazione del genocidio; il 26 maggio 1944 durante un discorso a ufficiali parlò di “dovere eliminare gli ebrei”, ma la “soluzione finale” rimase un segreto di stato, un “capolavoro di occultamento”. Con le leggi di “degiudeizzazione” del 1933, con cui veniva ordinato il licenziamento e l’esclusione degli ebrei da tutte le funzioni pubbliche, Hitler diede subito prova di mantener fede agli impegni elettorali, ponendo le basi dello Stato razziale e creando nuovi posti di lavoro per gli ariani. Egli aveva vinto le elezioni, infatti, promettendo pane e lavoro e la riscossa comune contro i nemici interni ed esterni del Reich. In base a un ordine del 22 marzo 1933 venne ufficializzato per questo scopo l’utilizzo di campi di concentramento con l’apertura di Dachau, dove i primi a essere deportati furono gli oppositori, i Testimoni di Geova, gli zingari e chiunque fosse risultato sospetto al nuovo regime. Nel frattempo erano costanti i soprusi ai danni degli ebrei tedeschi, che venivano descritti dalla propaganda nazionalsocialista come estranei al popolo della “Grande Germania”. Contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda, da anni la comunità ebraica era parte integrante della società tedesca, diversamente da quanto accadeva nell’Europa dell’Est, dove l’integrazione sociale e culturale della minoranza ebraica era progredita più lentamente. Le leggi di Norimberga, promulgate nel 1935, impiegavano una base pseudo-scientifica per la discriminazione razziale nei confronti della comunità ebraica tedesca. Le persone con quattro nonni tedeschi vennero considerate di “sangue tedesco”, mentre era considerato ebreo chi aveva tre o quattro nonni ebrei. Le persone con uno o due nonni ebrei erano considerate di “sangue misto”. In mancanza di differenze esteriori percepibili, i nazisti stabilirono che, per determinare la razza originaria degli slavi, la fede religiosa praticata dagli stessi era sufficiente a qualificarli come ebrei, e quindi sub-umani. Nella conferenza di Wannsee, quando i nazisti misero in atto la Soluzione Finale vennero confermati tali criteri discriminatori. Con le leggi di Norimberga del 15 settembre 1935, Hitler diede ufficialità alle proprie idee antisemite già espresse nel Mein Kampf. Da quel momento gli ebrei divennero ufficialmente cittadini inferiori per legge e nascita. Numerose furono le leggi che scandirono la loro vita “diversa”, come quella per cui dovevano frequentare solo luoghi a loro riservati esistevano addirittura panchine solo per ebrei . Intanto dal 1936, con l’occupazione della Renania, Hitler fece ripartire la macchina bellica tedesca in vista di una campagna di espansione, che mirava a risarcire i tedeschi delle condizioni imposte dal Trattato di Versailles e puntava alla conquista dello “spazio vitale” per il Terzo Reich (il terzo impero tedesco dopo il Sacro Romano Impero Germanico del 962 e l’Impero Tedesco del 1871). Così, nello stesso anno, accanto alle truppe dello spagnolo Franco e dell’alleato italiano Mussolini, i nazisti presero parte alla guerra civile spagnola. Il 13 marzo 1938 venne annessa l’Austria e i Sudeti divennero territorio tedesco. Ma la notte tra il 9 e il 10 novembre venne anche scatenata una vera e propria caccia all’uomo contro gli ebrei, in cui furono bruciate centinaia di sinagoghe, distrutte gran parte delle loro proprietà e uccise 90 persone: dalla quantità dei vetri rotti rimasti per le strade, quella notte fu chiamata “Notte dei cristalli” . Da allora ebbero inizio le deportazioni nei campi anche degli ebrei arrestati nel corso delle azioni punitive. Sin da quei primi anni, quindi, possiamo oggi capire come la Germania nazista combatté due guerre parallele: 1 contro i nemici esterni, che ebbe inizio il 1° settembre 1939 e sfociò nel dramma della seconda guerra mondiale; l’altra contro gli ebrei, cittadini inermi, secondo le leggi naziste colpevoli di esistere. Da qui ebbe origine la Shoah, la cui legalizzazione si formulò in tre tappe fondamentali: 1935: leggi di Norimberga; 1939: leggi sull’emigrazione forzata degli ebrei dal territorio tedesco verso i ghetti nella Polonia occupata; 1942: Conferenza di Wannsee. Questi tre eventi furono scanditi da una serie di provvedimenti burocratici che permettevano a qualsiasi uomo ariano di commettere crimini contro un suo simile pur continuando a considerarsi un buon cittadino, e anzi per questo essere ricompensato dallo Stato. Una delle tante testimonianze che abbiamo cercato ci ha colpito molto quella di Pietro Terracina …. Piero racconta: “Ero un ragazzo felice, l’ultimo di una famiglia di otto persone, protetto dall’affetto di tutti. Tre giorni prima avevo compiuto 10 anni. il 15 novembre come tutti gli altri giorni entrai in classe e mi diressi verso il mio banco ed ebbi la sensazione che i miei compagni mi osservassero in modo insolito. L’insegnante fece l’appello ma non chiamò il mio nome; soltanto alla fine mi disse che dovevo uscire e alla mia domanda: ‘Perché? Cosa ho fatto?’ Mi rispose : ‘Perché sei ebreo. Mi sentii smarrito, provavo rabbia e mi rendevo conto che stavo subendo una terribile ingiustizia. Ero stato educato all’ amore per lo studio e mia madre non tralasciava occasione per ricordarmi che riuscire nello studio era il mezzo per riuscire nella vita e pensai subito alle sue parole.Andai con il pensiero al mio futuro e mi vedevo costretto a dover svolgere i lavori più umili per vivere. E poi gli amici. Erano tutti lì in quella classe. Avrei potuto averli ancora come amici? No, non fu possibile. Non è mai arrivata una telefonata di un genitore per avere notizie. Tutti spariti. Ci sarà pure stato qualcuno che non era fascista, eppure nessuno ha mai mostrato indignazione per quello che stava accadendo ma neppure solidarietà. Evidentemente era una cosa che non riguardava la gente,ma riguardava gli altri e gli altri eravamo noi Ebrei.Mi trasferii alla scuola ebraica che però funzionò soltanto fino all’anno scolastico 1942/44. Poi con l’ 8 settembre e l’occupazione tedesca ci fu il precipitare degli eventi: la fuga dalle nostre case braccati dai fascisti, la consegna, me e i miei familiari insieme a migliaia di nostri correligionari, ai loro alleati tedeschi per essere portati a morire per gas nei lager dell’est e per essere dati alle fiamme nei forni crematori. Fummo traditi per 5000 lire a persona da un ragazzo fascista che tra l’altro corteggiava mia sorella. 8 persone totale 40.000 lire. A quei tempi era una bella cifra. Vennero 7 generali SS in pieno assetto di guerra, urlando cose incomprensibili. Eravamo tutti insieme per festeggiare la pasqua ebraica dopodiche Fummo portati a Fossoli, e poi ad Auschwitz. Quando siamo stati liberati, pesavo 38 chili. Io camminavo, ma erano tanti quelli che non si tenevano in piedi. Dopo un po’ li crollai, dopo fui portato dai russi in un ospedale militare. In seguiti fui portato nellospedale di Leopoli. Li..ripresi a piangere e presi coscienza di quello che era stato perpetrato da persone normali ai nostri danni.

Dopo qualche tempo fui mandato in un sanatorio nel mar Nero. Li ho ripreso ad avere amicizie, lì sono nati alcuni affetti come quell’ infermiera che mi ha curato. Sono rientrato in Italia dopo un anno. Fu in Unione Sovietica che ripresi a vivere …ricordo ancora oggi la mia prima partita a pallone…

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Per il Giorno della Memoria questi orecchini con Stelle di David (o Maghen David), simbolo della religione ebraica, e perla in vetro soffiato gialla (il colore della Stella Ebrea che gli ebrei furono costretti a indossare durante il nazismo) con gocce rosse (a ricordo di tutto il sangue versato); gancio a chiodo decorato

Il Giorno della Memoria è stato istituito in Italia 11 anni fa per non dimenticare gli orrori della Shoah

Legge 20 luglio 2000, n. 211

Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti
Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 31 luglio 2000, n. 177
1. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, «Giorno della Memoria», al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
2. 1. In occasione del «Giorno della Memoria» di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.

Per approfondire e conoscere le iniziative dedicate al Giorno della Memoria 2011:

GIORNATA DELLA MEMORIA E L’OLOCAUSTO DIMENTICATO DEI DISABILI

auschwitz: entrata del campo di concentramento Oggi si celebra la Giornata della Memoria, con la quale si ricordano tutte le vittime degli orrori del regime nazistaIl 27 gennaio, da una decina di anni, è stata dichiarata dalla comunità internazionale, Giornata della Memoria, con la quale si commemorano le vittime del nazismo e del fascismo, di quell’olocausto che rappresenta la peggiore macchia che la nostra storia recente ricordi. Ricordare, dunque, è un imperativo su cui non possiamo  e non vogliamo trascendere, per far sì che la memoria di queste atrocità guidi la storia come un lume di ragione.

La data (il 27 gennaio 1945) è quella dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, che fecero scoprire al mondo intero tutto l’orrore di questa follia. Nell’occasione, oggi si ricordano le vittime ebree della Shoah, delle leggi razziali, ma anche la persecuzione di tutti quei cittadini contro cui la cieca logica nazista si scagliò. Tra questi, spesso in secondo piano nella nostra memoria storica è lo sterminio delle persone disabili, di Rom Sinti, dei dissidenti politici e omosessuali.
Furono proprio i cittadini con disabilità, “non persone” la cui “vita non meritava di essere vissuta“, tra i primi ad essere utilizzati per l’applicazione di tecniche di annientamento ed eliminazione con cui il regime nazista avrebbe poi perpetrato la sua opera di “pulizia” dei diversi.

E’ agli albori del regime nazista che Hitler fece approvare la “Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie” con cui si procedeva a sterilizzare forzatamente chi fosse ritenuto portatore di malattie ereditarie. Malati mentali, epilettici, ciechi, sordi, persone con deformità fisiche furono quindi oggetto di una sterilizzazione forzata che riguardò oltre 300.000 persone.

Campagna che proseguì poi con l’internamento e la deportazione di persone con disabilità, che culminò con l’uccisione sistematica dei bambini disabili, nonché col progetto tristemente noto col nome di Aktion T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, che durante il terzo Reich provocò la morte di circa 70.000 cittadini tedeschi, per poi allargarsi anche alle persone disabili di altri paesi.
Teorie eugenetiche  e difesa della razza erano i ciechi lumi che guidarono un sistematico piano di follia, volto a “depurare la razza” e perpetrare un sistema in cui le imperfezioni non avrebbero potuto e dovuto trovare spazio.

Gli orrori della Shoah sono quanto di più indegno, incomprensibile e inaccettabile possa aver prodotto l’uomo nella nostra storia recente. E se dimenticare è lo sbaglio maggiore che la nostra società potrebbe fare, tenere alta la guardia è al contempo una necessità.
Quanto mai sagge le parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che sulla Shoah, tra l’altro, disse: “conta sapere e ricordare non solo cosa accadde, ma come ci si arrivò“. Ecco perché è importante condannare in ogni modo il germe da cui questo orrore ebbe inizio: l’intolleranza e la discriminazione.
E’ quindi dovere morale non solo vigilare affinchè la discriminazione sia condannata in ogni modo e forma, ma anche e soprattutto perché sia bloccata sul nascere e non trovi terreno fertile su cui svilupparsi.

In questi giorni si svolgeranno, nelle diverse città d’Italia, iniziative commemorative di questo giorno. Segnaliamo, ad esempio, la mostra “Perchè non accada mai più: Ricordiamo“, presso il centro Memo di Modena, organizzata da Anffas Modena, e visitabile fino al 5 febbraio (info allo 059/20.34.311).

IN DISABILI.COM: 

Speciale GIORNATA DELLA MEMORIA 

MARCO PAOLINI E LO STERMINIO NAZISTA