La targa commemorativa per il filosofo Romano Guardini, in via Leoncino a Verona Incontri e conferenze

Funzione e convegno su Romano Guardini a 50 anni dalla morte


Chiesa di San Nicolò all’Arena
Martedì 20 febbraio 2018, ore 17.00
Teatro Stimate di Verona (vedi scheda accessibilità)
Martedì 20 febbraio 2018, ore 18.00
Ingresso libero

Punto di luce, nel buio del Terzo Reich, per i giovani della Rosa Bianca di Monaco che in lui avevano trovato un riferimento per la loro lotta pacifica e non violenta grazie a quel suo insegnamento: «Il nostro compito deve essere unicamente quello di diventare pienamente umani». Il 17 febbraio del 1885 nasceva Romano Guardini, filosofo e teologo. E a questa figura poliedrica che intrecciò il suo pensiero filosofico e teologico con i temi dell’etica, della politica, della letteratura e dell’arte, lo Studio teologico San Zeno, in collaborazione con la Fondazione Zanotto, dedica un convegno martedì 20 nel cinquantesimo anniversario della sua morte. Dopo una funzione religiosa, alle 17, alla chiesa di San Nicolò all’Arena, per la memoria del battesimo che Guardini ricevette in quel luogo il 3 maggio 1885.

20160501 Certificato battesimo Romano Guardini Verona dismappa

Il certificato del battesimo di Romano Guardini conservato alla Chiesa di San Nicolò all’Arena

Alle 18, al teatro Stimate, due studiosi approfondiranno la figura di don Romano: Silvano Zucal, professore di filosofia teoretica all’università di Trento e curatore dell’Opera omnia di Guardini per l’Editrice Morcelliana, terrà l’intervento «Romano Guardini: un ethos per l’Europa»; Ilario Bertoletti, direttore editoriale della Morcelliana, racconterà il rapporto tra il teologo e l’editrice. «Faremo memoria di uno dei più grandi pensatori del Novecento attraverso i massimi studiosi del suo pensiero», spiega don Gianattilio Bonifacio, direttore dello Studio teologico. «Vogliamo offrire alla città l’occasione per riflettere sull’attualità del suo pensiero e della sua opera».

Nato da padre veronese e madre trentina nelle «vicinanze dell’Arena», come amava ricordare, ma anche in una città dove «passa l’antica via verso Nord», che imboccherà da bambino, don Romano muove i primi passi in via Leoncino restando legato a quel «possente ovale che parla di un lungo contesto storico e insieme del vigore della “forma” propria dell’antichità classica». Ma prenderà da piccolo i «binari della vita» sulla strada verso Nord con la famiglia trasferitasi in Germania, a Magonza, dove il padre è inviato come console d’Italia. A Friburgo si laureerà in teologia, diventando poi sacerdote e ottenendo la cattedra di Filosofia della religione all’università di Berlino dal 1923 al 1939. Ma il nazismo gli revocherà l’insegnamento riottenuto solo nel ’45 con la cattedra a Tubinga e nel ’48 a Monaco di Baviera dove morirà il primo ottobre 1968 e dove, il 16 dicembre scorso, il cardinale Reinhard Marx ha avviato il processo per la sua beatificazione.«Il suo lavoro con i giovani universitari», continua il professor Bonifacio, «anticipa alcuni aspetti come la liturgia e le intuizioni del Concilio Vaticano II. Significativa la testimonianza dei giovani della Rosa Bianca condannati a morte dai nazisti a Monaco. Il legame con Verona e con Isola vicentina dove la sua famiglia, rientrata dalla Germania, va ad abitare nel 1919, invece, è sempre stato intenso». Oggi a Verona – che nel ’56 sotto l’allora sindaco Giorgio Zanotto gli conferì la cittadinanza onoraria – un piazzale e una scuola portano il suo nome. E in via Leoncino, 14, una targa ne ricorda la nascita. «Tra i suoi grandi estimatori», conclude don Gianattilio, «papa Ratzinger e papa Bergoglio. Entrambi lo riconoscono come maestro e lo citano nei loro documenti. Recentemente Francesco parlando ai membri della Romano Guardini Stiftung ha detto che Guardini è un pensatore che ha molto da dire alle donne e agli uomini del nostro tempo e che il suo pensiero è un continuo dialogo polifonico con gli ambiti della cultura, della politica e della scienza di oggi».

Romano Guardini su dismappa