Fabula saltica tra minuetti ed Einsturzende Neubauten

La photo gallery del balletti Dittico: Presto lento presto & Lost in a dream (vedi articolo)

Venerdì 22 marzo 2013 Teatro Camploy di Verona Compagnia Fabula Saltica Presto lento presto Coreografie di Claudio Ronda. “Presto lento presto” è un balletto astratto, di puro movimento e atmosfera, con chiari riferimenti al mondo del ’700 su musiche di Domenico Gallo e Giovanni Battista Pergolesi.
Venerdì 22 marzo 2013 Teatro Camploy di Verona Compagnia Fabula Saltica Presto lento presto Coreografie di Claudio Ronda. “Presto lento presto” è un balletto astratto, di puro movimento e atmosfera, con chiari riferimenti al mondo del ’700 su musiche di Domenico Gallo e Giovanni Battista Pergolesi.
Venerdì 22 marzo 2013 Teatro Camploy di Verona Compagnia Fabula Saltica Presto lento presto Coreografie di Claudio Ronda. “Presto lento presto” è un balletto astratto, di puro movimento e atmosfera, con chiari riferimenti al mondo del ’700 su musiche di Domenico Gallo e Giovanni Battista Pergolesi.
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Applausi
Applausi
Inchino
Venerdì 22 marzo 2013 Teatro Camploy di Verona Compagnia Fabula Saltica Lost in a dream Coreografie di Claudio Ronda. “Lost in a dream” è la storia di un uomo, di fughe e ripensamenti, di smarrimenti, il cui cammino solitario alla ricerca delle proprie origini diventa metafora dell’esistenza. Musiche di Einsturzende Neubauten e Olafur Arnalds.
Venerdì 22 marzo 2013 Teatro Camploy di Verona Compagnia Fabula Saltica Lost in a dream Coreografie di Claudio Ronda. “Lost in a dream” è la storia di un uomo, di fughe e ripensamenti, di smarrimenti, il cui cammino solitario alla ricerca delle proprie origini diventa metafora dell’esistenza. Musiche di Einsturzende Neubauten e Olafur Arnalds.
Venerdì 22 marzo 2013 Teatro Camploy di Verona Compagnia Fabula Saltica Lost in a dream Coreografie di Claudio Ronda. “Lost in a dream” è la storia di un uomo, di fughe e ripensamenti, di smarrimenti, il cui cammino solitario alla ricerca delle proprie origini diventa metafora dell’esistenza. Musiche di Einsturzende Neubauten e Olafur Arnalds.
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Applausi finali
Si chiude il sipario