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Ezio Bosso: talento, carisma e una carrozzina sul palco di Sanremo


20160210-Ezio-Bosso-carrozzina-SanremoIl pianista e compositore di fama mondiale Ezio Boss esegue ‘€œFollowing a bird’, tratto dal suo album ‘€œThe 12th room” al Festival di Sanremo 2016

Sto lavorando a strumenti musicali che si possano adattare alla disabilità. Abbiamo bisogno di mostrare la nostra fragilità: non c’ è nessuno che si deve mostrare più forte.

Ezio Bosso e Mario Brunello – Roots

Ezio Bosso e il grande concerto per la Magna Charta dell’Università di Bologna
Una serata di emozioni e note nell’Aula Magna di Santa Lucia per il ritorno a Bologna del compositore e musicista. Sul palco il Collegio Musicum Almae Matris al gran completo per eseguire la Sinfonia N. 4, dedicata all’Alma Mater e al testo che elenca i principi fondamentali di libertà di insegnamento e ricerca

Ezio Bosso sarà al Teatro Ristori di Verona in aprile con un concerto già sold out, e il 22 giugno al Teatro Romano per Verona Jazz.

TEATRO ROMANO. Il 22 giugno. Prevendita biglietti al via già da oggi

Ezio Bosso fa il bis a Verona con «The 12th Room»

venerdì 11 marzo 2016 SPETTACOLI, pagina 54

VERONADopo aver emozionato l’Italia dal palco del Festival di Sanremo con la sua composizione Following A Bird, da aprile il compositore e direttore d’orchestra Ezio Bosso sarà in tour in tutta Italia per presentare live in piano solo il suo disco The 12th Room.Subito dopo l’esibizione di Ezio Bosso come ospite al Festival di Sanremo, il disco The 12th Room ha raggiunto la prima posizione della classifica iTunes degli album più venduti in Italia.Ezio Bosso arriva a Verona già il 16 aprile al Teatro Ristori, data già sold out. Poi il 22 giugno sarà al Teatro Romano per un nuovo concerto.«Ho deciso di pubblicare ora questo disco semplicemente perché è arrivato il momento giusto e perché prima non me lo facevano fare. Ho fotografato un pezzo della mia vita», racconta Bosso. The 12th Room si compone di due dischi, il primo presenta 12 brani e il secondo una sonata di 45 minuti, che non si interrompe mai.«Il tempo è un pozzo nero. E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. E la musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più». Un musicista filosofo. L’idea è che il doppio cd ruoti intorno all’idea di stanza. «Stanza è una parola importante nella vita degli uomini, ma spesso è data per scontata. Eppure vuol dire tanto, vuol dire poesia, canzone, libertà, affermarsi». I brani rappresentano un percorso narrativo, lo spunto lo ha preso da una teoria antica che spiega come la vita sia composta da 12 stanze, quelle in cui lasciamo qualcosa di noi. La prima stanza, quella della nostra nascita, però riusciremo a ricordarla solo quando raggiungeremo l’ultima. I biglietti per il concerto del 22 giugno al Teatro Romano (nell’ambito di Verona jazz) sono disponibili in tutte le prevendite abituali, filiali unicredit e circuiti ticketone e geticket.

Ezio Bosso

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Ezio Bosso

Ezio Bosso (Torino13 settembre 1971) è un pianistacompositore e direttore d’orchestra italiano.

Biografia

Carriera anni ’90

Ezio Bosso inizia a suonare all’età di 5 anni con sua zia.

A 16 anni debutta come solista in Francia a Lyon e comincia la sua carriera solistica in varie orchestre europee: dalla Wiener Kammer Orchester alla Chamber Orchestra of Europe dai Deutsche Kammer Virtuosen all’Orchestra da Camera di Mantova allo stesso tempo compone già musica per teatro e la danza, ma sarà l’incontro con Ludwig Streicher a cambiare la sua vita.

Si esibisce come solista e direttore in tutto il mondo: dalla Carnegie Hall di New York all’Opera di Sydney.

Tiene corsi in Giappone e a Parigi partecipando alla vita musicale della scena contemporanea di quegli anni con Gerard Caussèe, Pierre Yves Artaud, Laura Chislett. Ma allo stesso tempo continua a sperimentare la sua musica in teatri Nello stesso anno,sonorizza film muti per il Museo del cinema di Torino o per la Cineteca di Bologna e per i primi cortometraggi di autori torinesi.

Nel 1999 firma la musica del suo primo lungometraggio “Un amore” di Gianluca Maria Tavarelli che lo porta all’attenzione del cinema europeo.

Carriera anni 2000 ad oggi

Nel 2003 con il film “Io non ho paura” di Gabriele Salvatores. Le sue composizioni per il film di Salvatores diventano un caso che lo porta persino a un invito agli Oscar. È l’unico compositore italiano ad aver vinto l’Italian Grammy.

Nel 2005 un incidente alla mano sinistra lo porta a occuparsi principalmente di direzione e composizione. Nello stesso anno, fonda con elementi del Quartetto di Torino e dell’ex Quartetto Borciani e giovani musicisti europei il. Ezio Bosso direttore ospite di prestigiose orchestre in tutto il mondo. La sua ricerca musicale è basata sullo sfruttamento emotivo.Negli anni collabora e dedica composizioni ad associazioni come LiberaUnicef, Progetto Sorriso nel Mondo, Insieme al rapper napoletano Lucariello e a Roberto Saviano ha realizzato “Cappotto di Legno”.

Nel 2009 gli viene commissionata dal Festival Suoni delle Dolomiti la sua seconda sinfonia dal titolo Under the tree’s voices, dedicata agli Abeti di risonanza della Val di Fiemme. Gli viene conferito il Premio Lavagnino come compositore dell’anno e vince il Syracuse Film Festival come Best Compoesr of the Year.

Nel 2010 la chiusura della stagione sinfonica del Teatro Regio di Torino, dirige la prima mondiale della sua Prima Sinfonia.Dirige anche la prima Italiana di Icarus on The Edge of time, un evento di Philip Glass e Bryan Green al Teatro Carlo Felice di Genova alla testa dell’orchestra Filarmonica ‘900 di cui è “consulente per i progetti speciali” e alla quale lo lega un affetto e una stima particolari.

Nel 2011 é il primo compositore non australiano a ricevere il prestigioso Green Room Award a Melbourne per la sua I sinfonia “Oceans” come Miglior Composizione ed Esecuzione Marzo è Direttore Principale e Direttore Artistico dell’orchestra inglese The London Strings. È stato soggetto di varie Tesi di Laurea in Lettere Moderne e di una Tesi di Laurea in architettura. Il suo I concerto per violino “Esoconcerto” è l’oggetto di un volume dal titolo “Eso, Lo spazio architettonico nella musica di Ezio Bosso”, un volume di ricerca sulla relazione tra Architettura e Musica della Facolta di Architettura del Politecnico di Torino.

Nel 2011 è stato sottoposto a un intervento al cervello non precisato che ne ha compromesso le capacità motorie. Viene spesso riportata la diagnosi disclerosi laterale amiotrofica, sebbene questa sia difficile da conciliare con l’intervento al cervello e con la presenza di importanti movimenti involontari.[1]

Solista e direttore d’orchestra

Nel 1985 entra come bassista negli Statuto, con cui resterà per tre anni, decidendo poi di abbandonare la musica ska-mod revival per la classica.[2]

Ancora giovanissimo, negli anni ’90 calca le migliori scene internazionali: Royal Festival HallSouthbank CentreSydney Opera HousePalacio de Bellas Artes di Città del MessicoTeatro Colón di Buenos AiresCarnegie HallTeatro Regio di TorinoHouston SymphonyAuditorium Parco della Musica di Roma sono solo alcune delle più importanti stagioni concertistiche internazionali, nelle quali si è esibito sia come solista che come direttore, o in formazioni da camera.

Tiene corsi in Giappone e a Parigi, partecipando alla vita musicale della scena contemporanea di quegli anni con Gérard Caussé, Pierre Yves Artaud, Laura Chislett. Prolifico, innovativo e raffinato, il suo talento si è esercitato nei più disparati e complessi ambiti musicali, dalle composizioni classiche per le grandi orchestre sinfoniche, da camera o solistiche, alle colonne sonore per il cinema, fino al teatro, alla danza e alla sperimentazioni con i ritmi contemporanei.

Ha diretto, tra le altre orchestre: London Symphony, London Strings, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Filarmonica ‘900 e Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Compositore e performer

Vincitore di importanti riconoscimenti, come il Green Room Award in Australia o il Syracuse NY Award in America, la sua musica viene richiesta nella danza dai più importanti coreografi, come Christopher Wheeldon, Edwaard Lliang o Rafael Bonchela, nel teatro da registi come James Thierrée, mentre nel cinema stringe un sodalizio con Gabriele Salvatores, per il quale firma le colonne sonore di Io non ho pauraQuo vadis, baby? e del recente Il ragazzo invisibile.

Vive dividendosi tra Torino, Bologna e Londra, dove è stato direttore stabile e artistico dell’unica orchestra d’archi di grande numero inglese: The London Strings.

Nel 2013, su suggerimento di Gidon Kremer, il famoso violoncellista Mario Brunello gli scrive chiedendo di incontrarlo. Da questa casualità sono nate una intensa collaborazione in duo pianoforte-violoncello e una profonda amicizia.

Nel 2014 ha debuttato con la sua Fantasia per Violino e Orchestra alla testa di London Symphony Orchestra, con Sergey Krylov al violino solista.

Nel 2015 The Arts News Paper e Penelope Curtis (allora direttrice di Tate Britain) hanno definito il suo concerto alla Ikon Gallery, all’interno dell’opera 3 Drawing Rooms del suo amico fraterno David Tremlett, l’evento artistico dell’anno del Regno Unito. Sempre nel 2015, Ezio è stato scelto dall’Università Alma Mater di Bologna per comporre e dirigere una composizione dedicata alla Magna Charta dell’Università, che contiene il primo inno ufficiale di questa importante istituzione mondiale.

Nonostante l’immensa mole di opere scritte, composizioni e collaborazioni, il suo primo disco ufficiale da solista, intitolato The 12th Room, esce soltanto il 30 ottobre 2015, per EGEA Music.

Si esibisce con Following a bird, un brano estratto dall’album, durante la seconda serata di Sanremo 2016.[3]

Riconoscimenti

Ha ricevuto due nomination al David di Donatello per le musiche di Io non ho paura (2004) e Il ragazzo invisibile (2015).

Collegamenti esterni

BOSSO DURO – DIMENTICATE GLI STRIMPELLATORI ALLA ALLEVI, EZIO BOSSO E’ UN PIANISTA CHE TI RAPISCE E CHE NON SI FA FERMARE DALLA MALATTIA (E’ DISABILE): DOPO 15 ANNI DI COLONNE SONORE, ESCE IL PRIMO MERAVIGLIOSO ALBUM (VIDEO)

Articolo pubblicato da Dagospia il 10 dicembre 2015. Ieri sera, il Teatro Ariston ha tributato la standing ovation al pianista torinese – “Sto lavorando a strumenti musicali che si possano adattare alla disabilità. Abbiamo bisogno di mostrare la nostra fragilità: non c’ è nessuno che si deve mostrare più forte”…

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Nadia Ferrigo per “la Stampa”

Per farsi cullare, rapire o ammaliare dalla sua musica basta salire al piano nobile di Palazzo Barolo a Torino.

Da mattino a sera Ezio Bosso studia e prova al pianoforte in una delle sale più belle dell’ antica dimora che ospitò Silvio Pellico, sospeso tra la bellezza degli stucchi e lo stupore dei visitatori del palazzo.

Il suo album, incredibilmente il primo in 15 anni di colonne sonore, composizioni e collaborazioni, si intitola The 12th Room ed è composto da un disco di 12 brani e un secondo con una sonata che pur essendo divisa in tre movimenti non si interrompe mai.

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Altro che sala prove, sembra di stare dentro a una fiaba…
«Tre anni fa ho donato il mio pianoforte alla Fondazione Opera Barolo, così quando non sono a Londra mi trasferisco a vivere nel palazzo: resto a studiare e provare ogni giorno almeno otto ore. Suono finché reggo, a volte anche oltre».

A Torino ha suonato al Conservatorio, poi sarà a Londra, alla Union Chapel e il giorno di Natale a Betlemme. A gennaio a Casale Monferrato (il 16), a Longiano (22) e il 27 febbraio a Collegno.
«Ho scritto The 12th Room chiuso in una stanza, un luogo che diamo per scontato ma che abbiamo inventato noi: senza, non sappiamo più stare. Una tradizione antica narra la storia delle dodici stanze, da lì viene il nome dell’ album: dodici che ricorderemo, dodici in cui verremmo ricordati. Solo nell’ ultima riusciamo a vedere la prima, e siamo pronti per ricominciare. Come ogni mia ricerca, si è tradotta da sé in musica».

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Come solista e come direttore si è esibito nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali: nella sua biografia ci sono anche le colonne sonore, tra cui «Io non ho paura» di Salvatores.
«Non amo essere etichettato come un compositore di colonne sonore, perché non lo sono: ne ho scritte sei, alla mia età Morricone ne aveva composte centinaia. Se me lo chiedono è colpa di voi giornalisti, che avete sempre bisogno di etichette. Quando viene fuori il classico “Com’ è lavorare con Salvatores?”, rispondo: perché non domandate mai a lui com’ è lavorare con me?».

Ogni stanza ha la sua lettura, la sua vibrazione?
«La musica cambia se cambia la luce, l’ aria. Non può che essere un’ esperienza empatica, perché esiste solo nel momento in cui si è in due. Ognuno di noi può riconoscere la sua melodia, io cerco di dare alle persone gli stimoli per cercare il loro racconto, condividere la singolarità di ognuno, pensando a persone, non a un pubblico. Mi considero un tramite: non posso mai sapere come la mia musica sarà interpretata».

Dopo aver subito un intervento al cervello, deve fare i conti con una malattia autoimmune e degenerativa. Cambia il rapporto con il suo corpo, cambia anche quello con la musica?
«Ogni giorno ho bisogno di imparare a riconoscere il mio corpo, capire come assecondarlo. Ogni tanto scherzo dicendo che mi sono evoluto e mi sono spuntate le ruote: mi devo sempre assestare. Per esempio, per suonare il piano ho bisogno di uno sgabello molto alto, non ne esistono di così.

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I miei tasti sono più leggeri del normale, circa la metà. Sto lavorando a strumenti musicali che si possano adattare alla disabilità, perché nessuno debba rinunciare alla gioia della musica.

Abbiamo bisogno di mostrare la nostra fragilità: la malattia e la musica mi hanno insegnato che non c’ è nessuno che deve vincere, che si deve mostrare più forte».

L’ album è stato registrato con il pubblico, qual è il motivo della sua scelta?
«Nel disco suono la musica che amo e con cui sono cresciuto: la registrazione è la fotografia di un momento. Qualche tempo fa scrissi su Facebook un messaggio in codice per la donna che amo, sul mio desiderio di incontrarla presto, in tanti l’ hanno inteso come un invito per seguire la registrazione in teatro.

Così è nata l’ idea. Abbiamo registrato al Teatro Sociale di Gualtieri, in Emilia, un luogo con una storia bellissima a cui sono molto legato. Abbiamo pensato di aprire le porte delle registrazioni e allo stesso tempo raccogliere i fondi per sostenere la ristrutturazione del teatro: dai 10 ai 30 euro, offerta libera.

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Oltre ai 30 offrivo una birra con me, oltre ai 50 era compresa anche una cena. Amo coinvolgere le persone, anche durante le prove. Nell’ album c’ è anche il loro respiro. Si sente, ed è importantissimo».