20141215 Enrico Linaria dismappa Verona Accessibile è meglio

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Enrico Linaria, amico e scrittore, testimonia che accessibile é bbuono

Enrico Pieruccini (Pitigliano, 2 agosto 1953) è uno storico della danza, uno scrittore e un giornalista italiano. Scrive talvolta sotto lo pseudonimo di Enrico Linaria.

Biografia

Dopo la laurea in scienze biologiche si dedica allo studio teorico della danza ottenendo il degree in History and Culture of Theatre and Dance. Giornalista dal 1983, si appassiona alla letteratura oulipienne e all’enigmistica scrivendo testi lipogrammatici alla Georges Perec e giocosi allaRaymond Queneau. Nel marzo 1994 vince il premio del settimanale Comix (giudice-arbitro Giampaolo Dossena) per il suo Sillabario ispirato alPetit abécédaire illustré di Georges Perec (Gallimard, 1973) e al Piccolo sillabario illustrato di Italo Calvino (Il caffè, marzo 1977). Sempre in stileoulipiano è autore, nel 1996, di una surreale quanto paradossale recensione dell’elenco telefonico. Nel suo primo romanzo, Corrusco, inserisce nella vicenda narrativa numerosi giochi di parole, soprattutto palindromi, anagrammi, rebus e un iniziale cifrario omofonico risolvibile solo dopo avere completato un cruciverba finale incentrato sulla vicenda del libro. Di tutt’altro genere il suo romanzo umoristico La vera storia, senza veli, di Roberto P, collaudatore di carta igienica, pretesto per un excursus tragicomico nella letteratura scatologica e nel cinema trash con, sullo sfondo, la lucchesia e le sue cartiere. Questo romanzo, come altri suoi scritti, esce con il nom de plume di Enrico Linaria. E la lucchesia ritorna nel suo ultimo libro, Deccio, dove è descritta la vita, attraverso tre generazioni, in un paesello della Brancoleria nell’arco di quasi un secolo, in un periodo che va dagli inizi del Novecento ai primi anni Ottanta: storie divertenti che hanno per protagonisti uomini e donne con pochi soldi in tasca ma ricchissimi di humour, di umanità, di autenticità. Sul quotidiano ”L’Arena” del 21 maggio 2014 Deccio è definito “un libro davvero singolare”. Scrive Giulio Galetto: “lo sfogli, vedi che sono pagine da leggere ma anche da guardare perché sono dense di immagini, e capisci che qui ci sono tante cose, che, pur non essendo di casa tua, suscitano in te memorie ed emozioni, spesso ti fanno ridere con una loro schietta comicità e con un appetitoso sapore satirico, che però non è disgiunto dalla simpatia di chi scrive per il mondo che sta al centro di tutta la piccola-grande commedia che viene inscenata”.

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