20121211-mostraveronadabotticelliamatisse Pittura

“Da Botticelli a Matisse, volti e figure” in Gran Guardia da febbraio 2013


I ritratti nell’arte alla Gran Guardia

2 febbraio – 1 aprile 2013
Palazzo della Gran Guardia, Verona

Chiusa a Vicenza, solo due settimane dopo la mostra dedicata al ritratto si riaprirà a Verona, in un’altra sede prestigiosa come il Palazzo della Gran Guardia, proprio di fronte all’Arena. Il cuore dell’esposizione resterà lo stesso e una ottantina saranno le opere. E se alcune rientreranno nei musei di provenienza, altre, bellissime, giungeranno a sostituirle. Tanto che si può con certezza dire come la mostra a Verona potrà essere visitata da chi non l’avesse fatto a Vicenza ma anche da chi volesse rivederla con l’ingresso di altri capolavori. L’ambito che sarà arricchito a Verona sarà quello nordico, con dipinti rari di Memling, Van Eyck e il riferimento italiano di Antonello da Messina.

L’esposizione in Gran Guardia è promossa da Comune di Verona, Fondazione Cariverona e Linea d’ombra. Informazioni e prenotazioni: 0422. 429999 e www.lineadombra.it. E.S.

Le invio i costi dei biglietti per i privati:

 

INCLUSO DIRITTO DI PRENOTAZIONE : ( indicando la fascia oraria d’ingresso)

Intero € 13

Ridotto € 10: studenti universitari con attestato di iscrizione, oltre i 65 anni.

Ridotto € 7: minorenni.

SENZA DIRITTO DI PRENOTAZIONE :

Intero € 12

Ridotto € 9: studenti universitari con attestato di iscrizione, oltre i 65 anni .

Ridotto € 6: minorenni

Ingresso gratuito: per i bambini fino a cinque anni compiuti (non in gruppo scolastico), giornalisti con tesserino, accompagnatore di portatore di handicap.

La Gran Guardia diventa galleria d’arte mondiale

L’EVENTO. Prende forma in queste ore la mostra «Da Botticelli a Matisse. Volti e figure». Arrivate con la scorta le prime tele Il curatore Goldin: «Uno scrigno di gioielli che copre sei secoli» Inaugurazione il 2 febbraio

Goldin dà indicazioni sull’allestimento della mostra che si tiene in Gran Guardia FOTOSERVIZIO MARCHIORI

Goldin dà indicazioni sull’allestimento della mostra che si tiene in Gran Guardia FOTOSERVIZIO MARCHIORI

Verona. Hanno viaggiato su camion blindati e climatizzati, all’interno di enormi casse foderate di gommapiuma per attutire qualsiasi urto e vibrazione. Nel frattempo, nel palazzo della Gran Guardia veniva creato l’habitat ideale: 20 gradi centigradi, 50 per cento di umidità.

«Senza queste premesse, non si può nemmeno cominciare»”, spiega Marco Goldin varcando gli ampi saloni, tra decine di operai specializzati in azione. Il direttore di Linea d’ombra, la società organizzatrice della mostra «Da Botticelli a Matisse. Volti e figure», è tutto intento a sovrintendere l’allestimento in Gran Guardia. L’inaugurazione sarà il 2 febbraio, e l’esposizione si protrarrà fino al primo aprile. Le prenotazioni sono già 35mila.
Ottantatré tra i principali capolavori pittorici del mondo sono giunti ieri in città: per la maggior parte provenienti da Vicenza, dove per tre mesi e mezzo sono stati esposti nella Basilica Palladiana, e in piccola parte fatti arrivare direttamente dai rispettivi musei d’appartenenza. È il caso dell’opera che fa da «copertina» alla mostra, il Ritratto d’uomo con copricapo azzurro del fiammingo Jan van Eyck (1429), spedito a Verona dal Muzeul National Brukenthal di Sibiu, Romania, insieme alla Crocifissione di Antonello da Messina (1460).
Ma l’esposizione è davvero uno scrigno di gioielli, se si pensa che «copre sei secoli, dall’inizio del Quattrocento alla fine del Novecento», sottolinea Goldin. Vale a dire dal Beato Angelico a Bacon, passando per il Guercino, Van Dyck, Rubens, Courbet, Cezanne, Van Gogh, Gauguin, Munch, Picasso, Modigliani, e tanti altri ancora. Un viaggio, anzi un’immersione nell’arte mondiale.
A preparare tutto ciò, fior di esperti al lavoro. Lidia Vagts, conservatrice del Museum of fine arts (Mfa) di Boston, sta esaminando nei minimi dettagli un’opera di Rembrandt del 1634: Il reverendo Elison.
«Sto usando un led azzurro, quindi una luce fredda assolutamente innocua, per analizzare le caratteristiche del dipinto, così com’è descritto nella registrazione del museo d’appartenenza. Il check up sulle tele va fatto dopo ogni spostamento, al fine di accertarne l’ottimo stato», spiega. «Infatti le vibrazioni dell’aereo o del camion e il clima delle sale d’esposizione sono tutti fattori da tenere sotto stretto controllo». «Esatto», le fa eco Goldin. «Dietro una mostra come questa c’è un enorme coordinamento tra musei prestatori, allestitori, tecnici, assicuratori. Ma è solo grazie a tale lavoro che adesso i veronesi possono vedere da vicino opere straordinarie. Come questa…».
Le viti saltano via dal legno sotto l’azione del trapano, il coperchio della cassa viene aperto. E scopre Renoir. Danza a Bougival, 1883. L’abito rosa della ragazza, etereo, contrasta con il blu del vestito di lui: immagine di una festa popolare sulla Senna. «Uno dei capisaldi dell’impressionismo. O meglio, il primo segnale della sua crisi, quando alla tecnica del plein air iniziò ad affiancarsi la pittura in studio», illustra Goldin. Il dipinto, alto quasi due metri, avrà una parete solo per sé.
Insomma, i presupposti per una mostra di successo ci sono tutti. «A Vicenza, un cittadino su due si è recato a visitare l’esposizione. Ne siamo stati molto felici: non è scontato che una città partecipi in modo così sentito», commenta Goldin. «Inoltre, questa è la prima volta che sospendiamo un’esposizione nel clou della sua riuscita per trasferirla a pochi chilometri di distanza».
E dunque, è archiviato lo scontro con il Comune per il «caso Louvre»? Goldin svicola: «Non tocco questo argomento. Ma se sono qui, qualcosa vorrà dire, no?».


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