20160519-connessioni-decoloniali-pratiche-che-ricreano-convivenza-verona Università degli Studi

Connessioni decoloniali. Pratiche che ricreano convivenza


Università di Verona, Polo Zanotto, Aula T1, Viale dell’Università 2
Sala Lodi, Via S. Giovanni in Valle, 13/b
19, 20 e 21 maggio 2016
Ingresso libero

CONNESSIONI DECOLONIALI. PRATICHE CHE RICREANO CONVIVENZA

http://connessionidecoloniali.tumblr.com/

Quotidianamente viviamo forme di incontro e convivenza che resistono al regime di individualismo e abitano le differenze senza consumarle. Vi proponiamo di mettere in comune percorsi di vita, processi creativi e esperienze di lavoro che si situano in questo orizzonte.

Il convegno si terrà a Verona, in Veneto, una regione del Nord Est italiano che, aderendo al modello capitalista nel secondo dopoguerra, si è trasformata da luogo di massiccia emigrazione a territorio attraversato da migrazioni e diaspore – prima dal meridione di Italia e, in seguito al 1989, anche dall’Est e dal Sud globali. È considerato uno dei territori più sviluppati d’Europa.

Il Laboratorio Connessioni Decoloniali è nato a Verona qualche anno fa. Qui e nelle città vicine abitiamo luoghi di lavoro e di creazione per aprire spazi di partecipazione e convivenza. Lavoriamo con assistenti sociali, infermiere, educatrici, mediatrici culturali e artiste che ogni giorno si sforzano di ridurre la violenza istituzionale e contrastare le retoriche umanitarie. Insieme cerchiamo di resistere al modo in cui l’accademia si appropria delle esperienze e dei saperi.

Lo spostamento dalla prospettiva eurocentrica e il pensiero decoloniale sono visioni del mondo e strumenti teorici con cui siamo venute in contatto grazie ai percorsi politici e di ricerca che ci hanno condotto in alcuni luoghi dell’Africa Sub Sahariana e dell’America Latina. In particolare siamo coinvolte in movimenti che lottano contro le forme di dominazione globale, generando pedagogie comunitarie. Queste resistenze ci insegnano che se il colonialismo è finito, gli sopravvive la colonialità: un modello di potere operante nei diversi ambiti della realtà, nel pensiero e nell’immaginario.

Abbiamo iniziato a confrontarci con le tracce della colonialità a partire dalle nostre biografie, le geografie nazionali italiane, del Sud d’Italia e delle isole da cui proveniamo. Prendere consapevolezza della colonialità nelle nostre vite e genealogie collettive, assumere la responsabilità del “dove” da cui parliamo è un primo passo per abbandonare la prospettiva capitalista e le sue forme di imposizione.

Per ogni contrapposizione propria della colonialità (europeo-non europeo, maschile-femminile, bianchi-neri, nord-sud, umano-non umano, sviluppato-sottosviluppato, urbano-contadino) c’è sempre una dimensione viva nella quale è possibile incontrarsi.

Le connessioni decoloniali nascono dal riconoscimento della comune implicazione nella storia, da gesti che, alla luce delle differenti cosmovisioni, riequilibrano le ingiustizie. Le connessioni decoloniali generano processi di costruzione condivisa del sapere, pratiche di cura, pratiche genealogiche, immaginari postesotici, esperienze comunitarie.


PROGRAMMA

Giovedi 19 maggio
Dipartimento di scienze Umane, Polo zanotto, aula T1, Viale dell’Università 2

9,30 – Saluti di benvenuto a cura di Luigina Mortari Direttore del Dipartimento di Scienze Umane
Presentazione delle giornate a cura di: Rosanna Cima, Maria Livia Alga, Mariateresa Muraca

10,30 – Cerchio di discussione: Diari, genealogie, autoetnografie
Coordina: Giannina Longobardi (comunità filosofica femminile Diotima)
Mari Luz Esteban (Universidad del País Vasco)
Chiara Zamboni (comunità filosofica femminile Diotima/Università di Verona)
Elena Migliavacca (Casa di Ramia, Comune di Verona)

12,15 – pausa

12,45 – ideadestroyingmuros (collettivo artistico transculturale)
Cristina Alga (CLAC Ecomuseo del Mare di Palermo)

14,00 – pausa pranzo

15,30 – Cerchio di discussione: Pratiche di cura
Coordina: Letizia Bianchi (Università di Bologna)
Antonietta Potente (teologa)
François Fleury (Co-fondatore di Centre Appartenance – Losanna)

16,45 – pausa

17,15 – Federica de Cordova (Università di Verona)
Archivio vivo (assistenti sociali e ricercatrici autonome)
Rosanna Cima (Università di Verona)

Venerdi 20 maggio
Dipartimento di scienze Umane, Polo zanotto, aula T1, Viale dell’Università 2

9,30 – Cerchio di discussione: Pratiche di partecipazione e costruzione condivisa del sapere
Coordina: Rosanna Cima
Claudio Falbo (Centro Calabrese di Solidarietà)
Alessandro Tolomelli (Università di Bologna)
Centro di Documentazione Paulo Freire (Padova)

11,15 – pausa

11,45 – Zenaide Millan, Ivanete Mantelli e Lucimar Roman (Movimento de Mulheres Camponesas-Brasile)

13,30 – pausa pranzo

15,00 – Cerchio di discussione: Pratiche artistiche postesotiche
Coordina: Maria Livia Alga
Emilia Guarino (Diaria-Didattica, Arte, Ricerca, Azione – Palermo)
Suranga Katugampala (regista)

16,15 – pausa

16,45 – CreArtEducAcción Comunitaria (organización educativa, social y artística – Valencia)
Edla Eggert (Pontifícia Universidade Católica do Rio Grande do Sul – Brasile)
ideadestroyingmuros (collettivo artistico transculturale)

Sabato 21 maggio
Sala Lodi, Via S. Giovanni in Valle, 13/b

10,00 – Cerchio di discussione: Pratiche comunitarie e di Convivenza
Coordina: Mariateresa Muraca
Abdoul Ndoye, Francesca Coltellacci e Domenico Maffeo (CasaLaboratorio FareComunità – Venezia)
Sokna Aissa Cisse e Serigne Babacar Mbow (ONG Villageois de Ndem Sénégal)
keurgumak (casa grande – Valencia)

11,30 – pausa

13,00 – condivisione e proposte