20121229-concerto-di-fine-anno-gran-guardia-verona Palazzo della Gran Guardia

Concerto di fine anno in Gran Guardia: Marcia di Radetzky


Estratto dal concerto di ieri sera

Orchestra ucraina
“Cherniusty National Orchestra”
diretta da Maffeo Scarpis

Marcia di Radetzky

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Radetzky-Marsch
Compositore Johann Strauss padre
Tonalità Fa maggiore
Tipo di composizione Marcia patriottica
Epoca di composizione 1889
Durata media 2 minuti e 30 secondi
Organico Banda (flauti, clarinetti 1, clarinetti 2, sax contralti 1, sax contralti 2, trombe, tromboni, bassi, bombardini, grancassa, rullante)

Il feldmaresciallo Radetzky in una fotografia del 1857

La marcia di Radetzky (Radetzky-Marsch in tedesco) è una Marcia militare, opera di Johann Strauss padre, è tuttora il suo brano più famoso. Fu composta in onore del maresciallo Josef Radetzky per celebrarne il ritorno a Milano dopo i moti rivoluzionari in Italia del 1848.

La rivoluzione che scoppiò a Vienna (come in molte altre città europee) il 13 marzo 1848 non fu l’unica minaccia che la monarchia asburgica dovette affrontare. Dopo una lunga serie di scontri militari durante la primavera e l’inizio dell’estate di quello stesso anno, il 25 luglio 1848 l’ottantaduenne comandante in capo dell’esercito imperiale, Johann Joseph Wenzel, conte Radetzky Von Radetz (1766-1858), riuscì a guidare le truppe imperiali in una decisiva vittoria sulle forze piemontesi nella località di Custoza. Dopo tale vittoria l’esercito di Radetzky si ritirò a Milano, dove il re piemontese Carlo Alberto dimostrò tutta la propria ostilità agli austriaci prima di essere costretto a ritirarsi nuovamente in Piemonte. Il 6 agosto Radetzky entrò a Milano: tre giorni dopo l’Austria e il Piemonte conclusero l’armistizio (9 agosto), con l’obbligo (per i piemontesi) di lasciareLombardia e Veneto precedentemente occupati. Furono questi gli eventi che portarono all’interruzione dellaprima guerra di indipendenza italiana che si sarebbe conclusa l’anno successivo con la sconfitta dei piemontesi a Novara.Storia

A Vienna, ancora in preda alla rivoluzione, questo significativo evento militare venne accolto con grande gioia dai fedelissimi della monarchia asburgica. Fra questi fedeli, l’intraprendente Friedrich Pelikan, funzionario statale e anche proprietario del ”Cafè-pavilion” sulla Wasserglacis di Vienna. Insieme a Carl Hirsch (un esperto di illuminazioni), Pelikan colse al volo la vittoria di Radetzky per organizzare per la sera del 31 agosto 1848 nel suo ”Cafè-pavilion” sulla distesa verde della Wasserglacis un “Festival per la Gran vittoria, con allegorica e simbolica rappresentazione e luminarie eccezionali, in onore dei nostri coraggiosi soldati in Italia, e per beneficenza ai soldati feriti”.

I volantini che pubblicizzarono l’evento del 31 agosto annunciarono anche che il direttore dei balli imperiali di corte, Johann Strauss avrebbe diretto la musica avendo l’onore di dare l’anteprima, tra i vari brani musicali, anche di una nuova marcia dal titolo Radetzky-Marsch, composta in onore del comandante e dell’esercito imperiale.

Secondo l’amico e collega musicista di Strauss, Philipp Fahrbach senior (1815-1885), la marcia prevista per i festeggiamenti, al 13 di agosto, non era stata ancora creata. Tuttavia, grazie alle pressioni di Fahrbach, Strauss scrisse il nuovo lavoro in appena due ore.

Il successo della Radetzky-Marsch fu evidente fin dall’inizio. Il Wiener Allgemeine Theaterzeitzung, nella sua edizione del 2 settembre, riportò a proposito dell’esecuzione:

« Questa festa imponente, che ha avuto luogo nella Wasserglacis l’altro ieri, 31 agosto, è stata una delle più belle di quest’anno. In particolare la nuova Radetzky-Marsch di Strauß è stata molto ben accolta, e su richiesta tempestosa ha dovuto essere ripetuta più volte »
(Wiener Allgemeine Theaterzeitzung)

Esecuzioni

Questo celebre pezzo chiude tradizionalmente il concerto di Capodanno che si tiene ogni anno a Vienna, alMusikverein. Immancabilmente, secondo la consuetudine, il pubblico presente in sala partecipa attivamente all’esecuzione battendo il tempo con le mani. Spesso lo stesso direttore d’orchestra si volta verso la platea e dirige tutti i presenti nella sala conducendoli come fossero un altro strumento.

Dal 1896 è l’opera di presentazione della Escuela Militar del Libertador Bernardo O’Higgins dell’Esercito Cileno.

Influenze

  • La Marcia di Radetzky è anche il titolo di un libro di Joseph Roth del 1932.

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