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Carlo Vanoni per Accessibile è meglio


Carlo Vanoni, che partecipa alla Rassegna TheatreArtVerona con il suo spettacolo teatrale “L’arte è una caramella”, testimone di accessibilità per disMappa

CARLO VANONI
Io nella vita vendo quadri.
Ho incominciato a farlo circa vent’anni fa, lavorando per una galleria d’arte. Successivamente sono passato alla televisione e dal 2005 collaboro in esclusiva con la Galleria Orler.
Che differenza c’è tra vendere un quadro in televisione e venderlo in una galleria d’arte?
Io pensavo fosse la stessa cosa, ma poi mi sono dovuto ricredere.
Quando una persona entra in galleria prima la saluti e poi lasci che si guardi la mostra in corso.
Dici quella frase terribile: “Se ha bisogno mi dica pure” e poi continui a fare quello che stavi facendo prima. In televisione se tra una frase e l’altra fai una pausa di dieci secondi, o ti chiami Adriano Celentano, o la gente cambia canale.
Quindi, la prima cosa che ho imparato è conoscere i tempi televisivi.
Poi c’è un’altra fondamentale differenza: in galleria entra chi è mediamente interessato. La televisione, invece, la guardiamo tutti e anche a chi non s’interessa d’arte sarà capitato di assistere a una televendita.
La televisione mi ha insegnato a usare un linguaggio semplice ma esatto, perché anche quella persona lì, che a furia di fare zapping è capitata davanti a un quadro, può innamorarsi dell’arte. O se non proprio innamorarsene, quantomeno rimanere cinque o dieci minuti ad ascoltare la lettura di un dipinto.
Io alla televisione devo il saper parlare d’arte a tutti e non solo agli addetti ai lavori.
Ecco quindi un’altra cosa che faccio oltre a vendere quadri: parlo d’arte.
Ma l’arte non è solo pittura, è anche musica, fotografia, letteratura.
E così può succedere che durante la lettura di un dipinto io faccia riferimento a uno scrittore o a un musicista, perché credo aiuti a comprendere il significato dell’opera in questione.
Sempre per via di questa mia mania di voler raccontare l’arte, da qualche anno mi dedico anche alle presentazioni dal vivo. Con l’amico regista Peppino Saponara ho tenuto nella città di Potenza un ciclo di conferenze intitolato “L’arte nell’incontro”. Si trattava di un viaggio nell’arte del Novecento, dagli anni Cinquanta a oggi, attraverso cinque appuntamenti settimanali.
L’abbiamo successivamente riproposto a Verona, invitati dall’Accademia Mondiale della Poesia.
Oltre a questo tipo di conferenze ne tengo anche altre sul tema strettamente legato al mercato dell’arte contemporanea.
Altre cose di me: leggo molto, forse troppo, dovrei smetterla e uscire a fare due passi, ma poi mi siedo al pianoforte e butto giù due accordi quindi mi alzo e prendo la chitarra e m’accorgo che son fuori allenamento.
Bevo pochi caffè e mangio un milione di caramelle. Quando sono teso anche di più.
Il mio poeta preferito è Rilke anche se la poesia più bella in assoluto l’ha scritta Blaise Cendrars. Sandro Penna resta comunque un mito.
Io nella vita vendo quadri e lo faccio in televisione.
E forse è per questo che la prima laurea l’ho presa in Sociologia con indirizzo mass media e comunicazione. (fonte)


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