pozzo dell'amore (anche pozzo dei desideri) verona corticella san marco Pozzo dell'amore

Il pozzo dell’amore


Pozzo dell’amore

Getta nel pozzo un solo soldino
pensa un momento al tuo destino
non ti distrarre non far rumore
eccolo… eccolo… arriva l’amore

Accessibilità:

Il pozzo dell’amore si trova in Corticella san Marco, per chi gira in carrozzina si accede da vicolo san Marco in foro, una traversa di Corso Portoni Borsari, leggermente in salita ; chi non ha problemi motori può accedere dalla scalinata in Piazza delle Erbe che arriva in Piazzatta Tirabosco

Come il più celebre amore tra Giulietta e Romeo, la leggenda narra di un grande e tragico amore:

Corrado ama perdutamente Isabella che però non lo ricambia con tanto trasporto.
In un giorno di febbraio, dall’acre odore della nebbia che invade e sommerge
con il suo grigio ovattato la bella Verona, Corrado disperato si getta nel pozzo.
Isabella, affranta e distrutta dal rimorso per non aver accolto un così profondo
sentimento, con un gesto estremo punitivo, ma liberatorio si butta anch’essa nella
profondità cupa del pozzo per ricongiungersi al suo riscoperto amato.
Da allora per tutti gli innamorati questo luogo è ricordato come Pozzo dell’Amore.

Le monete nel pozzo vengono raccolte periodicamente e devolute a progetti benefici.

Pozzo dell’Amore (da un’antica leggenda medievale)

In questi anni passati, tenendo Massimigliano imperadore la detta città di Verona sotto il suo dominio, tra le guardie ad essa deputate era Corrado di San Bonifazio, giovine di grande statura, ben proporzionato, di giocondo e veramente signorile aspetto e de la persona molto prode. Avvenne che un giorno egli s’incontrò in una gentildonna assai bella, Isabella del casato dei Donati, la quale mirabilmente gli piacque e di così fatta maniera gli entrò nel core che a lui pareva non aver mai più veduta nè così bella nè così leggiadra donna. Ma essa donna del Corrado poco o nulla si curava, e nulla le caleva di lettere od ambasciate o messi che il giovine a lei inviava. Solo ella diceva che se n’andassero tutti per i fatti loro e non la molestassero. Numerose altre vie Corrado tentò senza alcuna fortuna, anche se il freddo cuore di lei nutriva crescente amore. La ritrovò un giorno, a mezzo della città, insieme ad altre belle donzelle, in un istretto cortile vicino alla chiesetta detta di San Marco ad Carceres. Cominciò a parlare il giovine, appoggiatosi ad un grazioso e ben ornato pozzo che qui stava, in tutti i megliori modi cercando di portare Isabella a parlare d’amore con lui. Disse Corrado come la donzella gli sembrasse fatta di ghiaccio, fredda certamente come l’acqua che nel pozzo stava. “Bene”, gli disse per gioco crudele la giovine donna, “provate a saltar nel pozzo e forse vi trovarete più freddo che ghiaccio”. Era circa la metà del mese di febbraio che i freddi avevano toccato loro miglior forza, la tramontana soffiava e il freddo era grande. Come l’amante udì la sua crudele Isabella dire che si gettasse nell’acqua, tratto da giovenil furore e da mal pensato pensiero alzando la mano destra le rispose: “Eccomi, eccomi pronto ad ubidirvi, se cosa grata vi faccio a saltar nel pozzo”. E il fervente amante d’un balzo nel pozzo si gettò e vi scomparse tra l’orrore di tutti. La giovin donna che così bene nascosto avea lo suo amore per Corrado, atterrita per quel che avea causato, pria che le altre fanziulle potessero fermarla, anch’essa nel pozzo si gettò. La mala novella presto si diffuse per tutta la città e grande oprrore la percosse e negli animi più nobili pianti e angosce provocò. A quel pozzo nessuno fu che non si avvicinasse e non pensasse al potentissimo amore che avea condotto a troppo giovane morte due infelicissimi amanti. E da quel tempo infino ad ora Pozzo dell’Amore fu chiamato.


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